Massimiliano Volpe – Campionato II° Categoria 2003
Massimiliano Volpe con la coppa
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AM Massimiliano, provo un certo imbarazzo ad intervistarti :-) …come agli altri protagonisti del podio, chiedo anche a te di raccontarci qualcosa sulla tua carriera agonistica.
MASSIMILIANO VOLPE – La passione per la pesca è stata forte in me sin da bambino, ma a quella in apnea mi sono avvicinato solo più tardi, durante l’ultimo anno di liceo, grazie ad un compagno di classe. Era il 1985, l’anno in cui frequentai il primo corso di immersione. L’anno seguente conseguii il brevetto di 2° grado e trascorsi l’estate alternando immersioni con ARA a fugaci pescate con il mio primo fucile, un Medisten armato con fiocina.
L’anno successivo, grazie agli insegnamenti di uno degli istruttori che mi avevano seguito durante il corso, Mauro Tamantini, comincio ad appassionarmi alla pesca all’aspetto, che pratico con un oleopneumatico da 115 cm ma con risultati piuttosto scarsi.
Verso la fine dell’estate di quello stesso anno vengo contattato da un giovane e promettente atleta del mio circolo, il Club Sub Grossetano, un certo Marco Bardi, qualificatosi per gli assoluti di Marzamemi e in cerca di barcaiolo. Quei 18 giorni trascorsi insieme in Sicilia furono un’esperienza indimenticabile per entrambi: Marco ottenne un brillante 4° posto che lo pose all’attenzione dell’allora C.T. Giannini, io imparai molto di più sulla pesca in apnea e sulle gare di quanto avrei potuto sperare. E continuai a farlo anche nei successivi 4 anni, accompagnando Marco a S. Teodoro, Santa Maria di Leuca, Marsala e Noto.
Nel 1989, in virtù del mio 6° posto al campionato sociale dell’anno precedente, vengo convocato come riserva della squadra composta da Marco, Carlo Chiozzi e Sandro Rispoli, per disputare il Campionato Italiano per società a Civitavecchia. Quella fu la prima affermazione del mio sodalizio, un secondo posto che preludeva a maggiori soddisfazioni in futuro.
A quell’epoca, e per diversi anni a seguire, era per me difficile conciliare gli impegni di studio all’Università con le gare selettive, concentrate in un periodo di sessioni d’esame, così partecipavo quasi esclusivamente alle gare a squadre. In effetti negli anni dal 1988 al 1993 avevo anche altri impegni sportivi, poichè giocavo a Football americano nella squadra della mia città, che militava nella massima serie, e più di una volta sono stato costretto a rinunciare a disputare gare di pesca perchè in trasferta con la squadra.
Nel 1990 vinco il mio primo campionato sociale ed ottengo un 10° al campionato per società di Arzachena con Chiozzi e Iannotta.
L’anno seguente vinco la mia prima sellettiva all’Argentario, ma non completo il circuito per motivi di studio. Al trofeo Isola d’Elba, in autunno, in squadra con Tamantini e Mazzi ottengo un buon 5° posto, dietro a compagini come la Nazionale francese ed il team locale che schierava atleti del calibro di Renzo Mazzarri.
L’anno successivo vinco il mio primo campionato provinciale individuale ed ottengo un 3° posto al Toscano per società disputato nelle acque di San Vincenzo.
Nel 1993 arriva il primo titolo italiano per il mio circolo, nella competizione disputata a fianco di Marco Bardi e Carlo Chiozzi ad Arzachena in Sardegna. E’ stata una delle più grandi soddisfazioni della mia vita e spesso con il pensiero vado a quei momenti in cui, sul gommone al rientro in porto, sollevavo insieme ai miei compagni di squadra lo spettacolare carniere composto di ben 42 prede.
Lo stesso anno ci vede secondi al Toscano per società di Foce del Chioma, insieme con Chiozzi e Rispoli.
Massimiliano con il suo amico e barcaiolo Fabio Biagini
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Nel 1994 siamo secondi all’Italiano per società di Civitavecchia e terzi al Toscano all’Isola d’Elba, sempre con la collaudata formazione del titolo italiano.
