Mondiale 2014: cronaca e commenti (2a parte)
Non ha aiutato neanche il sole
Il secondo giorno di competizione stessa storia: viaggio in autobus a Santa Maria del Mar e l’imbarco. Anche se questa volta tutte le barche erano marcate si è iniziato comunque con un’ora di ritardo. Il mare era più grosso che il primo giorno e la visibilità anche peggiore. Neanche guardare i concorrenti fare la loro gara era piacevole. Le onde erano tutto attorno a loro, le boe finivano sulla roccia e i pescatori dimostravano la loro capacità di evitare le onde e di pescare nello stesso tempo.
L’americano Alex Reynaud si è salvato all’ultimo momento ma si ricorderà per sempre il proprio tentativo di pescare nell’onda davanti ad una grotta. È arrivata un’onda e lo ha spinto dentro. Si è trovato al buio ma, per fortuna, è riuscito a voltarsi e a uscire prima che arrivasse l’ onda successiva e prima di rimanere senza fiato. Durante quest’esperienza spaventosa ha perso il fucile ma la cosa più importante è che sia riuscito a salvarsi. Un’esperienza terribile e un monito per tutti gli altri concorrenti.
C’era meno pesce del primo giorno e gli atleti si sono raggruppati nei tre, quattro posti dove la visibilità raggiungeva il metro e lì hanno cercato di fare del loro meglio. Non ha aiutato neanche il sole che è uscito solo verso mezzogiorno.
Un ora prima della fine Xavier Blanco aveva sei pesci di quattro specie e poiché Santiago Lopez non aveva niente, era chiaro a chi sarebbe andato il titolo di Campione del mondo. Gospić aveva due pesci e poi è riuscito ancora a catturare un bel loro negro (Opleagnathus insignis n.d.r.). Kesić ha tentato tutto il possibile ma è arrivato troppo tardi su due zone dove altri avevano già pescato quello che avrebbe voluto catturare lui.
Stessa storia quasi dapertutto: “Si vede poco o niente”. Quindi, non è stato strano quando sono arrivati i sacchi vuoti o con uno o due pesci. Il cileno Miguel Soto, atleta con molta esperienza, ha avuto un solo pesce ma di qualità: un loro negro di 4269 grammi, il pesce più grande del campionato.
Malgrado fosse la giornata decisiva, la situazione della pesatura non era migliorata. Solo parlando tra loro gli atleti potevano sapere chi avesse pescato cosa.
Gli spagnoli hanno fatto bene a festeggiare perché anche la pesatura ha confermato che il 32-enne Xavier Blanco era stato il migliore della giornata.
Sette pesci validi lo hanno portato al primo posto nella secona giornata ma anche nella classifica generale.
“Stamattina ho pensato che sarei potuto salire sul trono ma non era ancora deciso niente.
Tutti sapevano che ci sarebbe stato meno pesce dal primo giorno e quindi, tutti avrebbero potuto catturarne di più o finire senza il pesce.
Ho pescato vicino alla costa dove avevo visto cefali e dove avevo segnato i cherlos (acanthistiuspictus n.d.r.) che però in gara non c’erano e anche la visibilità era pessima, appena mezzo metro.
Ho sbagliato due pesci e poi ho deciso di andare un pò fuori. La visibilità era di un metro e ho pescato con il 60.
Ho preso una cabrilla e poi sono andato un pò più profondo, intorno ai 18 m. Ma lì non si vedeva proprio niente e quindi sono tornato indietro e ho continuato a pescare fermandomi nella stessa zona.
Dopo tre ore mi hanno detto che Santiago non aveva ancora nessun pesce e che Samuel ne aveva un qualcuno meno di me. Per un momento ho pensato che mi stessero prendendo in giro ma ho continuare con la tattica che avevo deciso.
Era molto importante rimanere concentrato perché trascorrevo molto tempo sott’acqua senza vedere niente e non dovevo perdere la speranza. Il segreto era rimanere calmi e mantenere i nervi saldi.
Era una situazione difficile ma non solo per me, anche per tutti gli altri concorrenti“. Così ha dichiarato il campione mondiale, Xavier Blanco.
Santiago Lopez ha catturato solo due pesci sufficienti per il bronzo. E’ stata una sorpresa per tutti perché dopo il primo giorno era ad un passo dall’oro. “Il primo giorno ho pescato un pesce dopo l’altro in acqua bassa con il 60. Molti mi hanno chiesto cosa fosse successo il secondo giorno. Non lo dico perché non ho vinto e ci ho pensato anche prima dall’inizio del secondo giorno: sotto la superficie le condizioni erano talmente cattive che tutta la precedente preparazione si è rivelata inutile.
Era come una lotteria. Dovevi pescare e cercare di fare l’impossibile e io proprio non ho avuto fortuna.
Le prime tre ore non ho pescato neanche un pesce. Le onde sul fondo erano forti e si doveva aspettare tanto tra un tuffo e l’altro.
Dovevo aspettare che la sabbia si depositasse perché altrimenti non si poteva vedere niente. Avevo segnato cinque o sei gronghi ma in gara il più grande superava di poco il chilo e mezzo quando il minimo era due chili.
