La Scomparsa di Folco Quilici, Raccontò a Tutti il Mondo Subacqueo
È deceduto ieri all’ospedale di Orvieto, il documentarista di fama internazionale Folco Quilici. Aveva 87 anni ed era ricoverato da alcuni giorni a causa delle complicazioni sopraggiunte con un polmonite. Il naturalista ferrarese divenne noto al grande pubblico nei primi anni ’50 quando, dopo un’attività di tipo cineamatoriale, si specializzò nelle riprese sottomarine, realizzando “Sesto Continente“, che fu il primo di diversi documentari dedicati al rapporto tra l’uomo e il mare. Fu anche il primo a colori nella storia della cinematografia subacquea italiana e vinse il Premio Speciale alla Mostra del Cinema di Venezia del 1954.
Quilici è anche considerato uno dei pionieri dell’ambientalismo, non solo nazionale, e questa sua posizione è spesso stata oggetto di critiche soprattutto riguardo la sua prima attività videografica. I suoi critici infatti definirono (molti anni dopo la sua uscita), Sesto Continente, come il racconto di una specie di “safari” nel quale si catturarono molte specie marine, compresi squali e mante. Insomma qualcosa di molto distante dallo spirito che avrebbe dovuto guidare un autentico ambientalista.
Una critica oggettivamente tardiva e che non teneva conto del fatto che l’idea di coscienza ambientalista, come anche le prime organizzazioni che vi si ispirarono, vennero solo diversi anni dopo la “Spedizione Subacquea Nazionale nel Mar Rosso”, e da questa furono in qualche modo influenzate, quantomeno facendo conoscere al grande pubblico aspetti del mare allora quasi del tutto ignoti.
Neppure il rapporto con il mondo della pesca in apnea fu semplice e diverse furono le affermazioni, forse condizionate dai media e dal pubblico di riferimento, che scatenarono le ire degli appassionati, specie nei primi anni 2000. Ma fu anche capace di riconoscere che: “Un pescatore subacqueo, bravo, in tutta la sua vita da apneista non fa il danno di una rete a strascico in un giorno. Io non amo la pesca subacquea, non l’ho mai praticata, però, onestamente, ritengo gli apneisti dei veri sportivi che tirano generalmente quando hanno un bella preda e il loro danno ecologico è pari a zero. Discorso a parte va fatto per i pescatori subacquei con bombole, che hanno distrutto le coste italiane, hanno fatto scomparire le cernie, murene, saraghi…sono loro i “distruttori”…quelli con le bombole.”
Amato e odiato, Folco Quilici è stato indubbiamente uno che ha lasciato il segno e a cui si deve riconoscere il grande merito di aver fatto scoprire l’universo subacqueo ad una intera generazione, oltre che di aver portato nelle case degli italiani dalle meraviglie degli oceani alle bellezze de “L’Italia vista dal cielo”.
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