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Licenza Pesca in Mare: il Ministero si dimentica e ora siamo tutti “Fuorilegge”

Il 1° Gennaio 2016 è arrivato e della licenza di pesca in mare a pagamento ancora nessuna traccia, in compenso si è venuta a delineare una situazione molto paradossale a seguito della quale tutti i pescatori sportivo/ricreativi, sia subacquei che di superficie, che operano in mare, sarebbero di fatto dei fuorilegge. Infatti: in assenza tanto della normativa che istituisce la licenza onerosa, quanto del decreto di proroga di validità dei censimenti già sottoscritti, teoricamente, saremmo tutti impossibilitati a pescare, o quantomeno passibili di verbale in caso di controllo da parte delle autorità competenti. Il “teoricamente” deriva dal fatto che esiste già il precedente del 2013, anno in cui la proroga di validità delle comunicazioni ministeriali venne concessa con molta calma nel mese di Febbraio, e nel frattempo nessuno incappò nel solerte tutore dell’ordine.

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Lo scorso anno il Ministero delle Politiche Agricole aveva provveduto il 22 Dicembre a prorogare i censimenti fino al 31 Dicembre 2015; quest’anno nulla è stato fatto, neppure in previsione del fatto che i lavori della commissione pesca mai avrebbero potuto licenziare il testo della nuova normativa per l’inizio del 2016.

In questa situazione di grande incertezza, cosa ci riserva il futuro?

Allo stato attuale sappiamo solo che il nuovo testo unificato sulla pesca è stato integrato il 10 novembre 2015 con alcuni dei tanti emendamenti proposti dalle varie parti (compresi alcuni di quelli giunti dalle organizzazioni della pesca non professionale), e che la discussione è formalmente iniziata il 19 novembre, ma da allora nessuna altra seduta di discussione si è svolta.

Posto che i provvedimenti fondanti di quel testo riguardano importanti interventi a vantaggio della filiera professionale, e che gli articoli riguardanti la pesca ricreativa sono assolutamente marginali, appare plausibile attendersi che la commissione raggiunga un accordo su un testo condiviso che verrà poi immediatamente convertito in legge, saltando la discussione parlamentare e riservando all’aula solo l’onere una ratifica formale. Il pericolo in questa scenario è che, nella fretta di legiferare, la commissione cassi in blocco tutti gli emendamenti proposti, arrivando quindi a convertire in legge la prima, e per i pescatori ricreativi più sfavorevole, formulazione della nuova normativa.

Restiamo in trepidante attesa che il Ministero chiarisca quando e come ri-metterci in regola…

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