Ma era davvero solo una semifinale?
Gli ingredienti necessari a fare di questa semifinale della Zona B una gara di altissimo livello c’erano tutti già dalla vigilia: un elenco di partecipanti ricco di campioni affermati e di giovani promesse, un campo di gara in grado di permettere a tutti di esprimersi al meglio, condizioni meteo marine ideali con sole e mare calmo per tutta la durata della preparazione e un’organizzazione meticolosa curata, con la solita attenzione, dalla famiglia Bucari.
La signora Maria Rita Bucari, responsabile dell’organizzazione (Foto S. Rubera)
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E la gara ha confermato queste facili previsioni; tante catture importanti con alcune prede davvero prestigiose, grande sportività e correttezza tra gli atleti, tanta incertezza per la conquista delle dieci posizioni che contavano, qualche contrattempo tanto per dare quel pizzico di imprevisto che non può mancare in una gara di alto livello.
Ma andiamo con ordine.
Gli atleti hanno raggiunto quasi alla spicciolata la località designata per la manifestazione; alcuni, come Riolo, sono arrivati la domenica precedente e pian piano la comitiva si è andata completando fino all’arrivo di Micalizzi che, per improrogabili impegni di lavoro, è arrivato solo nella giornata di venerdì, a poche ore dall’inizio dal briefing pomeridiano; unici assenti Carlo Lo Vicario, atteso fino all’ultimo, e Salvatore Milluzzo che, su un fondale come quello di San Foca, sarebbe stato sicuramente in grado di dire la sua.
La preparazione è filata liscia e i commenti raccolti al rientro degli atleti erano più o meno equamente suddivisi tra chi, facendo forse pretattica, lamentava la carenza di pesce e chi invece ammetteva una buona presenza di prede seppur molto mobili; tutti però concordavano sulle batimetriche di pesca: o entro i 12 metri o molto più a fondo, intorno ai 25, deserta la batimetrica intermedia caratterizzata dal termoclino.
A rimescolare le carte ci ha pensato il meteo con un vento di scirocco, arrivato nella giornata di giovedì, che ha spostato verso l’alto il taglio di acqua fredda e reso ancora più mobile il pesce avvistato e segnato nei giorni precedenti.
Il Presidente a Azzali e il Giudice di gara Fiori durante il breafing (Foto S. Rubera)
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Alla vigilia della gara arriva anche il Prof. Alberto Azzali, presidente del Settore Attività Subacquee della Federazione; una presenza, la sua, attesa dagli atleti intenzionati a manifestare il loro malcontento nei confronti del regolamento di questa semifinale e, più in generale, di tutta la programmazione dell’attività agonistica.
Dopo i saluti di rito, l’esordio del Presidente spiazza gli atleti: impegno concreto per rivedere il regolamento delle semifinali, riportandolo già dal prossimo anno a due giornate, e disponibilità completa ad accogliere proposte ragionevoli provenienti dalla base.
L’intervento di Vincenzo Solli riassume i punti di vista di diversi atleti e pone all’attenzione della Federazione il problema dei costi che i partecipanti devono sostenere per prendere parte ai campionati nazionali.
Se infatti il nuovo regolamento consente di passare dalle selettive al campionato assoluto in un solo anno agonistico, dall’altra parte obbliga gli atleti a sostenere spese che, complessivamente, possono raggiungere i 4.000 euro, decisamente troppi per uno sport che rimane amatoriale.
I concorrenti lasciano il porto (Foto S. Rubera)
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Nella discussione che ne segue si riaffaccia la richiesta di tornare alla vecchia formula con un anno di attesa tra la disputa delle semifinali e quella del campionato assoluto; ci vuole una votazione, informale per alzata di mano, per confermare, seppur per pochi voti, il sistema attuale.
Sabato mattina il molo del porto turistico di San Foca brulica di persone che si preparano a raggiungere il centro del campo di gara per dare il via alla gara vera e propria; i protagonisti si preparano, controllano l’attrezzatura e la sistemano sui gommoni.
Un leggero scirocco muove un po’ il mare mentre Fabio Fiori, per l’occasione Giudice di gara, fa l’appello e, con 10 minuti di ritardo, da’ il via alla competizione.
Alcuni concorrenti si tuffano direttamente nel punto di partenza, pochi si dirigono verso il nord del campo di gara, la maggior parte sceglie il lato sud.
