Le grandi aziende rinunciano ad Eudi 2012
L’edizione 2011 di Eudishow/Divex si era conclusa con un bilancio sostanzialmente positivo e soprattutto con il proposito, da parte di tutti i protagonisti ad esclusione di Omer, di ritrovarsi a Milano il prossimo anno anche in considerazione delle opportunità, in termini di visibilità e pubblico, che l’abbinamento con la BIT (Borsa Internazionale del Turismo) avrebbe potuto creare.
Invece, nel giro di pochi mesi, le prospettive sono drasticamente cambiate.
Mares, in primo luogo, e a seguire tutte le altre principali aziende del settore che aderiscono a Confisub, hanno comunicato che non si presenteranno all’appuntamento dell’anno prossimo; ufficialmente si tratta di una pausa di riflessione, ma forse in discussione c’è il modello stesso di una manifestazione fieristica così imponente.
Per capire meglio cosa sta succedendo e quali potrebbero essere le prospettive future del settore abbiamo contattato direttamente l’architetto Enzo Ferrari, Presidente di Confisub, che con grande cortesia e disponibilità ci ha illustrato la situazione attuale e quelli che sono i programmi per il futuro.
C’eravamo lasciati a febbraio con ben altri propositi riguardo al Salone, cosa è successo in questi mesi?
Partiamo dai dati dell’edizione di Eudishow/Divex che si è tenuta a febbraio a Bologna. Come ogni anno, a fine rassegna, abbiamo fornito ai nostri associati un resoconto molto dettagliato sul numero di visitatori e di contatti registrati durante la manifestazione con la suddivisione, ad esempio, per provenienza geografica, per fascia di età e per altri indicatori.
In più quest’anno è stata effettuata un’ indagine mirata su un campione di 1.500 visitatori, selezionati tra quelli dichiaratamente interessati alla subacquea.
Dall’analisi di tutte queste informazioni è emerso che, malgrado un aumento del numero di visitatori di circa il 5% , le persone che ogni anno percorrono i corridoi della Fiera sono sostanzialmente sempre le stesse.
Queste considerazioni, rapportate ai costi che le grosse aziende sostengono per prendere parte ad un evento come Eudi/Divex, hanno portato Mares a non ritenere vantaggiosa la partecipazione alla prossima edizione; questo ha innescato un effetto domino sulle altre grandi aziende che, a ruota e malgrado le prospettive che la concomitanza con la BIT avrebbe potuto proporre, hanno deciso di prendersi un anno sabbatico, ritirando la propria adesione all’edizione 2012.
Non si tratta tuttavia di una decisione esclusivamente speculativa, piuttosto di una pausa di riflessione che le aziende intendono utilizzare per valutare se esistano iniziative di altro tipo, e in particolare di minor impegno economico, che possano risultare più vantaggiose in termini di visibilità e contatto con il pubblico.
Inoltre il considerevole aumento della bigliettazione on-line, passata dal 4% del 2010 al 12% del 2011, ha proposto alcune riflessioni sul ruolo sempre più importante di Internet come strumento a disposizione delle aziende per raggiungere la propria clientela.
Le organizzazioni di didattica subacquea, soprattutto PADI, SSI e DAN, pur condividendo le motivazioni addotte dalle aziende hanno invece confermato la loro partecipazione alla Fiera; dal loro punto di vista infatti la manifestazione fieristica costituisce anche l’occasione per i meeting annuali con gli associati e gli istruttori.
Sotto questo aspetto, proprio PADI ha fatto registrare quest’anno a Bologna il record di adesioni con circa 900 partecipanti.”
Alla luce di questa decisione quale sarà il futuro di Eudi/Divex?
Dal punto di vista strettamente organizzativo, a seguito delle defezioni, Confisub ha comunicato ad ASSOSUB, che gestisce l’evento, una riduzione di 2.000 mq di superficie per la prossima edizione, che rappresentano circa un terzo della superficie totale.
Questo comporterà tra l’altro che l’edizione 2012 perderà il marchio Divex, mantenendo esclusivamente quello Eudishow.
Per poter immaginare come sarà il futuro dopo il 2012 bisognerà invece attendere i risultati, in termini di presenze e interesse, della prossima edizione ma soprattutto valutare se la concomitanza con la BIT possa essere davvero un’opportunità.
Anche questo salone infatti sta affrontando una fase di contrazione sia in termini di superficie espositiva, dovuta soprattutto alla drastica riduzione della partecipazione delle pubbliche amministrazioni locali, che di visitatori essendo sempre più una manifestazione orientata verso il “B2B”, cioè al rapporto tra gli operatori di settore, piuttosto che al “B2C”, ovvero destinata al consumatore, cui sono riservati solo i due giorni conclusivi.
FieraMilano aveva ritenuto che l’abbinamento tra le due manifestazioni potesse costituire un’opportunità reciproca, al punto che tra le ipotesi per il futuro ci potrebbe anche essere la trasformazione, o l’estensione, della BIT a tutte quelle che sono le attività sportive outdoor.
Ad ogni modo, al di là di quello che potrebbe essere l’interesse per la location e per i numeri che saranno divulgati al termine della prossima edizione, l’orientamento delle aziende è decisamente verso format più leggeri e mirati, come viene fatto all’estero (Spagna e Francia) proprio nel settore della pesca.
Concludendo, in questo contesto quali sono la posizione e il ruolo di Confisub?
Le grandi manifestazioni fieristiche cominciano a mostrare qualche limite strutturale e non è un caso che anche gli altri grandi saloni europei si stiano sempre di più snaturando; a Parigi, ad esempio, il “Salon International de la Plongée” è stato aperto alla vendita diretta ma all’interno dei padiglioni si trovano stand in cui vengono proposti prodotti e servizi, come quelli assicurativi e finanziari, che con la subacquea non hanno nulla a che vedere.
Anche le fiere americane sono ormai diventate di fatto saloni del viaggio dove gli espositori principali sono gli Enti del Turismo dei vari paesi.
Dal canto suo Confisub continuerà a svolgere il proprio ruolo di associazione di categoria, predisponendo varie ipotesi da proporre alle aziende associate; tra queste iniziative potrebbe trovare posto un evento, specificatamente orientato alla pesca in apnea, che potrebbe svolgersi in una località del centro Italia nel mese di novembre.
Il formato potrebbe essere simile a quello che si è visto a Cassis, vicino Marsiglia, a cui hanno partecipato anche alcune aziende italiane tra cui Omer e Cressi, che per le aziende avrebbe un rapporto costo / contatti estremamente vantaggioso e offrirebbe ai visitatori anche la possibilità di effettuare dei test di attrezzature.
Ci sono inoltre numerose altre azioni che, al momento, Confisub sta portando avanti; una di queste riguarda l’analisi del fenomeno del commercio elettronico di attrezzature subacquee rispetto al quale si sta riflettendo se proporre una regolamentazione.