La Protesta Animalista fa Cancellare la Manifestazione “Barcolana Pesca”
La “Barcolana Pesca” sarebbe dovuta essere un nuovo evento di contorno alla celebre regata che ogni anno si disputa nelle acque del Golfo di Trieste, e che negli anni si è trasformata da competizione velica internazionale a vero e proprio evento di aggregazione, ricco di manifestazioni collaterali a carattere enogastronomico, commerciale e culturale. L’idea del patron Mitja Gialuz era quella far disputare una grande gara di pesca di superficie e subacquea, con il cui pescato sarebbe stato preparato un brodetto di pesce da far consumare a tutta la cittadinanza e tramite cui raccogliere fondi per i terremotati di Amatrice e delle zone limitrofe.
Doveva, perchè la protesta animalista è riuscita a convincere gli organizzatori ad abortire la manifestazione in programma: ufficialmente non per motivi di ordine pubblico quanto più per evitare di “macchiare” la Barcolana con una manifestazione sgradita a parte della popolazione, ma soprattutto per evitare inutili tensioni. La pietra dello scandalo era soprattutto la pesatura per decretare il vincitore che si sarebbe dovuta svolgere in Piazza Unità d’Italia, e così dopo 6 settimane di pressing su organizzatori e sponsor, gli animalisti sono riusciti a costringere alla cancellazione della competizione. Per non alimentare ulteriori polemiche la FIPSAS provinciale ha preferito la linea del silenzio, scegliendo di non commentare ulteriormente la decisione degli organizzatori.
Che le minoranze urlanti in Italia siano in grado di ostacolare e impedire lo svolgimento di una manifestazione a loro non gradita, anche con l’uso delle maniere forti se le parole non vengono debitamente considerate, non è certo una novità. E non può non far riflettere la colossale ipocrisia dell’esultanza di chi si vanta di aver “salvato centinaia di animali da una morte atroce” quando poi si volta dall’altra parte e si cuce la bocca davanti al tradizionale massacro del “montone” di orate che puntualmente si realizza ogni anno nel Golfo di Trieste, e che passa sotto l’eufemismo di “pesca miracolosa”. Evidentemente decine di migliaia (non centinaia!) di pesci in riproduzione, che muoiono per soffocamento nelle reti, subiscono una fine dignitosa (solo quella per mezzo di un amo o di un arpione è atroce…) e non sono degni di considerazione per l’animalismo militante da salotto o, più probabilmente, il movimento sa bene che i pescatori professionisti non sarebbero accomodanti e poco belligeranti come quelli ricreativi, e allora meglio non andarsela a cercare in fondo…
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