Massimiliano Barteloni: un assoluto alla grande
Massimiliano Barteloni, Cagliaritano, classe 1971 e operatore turistico, è un ragazzo col mare nel sangue, un vero appassionato della pesca in apnea cresciuto sotto gli insegnamenti del suo grande amico e maestro Bruno De Silvestri. In questa intervista, in cui traspare simpatia e disponibilità, ci parla del suo recente Assoluto, in cui ha ottenuto un brillantissimo 7° posto finale e di altri aspetti della sua vita sotto la superficie del mare.
Allora Massimiliano, iniziamo dalla preparazione: com’è stata?
Premetto che il mio secondo Bruno De Silvestri non aveva una mira [e subito si spende in una grassa risata]. Lo specifico perché in molti, giustamente, ricordano che nelle stesse acque Bruno fu il secondo di Marco Bardi nell’assoluto del 2000 (campionato che poi Marco s’aggiudicò) e quindi sono portati a pensare chissà che cosa… Macché. Marco Bardi aveva fatto le foto per rintracciare le mire, foto che sono rimaste gelosamente nel suo quaderno. Bruno non ricordava che pochissimo, anche perchè lui non aveva mai fatto campionati in zona.
Quindi ci siamo armati di sana pazienza e ci siamo messi a scandagliare il tratto di mare in cui si sarebbe dovuta svolgere la competizione.
Nelle tre giornate di preparazione consentite ci siamo impegnati seriamente ed abbiamo ipsezionato il campo in lungo e in largo, purtroppo senza trovare granché: qualche lastrina con pochi saragotti nervosi e null’altro. Il fondale di Torre San giovanni presenta un grotto basso, in alcuni punti anche spaccato ed interessante, ma alla fine ho pensato che con quattro pesci a giornata avrei potuto ottenere un piazzamento sicuro.
Mi è stato molto utile il GPS in preparazione, così alla fine ho potuto pianificare la mia gara e tenere i posti più interessanti abbastanza vicini tra loro, senza dover perdere troppo tempo tra uno spostamento e l’altro, da fare a nuoto.
Il carniere dell prima giornata – Foto A. Balbi
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Raccontaci la prima frazione
Sono partito al limite nord del campo gara perchè nei giorni precedenti la corrente andava verso sud e questo mi avrebbe permesso di scorrere meglio, ma non avevo fatto i conti con l’oste ed infatti appena in acqua ho scoperto con un po’ di sgomento che la corrente aveva girato verso nord.
“Pazienza!” mi sono detto, ed ho fatto il primo tuffo su una zonetta in 20 metri d’acqua dove non ho visto nulla. Poi mi sono diretto su una porzione di grotto con qualche fessura sempre nei pressi, ma era desertica nonostante il movimento notato nei giorni precedenti. Allora ho coperto un tratto a nuoto per raggiungere un ciglietto in 24 metri d’acqua dove avevo visto girare qualche sarago. Impugnando un corto con la fiocina ho ispezionato con attenzione la zona catturando 2 saraghi, che poi sono risultati fuori peso.
A quel punto avevo terminato il giro dei miei segnali, così, nella speranza di arrivare su una zona buona, ho deciso di raggiungere un tratto di mare pattugliato da un nutrito gruppo di atleti.
Mancava circa un’ora alla fine, ed in questa zona sui 20 metri ho trovato un’interessante porzione di fondo con canaletti tra alga, roccette e sabbia in cui giravano diversi saraghi nervosissimi.
Con pazienza ed attenzione sono riuscito a fiocinarne 6 di buona pezzatura. Erano pesci difficili che schizzavano da un canaletto all’altro e che andavano colpiti con rapidità e precisione. Arrivavo sul fondo e mi fermavo ad osservare queste striscette spaccate, poi avanzavo pianissimo col fucile puntato verso i punti più interessanti. Sparavo i pesci di coda, di muso, da sopra, nelle posizioni più disparate con un’arbalete da 55 e fiocina a 4 punte e così, preda su preda, ho messo su il carniere che mi ha regalato la decima posizione parziale.
Ero contento per come si erano messe le cose e per il giorno successivo potevo essere abbastanza fiducioso.
