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Ministen e Medisten: storia e caratteristiche di due oggetti simbolo della pesca in apnea

 

Dall’alto in basso: Medisten e Ministen (foto: Apnea Magazine)

Questi sono i due fucili a propulsione oleopneumatica che hanno cambiato e fatto la storia della pesca in apnea.

Quando nel 1967 venne commercializzata dalla Mares la serie ‘Sten’ con impugnatura a pistola la pesca in apnea Mondiale fece un salto di qualità esponenziale.

La caratteristica principale di questo fucili erano la facilità di brandeggio e la comodità di manovra in spazi angusti come le tane più complesse..

La notevole facilità di mira ed una potenza più che sufficiente per mettere a paiolo cernie di grande mole ne hanno fatto un punto di riferimento di tutti i pescatori.

Ad oggi non sono ancora tramontati (e credo mai lo faranno) ed è facile incontrare agonisti che ancora conservano funzionati fucili di 30/40 anni or sono.

E’ detto comune che un buon pescatore debba sempre avere nella borsa Ministen e Medisten, armi comunque sempre capaci di risolvere a proprio favore le situazioni più complesse.

Ma veniamo a descrivere, con un’agonista forte, affermato e profondo utilizzatore di questi due fucili come Igor Bisulli, le caratteristiche principali di questi due oleopneumatici, ed i loro possibili utilizzi ed il miglior allestimento.
Ministen:

Come abbiamo detto in precedenza il Ministen è un prodotto Mares, ma la loro popolarità e la loro rivoluzione, hanno fatto sì che ormai s’intenda (e si dica erroneamente) ‘Ministen’ una qualsiasi arma a propulsione oleopneumatica nella fascia compresa tra i 50 e 55 cm di lunghezza fosse esso prodotto anche da altre case (CressiSub, OmerSub, SeacSub etc.).

Il Ministen è una vera e propria pistola in grado, se ben usata, di garantire la cattura di qualsiasi pesce si trovi tra quattro pareti di roccia.

Il suo ingombro ridotto gli permette di mettere “il naso” ed arrivare a catturare il pesce ovunque.

Anche in quegli spacchi dove a stento l’occhio arriva a curiosare.

Se si dovesse raccontare quanto pesce bianco è stato catturato con questo soggetto ad aria compressa si finirebbe per addormentarsi.

Il grotto è il suo terreno preferito e, non a caso, i migliori interpreti di questo tipo di pesca (Laziali e Pugliesi) lo tengono sempre in mano o in borsa munito di una buona fiocina Mustad e pronto ll’uso.

Personalmente ho un Ministen che ha una trentina di anni ed è ancora perfettamente funzionante e utilizzato.

Ritengo che allestito con la sua asta da 8mm, una fiocina mustad pentadente, una precarica di una ventina di atmosfere e due passate di una sagola chiara da un paio di millimetri di diametro sia essenziale e perfetto, in grado di risolvere qualsiasi situazione in una pesca a contatto col fondo.

Un’altra caratteristica importante di questa arma (direi fondamentale) è la possibilità di avere il variatore di potenza e quindi, a seconda dell’occasione che ti si presenta, poter variare la forza d’impatto del dardo.

Riguardo alla pressione di carica dell’arma ci vuole un certo equilibrio: molti atleti non sanno quante atmosfere sia esattamente carico il loro fucile. Infatti a forza di pescare con la solita arma, riescono “a braccio” (impugnando la fiocina e forzando sull’asta), a sentire la carica giusta. Insomma hanno acquisito quella sensibilità che li aiuta ad essere certi di avere l’arma caricata al punto giusto.

Personalmente credo che una precarica di 20 atmosfere può consentire di sparare e catturare tranquillamente il sarago di quattro etti come la cernia di 10 chili. Il tutto senza spaccare il pesce o la fiocina, o senza paura di non poter penetrare il cranio del serranide di turno. Però, talvolta durante l’azione di pesca, capitano situazioni estreme ed allora ridurre la potenza di circa il 60/70% in un attimo è fondamentale ai fini di una cattura.

Io ad esempio inserisco il riduttore e riduco la potenza se sparo a pesci come le mostelle che hanno carni molto delicate, se trovo i capponi all’entrata di una tana, se i pesci stanno ammucchiati in uno spazio angusto ed esiguo o se un pesce se ne sta appoggiato ad una roccia.

Non ci sono problemi di sorta: la poca carica unita alla massa dell’asta da 8 mm porteranno alla cattura certa.

Col mio Mini ho catturato di tutto in tana: orde si saragoni e preistoriche corvine, dentici di tra i 7/8 chili, gronghi enormi, orate di 4/5 chili e cernie di stazza.

A mio parere per avere il massimo dell’efficienza un Ministen dovrebbe avere le caratteristiche sopraccitate (il mio è così), però il pescatore in apnea è un soggetto che vive di certezze (le sue) e le variabili sul tema possono essere parecchie.

