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Le Due Facce del Mare

| 5 Aprile 2002 | 0 Comments

 

Foto Credit: www.totemsub.it

Settembre 1995

Io e Fabio abbiamo appena finito di caricare la macchina con tutto l’occorrente per la settimana di pesca all’Isola d’Elba a lungo pianificata durante l’estate. Fabio ha due anni meno di me, lavora, è fidanzato ed ha una grandissima passione per la pesca subacquea. Condividiamo le battute da un paio d’anni e tra noi è nata una bella amicizia. Pesco da più tempo di lui ed il mio carniere è solitamente meno scarso del suo, ma Fabio ha passione, costanza, prestanza fisica ed una gran voglia di imparare. La nostra settimana Elbana trascorre serena: il giorno peschiamo e la sera dopo cena ce ne andiamo a bere una Ceres sul frangiflutti di Marina di Campo, così possiamo ascoltare il mare mentre parliamo di pesca, di pesci e….di ragazze.

A proposito di pesci: ne prendiamo pochi, ma facciamo tanta esperienza pescando costantemente in coppia su fondali tra i 18 ed i 25 metri. Negli anni a seguire la mia attività di musicista mi porta a rallentare il ritmo di uscite: io e Fabio continuiamo ad andare insieme, ma sempre meno di frequente. Lui si iscrive al Club subacqueo grossetano ed inizia a frequentare altri pescatori. Si appassiona all’aspetto profondo, che pratica nelle acque dell’Argentario e del Giglio e comincia a prendere parte alle competizioni.

20 Agosto 2000

Da un po’ di mesi ho ricominciato ad andare in acqua con una certa frequenza. Solo una serie di coincidenze ci ha impedito di tornare a pesca insieme: ne parliamo da tempo.

Oggi ho deciso di fare una pescatella con partenza da terra a Montalto di Castro: dato che siamo nel pieno della stagione balneare, entro in acqua alle primissime luci dell’alba in modo da uscire prima che si scateni la bagarre di bagnanti e diportisti.

La giornata non è malvagia, riesco a mettere a pagliolo un denticiotto da un chilo ed altri due pezzi. Alle 10 sono già sulla via del ritorno, soddisfatto della pescata.

Quando arrivo a casa, mio fratello mi accoglie con una brutta notizia: la fidanzata di Fabio mi ha cercato insistentemente. La richiamo subito, mentre l’agitazione sale: Fabio si è allontanato nel pomeriggio di ieri per andare a pesca e non è rientrato.

Si spera ancora che abbia avuto un contrattempo o che magari sia bloccato sulla scogliera per una caduta, ma il fatto che la sua boa sia stata ritrovata ancorata nei pressi del luogo in cui si è immerso non è un buon segno.

Nel pomeriggio, l’ultimo brandello di speranza svanisce con il ritrovamento del corpo a circa 33 metri di fondo. Poco più in là, il fucile e l’asta piantata in una fessura….

Così Fabio Corridori ha perso la vita nelle acque dell’Argentario, nei pressi di Cala Piccola. L’accesso al mare da terra credo di averglielo mostrato io un paio d’anni prima. Era primavera e ricordo che mentre io pescavo in costa, lui è rimasto costantemente più fuori a cercare il pesce a fondo. Avevamo ancora le mute pesanti ed eravamo zavorrati di conseguenza, ma lui amava la profondità. All’uscita, io avevo una spigola mentre lui non aveva preso niente. Cominciarono i soliti sberleffi, tipici di ogni pescata tra amici, in cui ognuno sfodera il proprio repertorio di sfottò.

Ricordo che cominciò a dire – “Tu dove pesco io ci affoghi, vorrei vederti su quel ciglio, ci vai in sincope” ed io ribattevo scherzosamente che sott’acqua a prendere il cartellino ci vanno gli apneisti e che quello che contava era prendere i pesci.

Non avrei mai immaginato che potesse morire sott’acqua.

Un compagno sulla verticale avrebbe potuto evitare questa tragedia e magari oggi io e Fabio potremmo ridere di questa storia sorseggiando una birra al chiaro di luna sul molo di Marina di Campo. Purtroppo le cose sono andate diversamente ed io mi ritrovo a guardare il riflesso della luna su un mare che non sembra più lo stesso e a sorseggiare una birra dal sapore più amaro del solito.

Un brindisi a te, amico, veglia su di me.

 

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Category: Editoriali

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