Mondiale Pesca Sub 2021: De Mola è Campione del Mondo, a Cervantes l’Argento e a Kesic il Bronzo
Con una gara perfetta, che gli ha permesso di vincere con ampio margine (poco più di 8700 punti) anche la seconda frazione, Giacomo De Mola conquista il titolo di Campione del Mondo di Pesca in Apnea. Il trofeo ritorna in Italia a 17 anni di distanza dall’ultima vittoria iridata conquistata da Stefano Bellani nel 2004 a Iquique (Cile), e 32 anni dopo l’ultimo mondiale di casa, disputato anch’esso in Sardegna nel 1989, vinto dall’indimenticato Renzo Mazzarri.
Nel campo di gara odierno, dove le cernie sarebbero state delle catture del tutto fortuite, l’azzurro ha costruito il cavetto finale (22 pezzi validi, 19 chili e 682 grammi totali e 34.682 punti), riuscendo a catturare i 7 pezzi consentiti sia per i capponi che per i saraghi, aggiungendo poi diverse corvine e mostelle. In particolare sui capponi ha più volte usato la tecnica, gia proficuamente adoperata durante il campionato italiano dello scorso giugno, di scendere impugnando due fucili, in modo da effettuare due catture nello stesso tuffo.
Alle sue spalle, lo spagnolo Oscar Cervantes, ha portato al peso diversi grossi capponi, saraghi, corvine e mostelle, che però non sono stati sufficienti ad impensierire realmente De Mola. 16 pezzi validi per complessivi 16 chili e 688 grammi, hanno fruttato 27.688 punti, che hanno permesso all’iberico di conquistare il secondo posto di giornata e mettere al sicuro l’argento in classifica generale.
Chiude il podio mondiale il croato Stjepko Kesic con 21.690 punti, raggranellati grazie a 12 prede valide per 10 chili e 460 grammi di peso complessivo. Pur dovendo cedere la terza posizione di giornata al greco Ioannis Sideris, che lo sopravanza con 19 prede valide e 26.654 punti, in classifica generale riesce a confermare il piazzamento della giornata di ieri e portarsi a casa una sudata ma meritatissima medaglia di bronzo.
Discreta la prestazione degli altri due azzurri Corrias e Maccioni che chiudono la seconda frazione rispettivamente in 10a e 11esima posizione, riuscendo a chiudere all’8° e al 10° posto in classifica generale. Il primo ha portato al peso 8 prede valide, tra cui diversi capponi, saraghi, corvine e due gronghi a coefficiente (15.310 punti per 7 chili e 310 grammi), il secondo 6 prede valide, tra cui spiccava un grosso dotto (14.939 punti per 9 chili e 436 grammi).
Chiudono il club dei 10 migliori al mondo: Ioannis Sideris (4°), Gerasimos Kavaddias (5°), Oscar Hidalgo Hernandez (6°), Jaco Blignaut (7°), Cristian Corrias (8°), Antonio Buratovic (9°) e Dario Maccioni (10°).
La seconda frazione del campionato femminile è stato appannaggio della Spagna che ha messo le sue atlete nei primi tre posti di giornata e anche sul podio finale. Magdalena Sart Bonin conquista il titolo mondiale, Alexandra Prat Prat è medaglia d’argento, mentre Aihnoa Abellan Lopez si porta a casa la medaglia di bronzo. Prima delle italiane è Tiziana Martinelli che chiude al 5° posto finale nonostante la penalizzazione di ieri, 8a piazza per Alice Ferrari che però oggi è rimasta a secco, deludente invece la prestazione della campionessa italiana Maria Fanito che è una delle 6 atlete che, in due giornate, non sono riuscite a portare al peso neppure un pesce valido.
Si tratta tuttavia di un risultato da prendere con le dovute cautele, e infatti apparso evidente il divario tra le atlete spagnole, che gareggiano da tempo e appartengono ad un movimento discretamente consolidato, rispetto a realtà (come anche quella italiana) che hanno visto la luce da pochissimo e che hanno ancora bisogno di tempo per crescere e far maturare i propri talenti.
In generale, una seconda frazione molto più ricca di pesce della prima ha decisamente risollevato le sorti di un campionato che, proprio per la scarsità dei carnieri della prima frazione, aveva suscitato non poche critiche da parte degli appassionati. Tuttavia anche oggi il numero degli atleti rimasti con il cavetto vuoto è stato abbastanza elevato (24 su 58), ma almeno non si è assistito all’imbarazzante spettacolo di vedere consegnati pesci ben al di sotto della soglia di penalità. Nella giornata di ieri infatti si sono visti pesare pesci di poco più di 150 grammi, quando la taglia minima (escluse le cernie e le prede a coefficiente) era fissato a 500 grammi; tanto che da più parti sarebbe stata avanzata la proposta di introdurre nei prossimi regolamenti una squalifica diretta per l’atleta che cattura un pesce che sia meno della metà del peso minimo consentito.
Classifica Maschile 2a giornata (CLICCA)
Classifica Maschile Finale (CLICCA)
Classifica Femminile 2a Giornata (CLICCA)
Classifica Femminile Finale (CLICCA)
Carnieri 2a Giornata, 1a parte (CLICCA)
Carnieri 2a Giornata, 2a parte (CLICCA)
Anche sul fronte della sicurezza si sono registrati un paio di episodi, pare per fortuna molto leggeri, di taravana. Dopo l’atleta spagnolo ed il sudafricano di ieri, oggi si è vociferato di due atleti greci. Di sicuro ai più non è sfuggito un Sideris piuttosto provato, che non ha sollevato il suo bel carniere a beneficio dei fotografi (lo ha fatto fare al barcaiolo) e sul cui gommone si vedeva chiaramente la monobombola di ossigeno come se fosse stata utilizzata di recente. E mentre i greci si affrettano a precisare che é abitudine del profondista quella di respirare ossigeno per prevenire problemi, filtrano indiscrezioni su un brutto episodio di emottisi occorso ad un atleta della squadra USA.
Diversi incidenti in due giornate (2 confermati nella prima frazione e 2 per cui ci sono solo indiscrezioni nella seconda) rendono necessaria un’attenta riflessione su una corsa alla profondità che, se non può essere frenata, dovrebbe quantomeno non essere incentivata come invece la scelta di questi campi di gara ha fatto, e le diverse rimostranze (ricordiamo tra tutti il ricorso dei portoghesi e le critiche dei norvegesi) sono là a dimostrarlo.
Nel complesso, la pur ottima organizzazione non è comunque riuscita a far passare in secondo piano il fatto che le gare di pesca stanno attraversando un momento estremamente difficile. Le scelte regolamentari hanno portato ad una drastica perdita di spettacolarità, inoltre escludere l’unica specie di cernia abbondante nella zona (magari limitata ad un solo esemplare a giornata come avvenne a Syros) e considerare valide quelle praticamente inesistenti (tanto che quelle catturate in due giornate si contano sulle dita di una mano) ha reso molto più difficile giustificare la necessità di pescare a quote proibitive per fare risultato. Costringere gli atleti a pescare pesce bianco oltre i 40 metri, forse non è esattamente la miglior formula per ricercare sicurezza e pubblico.
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