Ho cercato di pescare dell’altro pesce ma non è stato possibile. Il mare era davvero grosso.
Sono sempre stato contro i campionati con il punteggio percentuale, soprattutto se ci sono solo due giorni, perché tutti possono avere un giorno no, specialmente con queste condizioni. Ovviamente, questa volta non è andata bene per me” ci spiega Santiago Lopez.
Samuel Tomas è passato dal quinto posto del primo giorno al secondo e si ha assicurato l’argento.
E ovviamente, con i primi tre posti, gli spagnoli hanno vinto anche l’oro di squadra.
“Il primo giorno c’è stata una grande differenza tra noi che pescavamo alla fine del campo gara, vicino a Pucasana, dove l’acqua era più chiara, e gli altri concorrenti.
I primi quattro in classifica hanno pescato vicino a Pucasana. Il mio piano era cercare di catturare più cabrillas possibile ma la visibilità era pessima e non sono riuscito ad arrivare in tutti i miei posti. Così ho preso sei pesci e sono finito al quinto posto.
Vorrei congratularmi con Xavio che ha fatto un grande lavoro.
Il secondo giorno ho cercato di arrivare ad una posizione migliore ma ogni volta che sono riuscito a prendere un pesce ci è riuscito anche lui.
Era un gioco molto divertente perché eravamo in contatto con la radio” dice Samuel Tomas.
Il secondo giorno i portoghesi Jody Lot e Pedro Domingues hanno corretto tutte gli errori del primo giorno. Hanno pescato sei e sette pesci e ottenendo il terzo e il quarto posto di giornata e il quinto e il sesto posto finale.
Questo è bastato affinché il Portogallo battesse la Croazia, l’Italia e il Peru e arrivare all’argento a squadre.
Il peggiore rappresentante croato del primo giorno, Radoslav Jakupović, si è rifatto e ha concluso il secondo giorno con sei pesci validi. Ha finito la competizione al decimo posto, mentre Gospić è arrivato settimo. Stjepko Kesić, che il primo giorno era arrivato al terzo posto, il secondo giorno ha finito senza il pesce e la Croazia si è dovuta accontentare del bronzo.
Ma comunque è un successo avere tutti e tre gli atleti tra i primi dieci del mondo.
“È molto spiacevole non potere comunicare con i propri atleti. Penso che abbiamo fatto tutto il possibile durante le preparazione. Ognuno ha fatto il proprio lavoro a modo suo ma abbiamo dovuto cambiare tattica durante la competizione a causa delle condizioni del tempo pessimi. Se alla fine ci fosse stato un pesce o due in più ci sarebbe stato anche l’argento a squadra, è mancata un po’ di fortuna. L’organizzazione è stata pessima e sicuramente si dovrebbero controllare di più gli organizzatori e le preparazione di una gara così importante” ha detto il delegato croato Branko Ikić.
Il migliore degli italiani è stato Concetto Felice al quarto posto. È riuscito nonostante le condizioni difficili a pescare due pesci il secondo giorno mantenendo la quarta posizione nella classifica definitiva.
Christian Mortellaro è stato inserito in squadra al posto di Andrea Settimi con solo dopo un paio di ore di preparazione in mare e ha dimostrato che si può contare su di lui. Ha lottato fino alla fine senza mollare ed è arrivato al tredicesimo posto.
È un peccato che Bruno de Silvestri, che ha molta esperienza, non sia arrivato alla fine con un risultato migliore perché si era preparato davvero bene. Ma è difficile essere preparati per le condizioni che si sono riscontrate durante i due giorni di competizione.
La dimostrazione migliore sono i peruviani che, malgrado avessero iniziato a ispezionare i campi gara da aprile, ne hanno viste di tutti i colori.
Era proprio una lotteria, avrebbe vinto chi avesse trovato più centimetri di visibilità o più pesce nelle zone segnata in posizione e sarebbe riuscito a catturarlo lottando contro la forza delle onde.
L’unico rappresentante ucraino, Andrii Lagutin, si è trovato tra i dieci migliori del mondo, all’ottavo posto ma nella seconda giornata ha rischiato di rimanere senza pesce.
A fine gara, mentre venivano scattate alcune foto, infatti un leone marino ha cercato più volte di saltargli nel gommone per rubare il pesce.
Dopo la competizione ha salutato tutti annunciando il suo ritorno in Ucraina e la partenza per combattere contro l’aggressione russa. La pesca dovrà aspettare e a Lagutin auguriamo che torni sano e salvo al mondo della pesca subacquea.
Il team manager australiano, David Birch, ha condiviso diviso con alcuni curiosi la testimonianza, scritto da uno dei suoi rappresentanti sul primo campionato mondiale svolto in Peru nel 1975.
Anche se sono passati parecchi anni ci sono state tante somiglianze con questo Mondiale 2014: ritardi ce ne furono allora e ci sono stati anche quest’anno. Nonostante le lacune, dobbiamo ringraziare i peruviani per averci provato, anche se per una prossima occasione ci dovrà essere maggior impegno.
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