Home » Pesca in Apnea » Interviste » Marco Gaggini: la schiuma nel sangue

Marco Gaggini: la schiuma nel sangue


Una superba orata appena catturata (foto S.Belloni Pasquinelli)

Marco Gaggini è nato a La Spezia il 02/06/1984
E’ alto 188 cm.
Ha un peso forma di 74 kg.
Come professione è un OTS (Operatore Tecnico Subacqueo) e da circa un paio d’anni fa parte del Team Sporasub.

Allora Marco, come ti sei avvicinato alla pesca in apnea?

Vivendo a contatto del mare sono sempre rimasto affascinato dall’elemento.
Da piccolo seguivo mio padre nelle uscite di pesca con la lenza ed alcune altre con il fucile. Mi sono subito innamorato del mondo sommerso al punto che iniziai a 6/7 anni a cercare i primi polpi utilizzando la classica fiocina a mano. Ricordo ancora la prima cattura di un bel polpo di un paio di chili in un metro d’acqua. Quando riuscii ad averne ragione mi sembrava di aver catturato Moby Dick. Urlavo e saltavo come un matto tra gli occhi increduli ed, in parte, sorpresi della gente sulla spiaggia. A quattordici anni ricevetti il mio primo fucile, un ministen, e provai ad insidiare prede più importanti. Arrivarono i primi scorfani, tordi e gronghi sotto gli occhi attenti di mio padre.
Insomma, tra me ed il mare è stato amore a prima vista.

Quale è stata la tua ‘vera’ prima preda importante?

Un sarago maggiore di due chili. Un vero mostro colpito con la convinzione di aver sparato un pesce di 8/9 etti. Mi trovavo alle Rosse e stavo pescando col mare formato. Avevo catturato un paio di cefali e facevo su e giù in una zona d’acqua bassa con un arbalete da 90. Ad un certo punto seguo un canalone che si affaccia ad una piccola balconata. Mi affaccio e vedo lo spanciare del pesce intento a mangiare cozze da un sassotto. Provo a metterlo in mira ma il movimento del mare non mi permette di effettuare un colpo sicuro. Allora provo ad uscire ma il pesce, per la verità con una certa indolenza, si muove verso il largo. A quel punto do un colpo di pinna e sparo al volo. Non capisco se l’ho colpito anche perché sono a fine apnea e devo mollare il fucile sul fondo. Alla successiva immersione vedo il calcio del fucile sventolare a mezzo fondo. Gli vado incontro con una certa ansia e lo recupero. L’asta è pesante e subito intuisco che ho colpito il pesce ma non c’è segno di reazione. Recupero il filo e trovo il pesce fulminato. Non riesco a credere ai miei occhi: è enorme. Il più grande che abbia mai visto. Quando lo porto in superficie lo guardo mettendolo in tutte le posizioni. Bellissimo. Una volta a casa e pesato la bilancia segnerà 2018 grammi. Mai presi di più grossi.

La famosa coppiola da sballo (foto Simone Belloni Pasquinelli)

Nelle tue zone che tipo di pesca pratichi e qual è quella che ti permette di esaltarti?

La pesca in schiuma col mare formato è la mia tecnica preferita e quella che pratico più spesso. Nella zona di La Spezia ci sono luoghi che ti permettono ancora di toglierti qualche piccola soddisfazione. I miei spot abituali di pesca sono le isole (Palmaria, Tino) e più precisamente il lato verso il mare quello con le pareti a picco. Quando i marosi si fanno sentire io mi diverto a fare su e giù come una foca in mezzo alle spume per portare a tiro in prevalenza saraghi. E’ una tecnica sfiancante ma divertente: si tratta di scorrere la parete con continue sommozzate che ti portano verso il basso per poi risalire adagio, usando le mani e portandosi in prossimità della superficie nei punti dove l’acqua ribolle di schiuma. E’ lì che al 95% troveremo il pesce mangiare, ed è lì che tenteremo di sorprenderlo. La cosa sembra facile ma spesso rimani a bocca asciutta. Infatti nella nostra zona i pinnuti sanno leggere, scrivere e’ battere a macchina e vederli sfrecciare verso il largo prima che tu possa solo abbozzare un puntamento è una cosa molto frequente. Però, ripeto, è molto divertente ed allenante. L’acquaticità è fondamentale per questo tipo di pesca dinamica e la prudenza deve essere massima. Il rischio di finire nei gorghi e contro qualche scoglio è sempre dietro l’angolo.

