È Successo in Gara: Marco Bardi Racconta la Vittoria all’Assoluto di Ugento del 2000 (2a Giornata)
Il giorno successivo, giovedì 22 giugno, il tempo è buono ed il mare è calmo. Alle sette del mattino c’è il consueto raduno al porticciolo dove ci viene comunicato che oggi la gara sarà sul campo 1, quello più a Ovest. Sono tranquillo e al tempo stesso determinato. Oggi ho la partenza su una zona con qualche sarago. Il fondale è di circa 20 metri con tre blocchi di grotto appoggiati sul fango. Per pura coincidenza la giuria si ferma al centro del campo gara proprio sopra alla zona dove avevo deciso di partire. Di solito tutti i gommoni stanno distanti dall’imbarcazione della giuria, puntando in varie direzioni con motore acceso pronti a scattare al segnale sonoro. Io invece ero preciso sopra al mio segnale e quindi tenevo il motore spento ed ero pronto a buttarmi direttamente in acqua. Guardandomi attorno ho subito capito che avevo molti avversari su quella zona. Eravamo in cinque con i gommoni fermi e a motore spento.
Senza lasciarmi condizionare, mentre attendevo il segnale di via, ho iniziato la respirazione cercando di rilassarmi. Contemporaneamente controllavo i riferimenti a terra per essere sicuro di trovarmi esattamente sopra. Al via sono sceso subito sulla tana principale affacciandomi per primo all’imboccatura. Purtroppo non c’erano saraghi di peso come nei giorni precedenti ma solo alcuni piccoli. Penso che probabilmente impauriti dalla confusione dei numerosi gommoni si sono allontanati, ma qualcuno forse si sarà nascosto negli anfratti adiacenti. Mentre anche gli altri atleti sommozzavano alla ricerca di una preda, riesco a catturare un primo sarago in una piccola fessura a pochi metri dalla tana principale. Continuo la mia ricerca con un Excalibur 50 con fiocina, guardando accuratamente ogni apertura e riesco a catturare altri due saraghi. Intanto alcuni concorrenti si allontanano a mani vuote e restiamo solo in due.
Avevo calcolato di passare un’ora circa su quella zona per poi spostarmi a duecento metri di distanza su un ciglio interessante. Bruno mi aveva fatto notare che su quel posto vi erano altri tre gommoni, pertanto insisto nel punto della partenza ed evito di andare sull’altro spot. Riesco a catturare il quarto pesce valido e altri due probabilmente sotto peso. Dopo un’ora e mezza decido di spostarmi e vado a controllare velocemente due segnali vicini, ma anche là ci sono passati altri concorrenti che hanno lasciato tracce inconfondibili della loro presenza con sospensione e torbido sul fondo e nelle tane. Cambio quindi completamente zona e mi dirigo quasi al limite del campo dove, su una lingua di grotto basso, ci gira qualche sarago senza intanarsi. Appena scendo in acqua mi accorgo che c’è una corrente fortissima, il fondale è di 22 metri e da sopra non si vede niente perché la visibilità è mediocre. Decido allora di risalire in gommone e mi faccio trasportare cento metri più a monte di corrente.
Tenendo sempre sotto controllo i riferimenti a terra, mi preparavo lasciandomi trasportare dalla corrente e circa 20 metri prima del punto preciso, scendevo in direzione del punto previsto. Con queste condizioni è impegnativo pescare anche a profondità di questo tipo e poi si perde molto tempo per risalire in gommone, spostarsi cercando la giusta traiettoria e prepararsi al tuffo. In gara non ci si ferma davanti a niente e se la sotto ci sono pesci bisogna impegnarsi al massimo. Scendo con il 90 pronto ad effettuare degli aspetti. Dopo due tuffi riesco a colpire un bel sarago e dopo qualche altro tentativo metto a pagliolo anche il secondo. Bruno è particolarmente contento e ad ogni cattura mi sfoggia un sorriso a trentadue denti, dimostrandomi che anche lui sta vivendo intensamente la gara. In queste situazioni ogni cattura ha un valore doppio. Insisto ancora nella zona e a cento metri di distanza dal punto principale riesco a colpire un altro bel sarago all’aspetto. Sono passate più di tre ore e ho sette pesci sicuri e due da pesare, non è male ma devo insistere fino alla fine.