Non ci sono le marcature asfissianti che avevamo visto in altre occasioni ma alcuni concorrenti si ritrovano a pescare abbastanza vicino nelle zone che, durante la preparazione, erano risultate le più interessanti.
Saraghi e cefali per Madeddu al suo esordio (Foto S. Rubera)
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Una di queste zone sembra essere un pezzo di Sicilia, su un fondale di circa 12 metri ci si ritrovano infatti Riolo, Sirchia, Solli, Catania e Micalizzi; purtroppo per loro i pesci segnati in preparazione si erano spostati.
Mentre cominciano ad arrivare le prime catture, Catania si ritrova con un attacco di sinusite che gli impedisce di compensare e vede intorno a se gli altri concorrenti fiocinare pesci sommozzando con un ritmo che lui non può tenere; risale sul gommone deciso ad abbandonare la competizione e in questi minuti si decide la sua gara, il suo secondo infatti lo fa riposare, lo rincuora e poi lo guida su fondali più bassi dove, seppur con qualche difficoltà riuscirà a completare la gara.
Ma sorprese e imprevisti non sono finiti, all’assistenza vengono segnalati due gommoni in panne, sono quelli di Trebbi e di Madeddu; per il primo si tratta di un problema elettrico che viene risolto in breve tempo, il sardo invece riesce a far ripartire il motore che, tuttavia, si fermerà ancora pochi minuti dopo.
Il giovane esordiente, che ha già un discreto carniere di saraghi e cefali di buone dimensioni, impreca ma continua a pescare al limite dei 300 metri dalla riva, fascia interdetta alla pesca a seguito delle ordinanze balneari, mentre l’assistenza meccanica raggiunge il gommone e rimette in sesto il motore.
Saffioti al rientro mostra il suo carniere (Foto S. Rubera)
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Il tempo scorre e le informazioni sulle catture dei vari concorrenti cominciano a circolare; Riolo è a quota 10 con tre specie, Inserra ha qualche pesce in meno ma anche per lui ci sono tre specie, ottimo carniere per Lo Prete che dichiara 9 prede con alcune da verificare sulla bilancia, il giovane Rosalba ha 5 prede sicuramente in peso e 3 da pesare, Barteloni e Sirchia hanno già in gommone un buon numero di prede e Loi 5 saraghi.
Decisamente indietro Solli che ha solo due catture e da alcuni minuti combatte con l’asta incastrata dopo aver sparato ad un grosso sarago, alla fine non riuscirà a venirne a capo nemmeno doppiando il pesce; Gravina rimane con una sola cattura, due per Figlioli e tre per Congedo da cui, su questo campo, ci si aspettava qualcosa in più.
La gara volge al termine e, dopo il ritrovo a centro campo gara per l’appello finale, gli atleti si dirigono verso il porto per la consegna del pescato.
Scorrendo la fila dei gommoni e ascoltando i primi commenti ci si rende conto che la lotta per gli ultimi posti utili per la qualificazione sarà serratissima; sono infatti parecchi i carnieri con una decina di pesci e molti quelli con 5 o 6 pesci, numero che alla vigilia veniva giudicato sufficiente per la raggiungere la promozione.
Numerosi gli spettatori sul molo che osservano con interesse la consegna dei carnieri commentando quelli più imponenti; Sirchia ha 10 saraghi, un’orata e un tordo; 10 saraghi e un grosso tordo anche per Mazzù; 11 prede per Saffioti, 10 per Barteloni, che in carniere ha anche una gallinella, Lo Prete e Rosalba, 9 Cascione e a seguire tutti gli altri
Riolo con il suo strepitoso carniere (Foto S. Rubera)
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Su tutti, e di gran lunga, spicca il carniere di Riolo che chiude, prima ancora della pesatura, il discorso sulla vittoria di questa semifinale; il suo cavetto, nel quale troneggia una grossa orata (al peso risulterà 3,580 kg), contiene anche una seconda orata, una mostela, tre tordi e 10 grossi saraghi per un totale di 16 pesci.
Dopo il pranzo, leggero ed abbondante, cominciano le operazioni di pesatura; la bilancia decreta i primi scarti e sale l’attesa per una classifica che, a parte le prime 5/6 posizioni, sembra davvero incertissima.