Il 1995 è l’anno in cui conseguo la laurea in Architettura e parto per il militare. Ciò significa astinenza quasi completa da mare. Ho giusto il tempo per un 5° posto all’Italiano per società disputato alle Secche della Meloria con Bardi e Belluzzi, una settimana prima di partire per il corso Allievi Ufficiali alla Cecchignola.
Dalla fine del 1995 a tutto il 1998 sono a Roma a svolgere l’incarico di Ufficiale tecnico, quindi di tempo per andare in mare ne ho proprio poco. Comunque nel ’96 siamo ottavi all’Italiano per società di Porto Cesareo, con Chiozzi e Rispoli, e quinti al Toscano. L’anno seguente vinco il campionato sociale a coppie, campionato provinciale individuale e Toscano a squadre, con Bardi e Rispoli.
Nel 1998 riesco con non pochi sacrifici a completare il mio primo circuito di selettive ma, complice anche un po’ di sfortuna, con risultati deludenti. Mi consolo con l’ennesimo titolo di campione provinciale, un 5° posto alla Coppa Carnevale di Follonica e un 3° posto al Toscano per società alle secche di Vada.
L’anno successivo fallisco di un soffio la qualificazione alle gare di selezione ma ottengo un buon 2° posto al Toscano per società alle Melorie con Leonardo Cagnolati e Fabrizio Marconi e, poco dopo, il secondo titolo italiano a squadre ad Arzachena, in squadra con Cagnolati e Corrado Natale.
Anche nel 2000 fallisco la qualificazione di un niente e ottengo la terza piazza sia all’Italiano per società di Foce Verde che al Toscano disputato nelle acque dell’Argentario.
Nel corso del 2001 mi dedico in modo assiduo all’eliminazione delle carenze tecniche che mi impediscono di superare lo scoglio delle gare di selezione: queste competizioni dalle mie parti si vincono solo razzolando in poca acqua pesci di scarso pregio, tecnica questa a me da sempre poco congeniale e poco gradita. Ma con impegno comincio a pescare assiduamente in posti come Talamone e Follonica, campi di gara tra i più difficili, imparando ad insidiare tordi, muggini e salpe in poca acqua ed affinando le tecniche della pesca in tana. L’anno seguente ho finalmente colto i frutti di quell’impegno che mi aveva fatto mettere un po’ da parte la mia grande passione per l’aspetto profondo a dentici e pelagici: primo posto a Talamone (un campo gara che ho veramente odiato per anni), secondo a Follonica, quarto all’Elba e sesto all’Argentario.
Avevo finalmente superato lo scoglio delle gare di selezione ma ad attendermi per il campionato di II categoria c’era un campo di gara veramente ostico.
Volpe è un atleta del Team Omer – Foto: Mariano Satta
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Parlaci della tua gara…
Ad essere sincero ero molto fiducioso fin dall’inizio, sia perchè con i fondali dell’Elba ho sempre avuto un certo feeling, avendo collezionato molti bei piazzamenti in tutte le gare che vi ho disputato in carriera- ovvero, diversi trofei Isola d’Elba, un Toscano a squadre e tre gare selettive-, sia perchè sapevo che il tipo di pesca da praticare era quello a me più congeniale, su di un tipo di fondale molto simile a quello dell’Argentario o dell’isola del Giglio, posti che frequento assiduamente. I giorni di preparazione hanno consolidato in me quelle convinzioni, tanto da farmi optare per una scelta tattica rivelatasi determinante.
In effetti di pesce in giro se n’era visto veramente poco, se si escludono le solite riciolette che in questo periodo accostano un po’ ovunque. Qualche bel pesce si vedeva molto a fondo, ma nelle condizioni in cui avremmo dovuto disputare la gara ero convinto che pescare nell’abisso, con ritmo necessariamente molto blando, non avrebbe prodotto frutti.