Mi sposto su una zona di grotto traforato sui 16-18 metri dove avevo visto qualche sarago girare. Ci sono molti gommoni intorno ed è evidente che la zona sia stata già battuta. Inizio una ricerca a tappeto ispezionando ogni fessura con ritmo serrato e riesco a catturare sei pesci, dei quali solo 2 sono sicuramente in peso e gli altri molto dubbi. Manca mezz’ora alla fine della gara e da circa venti minuti non riesco a vedere più un pesce. È il momento di cambiare tattica: devo prendere almeno un altro pesce prima che finisca la gara. Non avevo più zone da controllare e quindi potevo solo scorrere il fondale casualmente, oppure spostarmi su qualche segnale già visitato. Decido di ritornare nella zona dove c’era corrente forte perché di solito, con quelle condizioni, il pesce si sposta molto e anche se due ore prima vi avevo pescato, potrebbe essere rientrato qualcosa. Dopo alcuni minuti riesco ad individuare da lontano un sarago grosso che nervosamente girava vicino ad un ciglio basso con grotto davanti. Lasciandomi planare a favore di corrente, mi avvicino e tento la cattura con un aspetto. Il sarago che non era affatto tranquillo tenta di allontanarsi a piccoli scatti riparato da alcuni blocchi di roccia.
Capisco che se lo lascio andare è perso, quindi cerco di anticiparlo, e considerato che avevo il 90 in mano, potevo permettermi un tiro lungo. Il pesce appena si sente pressato inizia a vibrare facendo più volte avanti e indietro prima dello scatto finale. Capisco che quello era l’ultimo attimo disponibile. Devo tentare un tiro azzardato. Altre volte mi sono capitate situazioni simili e anche non prendendo il pesce, spesso con lo sparo e la freccia che lo sfiora s’intana nella prima apertura che trova. Senza perdere altro tempo e con molta decisione, la freccia parte velocemente in direzione del sarago di circa un chilo di peso.
Il tiro è molto difficile ed il pesce viene solo rigato lateralmente dall’asta che si conficca sul fondo. Il sarago però, come sperato, s’intana in una spaccatura vicino. È molto impaurito, quindi è probabile che scappi al più presto. Lascio il 90 sul fondo che serve anche ad indicarmi con esattezza il punto dove si è nascosto. Impugno un fucile da 60 con la fiocina e scendo di nuovo con la massima rapidità. Mi affaccio all’imboccatura della tana ed inizio a scorrerla rapidamente pronto a sparare. Con un colpo d’occhio riesco a vedere dall’altra parte il sarago che velocemente tenta la fuga. Non c’è il tempo per accendere la torcia o per prendere la mira il colpo parte rapido e istintivo. L’asta si ferma e inizia a vibrare, mi rendo conto che il pesce è stato colpito. Prima di tirare bruscamente verifico la tenuta e successivamente lo recupero. Anche oggi un bel sarago nel finale che mi riempie di soddisfazione. Bruno aveva capito data la rapidità di esecuzione e la richiesta repentina del secondo fucile che qualcosa di buono poteva accadere e quindi mi aspettava ansioso di vedere cosa succedeva.
Quando gli mostro il bel sarago esultiamo contemporaneamente. Pochi altri minuti e la gara termina. Anche oggi sono contento di com’è andata, non ho sbagliato un pesce e ho pescato bene, sfruttando al meglio le zone che avevo. Restava ovviamente da vedere cosa avevano fatto gli altri. Alla pesatura si evidenziava il recupero di alcuni forti atleti come Calcagno che vinceva la giornata con 14 pesci. Secondo Bellani con 12 saraghi. Terzo Del Bene con 10 pesci validi. Quarto Ponzio con 10 pesci. Io sono quinto sempre con 10 pesci validi e ancora una volta tutti saraghi. Ne avevo presentati altri sei ma come molti altri concorrenti me li sono visti scartare per poco. Sesto Pietro Milano. Settimo Riolo. Ottavo Antonini. Nono Petrollini che aveva fatto bene anche il primo giorno.
A questo punto la classifica parziale, dopo due giornate, mi vedeva al primo posto con nove penalità a pari merito con Riolo. Terzo Micalizzi con 16 penalità, quarto Milano con 17 e quinto Petrollini sempre con 17. Al sesto posto parziale Ramacciotti con 21 penalità. A questo punto i giochi per la vittoria si limitavano salvo sorprese clamorose ai primi cinque in classifica, ma in modo particolare tra i primi due che a pari merito avevano sette penalità di vantaggio sul terzo. Il venerdì 23 giornata di riposo come previsto dal regolamento. Dopo due giorni di fatiche veniva concesso un giorno per riposarsi e sistemare le attrezzature. Alle sei del pomeriggio riunione ufficiale con tutti gli atleti. Dopo il commento di Alberto Azzali e le varie domande e chiarimenti, la riunione termina e hanno inizio i soliti commenti sulla giornata di domani. Iniziano le simpatiche scommesse su chi vincerà, qualcuno azzarda ipotesi, altri mi suggeriscono tattiche. È piacevole vedere tutto quel fermento anche perché lo vivi da protagonista.
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