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Mondiali apnea outdoor: Italia tra luci ed ombre

Dopo due giorni di gara il Campionato Mondiale di apnea outdoor, in corso a Kaş (Turchia), ha portato alla nostra Nazionale un bottino di medaglie sicuramente inferiore alle aspettative.
Se in campo femminile l’assenza forzata di Alessia Zecchini aveva già ridimensionato le aspettative per la gara con monopinna (a cui non ha preso parte nessuna atleta azzurra) e il Jump Blue, molto ci si aspettava dal settore maschile.

Il meritatissimo oro di un tenace Homar Leuci non basta ad attenuare la delusione per quella che, dopo le dichiarazioni di profondità della vigilia, sembrava poter essere una gara monopolizzata dai nostri atleti. Nelle prime sei posizioni dell’ordine di partenza della gara disputata ieri infatti comparivano ben cinque azzurri, tutti con dichiarazioni superiori a 100 metri.
Purtroppo in gara le cose non son andate come previsto.

Davide Carrera, che ha aperto la gara per raggiungere i 106 metri, è uscito molto tirato e ha completato il protocollo di uscita con un attimo di ritardo rispetto ai tempi regolamentari incorrendo così in una prova non valida. Michele Giurgola, partito per secondo pur avendo dichiarato la stessa profondità del compagno di squadra, ha dovuto fare i conti nuovamente con i problemi di compensazione che già lo avevano afflitto in occasione del recente campionato italiano di Ustica interrompendo la discesa poco dopo i 90 metri, retrocedendo in classifica finale fino al tredicesimo posto per via delle penalizzazioni.
Anche Vincenzo Ferri si è fermato prima della quota dichiarata (102) mentre Michele Tomasi che aveva dichiarato 103 metri si è visto squalificare per essersi tirato sul cavo.

Così a festeggiare sul podio sono stati il francese Stephane Tourreau, argento con 103 metri, ed il danese Jesper Stechmann, bronzo con 100 metri.

Tra le donne, assenti come già detto le italiane, il primo posto è stato conquistato dalla slovena Alenka Artnik con 86 metri, seguita da Alena Konecna della Repubblica Ceca (85) e dall’atleta di casa Derja Gocen (78). Delusione per la beniamina locale Sahika Ercumen costretta, per problemi di compensazione, a fermarsi a pochi metri dal piattello posto ad 82 metri.

Il commento della gara di Jump Blue non può non tenere conto di un elenco di partecipanti che, per una rassegna iridata, risulta a dir poco imbarazzante: diciassette in totale gli atleti presenti nell’ordine di partenza e solo quattordici, di cui addirittura quattro uomini, quelli finiti nella classifica finale che, per altro comprende tra le donne due black out e due mancate partenze.
Difficile prevedere un futuro per questa disciplina visto tra l’altro che già in occasione del Campionato Mondiale di Ischia dello scorso anno si parlava della sua soppressione.

L’Italia conquista il bronzo femminile con Cristina Rodda che con 155,26 metri lascia per poco meno di tre metri l’argento alla croata Lidija Lijic Vulic (158,18), che conferma così il risultato dello scorso anno. La medaglia d’oro se la prende la russa Natalia Ovodova con 162,53 metri. Dopo gli ottimi risultati ottenuti nelle discipline indoor a Lignano, Cristina Rodda conferma con questa medaglia di essere sempre in grado di esprimersi ai massimi livelli nelle occasioni importanti.

Tra gli uomini successo come da pronostico per il francese Arthur Guerin Boerì che si ferma a 200,95 metri, ad un passo dal suo record mondiale di 201,61 stabilito a Ischia. Conferma anche per l’ecuadoriano Leonidas Rosado Estrada che con 185,00 bissa l’argento del 2015. Soddisfazione anche per la nazionale cilena che piazza sul gradino più basso del podio Hector Daniel Ariad Cordova con 112, 15 metri. Solo quarto, ma anche ultimo, Michele Tomasi che con 116,12 metri si ferma 50 metri prima della distanza dichiarata finendo in classifica con 66,4 metri.

Domani si torna in acqua per la gara a pinne con stile alternato, disciplina nella quale la nostra Nazionale può contare sul vincitore della rassegna mondiale dello scorso anno, Michele Giurgola non ci sarà invece Chiara Rossana Obino che ha appena ritoccato ripetutamente il record mondiale portandolo a 81 metri.

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