La torcia nella pesca in apnea: istruzioni per l’uso
E’ con piacere che pubblichiamo questo contributo sulla torcia del triestino Stefano Claut, valido atleta del Team Omer/Sporasub. Dalle caratteristiche dell’attrezzo fino alle tecniche di utilizzo durante l’azione di pesca, una panoramica completa sull’accessorio indispensabile per la pesca in tana.
Ricordo perfettamente i miei primi passi nel mondo sommerso a base di incursioni in costume da bagno e fuciletto polpone a molla prestato da mio cugino…. i primi aspetti nel goffo tentativo di catturare qualcosa: già allora, ogni volta che mi appoggiavo sul fondo venivo attratto dal fondale circostante e spesso le mie attenzioni da “aspettista” venivano distolte da una tana potenzialmente invitante.
Per anni ho avuto l’indecisione se impostare una battuta completamente in tana o all’aspetto, visto anche i tipi di fondale che frequento soprattutto nella Croazia settentrionale, nei quali spesso un fucile lungo mal si adatta ai piccoli anfratti e, viceversa, un fucile corto ed adatto alla tana mal si presta per l’aspetto.
Con il passare degli anni e l’accumulo di esperienza unita alla conoscenza dei fondali, ho capito quando applicare una tecnica o l’altra, soprattutto in funzione delle stagioni e della temperatura dell’acqua.
Attualmente pratico molto la pesca in tana nel periodo che va da novembre ad aprile, quando le temperature rigide del mio mare – d’inverno si arriva anche a 5/6° – inducono il pesce ad intanarsi.
L’utilizzo di una torcia valida per scovare i pesci negli anfratti più bui e soprattutto per “bucare” la sospensione presente negli spacchi dei fondali che frequento è da subito risultato essenziale.
Analizziamo quindi questo componente dell’attrezzatura praticamente indispensabile, soprattutto a cospetto di certi tipi di fondale. La torcia è composta principalmente da tre parti: il corpo torcia dove sono contenute le batterie, la parabola con l’impianto di illuminazione e l’interruttore di accensione.
IL CORPO TORCIA
A mio giudizio il corpo torcia deve essere di dimensioni contenute, personalmente scarterei torce modello “bombolaro” di dimensioni generose. Ormai in commercio esistono modelli di varie forme e tipologie, e non mancano quelle “micro” che hanno il vantaggio di poter esser infilate nella cintura con apposito dipositivo. Personalmente non amo le torce troppo piccole che sfuggono dalle mani, soprattutto in inverno con i guanti grossi e le mani intirizzite dal freddo, ma preferisco una via di mezzo. Attualmente sto usando la Flash Led della Sporasub e la Sunrise della Omer. Per quanto riguarda il colore, preferisco tonalità chiare per facilitare l’individuazione della torcia nel caso di perdita o rottura del cinghiolo, ma l’eventuale problema si risolve facilmente con un paio di giri di nastro isolante bianco.
Per quanto riguarda le batterie sono da preferire quelle ricaricabili. Per quanto mi riguarda, utilizzando costantemente questo attrezzo, è una scelta quasi obbligata, mentre chi ne fa un uso sporadico potrebbe tranquillamente utilizzare batterie alcaline normali, anche in considerazione del fatto che le nuove tecnologie a Led contribuiscono a ridurre considerevolmente i consumi.
Un altro componente importante è il cinghiolo: in commercio a mio avviso esistono cinghioli regolabili ma piuttosto fragili e fini. Agli inizi della mia carriera mi è capitato due volte di rompere il cinghiolo e perdere la torcia nel torbido. C’e da dire che spesso le aziende usano modelli appositamente fragili che, in caso di un eventuale incastro della torcia, permettano al subacqueo di liberarsi con uno strattone deciso. Personalmente uso due soluzioni: o applico un cinghiolo supplementare di sicurezza (in commercio si trovano come accessori) oppure lo sostituisco con una corda elastica bianca dal diametro generoso e adattato alla circonferenza del mio polso – dovrà comunque risultare di misura abbondante, tale da permettere di sfilare agevolmente la mano in caso di necessità.