Nel campo di gara della giornata disputata avevo trovato, per la verità, una bella spaccatura posta alla base di una risalita granitica, nella quale stazionavano alcune grosse corvine, di peso superiore al chilo, che dividevano la loro dimora con un mastodontico tordo nero e ben 4 cerniotte. Ma durante l’ultimo giro di controllo dei segnali avevo avuto la netta impressione che il pesce fosse stato disturbato a più riprese da altri atleti, pertanto avevo già forti dubbi riguardo una partenza su quella tana. Nella porzione più a Ovest del campo gara avevo invece scovato diversi cigli e risalite isolate presso cui stazionavano pesci di passo, come ricciolette e palamite.
Venendo alla gara, premesso che a mio avviso la giornata di venerdì, annullata per avverse condizioni meteomarine, poteva benissimo essere disputata (tanto è vero che alcuni atleti molto poco sportivi sono stati visti in campo gara il pomeriggio di venerdì a fare non si sa bene cosa…), quando il Giudice di gara, dopo un lungo tira e molla con la Capitaneria di Porto che voleva revocare il permesso di svolgere la competizione, ha finalmente dato il via sabato mattina, ho optato per una gara all’aspetto sui pelagici piuttosto che al razzolo nella mischia, preferendo correre i miei rischi ai Corbelli.
Se lì non avessi ritrovato il pesce visto nei giorni precedenti sarebbe stato molto difficile rimediare, vista la distanza da colmare a forza di pinne e la sostenuta corrente contraria presente per rientrare verso i Gemini, ma la fortuna mi è stata amica. Dopo pochi minuti ho scorto dalla superficie 4 ricciolette e mi sono un po’ emozionato, infatti la foga del primo tuffo sulle prede mi ha fatto strappare malamente il primo carangide, perchè per risparmiare tempo ho preferito sparare al volo in caduta anzichè poggiarmi sul fondo e attendere che si avvicinasse. Poi, chiesto un secondo fucile e riordinate le idee, ho fulminato la seconda riccioletta e l’ho lasciata sul fondo appesa alla sagola.
Questo espediente, che sono abituato ad adottare da sempre, di solito attira gli altri pesci del branco che restano incuriositi nei paraggi, ed infatti sono riuscito ad arpionare altre due ricciolette in rapida sequenza. Purtroppo, il pesce penzolante non ha attirato l’attenzione delle sole consimili ma, col suo baluginare ben visibile dalla superficie, ha portato in zona un altro atleta e amico, Alessio Gallinucci, che sommozzava poco lontano ignaro delle mie catture. Le sue iniziali padelle mi hanno obbligato ad un “richiamo” verbale: “O scendi e porti su i pesci o te ne vai! Così le spaventi inutilmente. Rilassati un attimo, tanto stanno qui sotto, e spara solo a colpo sicuro.” Abbiamo pescato per un po’ gomito a gomito, catturando 2 ricciolette a testa. Ci siamo persino controllati l’un l’altro durante le sommozzate più impegnative. Poi, visto che il branco sembrava essersi innervosito troppo, ho preferito abbandonare per un po’ la zona per lasciar tranquillizzare le ricciolette. Avevo ancora da controllare una bella cigliata profonda dove aveva già pescato Gravina. La speranza era che vi fossero ancora in zona almeno le palamite avvistate numerose in preparazione.
Inoltre, più in costa avevo trovato un grosso branco di salpe di buon peso. Ho impiegato circa un’ora e mezza per controllare i due posti, facendo il giro completo degli scogli dei Corbelli, ma purtroppo le palamite si sono fatte a malapena vedere a velocità subsonica (un altro atleta ne aveva presa una, ho poi saputo) mentre le salpe erano state innervosite da più concorrenti ed erano divenute inavvicinabili.
