Lettera aperta del Presidente FIPSAS Prof. Matteoli
Ieri la FIPSAS ha pubblicato una lettera aperta scritta dal suo Presidente Prof. Ugo Claudio Matteoli. Vi riportiamo di seguito il testo completo, i nostri commenti seguono in calce.
LETTERA APERTA AI PESCATORI RICREATIVI IN MARE
Cari amici pescatori,
vi scrivo questa lettera per cercare di spiegarvi quali sono le ragioni che portano la Federazione a farsi interprete principale di una mobilitazione del nostro mondo contro una proposta di Legge, che non ho problemi a definire assurda.
Vediamo di chiarire le motivazioni della presa di posizione della FIPSAS. Da anni ed anni andiamo ripetendo della assoluta mancanza di considerazione che la Politica, in genere, e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e, conseguentemente, la Direzione Generale della Pesca ci riservano, essendo da sempre completamente dediti alla difesa ad oltranza degli interessi della pesca professionale in mare. Chiariamo subito una cosa. Io e tutta la Federazione non abbiamo assolutamente niente contro i pescatori professionali ONESTI che portano avanti le loro giuste rivendicazioni. Ne hanno tutti i diritti e noi siamo con loro. Abbiamo molto da ridire, invece, su quelli che vengono a strascicare con le loro reti fino quasi sulle spiagge in barba a tutte le leggi, su quelli che aspettano il momento della riproduzione per catturare con una sola cianciola tonnellate e tonnellate di orate o di altri riproduttori, distruggendone una grande quantità, ma, principalmente, impedendone un futuro. Tutto ciò è ampiamente provato, denunciato e documentabile, ma niente si fa per impedire questo scempio.
Bene. Mi si racconta da parte di alcuni rappresentanti della Politica che il comparto ittico professionale ha bisogno di una legge che ne migliori le condizioni e che dia nuove regole all’ acquacultura. Benissimo! Ben venga questa Legge. Ne siamo tutti contenti. Per questo motivo alcune Proposte di Legge, tutte relative all’argomento suddetto, sono state accorpate per dar vita ad un Testo Unico che sta ormai per essere licenziato dalla XIII Commissione della Camera. Dove sta quindi il problema? Mi chiederete. Il problema sta nel fatto che una Proposta di Legge, ideata e scritta per la pesca professionale ha bisogno di reperire fondi, e non pochi, che ne facciano stare in piedi tutta l’architettura. E dove si pensa di reperire questi fondi? Ma dai pescatori ricreativi che, essendo notoriamente pecore da tosare, possono tranquillamente pagare una bella Licenza di Pesca i cui introiti finanzino la Legge. Una idea assolutamente folle che dà una misura precisa di quanto la Politica consideri quel milione e mezzo/due milioni di pescatori ricreativi che movimentano alcuni miliardi di euro all’anno per la loro passione e di cui il Governo e lo Stato Italiano da sempre fruiscono senza dare niente in cambio.
Sapete quale è il ritornello che mi sento ripetere da gran parte dei politici con i qualimi trovo a discutere? “Ma Voi che spendete centinaia, se non migliaia di euro all’anno tra esche, gasolio per le barche, attrezzature e quant’altro, fate tutto questo casino per 10 o 20 euro all’anno di licenza? I pesci sono un bene comune come i funghi o altre risorse naturali equindi è giusto che si paghi una tassa per il prelievo”. Questo è ciò che mi dicono.
Anche qua vediamo di rispondere in maniera esaustiva. Sicuramente ci sarebbe da discutere, e parecchio, sul concetto della tassa sul prelievo e sul fatto che con tutte le centinaia di milioni di euro, se non miliardi di euro che già versiamo allo Stato Italiano in accise, IVA e balzelli vari, la suddetta tassa la stiamo già abbondantemente pagando, per cui,di principio, siamo assolutamente contrari all’istituzione di una Licenza di Pesca in mare. Dando però per scontato, essendo realisti, che, così come la morte, questa Licenza prima o poi arriverà, di sicuro dovrà essere e rappresentare una tassa di scopo, dovrà cioè prelevare soldi dai pescatori ricreativi per reinvestirli in attività e servizi utili ai pescatori ricreativi stessi e all’intera comunità. Volete degli esempi? Posso farvene a decine, ma mi limito a questi pochi: incremento della dotazione economica a tutti gli Organi preposti al controllo e alla vigilanza (ovviamente sia dell’operato dei pescatori ricreativi che di quelli professionali e non solo dei ricreativi come un importante rappresentante del mondo professionale ha avuto il cattivo gusto di dirmi), realizzazione e posa in opera di dissuasori da posizionare sotto costa per evitare la pesca a strascico indiscriminata, studio economico/scientifico sull’entità del prelievo della pesca ricreativa, ma anche sugli importantissimi ritorni economici per lo StatoItaliano generati dalla stessa, istituzione e messa in atto di zone di protezione e riproduzione della fauna ittica che, a rotazione, possano servire a ripopolare tratti di mare ormai degradati, chiusura della pesca a particolari specie di pesci e in zone ben definite e limitate nel momento della riproduzione, ecc. Sapete quante cose si potrebbero fare con i nostri soldi? Tante e belle. Basterebbe avere la volontà politica e non credo che i pescatori ricreativi alla fine non sarebbero d’accordo.