Nel corpo torcia vi è una filettatura plastica – alla cui base si trova un doppio o-ring di tenuta – sulla quale viene avvitato il corpo parabola: ogni volta che vengono sostituite o ricaricate le batterie è molto importane lubrificare le due guarnizioni con del grasso al silicone, in modo tale da mantenerle in efficienza e non farle invecchiare precocemente.
L’INTERRUTORE DI ACCENSIONE:
E’ un componente molto importante: in passato vi erano degli interruttori a spina con una semplice leva che accendeva e spegneva, forse erano meno comodi ma sicuramente avevano una vita più lunga. Con l’avvento degli interruttori magnetici, soprattutto in passato devo dire che ho avuto diversi problemi e malfunzionamenti, ma attualmente la tecnologia ha fatto passi da gigante e ormai gli interruttori magnetici sono affidabili e precisi. Vengono comandati da una piccola calamita presente sotto il pulsante di accensione e sono molto più comodi di quelli a leva, soprattutto con l’uso di guanti invernali. Quando si indossano delle muffole (guanti a 3 dita) lisci da 5mm ogni azione diventa più difficoltosa e questi particolari fanno la differenza.
Il pulsante ha un ruolo fondamentale per i motivi suesposti, deve essere generoso e possibilmente dotato di un rilievo e un buon grip. I più moderni si caratterizzano anche per la presenza di una levetta di bloccaggio utile per quando si ha bisogno che la torcia rimanga sempre accesa senza la pressione della mano, inoltre vi è una molla di rilascio per evitare che la torcia rimanga accidentalmente accesa.
Questa molla è facilmente asportabile secondo i gusti del pescatore; io ad esempio d’inverno la tolgo in modo da avere un’accensione più dolce e meno faticosa con le mani intorpidite dal freddo, mentre il resto dell’anno la lascio in sede.
IL CORPO ILLUMINANTE:
E’ il cuore della torcia, il luogo in cui la luce viene genrata. In passato c’era la tecnologia a incandescenza, prima con lampadine normali poi con le ultime alogene, e personalmente per anni ho utilizzato questi modelli con soddisfazione…. prima di scoprire la tecnologia led.
Devo dire che all’inizio ero un po’ scettico, perché sebbene la luce del led risultava molto potente ed ampia, in caso di tane con sospensione fangosa perdeva qualcosa rispetto alla buona vecchia alogena… in pratica “bucava” di meno. I nuovi modelli con tecnologia a led inverso e fascio di luce potentissimo e concentrato hanno risolto anche questo problema, pertanto adesso utilizzo quindi le due tipologie di torcia in base all’esigenza del momento.
Spesso mi capita di confrontarmi con tane popolate ma allo stesso tempo talmente torbide che basta il primo tiro o la scodata dei pesci per alzare una coltre di sospensione: in tutti questi casi una lampada con raggio concentrato e penetrante è di grande aiuto.
Ovviamente, in altri fondali come quelli della Sardegna il discorso cambia radicalmente, una lampada potente e con raggio ampio è da preferire.
UTILIZZO
Premesso che ogni tipo di fondale ha le sue regole e soprattutto vige la legge che quanto più i pinnuti sono soggetti alla pressione di pesca tanto più sono guardinghi e pronti a scattare ad un minimo sentore di pericolo, è sempre bene non abusare nell’uso della torcia. In presenza di acqua limpida e tane ampie con pesce laureato conviene setacciare le tane abituando gli occhi all’oscurità e usare la torcia solo se strettamente necessario. Un buon trucco consiste nel chiudere gli occhi per un paio di secondi prima di affacciarsi, in modo da aver già abituato la retina al buio.
VIDEO: GRONGO IN TANA
Quando siamo costretti ad usare la torcia bisogna usare l’accortezza di accenderla quando siamo già pronti a sparare con il fucile allineato nella direzione del fascio. Puo’ capitare che il pesce illuminato scatti e sparisca in qualche angolo inaccessibile, bisogna quindi esser pronti per tiri istintivi prima che la potenziale preda si dilegui. Può anche accadere che il pesce rimanga immobile, paralizzato dalla luce, oppure che abbandoni un cunicolo inaccessibile e venga allo scoperto perché ne è attratto.