Sul podio, accanto a Riolo, finiscono Sirchia e Mazzù che precede di soli 5 punti Barteloni; nelle posizioni di rincalzo un ottimo Saffioti, cui anche il prof. Azzali riconoscerà il merito di essere un testimone molto importante per lo sviluppo dell’agonismo in Calabria, e Madeddu, che all’esordio nell’agonismo che conta, raggiunge l’obiettivo qualificazione.
Completano la lista dei qualificati Inserra, Cascione, Lo Prete e Catania che con un carniere molto variegato vede premiata la determinazione con cui è riuscito a concludere la gara.
L’undicesimo posto, quello che più degli altri lascia l’amaro in bocca, tocca a Rosalba mentre il dodicesimo è di Loi che paga un carniere composto da soli saraghi; siamo sicuri che per entrambi ci saranno già dal prossimo anno nuove soddisfazioni.
Tra coloro che tornano al circuito delle selettive delusi ci sono alcuni nomi eccellenti, Micalizzi e Corsini sembrano davvero intenzionati a rinunciare all’agonismo; gli impegni di lavoro e qualche acciacco fisico per il secondo spiegano una decisione che ci dispiacerebbe se fosse suggerita solo dalla delusione per il risultato.
Sirchia, Riolo e Mazzù sul podio (Foto S. Rubera)
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Per i qualificati l’appuntamento è per metà settembre a Isola delle Femmine per il Campionato assoluto che, con 40 partecipanti, si annuncia come uno dei più interessanti disputati negli ultimi anni.
Il commento dei protagonisti
Riolo
Sono davvero soddisfatto; gli impegni di lavoro non mi hanno permesso di allenarmi come avrei voluto ma, per fortuna, su questo campo era possibile pescare e fare carniere senza bisogno di scendere a profondità considerevoli.
Alla fine della prima frazione avevo catturato sette prede e, con lo spostamento, sono tornato nella zona in cui avevo fatto la partenza per tentare la cattura di qualche tordo, visto che questi pesci si fanno vedere sul tardi.
A circa 20 minuti dalla fine della gara mi sono ritrovato a poca distanza da una tana dove il primo giorno di preparazione il mio barcaiolo aveva trovato la grossa orata e alcuni saragoni; così mi ci sono diretto, dopo quattro giorni non speravo di trovare il pescione ma almeno qualche grosso sarago.
Al primo tuffo ho fulminato un sarago e ho intravisto l’oratona; ho cambiato fucile e fatto un secondo tuffo ma non sono riuscito a sparare; ho preparato per bene il terzo tentativo, utilizzando anche un piombo mobile da 2 chili, e quando mi sono affacciato mi sono trovato il pesce quasi davanti alla faccia.
Grossi saraghi e orate nel carniere di Sirchia (Foto S. Rubera)
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Sirchia
Sono contento è andata abbastanza bene.
Avevo fatto una buona preparazione, molto regolare, individuando alcune zonette di grotto dove giravano diversi saraghi speravo anche in qualche dentice ma, a causa della confusione di barche, li ho visti ma non sono riuscito a portarli a tiro.
Sono contento, non ho fatto errori.
Mazzù
Sono felicissimo per questa mia prima affermazione in una gara nazionale; ho pescato benissimo senza sbagliare nemmeno un pesce, pescando in tana con 50 e fionetta ho catturato i 10 pesci che mi hanno permesso di raggiungere questo risultato.
Barteloni
Ho pescato in un fondale di 6-8 metri, nell’acqua calda il pesce si muoveva di più, quindi era più facile pescare a “istinto”.
Ho utilizzato un75 a elastico con la taitiana e un 60 sempre a elastico e fiocina; sul grotto scorrevo veloce sopra i tagli pronto al tiro stando attento ai movimenti dei piccoli pesci vicino, sulla posidonia e ai bordi della sabbia facevo dei piccoli aspetti, ho anche sfruttato un lungo tratto di sabbia dove planavo alla disperata ricerca di una tracina o un pesce civetta che alla fino sono riuscito a catturare.
Nel volto di Mazzù la soddisfazione per un grande risultato (Foto S. Rubera)
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Barteloni al suo rientro in porto (Foto S. Rubera)
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Il variegato carniere di Inserra gli vale il settimo posto (Foto S. Rubera)
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Cascione alla pesatura (Foto S. Rubera)
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