Coronavirus, le Associazioni al Governo: “Riaprite la Pesca Sportiva e Ricreativa”
ATTENZIONE, LEGGI GLI AGGIORNAMENTI A FONDO PAGINA
In piena frenesia da fase 2, le associazioni della pesca sportiva e ricreativa hanno aumentato il pressing su governo e ministri, nella speranza che il prelievo alieutico rientri nell’elenco delle attività consentite a partire dal prossimo 4 maggio. Nemmeno stavolta si è visto un compatto fronte comune, piuttosto il solito andare in ordine sparso che certifica, se mai ce ne fosse ancora bisogno, quanto il mondo dell’associazionismo della pesca sia diviso e in preda ai soliti contrasti di potere.
Cerchiamo di fare un breve riassunto cronologico su chi abbia proposto cosa e di quali siano le aspettative che è giusto riporre nel prossimo DPCM annunciato per la fine di questa settimana.
9 aprile 2020
Con una lettera inviata ai capigruppo della Camera e del Senato, FIPIA sollecita la ripresa della pesca in apnea a partire dal 14 aprile, che era stata indicata come prima data di inizio della “fase 2”, poi di fatto rimandata al 4 maggio. L’iniziativa della Federazione Italiana Pesca in Apnea ha trovato sponda nell’on. Maria Cristina Caretta (FdI), che ha presentato il 14 aprile una interrogazione a risposta scritta, e nel senatore Francesco Bruzzone (Lega).
18 aprile 2020
La FIPSAS invia una prima lettera indirizzata al premier Conte, ai ministri delle Politiche Agricole e dello Sport, e al capo della Protezione Civile. La missiva chiede una: “riapertura della pesca sportiva e ricreativa in acque interne e in mare”, ponendo l’accento prima di tutto sulla riapertura contingentata degli impianti federali e poi sulla pratica in mare, per la quale, si propongono sia delle aperture scadenzate per regioni, che la turnazione in ordine alfabetico.
21 aprile 2020
La FIPSAS invia una seconda lettera, indirizzata agli stessi destinatari della precedente, con la quale segnala: “l’opportunità di prendere in esame anche la riapertura della pesca in apnea sportiva e ricreativa, del nuoto pinnato di fondo e delle immersioni sia in apnea che con autorespiratore a scopo ricreativo.”
La FIOPS invia una lettera con la quale, oltre a richiedere la riapertura della pesca ricreativa, sollecita anche il riavvio delle attività di produzione e vendita di articoli legati alla disciplina.
ARCI PESCA FISA scrive una lettera al ministro per le politiche agricole e forestali, per chiedere di: “considerare le attività di pesca ricreativa, molto diffuse nel paese, tra quelle che si potranno consentire nella cosiddetta fase 2“.
API–ASSOLAGHI–FIPSAS e FIOPS inviano un comunicato congiunto al ministro per le politiche agricole e forestali, con il quale chiedono che “venga presa in considerazione la riapertura dell’attività di pesca sportiva/ricreativa“, ponendo l’attenzione su quelle che sono le condizioni di pratica all’interno dei laghetti per la pesca sportiva.
Iniziative locali e Petizioni
Parallelamente alle iniziative istituzionali delle associazioni della pesca dilettantistica, si sono registrate anche diverse iniziative locali, portate avanti sia da privati che dalle sedi locali delle associaizioni nazionali, indirizzate spesso ai singoli governatori di regione. Le richieste, o meglio la richiesta, è sempre una sola: riaprire alla pratica della pesca ricreativa in mare, in tutte le sue forme, perchè ampiamente compatibile con tutte le prescrizioni di isolamento e distanziamento sociale che ci accompagneranno ancora a lungo.
Nell’epoca di internet non potevano poi mancare le raccolte di firme on-line (noi ne abbiamo contate almeno 5), iniziative con il comprensibile obiettivo di avvalorare le proprie richieste, ma dal dubbio valore concreto, organizzate soprattutto su piattaforme più interessate alla raccolta dei dati personali di sottoscriventi a fini di marketing che non al permettere al cittadino di far sentire le proprie ragioni.
Le Iniziative della Politica
Anche la politica locale non è stata in silenzio e si è fatta portatrice delle istanze dei pescatori. Fra le dichiarazioni più tempestive vale la pena citare quella della deputata dell’ARS Siciliana, Valentina Zafarana (M5S), quella del presidente della commissione Attività produttive e Sviluppo economico del Consiglio regionale del Lazio, Marietta Tidei insieme al capogruppo in Consiglio Enrico Cavallari (Italia Viva) e quella del consigliere regionale ligure Alessandro Puggioni (Lega).
La deputata siciliana sollecita il presidente Musumeci a “consentire la pesca dilettantistica e la coltivazione del proprio orto, in forma individuale, nel proprio comune”. Una richiesta arrivata direttamente dal territorio in cui: “è diffusa la pesca ricreativa, che si pratica senza licenza purché nei limiti consentiti (massimo 5 kg di pesce), non finalizzata alla vendita del pescato, ma al proprio sostentamento alimentare.” Sottolineando inoltre che: “Sono piuttosto attività salutari che, in questo particolare momento di diffusa difficoltà economica, possono contribuire al ménage di molte famiglie siciliane”.
Per i consiglieri del Lazio: “Bisogna consentire agli oltre 80mila pescatori sportivi della nostra Regione di riprendere immediatamente la loro attività. Dietro a questa pratica ci sono negozi specializzati, servizi, posti di lavoro, oltre allo sport. Si tratta, peraltro, di un’attività che si svolge in solitaria, consentendo di rispettare le misure di contrasto al Covid-19 in quanto praticata in maniera distanziata di alcuni metri tra i pescatori ed evitando così qualunque assembramento”.