E invece cosa si è pensato di fare? La cosa più facile ed indolore. Tosare le pecore!E quel che è peggio, tosarle e fare un maglione al lupo con la lana ricavata. Una roba da geni. Neanche il mio conterraneo Machiavelli sarebbe arrivato a tanto!
E che quello che sto dicendo corrisponde al vero, lo dimostra il fatto che tutto l’impianto della Proposta di Legge è costruito sul riordino della filiera ittica, da leggere come”della pesca professionale e dell’acquacultura’, così come indica chiaramente il titolo della Legge stessa e il fatto che negli oltre 25 articoli, la pesca ricreativa sia solo citata in 2 miseri articoletti, in uno dei quali si istituisce la famigerata Licenza di Pesca e si chiarisce a chi vanno gran parte dei soldi (ai professionali) e nell’altro si provvede, in due righe, a mettere le mani sugli attrezzi consentiti alla pesca ricreativa.
Ma questi signori, che perlomeno gran parte di noi ha votato, è possibile che non sirendano conto che stanno pesantemente offendendo la DIGNITA’ di milioni di persone. E’possibile che non si accorgano che il mondo della pesca ricreativa è DEGNO di avere untrattamento almeno paritario a quello di altri stakeholders e che forse è arrivato il momento che la politica invece di ascoltare una sola campana cominci ad ascoltare anche noi, le nostre esigenze, i nostri desiderata?
Ma vi sembra normale che uno degli afticoli della Proposta di Legge (il 21) normi ed istituisca l’obbligo della presenza di 3 rappresentanti delle associazioni della pesca professionale nelle Consulte delle Aree Marine Protette, ma si dimentichi completamente di noi e non preveda alcun nostro rappresentante? Ma che siamo? Spazzatura? Eppure perprenderci i soldi se ne sono ricordati!
E’ l’ora che alla pesca ricreativa venga data una Legge moderna, ad essa esclusivamente dedicata, che ne regolamenti le attività.
E’ l’ora che alla pesca ricreativa venga riconosciuta la DIGNITA’ di essere attore di quel mondo in cui fino ad oggi è stata solo ospite non gradito e persino fastidioso.
E’ l’ora che la pesca ricreativa conquisti quei diritti che fino ad oggi ci sono stati negati.
E’ l’ora che il mondo della pesca sportiva si mobiliti e che non lasci sola la FIPSAS in questa lotta che, come ho già ripetutamente detto è una battaglia di DIGNITA’ che deve vederci tutti uniti nella pretesa dei nostri diritti.
Mi aspetto quindi che il mondo della pesca ricreativa risponda compatto ed unito a questo invito alla mobilitazione e faccia sentire la propria voce in quei palazzi dove, almeno fino ad ora, sono un po’ duri d’orecchi.
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Che dire di questo sfogo del Presidente federale? Non possiamo che condividere ogni singola parola e mostrare il nostro apprezzamento per la chiara linea che la FIPSAS da tempo ha assunto, giungendo a sbattere violentemente i pugni sul tavolo. Poi, sia chiaro, dobbiamo essere tutti consapevoli della oggettiva difficoltà di far valere i diritti della categoria di fronte al muro di gomma dell’apparato, palesemente governato da altri interessi. In questo senso ci pare che la chiamata alle armi del Prof. Matteoli debba essere letta come una dichiarazione di impotenza: la FIPSAS da sola non è in grado di cambiare il nostro destino, è necessario che TUTTO il mondo che ruota attorno alla pesca sportiva faccia fronte comune, abbandonando ogni forma di disinteresse, corporativismo o personalismo. Proprio in questi giorni il progetto di legge cui il Presidente fa riferimento è di nuovo in “lavorazione” ed il relatore ha proposto una serie di emendamenti…ma per quanto ci riguarda, la modifica principale è quella della data di decorrenza del balzello, che da gennaio 2016 è stata cambiata in gennaio 2017…per il resto, la logica inaccettabile per cui si finanzia la pesca professionale con i soldi degli sportivi è rimasta al suo posto.
Dopo lo smacco subito dalla pesca sportiva con il collegato agricoltura, adesso confluito in seconda lettura al Senato, abbiamo ancora questo fronte di lotta per tentare di evitare questa offesa alla nostra dignità.
Sull’opportunità di un testo di legge ad hoc per la pesca sportiva, non possiamo che essere totalmente d’accordo: la commistione delle regole per la pesca professionale e quella non commerciale, che è un fenomeno completamente diverso, è stata fino ad oggi foriera di problemi e ingiustizie e deve finire.
Ci auguriamo che tutte le forze associative e produttive portatrici di interessi sovrapponibili a quelli dei pescatori sportivi si diano una mossa per dare manforte alle associazioni rappresentative della categoria che da anni stanno tentando – purtroppo senza risultati eclatanti – di tutelare il sacrosanto diritto di passare qualche ora di relax e tentare la cattura di un pesce per la cena.
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