Tutti questi casi dipendono ovviamente dalla zona di pesca e dalla pressione venatoria che la caratterizza: ci si comporterà, quindi, di conseguenza.
VIDEO: CORVINA AL VOLO
Esistono dei fondali che per le loro caratteristiche richiedono un maggiore uso della torcia: sono i fondali di grotto, dove, pescando in tana, la torcia viene utilizzata mentre si setacciano le varie crepe e spacche presenti con un corto fucile armato di fiocina pronti al tiro, oppure relitti nel fango dove la torcia è indispensabile per penetrare nel torbido delle lamiere ed individuare la sagoma della spigola o della corvina.
Quando esco in gommone ho sempre 2 torce con me, perché in qualche occasione per portare a termine una cattura ho dovuto utilizzarle entrambe. Una volta mi trovavo in Dalmazia e stavo pescando su alcuni tagli verticali neri molto profondi. Dopo aver catturato due saraghi con l’hf2 80 sparando il primo all’imboccatura e il secondo affacciandomi alla tana, mi accorsi della presenza di un dentice di medie dimensioni. Ogni volta che guardavo nella tana vedevo il pesce in fondo al taglio spostarsi e sparire dietro una pietra… gli vedevo solo la coda e mi era impossibile tentare qualsiasi tiro. Provando ad affacciarmi con un 100 in altri due punti sulla sommità del taglio il risultato non cambiava: il dentice si muoveva di poco e non mi dava il tempo di mirare, nascondendosi sempre dietro qualche asperità.
Non mi diedi per vinto e iniziai a setacciare la scarpata dove il fondale precipitava a fianco del taglio. Scorrendo la parete trovai dei fori che a naso mi sembravano comunicanti con la base della tana, così presi una torcia e con l’apposita levetta la bloccai in posizione di accensione, la infilai più che potevo e riemersi. Al tuffo successivo ero di nuovo affacciato al taglio per vedere se il mio piccolo accorgimento aveva funzionato, e in effetti il dentice infastidito dalla luce puntata sul muso si spostò dal riparo e questa volta mi trovai pronto con il 100 allineato con l’altra torcia e riuscii a colpirlo con un tiro lungo ed estrarlo nello stesso tuffo.
VIDEO: CORVINA IN TANA CON FIOCINA 6 PUNTE
Altre volte mi è capitato d’infilarmi per diversi metri in camini neri profondi, un’operazione impossibile senza una torcia potente. In un’altra occasione, sempre in Croazia, stavo facendo un aspetto quando vidi una spigola uscire da una grotta in circa quattro metri d’acqua e riuscii a coglierla con un tiro volante mentre cercava di darsi alla fuga. Incuriosito, provai ad esplorare l’anfratto: indossato lo schienalino, mi immersi e imboccai la grotta, avanzando al suo interno. Dopo una decina di metri c’era una bolla d’aria, così mi fermai a riprendere fiato per poi ripartire, e dopo un’altra decina di metri trovai un bellissimo spacco con alcune spigole intanate. Anche in questo caso, la torcia giocò un ruolo essenziale e senza non avrei potuto effettuare quelle catture.
Ancora, questo inverno su alcune lastre profonde e buie, grazie anche ad un’entrata straordinaria di saraghi, utilizzando la torcia e sfoderando un buon tempismo sono riuscito a catturare 4 bei saraghi con un solo tiro.
Quest’inverno mi ha regalato un altro ricordo particolare. In Croazia si sono verificate delle condzioni uniche e penso irripetibili: sotto ad un lastrone buio sui 18 metri di profondità ho acceso la flash led e mi sono ritrovato difronte ad uno spettacolo incredibile: 4 dentici enormi intanati, non mi era mai successo prima, vi dico solo che i due più grossi facevano 9 kg circa a testa! Gli altri due li abbiamo lasciati, già paghi dalle catture dei due mostri.
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