Di identico tenore anche le richieste del consigliere ligure per cui: “Al pari di una passeggiata in solitaria, ancorché vicino casa, questo specifico esercizio della pesca può essere praticato da soli e in totale sicurezza. Pertanto, se si è concesso di fare la manutenzione e la coltivazione degli orti, non si capisce per quali motivi anche la pesca ricreativa e sportiva non possa ripartire già adesso o comunque immediatamente il 4 maggio”.
Un po’ di Confusione
Proprio l’iniziativa del consigliere ligure Alessandro Puggioni, accolta con favore dallo stesso governatore Toti, e culminata nell’approvazione da parte del Consiglio Regionale di un Ordine del Giorno, ha ingenerato non poca confusione tra gli appassionati.
In tanti infatti hanno inteso (sbagliando) questo atto politico, come la decisione della Regione Liguria di permettere la pesca ricreativa in mare, a partire dal 4 maggio. In realtà le cose stanno in maniera molto diversa.
Basta leggere sul sito della Regione Liguria per rendersi conto che, l’ordine del Giorno 877 approvato dall’assemblea il 21 aprile, impegna la giunta a “farsi parte attiva presso il governo centrale affinché l’esercizio della pesca in mare da riva o da natante e in acque interne e lo svolgimento delle attività di produzione e vendita di articoli ad essa destinati siano tra quelle attività che possano ripartire prima possibile”.
La decisione su quali attività riaprire, spetta infatti al governo centrale e NON alle singole regioni, che possono (come infatti è successo) decidere di adottare norme più stringenti di quelle approvate dal governo, ma non più permissive.
Lo Scenario e Cosa Aspettarsi
C’è un grande ottimismo sul fatto che dal 4 maggio si potrà tornare a pescare e fare attività all’aria aperta, però lo scenario è piuttosto complesso e per il governo non sarà semplice trovare una quadra che accontenti tutti o almeno, che non scontenti troppi. C’è infatti più di qualche ostacolo da superare.
1) Lettere simili a quelle scritte dalle associazioni della pesca, sono state inviate anche dalle omologhe del ciclismo, dell’atletica, insomma di tutte le discipline sportive che possano vantare una pratica conforme al distanziamento sociale prescritto dalle norme. È chiaro quindi che la platea di sportivi che scalpita per poter uscire di casa lievita a diversi milioni di persone. Se pensate che si sta studiando come far tornare a lavorare, senza rischi, 2,8 milioni di lavoratori, appare chiaro anche che mobilitare 2 o 3 volte tanto di sportivi (solo i pescatori dicono di essere 2,5 milioni) potrebbe comunque essere un problema.
2) Il distanziamento sociale intrinseco a questi sport, forse non è così reale. È sicuramente vero che tante discipline si possono svolgere in solitaria, ma bisogna pensare a cosa potrebbe voler dire: “dal 4 maggio via a pesca e sport all’aria aperta”. Significherebbe ritrovarsi con milioni di persone che si muoveranno tutte insieme, e non è così automatico che fenomeni di assembramento siano del tutto da escludere, anche perchè, il normale distanziamento si verifica quando solo una quota parte dei praticanti esercita, se invece escono tutti (e nel caso dei pescatori ci possiamo scommettere) la questione si complica.
3) Non si deve dimenticare che le attività che si chiede di permettere dal 4 maggio, sono le stesse che ieri si è stati costretti a vietare del tutto perchè utilizzate come scappatoia da chiunque pur di non dover rimanere tappato in casa. Attività che anche prima si potevano esercitare in solitaria e rispettando il distanziamento ma che, a conti fatti, hanno dimostrato di essere difficilmente gestibili, atteso che il buonsenso non è qualcosa su cui si possa fare affidamento.
La fase 2 è il primo step di una riapertura graduale, nella quale ognuno sta cercando di ritagliarsi il proprio spazio. Assecondando tutti però si rischierebbe di trasformarla in un “rompete le righe” che ovviamente non è una strada percorribile. Aspettiamo quindi di vedere quale sarà la soluzione proposta dalla politica, non c’è da escludere che si faccia semplicemente a ritroso il percorso di chiusura avviato due mesi fa.
AGGIORNAMENTO 26 APRILE
La bozza del DPCM atteso per il prossimo 4 maggio è circolata in serata e lascia presagire che di riapertura della pesca ricreativa si parlerà più avanti, forse da metà maggio.
Atteso che si tratta appunto di un documento suscettibile di modifiche, non possiamo non notare come nella prossima “fase 2”, venga ribadito (art. 1 lettera f) che: “non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto”.
Teoricamente quindi, gli unici a poter tornare a pescare in mare sarebbero: “gli atleti professionisti o non professionisti riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali“.
Bisognerà tuttavia aspettare che il testo raggiunga la sua forma definitiva e venga pubblicato prima di fare una valutazione definitiva.
AGGIORNAMENTO 2 MAGGIO
La questione su cosa sia da definire pesca sportiva e cosa pesca ricreativa è tutt’ora aperta e in attesa di chiarimenti dai ministeri competenti. Le Capitanerie di Porto, specie del sud Italia (molte segnalazioni arrivano dalla Sicilia), sono orientate a considerare pesca sportiva solo quella esercitata da una federazione sportiva riconosciuta, che per la pesca è solo FIPSAS. Nel dubbio però, il Comando Generale ha richiesto un parere ufficiale che speriamo arrivi quanto prima.
Forse ti interessa anche...
Category: Articoli, Editoriali, Pesca in Apnea
Commenti (2)
Trackback URL
Siti che linkano questo post