Luca Guarnaschelli Mister 10 km in apnea
10 chilometri sono lunghi di corsa. In acqua solo buoni atleti sono capaci di nuotarli. In apnea sono un’impresa! Un’impresa che Luca Guarnaschelli, milanese portacolori del Gruppo Sportivo Carabinieri Napoli, ha portato a termine non una ma ben due volte, stabilendo i nuovi record italiani, nonché miglior prestazione mondiale, nella specialità Extreme Endurance, da poco inserita nelle discipline del settore subacqueo.
Luca Guarnaschelli (GS Carabinieri Napoli)
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Come si svolge una prova del genere? A Dicembre a Milano e domenica 1 Giugno durante i Campionati Italiani di Apnea Dinamica a Roma, Luca ha percorso 10000 metri in ripetute di rispettivamente 25 e 50 metri, cioè nuotando con la monopinna 400 vasche da 25 nel caso della prima prova, e 200 da 50 nel caso della seconda, sotto la superficie dell’acqua in apnea, fermandosi a respirare giusto il tempo per recuperare il fiato necessario a concludere la vasca successiva. I tempi finali sono sbalorditivi: 2 ore 19′ 03′ nelle ripetute da 25, 2 ore 53’28’ in quelle da 50.
Facendo due rapidi calcoli si vede come in vasca corta il Carabiniere milanese abbia tenuto la media di 21 secondi: abbia in pratica nuotato i 25 metri in circa 14 secondi, aspettato 6-7 secondi e subito sia ripartito. Il tutto per 400 volte consecutive!
Altrettanto impressionante il record in vasca lunga dove la media è stata di 52 secondi: poco meno di 30 per nuotare e circa 20 per fare il pieno d’aria e ripartire, per ben 200 volte!
Demoliti di quasi due ore i record precedenti appartenenti ad un altro grande apneista italiano, Giancarlo Bellingrath.
Durante i Campionati Italiani di nuoto pinnato di fondo (dove ad una sola settimana dal record di Roma, si è classificato al terzo posto nei 6 km stile pinne categoria seniores) ci siamo fatti raccontare direttamente da Luca quest’esperienza.
Nel mondo del nuoto pinnato sei molto conosciuto, in quello dell’apnea (e dintorni) forse un po’ meno: raccontaci come ti sei avvicinato agli sport subacquei e quali sono stati i tuoi migliori risultati.
Nel lontano ’83 smisi di praticare nuoto tradizionale perché la mia piscina chiuse baracca e burattini, così mi avvicinai al pinnato tramite il Nord Padania di Peppo Longhi, uno degli antesignani di questo sport. Già nel 1985 entrai in nazionale giovanile e partecipai ai campionati di Hannover. Nell’86 entrai nel gruppo sportivo dei Carabinieri Napoli per il quale gareggio tuttora: i risultati sono cronaca, sempre ben piazzato nei vari campionati italiani’ da circa due anni a questa parte ho scoperto l’apnea ‘allenando’ il tecnico della Stella Maris di Milano, Luca Bellione. Quest’anno, anche grazie ad un approccio un po’ più deciso dei Carabinieri con la FIPSAS e il settore Attività Subacquee in particolare, il Comando Generale ha dato il via libera per provare a fare qualcosa di buono anche in apnea, un campo per i pinnatisti ancora piuttosto sconosciuto.
Luca intervistato da Nicola Negrello sulle tribune dell’Idroscalo di Milano
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Così è nato Luca Guarnaschelli apneista’ com’è sorta l’idea delle specialità Extreme Endurance?