Volpe e Gallinucci dopo la gara
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Tornato verso la fine della gara nel punto di partenza, ho ritrovato Alessio che, con perseveranza, aveva insistito tutto il tempo lì, arpionando un totale di 6 pesci, delle quali l’ultima proprio al mio arrivo. Faccio qualche altro tuffo anch’io, ma ormai i pesci si sono allontanati, disturbatissimi, e riesco solo a vederne qualcuna in lontananza, a fine aspetto. Sono comunque soddisfatto del carniere realizzato, anche perchè le frammentarie voci che circolano parlano di carnieri molto scarsi in giro. Al rientro, dopo aver fatto quattro chiacchiere con altri concorrenti fra i più titolati, ho la conferma che sia io che Alessio dovremmo essere messi molto bene in classifica, ma il responso lo darà solo la bilancia.
Una volta rientrati in porto, non senza fatica per il mare gonfio e la pioggia battente, una doccia calda ed un buon piatto di pasta, poi tutti ad assistere alla pesatura che consacra campione italiano di II° categoria Petrini, secondo Alessio Gallinucci e terzo il sottoscritto.
Insomma, puoi essere soddisfatto della tua prova…
Non avrei mai sperato di ottenere un simile risultato, addirittura un podio al mio primo campionato italiano individuale, e sono felicissimo di aver così ripagato la fiducia di chi ha creduto nelle mie possibilità, in primis il mio sponsor Omersub, nel cui team sono entrato di recente e che mi ha fornito tutte le attrezzature necessarie alla competizione, con le quali mi sono trovato egregiamente, anche perchè utilizzo i prodotti Omer da tantissimi anni. Ringrazio il team manager della Omer, Marco Bardi, che ha voluto fortemente che entrassi a far parte del team, e che è un amico di vecchia data. Sono felice di questo risultato che lo gratifica nella sua nuova funzione di team manager, dal momento che ha da tempo abbandonato le competizioni ufficiali (non capisco il perchè, dato che quando andiamo a pescare insieme dimostra di essere sempre il campione di un tempo).
Voglio ringraziare in modo particolare il mio amico e, per l’occasione, barcaiolo Fabio Biagini, la cui disponibilità è stata veramente encomiabile. Oltre a darmi assistenza durante la perlustrazione del campo gara e durante la competizione, in condizioni meteomarine al limite del proibitivo, ha addirittura messo a mia disposizione la sua imbarcazione, un cabinato di 12 metri, per adibirla a base logistica. In pratica abbiamo vissuto una settimana a bordo, in piena tranquillità e nel comfort più assoluto. Nella stessa imbarcazione ha trovato ospitalità anche la redazione mobile di Apnea Magazine, che è stata così messa nelle condizioni di seguire la manifestazione da vicino e di fornire notizie ed aggiornamenti in tempo reale ad un vastissimo pubblico di appassionati. A tal proposito, voglio porgere un sentito ringraziamento all’Amministrazione comunale di Porto Azzurro la quale, attraverso l’interessamento del Circolo Teseo Tesei organizzatore della kermesse, specialmente nella persona di Davide Velasco, ha voluto ospitare gratuitamente l’imbarcazione di cui disponevo e su cui ha operato anche la redazione mobile di Apnea Magazine, di cui sono collaboratore.
E adesso, quali sono i piani per il futuro?
Mi auguro di confermare quanto fatto in questa manifestazione anche al prossimo assoluto, al quale parteciperò sicuramente determinato e, spero, in uno stato di forma anche migliore. Devo ammettere di aver faticato molto, anche perchè gli impegni di lavoro crescenti (alla libera professione si è aggiunto, da un paio di anni, anche l’insegnamento) non mi hanno consentito, nell’ultimo mese, di mantenere lo stato di forma raggiunto a fine estate.
In conclusione, sono soddisfattissimo di come è andata, un po’ meno di come è stata gestita la competizione. L’unico rammarico è che i miei compagni di team Nilo Mazzarri e Massimo Baldassarre non siano riusciti a centrare l’obbiettivo della qualificazione, e questo solo per sfortuna. Purtroppo l’attuale regolamento ha introdotto regole che amplificano molto il coefficiente “buona sorte”, nel senso che se un atleta si immerge in un posto che non può dare pesce per qualche motivo, non potendosi spostare è condannato senza appello. Sono comunque certo che alsla prossima occasione saranno in grado di dimostrare il loro indiscusso valore.
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