So che questo tipo di pesca è molto frequente la cattura del sarago: quest’anno però nei tuoi cavetti ho visto anche parecchie orate di taglia?

Sì, il sarago è la preda principale insieme ai cefali e le salpe (quest’ultime non le sparo praticamente mai), ma l’incontro con l’orata non è inusuale. Nella stagione fredda anche la spigola. Quest’anno devo dire che è stata una buona stagione per le orate e ne ho catturate alcune veramente belle. La cattura delle grosse orate dà sempre una certa soddisfazione. Quando riesci ad arpionarle sai che hai fatto tutto alla perfezione: dalla capriola al tiro conclusivo. Se così non fosse neanche riusciresti a vederle. Sono pesci scaltri e sospettosi, guardinghi e stizzosi ma che frequentano zone piuttosto precise. Ci sono punti infatti in cui è più facile incontrare l’orata. Ormai li ho catalogati mentalmente e quando arrivo sulla zona mi preparo al massimo e alzo la mia soglia d’attenzione. Amano mangiare sulle punticine che fanno un piccolo scalino poco sotto la superficie. Si vede che in quella zona è più facile ristorarsi o trovare cibo in abbondanza. Anche le piccole baiette regalano incontri regali. Quest’anno mi è successa una cosa davvero incredibile: in una giornata di fine Aprile, mentre pescavo nella parete del Tino in mezzo alla risacca, vedo un codone sparire dietro un angolo. Mi schiaccio e mi preparo a svoltare il punto pronto al tiro. Come m’affaccio vedo una bellissima orata mangiare. Gli sparo al volo prima che possa reagire e’ si scatena il putiferio. Il mulinello srotola metri e metri di filo ed io assecondo il tutto senza capire granché di questa reazione esagerata. Il pesce mi sembrava di averlo colpito bene ma tra la schiuma ed il torbido non riuscivo a vedere nulla. Insomma dopo circa una decina di minuti di tira e molla realizzo tutto: avevo colpito bene il pescione a cui avevo sparato, ma male quello che gli era dietro e che non avevo visto. Morale della favola due orate (una da 6.5 ed una di 4 chili) per un totale di 10 kili e mezzo con un colpo. Tra parentesi anche piuttosto magre.
Un vero record. Da sballo.

Che armi usi per questo tipo di pesca?

Uso solo arblete One della Sporasub che è anche il mio sponsor. Con acqua chiara prediligo il 95 con asta da 6,5 millimetri ed elastici di serie molto potenti e reattivi.
Quando l’acqua è torbida ed il mare molto mosso allora passo all’80 settato come di serie.
Ho sempre pescato con armi a testata chiusa e non nego che all’inizio ho avuto parecchie difficoltà ad adattarmi ad un’arma con testata aperta. Sbagliavo parecchio e, quando colpivo il pesce, mi accorgevo che non ero preciso come prima. Insomma non ero più sciolto al momento dello sparo. Poi insistendo, a forza di fare prove in mare ed in piscina, ho iniziato a prendere fiducia e capire le prestazioni. Ora non tornerei più indietro e sono molto soddisfatto delle prestazioni delle mie armi. Proprio l’altro giorno ho sparato un sarago al volo mentre mi andava via e l’ho spiedinato: son colpi che ti caricano e che puoi fare solo se hai fiducia nell’arma che impugni.

Peschi da solo generalmente o con qualcuno?

Il mio compagno abituale di pesca è mio fratello Gabriele. Alle volte si pesca in coppia, altre volte a turno specie quando c’è il mare mosso o quando andiamo a segnale.
Ormai c’è grande affiatamento e ci capiamo al volo. Pesca molto bene anche lui e difatti lo scorso anno è approdato alle semifinali di Cecina. Quest’anno è stato sfortunato ed ha mancato la qualificzione per poco.