Si tratta di una sintesi tra l’apnea e il mio passato (e presente) di pinnatista con l’Arma dove da sempre abbiamo fatto gare di fondo in acque libere. Una volta si gareggiava sugli 8 km e i percorsi, specie in alcuni paesi, erano posizionati in modo abbastanza aleatorio quindi si restava in acqua spesso e volentieri per più di un’ora e quaranta. E’ una via di mezzo tra le due discipline: non sarebbe infatti stato possibile passare direttamente alle specialità classiche dell’apnea dove non dico per primeggiare, ma anche solo per competere dignitosamente, bisogna acquisire una mentalità specifica raggiungibile solo gradualmente con anni di pratica. Così abbiamo cercato e trovato questo compromesso che permette di avvicinare i due sport che hanno sì in comune il mezzo ‘ la monopinna ‘ ma che differiscono molto nel modo di utilizzarlo. Dai risultati ottenuti direi che abbiamo trovato il bandolo della matassa e delle belle soddisfazioni. Ora proveremo ad entrare più decisamente nelle competizioni di apnea, anche se il livello che hanno raggiunto gli atleti azzurri è veramente ottimo. Basta guardare i risultati dei Campionati Italiani di dinamica svoltisi a Roma: hanno dimostrato tutti, uomini e donne, di avere davvero gli attributi! Per questo credo ci vorrà ancora un po’ di tempo.
Restando ai due record sui 10 km in ripetute: come ti sei preparato e quali sono state le difficoltà maggiori?
Il problema maggiore sul quale ho dovuto lavorare molto è stata la gestione dei ritmi. Nel pinnato siamo abituati ad andature elevate; anche il fondista che deve percorrere diversi chilometri nuota sempre vicino ai massimi consumi d’ossigeno. E’ ovviamente una cosa che l’apneista non può permettersi altrimenti i recuperi nelle ripetute si dilatano. Piano piano abbiamo dovuto cercare dei ritmi che ad un pinnatista possono sembrare scandalosi, tipo 29′ nel 50 apnea, ma che permettono di recuperare e ripartire con quei 15-20′ di riposo. Altrimenti all’inizio puoi anche partire tenendo ritmi veloci attorno ai 23′, ma accumuli lattato e il ‘botto’ arriva presto. Da lì non ne esci più. La prima cosa che Luca Bellione mi ha detto è stata proprio questa: ‘Starati dal tuo solito modo di fare, concentrati su te stesso, sul cuore e il fiato, senza pensare al cronometro’.
Bossi, Scolari, Blanda, Tomasi: l’apnea azzurra è piena di punte – Foto: T. Rizzi
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Quali sono invece le differenze col pinnato dal punto di vista mentale che hai potuto ammirare nei grandi campioni della scuola italiana?
Ciò che invidio di più a questi atleti è la capacità di controllare il proprio corpo, riuscendo a rilassarsi anche per competizioni della massima importanza addirittura a secco, senza riscaldamento in acqua, una vera eresia per un pinnatista. Eppure con varie pratiche, chi con training autogeno, chi con yoga o comunque con un controllo della respirazione evoluto, tutti sono in grado di fare cose egregie. I pinnatisti sono abituati a salire sul blocco di partenza con una certa tensione che poi è utile per mettere in acqua quella dose di aggressività necessaria per fare un buon risultato indipendentemente dalla distanza.
Un aspetto positivo delle tue prestazioni è il fatto di riavvicinare i settori NP e AS che pur facendo parte della stessa Federazione sono stati per un po’ di tempo separati in casa. Cosa ne pensi?
Le due discipline hanno differenze notevoli tra di loro, dalla preparazione alla gara, tanto da essere quasi antitetiche in certi casi, ma da pinnatista prestato all’apnea posso dire di essermi trovato davvero molto bene, sia a livello federale che con gli atleti. Ho stretto dei bellissimi legami con tutti i ragazzi che fin dall’inizio sono sempre stati prodighi di consigli; abbiamo fatto un collegiale a Marzo dove ero proprio un novellino e mi sono trovato come tutor Michele Tomasi che conoscevo solo dai filmati FIPSAS. Quando poi ho capito chi era e il perché mi diceva certe cose ne sono stato molto felice. Sono tutte ottime persone particolarmente votate all’interscambio, una cosa assai positiva. Come loro hanno da dare a noi, specie in alcuni approcci che possono essere applicati anche al pinnato, noi possiamo aiutarli con una preparazione un poco più adeguata – specie tra le nuove leve – ad avere nuotate più evolute ed efficienti. Gli atleti di punta, tutti adulti, hanno corretto abbastanza bene il loro stile se paragonato a ciò che vedevamo fino a qualche anno fa, ma con qualche difficoltà dato che non è facile modificare un meccanismo sbagliato ma che è stato assimilato dal corpo nel tempo. Nei loro progressi, notevoli nonostante l’età che poi è anche la mia, credo che abbia contato molto il miglioramento della nuotata che oggi è molto più fluida per tutti. La volontà di imparare da parte loro è palese.
Luca con alcuni atleti del Nuoto Club Milano da lui allenati
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Chi ti ha seguito invece nella preparazione per i due record?
Luca Bellione veniva due volte alla settimana agli allenamenti di nuoto pinnato per trasmettere le nostre conoscenze ai suoi ragazzi. In queste circostanze abbiamo cominciato a scambiarci un po’ di conoscenze e mi ha seguito nei test più importanti che abbiamo fatto. Record come quelli che ho fatto sono però relativamente nuovi pertanto anche per lui si è trattato di scoprire un altro mondo. Ci ho messo molto di mio riguardo la preparazione fisica assimilando i suoi consigli riguardo la componente mentale che poi ha fatto la differenza. Per la dinamica se avrà tempo e modo cercheremo di lavorarci un po’.
Obbiettivi futuri nell’apnea e nel pinnato?
Nei ritagli di tempo, pochi per la verità, sto cercando di imparare a fare un po’ di statica che, come mi hanno detto tutti, è basilare per l’apnea. Sto cercando di imparare a controllare il mio corpo e sentire i segnali che mi da seguendo i consigli che mi danno questi campioni. Purtroppo non ho un tecnico a disposizione che mi possa seguire costantemente e devo arrangiarmi un po’ nel tempo libero. Mi piacerebbe anche lanciarmi nella dinamica, almeno mantenendo la categoria in cui sono ora (2a ndr) aspettando magari i progressi. In alcuni momenti della stagione esercizi di apnea possono fare bene anche alla preparazione del pinnato, anche se sicuramente non in prossimità delle competizioni importanti. Ai campionati assoluti di Luglio avremo la prova del 9, ma in fondo penso e spero che fare tanti chilometri in apnea non mi abbia fatto tanto male.
Che tipo di materiali hai usato per i due record?
Ho usato una pinna della Mat-Mas che prendemmo un anno e mezzo fa in ditta e che il mio collega Paolo Vandini (altra colonna del GS Carabinieri e del nuoto pinnato italiano ndr) ha rielaborato rendendo più agile e adatta al tipo di prestazione che volevo realizzare.
Cosa pensi della promozione delle nostre attività attraverso internet?
Premesso che sono un troglodita e che ho difficoltà perfino ad utilizzare il cellulare, in piscina mi stan facendo vedere che effettivamente con questo mezzo si può arrivare quasi dovunque e contattare quasi chiunque. In questo modo le nostre attività che hanno sempre vissuto in un ambito piuttosto ristretto, vengono pubblicizzate molto bene anche con persone che amano l’apnea per altri motivi. Gente che pesca, che va al mare o al lago, sub’ è un piacere mescolarsi con chi condivide la passione per il nostro ambiente.
Estendiamo volentieri i doverosi ringraziamenti di Luca a:
– L’Arma dei Carabinieri, Capitano Dembech (Comandante Sezioni Sportive Arma C.C.) e Maresciallo La Sala (Comandante Sezione Nuoto);
– la FIPSAS in particolare il Presidente Azzali, il DT Maurizio Bellodi, Mimmo Blanda e Fabio Savi;
– Luca Bellione che è stato il co-ideatore di questi tentativi di record, colui che mi ha dato l’input a gettarmi in questa disciplina oltre che un caro amico;
– Carlo Cannistraci, il compagno d’avventura che mi è stato sempre vicino nei momenti difficili specie durante il record a Roma sostenendomi e portandomi a questo bel risultato, nonostante anche lui abbia avuto negli ultimi tempi dei bei problemi, causa un doppio grave incidente al braccio. Un guerriero!
– Danilo Tanghetti e Antonio Tassari, i due preparatori atletici del Nuoto Club Milano, piscina Targetti, che si sono dovuti reinventare una preparazione non avendo mai lavorato con atleti di questo tipo;
– Gregory Lambrou, il mio osteopata, che mi raddrizza sempre’ e ogni volta che vado da lui è più difficile;
– Silvia, che col suo sorriso mi ha dato la forza di finire questa prestazione.
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Category: Nuoto Pinnato