Mondiale pescasub: ultimo sopralluogo per la Nazionale
Si è concluso da pochi giorni l’ultimo sopralluogo che gli atleti della Nazionale di pesca in apnea hanno effettuato in Venezuela, in previsione del Campionato del Mondo che si disputerà ad ottobre.
Della spedizione facevano parte Maurizio Ramacciotti e Roberto Praiola che sarà il suo secondo.
Ad entrambi abbiamo chiesto un breve resoconto.
Ramacciotti
E’ stata sicuramente un’esperienza utile in prospettiva della competizione; i campi gara sono già definiti e, a parte i primi 4 giorni caratterizzati da brutto tempo, abbiamo potuto farci un’idea abbastanza precisa di quelle che saranno le condizioni e le prede.
I campi di gara non sono molto estesi e le zone buone sono poche per cui ci sarà una forte competizione.
Se dovessi fare un paragone con gli altri mondiali che ho disputato direi che la situazione è molto simile a quella che trovammo in Brasile nel 2002.
Rispetto al sopralluogo fatto a dicembre abbiamo trovato meno pesce ma continuo a pensare che sarà una gara con carnieri spettacolari.
Praiola
Per me è stata la prima esperienza in oceano e tutto sommato mi ritengo abbastanza soddisfatto.
Ho avuto bisogno di qualche giorno per abituarmi alle condizioni e prendere confidenza con le varie specie di pesce che si incontrano in quei mari.
Devo confessare che alla vigilia mi aspettavo condizioni molto più favorevoli invece abbiamo trovato sempre forte corrente, in alcune situazioni anche oltre i 5 nodi, e visibilità di 5/6 metri; anche i pesci non sono così facili come immaginavo e c’è da stare sempre molto attenti alle specie, anche perché il peso minimo varia di molto tra una specie e l’altra, arrivando anche a 5kg per i barracuda e alcuni carangidi.
I campi gara sono carattarizzati da poche zone pescabili, in particolare ci sono tre secche con un fondale che varia dai 15 ai 25 metri ma pescarci con la corrente forte sarà molto impegnativo.
Anche gli spostamenti sono faticosi visto che il mare è sempre formato e le imbarcazioni non hanno paiolato e si sta poggiati direttamente sui telai.
Un altro aspetto che andrà curato riguarda tutta l’attrezzatura, dal fucile al mulinello, dal sagolino al pedagno; con corrente così forte non bastano nemmeno due chili per tenere fermo il pallone e bisogna ricorrerre per forza agli ancorotti.
Si pescherà quasi esclusivamente all’aspetto e in caduta per cui la lampada sarà un accessorio praticamente inutile.
Riguardo ai fucili posso raccontarvi un aneddoto.
Il primo giorno che sono sceso in acqua ho sparato ad un grosso tarpon di stimato una ventina di chili, a circa un metro e mezzo dall’asta ma, malgrado il doppio elastico, non sono riuscito a bucarlo; al rientro alla base mi sono accorto che nel tiro mi si era storta la punta dell’asta da 6,5 mm.
Poi ho scoperto che i locali tirano a questi pesci quando sono quasi di coda, in modo che l’asta possa infilarsi tra le squame durissime e colpire il pesce; con questa tecnica, alla fine, sono riuscito a catturarne uno di circa 14 chili.
La Nazionale al completo partirà alla volta del Venezuela ai primi di ottobre per completare la preparazione e partecipare all’avvenimento agonistico più importante dell’anno.
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