In gara la pesca in tana dà i suoi frutti (foto S.Belloni Pasquinelli)

Usi arbalete anche per la pesca in tana?

Sì, più precisamente il cyman cave da 55 centimetri.
Solo nei buchi più piccoli utilizzo quello da 45 centimetri, ma raramente.
Anche su questi non apporto modifiche e li uso di serie come escono dalla fabbrica. Tolgo solo la sicura.
Come fiocina uso quella a 4 punte micidiale con tutti i pesci che stanno tra quattro pareti di roccia. Ha una tenuta incredibile e, per la suo particolare forma, anche una eccellente dinamicità che ti consente anche catture in caduta sui tordi ad una buona distanza.
Come dicevo prima, ultimamente mi sto dedicando parecchio alla pesca in tana e devo dire che sono migliorato. Mi serve per la pesca in gara dove è fondamentale saper pescare bene tra gli anfratti. Infatti negli ultimi tempi sono frequenti nei miei carnieri corvine, mostelle e scorfani (oltre gli onnipresenti saraghi), segno inequivocabile di un preciso tipo di pesca.
Ho imparato anche ad usare la lampada con più parsimonia e ad accenderla solo nelle occasioni in cui non puoi farne a meno.
Parlando sempre di attrezzatura uso mute sporasub J55 in vari spessori a seconda della stagione, pinne Revolution con forma particolare ma di grande spinta e leggerezza e maschera Mystic.

Potresti consigliare qualche zona di pesca interessante dalle tue parti?

Guarda, qui tocchi un tasto dolente. Prima ho parlato delle isole, luoghi affascinanti, impegnativi e suggestivi dove il pescatore può esprimersi e divertirsi. Le consiglierei caldamente se non fosse che a breve diventeranno AMP. Ebbene sì, anche questo pezzo di mare verrà sottratto al pescatore in apnea e senza alcuna possibilità di appello. Qui a La Spezia dunque, ci troveremo a pescare in un fazzoletto di mare che va da Grotta Byron alla Secca del Grimaldo. Ed allora se si vuole fare qualche cattura ci si dovrà svegliare al mattino presto, sperare che non ci sia già qualcuno e pescare all’agguato sotto le casette di Tramonti, oppure per i pescatori di tana nella porzioncina di grotto che si trova appena fuori Le Rosse. Per gli aspettisti incalliti e ben allenati può dare ancora buone soddisfazioni la Secca del Grimaldo o fuori il Ferale.
Trovare pesci non sarà facile ma con dedizione ed attenzione le occasioni non mancheranno. Intanto, a terra o fuori, i pescatori professiniosti potranno piazzare reti ovunque o strascicare a destra e a manca.

Quali sono state le tue catture più importanti e quali quelle mancate?

Parto subito da quelle mancate: pochi giorni fa ero all’aspetto e mi è arrivata di lato un’ombrina di circa 5 chili. Gli ho sparato mentre stava per scappare e l’ho colpita alta. L’ho strappata ed ancora me la sogno.

Sarago 2 kg.
Corvina 1.6 kg.
Orata 6.5 kg.
Spigola 5.2 kg.
Ricciola 5 kg.
Dentice 2 kg.
Serra 2 kg.
Cefalo 2.6 kg.
Labride 1.5 kg.
Grongo 7 kg.

Ho preso anche un paio di saraghi faraoni che nella nostra zona sono una rarità: uno da 1600 ed uno da 1800 grammi.
La preda più strana un rombo di 3 chili mentre ero all’aspetto. Mi è passato sopra!

Il tuo pesce preferito in mare ed in cucina?

In inverno la spigola e d’estate il sarago.
In cucina mi piace un po’ tutto, non ho un pesce preferito.

I fratelli Gaggini: Marco e Gabriele (foto S.Belloni Pasquinelli)

Tags: , , , ,

Category: Articoli, Interviste, Pesca in Apnea

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *