Mondiale pescasub 2016: Intervista a Giacomo De Mola
La prima giornata è stata quasi perfetta, è andato tutto come speravi?
La prima giornata è stata quasi perfetta vedendola da fuori, ma in realtà l’ho vissuta male, è stata molto dura soprattutto psicologicamente. Subito dopo la partenza sono andato su una pietra che dava rifugio ad un cernia dorata, con un tuffo terminato con un breve agguato l’avevamo già a paiolo. Putroppo dopo questa cattura ho passato più di due ore a cercare la cernia bruna e gli altri 3 serranidi, senza fortuna, e non ho neanche ritrovato due branchi di corvine. In poche parole gran parte dei pesci visti in preparazione si erano volatilizzati e non riuscivo ad ingranare. Ho fatto anche un tuffo su un cernione visto appena l’ultimo giorno di preparazione, ma nulla. Mi sono appoggiato su un sommo a 56 m e ho visto dei dentici, erano lontani ma ho comunque azzardato un tiro di fortuna ma non ci sono arrivato. Vista la situazione dal centro sud del campo, ho poi ho preso la decisione di spostarmi a limite nord, perdendo un po’ di tempo nel tragitto ma sperando che almeno i pesci in quella zona non si fossero spostati. Per fortuna la decisione si è rivelata giusta: faccio il tuffo su uno scalino basso e un cernione è fuori sulla sabbia, cerca di infilarsi in un anfratto, ma è trafitto nella parte posteriore della testa prima di riuscirci. Mi serviranno 3 tuffi ed un secondo colpo per tirarlo a galla. Da li in poi ho velocemente sparato e preso 3 cernie dorate facendo anche una coppiola. Putroppo dei 4 pesci consentiti solo 2 sono risultate valide.
La seconda frazione sei partito bene con tre pesci già nella prima ora, poi cosa è successo?
La seconda frazione, per cercare rimontare il gap da Sideris, ho deciso di rischiare: sono partito su una cernia sui 40 metri, benchè immaginassi che non sarei stato da solo, data la vicinanza con altri segnali da pesce bianco. Siamo arrivati in 2, io e un ucraino, e abbiamo fatto il tuffo insieme. Il pesce spaventato si è intanato e nessuno dei noi è poi riuscito più a catturarlo. Proseguendo il giro delle mire ho preso il pesce pappagallo che poi mi è stato scartato, ho poi fatto vari segnali per saraghi e corvi ma solo in uno sono riuscito catturare uno scienide oltre il kilo, in una lotta corpo a corpo a 52 metri di fondo con il cipriota Vasiliou. Questa tattica, se fosse andata bene, mi avrebbe permesso di arrivare sul gruppo dei 4 serranidi (bianche – dorate e dotti ) con un vantaggio di qualche pesce bianco. Putroppo non è andata come immaginavo, e mi sono trovato poi a dover correre per prendere almeno una cernia bruna su vari segnali profondi.
In uno in particolare credevo, era un sommo che da 60 metri assommava fino a 52, ci abitava un serranide di 15 kg che tutti i giorni precedenti avevo trovato in candela. Invece in gara, complice una corrente fredda, probabilmente era nella penombra della pietra e nonostante un lungo aspetto non sono riuscito ad incuriosirlo. Poi ho preso la cernia dorata di 3kg e 200 su una bassa pietra isolata, ne ho setacciato altre simili ma erano tutte disabitate. Mi ero lasciato per la fine una pietra difficile da trovare, bassa e isolata, in 58 metri, in cui c’erano 2 grosse cernie bianche e una bruna di circa 8kg.
Putroppo i tre pesci, tutti assieme nello stesso buco, non mi hanno permesso nemmeno di vedere a causa della polvere che alzavano, impossibile da “bucare” senza l’uso della torcia. Ho fatto diversi tuffi, anche a distanza di 20 minuti ma non c’è stato nulla da fare, ho dovuto rinunciare e ripiagare su altre due pietre, senza fortuna. In breve questo è quello che è accaduto.
Le aspettative su di te erano altissime, come hai gestito questa pressione? È stata di aiuto o d’intralcio sia durante la gara che durante i mesi di preparazione?
È stato difficile, e credo che sia stato un danno per tutta la squadra. A me era stata data un’unica possibilità da quelli che hanno fattto polemica, quella di vincere. Questo mi ha portato in gara, e prima della gara, ad una tensione altissima, a non andare a vedere alcuni segnali durante la preparazione per paura di farmeli rubare, a scendere ogni tuffo con l‘angoscia di dover prendere per forza. E sicuramente a fare scelte in gara più rischiose del genere “o la vittoria o niente”. Quindi, nella difficoltà in se di una gara abissale, ho avuto anche questo problema. Credo di averlo gestito al meglio delle mie possibilità e che sarebbe potuta andare molto peggio, magari a causa di errori grossolani dovuti all’agitazione. Questa condizione in cui sono sceso in acqua non la augurerei veramente a nessuno.
Le polemiche sulla tua convocazione in azzurro non sono state piacevoli, ma dopo questo bel risultato e le dichiarazioni del DT Bardi sul fatto che si sia creato un gruppo che lascia ben sperare per il futuro, pensi che ti vedremo ancora con i colori della nazionale?
Io sono cosciente delle mie capacità in vari campi e sicuramente lo è anche il DT. Dal canto mio proverò, nonostante le mille difficoltà dovute la mio lavoro all’estero, a partecipare alle gare italiane per poter avere di nuovo la possibilità di vestire la maglia azzurra.
Aldilà del risultato, cosa pensi della scelta di Syros per organizzare un campionato mondiale?
Syros è un isola in cui il pesce si è rivelato essere molto profondo, soprattutto le cernie dorate in peso. Certamente questo fatto ha dato vantaggio ai profondisti, ma magari qualche cambio al regolamento, come consentire l’uso della torcia e ridurre un po’ il peso minimo delle cernie dorate, avrebbe permesso a più squadre di essere competitive.
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Category: Agonismo, Pesca in Apnea