Barteloni mostra il carniere della seconda frazione che gli vale il 7° posto assoluto – Foto A. Balbi
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Allora hai impostato una seconda frazione molto accorta, suppongo?
Diciamo una seconda manche accorta, ma decisa. Avevo una zona d’arenaria in 12 m piuttosto interessante, dove avevo segnato un’occhiata ed avevo visto girare dei saraghi. Al primo tuffo sono andato sulla tana dell’occhiata, francamente con poche speranze di ritrovarla al suo posto, ed invece se ne stava lì, beata come una mostella. L’ho catturata e l’ho passata a Bruno, anch’egli un po’ stupito.
Poi, visto che ero solo, ho preso una decisione saggia ed ho passato la zona palmo a palmo, buco per buco. In quei mille buchetti spesso appena più grandi del pesce stesso sono riuscito a fiocinare 5 bei saraghi.
In questa seconda manche ho fatto 174 tuffi in quattro ore, dati rilevati dal computer che porto sempre al polso. Mi sentivo in forma e stavo bene. Non ho nulla da recriminare. Con sei pezzi e due specie in quest’ ultima frazione sono riuscito ad ottenere un’eccellente 5° posto ed un punteggio finale che m’ha permesso di concludere il campionato con un’ ottimo settimo posto conclusivo.
Che attrezzatura hai utilizzato?
Faccio parte del Team Top Sub/Omer ed ho usato le eccezionali mute di Silvano Agostani in liscio spaccato, con giacca da 5mm e pantalone da 3mm. Come fucili ho sempre usato un Excalibur cave da 55 cm con asta da 6,5mm filettata e fiocina a 4 punte, in associazione con la torcia Moonlight. Le pinne erano le Bat e la maschera una Abyss.
Qual è il tipo di pesca che preferisci?
Faccio qualsiasi tipo di pesca a seconda delle occasioni. La tana, l’aspetto, l’agguato, la caduta e devo dire che per un verso o l’altro le trovo tutte molto tecniche ed affascinanti. Pesco tra gli 0 ed i 25 m solitamente, ma non disdegno tuffi più fondi. Comunque le pescate più belle le ho sempre fatte nei primi 20 metri. Un cosa che amo tanto è pescare a scorrere, nuotando molto, spostandomi a forza di pinne, scoprire posti nuovi. La mia pesca è soprattutto in movimento. Sarà perché il mio amico e maestro Bruno De Silvestri è spesso il mio compagno di pesca ed anche lui ama scorrere, sarà per altro… ma io non amo molto spostarmi in gommone e pescare a segnale.
Preferisci gli arbaletes o gli oleo?
Io uso solo arbaletes Omer Excalibur dal 55 al 110. Sui corti monto la fiocina, dal 75 al 90cm monto aste da 6mm ed elastici da 16mm, per il 100/110cm monto aste da 6,5mm ed elastici da 20mm. Quest’ultimo è un fucile micidiale all’aspetto. Ci prendo dentici e ricciole senza problemi. Mi piace molto la sensibilità del grilletto.
I pesci più belli e più strani della tua vita di pescasub?
Ricciola di 41kg, diverse cernie da 25/26kg, bellissimi dentici e regali orate. Come pesci strani, a parte alcuni pesci San Pietro, ho preso un’occhione di 2kg (pesce che vive di solito negli abissi) ed una volta un pesce Sciabola, anch’esso un pesce che vive a quote da bolentino profondo. Strano certo, ma il mare è bello anche per questo.
Allora in bocca al lupo per tutto, Massimiliano! Magari ti ritroveremo come secondo di Bruno (De Silvestri ndr) ai prossimi Campionati di seconda di Sant’ Antioco a settembre?
Certo, se sarà possibile lo farò volentieri. Il mio lavoro mi lascia poco tempo libero in estate, ma se potrò dare una mano a Bruno ne sarò più che felice. Lui m’ha insegnato tanto, molto del mio bagaglio tecnico è opera sua. E’ soprattutto un amico e, consentitemelo, un fuoriclasse nella vita e nel nostro sport. Un saluto a tutti voi per l’ottimo lavoro svolto da AM!
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