Quindi, spesso, ci si confronta con gli amici e vengono alla luce nuove ed interessanti soluzioni innegabilmente (chiaramente a parere di che le decanta) efficaci.

Sicuramente ciò che ho detto io è quello che la grande maggioranza dei pescatori in apnea conviene e quello che consiglio.

P.S. un Ministen munito di arpione e così allestito buca cernie di 20/25 kg senza appello.

 

Per la pesca in tana un Ministen è insuperabile (foto: A. Balbi)

Medisten:

Anche qui, come per il Ministen, si chiamano Medisten tutte quelle armi oleopneumatiche che misurano tra i 70/75 centimetri.

E’ stato il castigatore delle cernie per antonomasia.

Quando le gare venivano vinte suon di serranidi negli anni ’70 ed ’80 non c’era pescatore che non impugnasse un Medisten ben carico e con arpione per esplorare le tane più promettenti.

I successi di Scarpati, Gasparri, Toschi, Lo Baido, Molteni (tanto per citarne alcuni) sono arrivati in gran parte proprio attraverso questo fucile.

Lo si usava con la classica asta da 8/9mm, due passate di sagola robusta, un classico robusto arpione e non c’era il timore di affrontare anche la cernia più possente.

Molti lo usavano anche con la fiocina alternando in un attimo, grazie al riduttore, la potenza.

Molte cernie finivano al peso con la fiocina ancora impiantata tra gli occhi, profonda ed inestraibile.

Tutt’ora rimane un’arma ancor molto valida ma, vista la scarsa propensione della cernia a frequentare le tane più classiche e la sua esclusione dalle gare, per altri scopi di pesca.

Utilizzo un vecchio ed efficiente Medisten ancora in 2 occasioni dove lo ritengo insuperabile: per i grossi gronghi nelle gare in Croazia, per le spigole all’aspetto con acqua torbida.

Per gli enormi gronghi che frequentano le mie zone di pesca (Trieste e Croazia) utilizzo il Medisten con asta da 8mm ed arpione con doppia aletta, una carica di 23/25 atmosfere ed una doppia passata di sagola da 2 millimetri.

Ho preso serpenti da 20/25 chili senza problemi. Sparati nell’occhio o diritti in bocca non hanno scampo.

Lo si può usare anche con la fiocina ma il colpo va indirizzato subito dietro gli occhi, di fianco.

Per le spigole nel torbido, a seconda delle situazioni, preferisco montare una tahitiana da 7 mm (con visibilità di 3/4metri) o un’asta d 8 mm e fiocinone francese a 3 denti con alette lunghe (con visibilità di 1/2 metri). Precarica 22/23 atm. In questi ultimi due allestimenti monto del nylon da 180mm.

Questi due differenti settagli hanno una grossa efficacia sulle spigole e, qualsiasi sia la taglia che si presenta sulla linea di mira, non ci sono problemi.

Alcuni miei amici hanno catturato spigole di 10/12 chili ed il mio record è 8 chili abbondanti.

Questo è il mio parere sul Medisten e, come per il Ministen, ci sono ancora tante variabili che lo legano altrettanto efficacemente ad altri settagli e scopi.

Nell’agonismo odierno è sicuramente meno presente tra le attrezzature dei pescatori rispetto al suo fratello più piccolo.

Ma questo non precluda il fatto che è un’arma da razzolo micidiale!

N.B. le precariche degli oleopneumatici debbono tenere in considerazione criteri quali l’asta (il diametro, peso), la fiocina che si usa (4 o 5 punte, mustad o ferro), il teminale (cordino spesso o nylon) il pesce che s’insidia (piccolo, medio o grosso), la distanza di tiro (spacco corto, o tana lunga), ma anche un parametro che molti trascurano o non citano.

La quota operativa.

Ad esempio se una precarica di tra le 15/20 atm può essere equilibrata ad una quota d’esercizio media, potrebbe non essere sufficiente per chi pesca molto più in profondità.

La pressione idrostatica infatti influisce sull’uscita dell’asta frenandone la corsa e riducendone la penetrazione della stessa di circa il 10-15%.

Insomma, se uno intendesse pescare cernie a 35/40m potrebbe caricare un medisten anche a 28/30 atmosfere.

Sempre a quelle quote per il pesce bianco basterà inserire il solito riduttore di potenza onde evitare di spezzare in due il pesce.

Quindi non rimaniamo straniti o perplessi se sentiamo un Calcagno dire che carica il Medisten a 15 atm ed un Molteni a circa 30 (vedi qui). Le ragioni sono sopra citate.

 

Un oleo da 70/75 cm con tahitiana è l’ideale per le grosse spigole nel torbido (foto: A. Balbi)

 

Due Medisten d’epoca ancora perfettamente funzionanti (foto: Apnea Magazine)

 

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