La preparazione fisica nel nuoto pinnato e nell’apnea: parte 5
Esempio di protocollo di preparazione fisica
L’atleta Anna Di Ceglie, specialista nelle distanze di mezzo-fondo e fondo, nell’autunno 2002 manifestava alcuni problemi che la inducevano ad abbandonare l’attività agonistica, in particolare presentava:
– Sofferenza all’articolazione tibio-tarsica provocata dall’uso della monopinna e conseguente impossibilità a condurre esercitazioni specifiche quantitative;
questo problema comune a molti atleti praticanti questa disciplina descritta nell’analisi chinesiologica;
Atleta Anna Di Ceglie Nord Padania Varedo (Milano) – Foto M. Sanvito
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– Presenza di squilibri muscolari (e articolari) nelle catene cinetiche tra m. agonisti e m. antagonisti;
– Carenza delle qualità di tono-trofismo muscolare per poter mantenere ritmi di gara sulle distanze medio-lunghe (dai 400 mt. ai 1500 mt. sino ai 3000/6000 mt. del gran fondo) e delle doti di velocità necessarie per poter risolvere efficace-mente un finale di gara o per impostare una prestazione cronometrica in negative-split.
Valutazioni
Valutazione morfologica delle caratteristiche anatomo-funzionali di:
– tono’trofismo muscolare analisi chinesio-logica delle catene muscolari
– tono’posturale sportiva e relazionale
– mobilità articolare
non è stato possibile effettuare vere valutazioni funzionali con gli atleti di questa disciplina
Valutazioni della composizione corporea (plicometria)
Valutazione delle abitudini alimentari e delle metodiche di integrazione
Valutazioni del gesto sportivo specifico: resa, difetti ed economicità
Valutazione in palestra delle competenze ed abilità compatibili con un programma di potenziamento generale e specifico
Diagnosi di partenza, obiettivi della stagione
– Verifica degli obiettivi agonistici previsti. Risultati attesi
– Verifica della disponibilità e delle esigenze dell’atleta
– Verifica del rapporto tra caratteristiche ideali della gara e caratteristiche individuali dell’atleta
– Verifica della disponibilità degli impianti e delle attrezzature
– Verifica anatomo-funzionale e test di valutazione
– Visita medico sportiva a supporto fisiokinesiterapico
– Visita medico’nutrizionale:
– ricerca di un regime alimentare corretto ed adeguato al bilancio e alle fonti energetiche
– valutazioni ematologiche complete e periodiche per prevenire patologie carenziali e da sovraccarico
– Modulazione dei principali mezzi di allenamento
– Conclusione, valutazioni critiche
– Verifica finale. Risultati ottenuti
Verifica degli obiettivi agonistici previsti
Risultati attesi
Anna se pur demotivata, per i problemi articolari al piede, aspirava ad entrare nella rappresentativa nazionale per le gare internazionali di velocità in piscina ed i Mondiali di Fondo in acque libere previste nell’ottobre 2003 in Egitto.
La convocazione per le prove in piscina era ristretta a pochi atleti erano richiesti dei tempi cronometrici compatibili alle staffette veloci.
Verifica della disponibilità e delle esigenze dell’atleta
Anna, compatibilmente con gli impegni di studio e/o lavoro, aveva disponibilità ad allenarsi tutti i giorni in acqua e ad inserire tre sedute in palestra e altre eventuali uscite al campo, l’unico fattore limitante erano le condizioni del piede.
Atleta Anna Di Ceglie Nord Padania Varedo (Milano)
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Verifica del rapporto tra caratteristiche ideali della gara e le caratteristiche individuali dell’atleta
Anna, per definizione fondista, in relazione alle gare previste chiedeva di migliorare nella forza resistente per la tenuta nelle gare di endurance, allo stesso modo voleva velocizzarsi pensando ai finali di gara del fondo e alle prove di staffetta.
Verifica della disponibilità degli impianti e delle attrezzature
Gli atleti della Società Nord Padania di Varedo (MI) usufruiscono di un impianto natatorio con vasca coperta da 50 mt., disponibilità di corsie in orari tardi della serata e qualche spazio aggiuntivo nel weekend.
La palestra individuata per il lavoro a secco era distaccata di alcuni km. e presentava tutte le caratteristiche della palestra di fitness e di body building; le attrezzature di potenziamento muscolare erano di marche diverse ed alcune dotate di camme, questa situazione non ha certo facilitato il lavoro rivolto a specifici angoli articolari e a determinate velocità esecutive.
Annessa alla sala potenziamento, collegata con un lungo corridoio, un’altra sala per attività a corpo libero attrezzata con tappeti tatami.
Clima di lavoro inficiato da una utenza attenta a risultati estetici!
Verifica anatomo-funzionale e test di valutazione
Ho applicato su Anna (e altri soggetti) dei test chinesiologici di valutazione muscolare ed articolare con manipolazione attiva atta ad analizzare eventuali:
– squilibri muscolari nella lateralità
– squilibri muscolari tra agonisti ed antagonisti.
– gradi di mobilità di tutte le articolazioni con particolare attenzione:
– alla mobilità del rachide dorsale
– alla mobilità del tratto lombare rispetto al bacino e alla capacità di eseguire la retroversione del bacino e di allungamento dei muscoli annessi
– alla mobilità del cingolo scapolo rispetto ai movimenti ondulatori del busto e di costrizione della gabbia toracica
– alla mobilità estesa dell’a. coxo-femorale destinata a compiere esclusivamente spostamenti antero-posteriori (sport e relazione)
– alla mobilità complessa del ginocchio; verifica dell’allineamento e mobilità rotulea, delle eventuali lassità legamentose, della presenza di varismi/valgismi
– alla mobilità estesa della caviglia pure costretta ai soli movimenti antero-posteriori
Atleti del Nord Padania Varedo e Valter Mazzei – Foto M. Sanvito
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Relazione che ho formulato per l’atleta Anna Di Ceglie:
‘L’atleta Anna Di Ceglie manifesta dal punto di vista del tono-trofimo muscolare, articolare e posturale attivo/passivo quanto segue:
– non esistono significativi squilibri di lateralizzazione in particolare di dominanza negli a. inferiori
– i muscoli che presentano un maggiore ipertono sono i quadricipiti femorali ed in particolare i vasti mediali, altra zona ipertonica il tratto lombare e i tibiali anteriori;
– risulta una ipotonia differenziata dei muscoli degli arti superiori, delle spalle, del dorso, degli addominali, dei glutei, dei muscoli add/abduttori/posteriori della coscia e flessori della gamba (fastidi nella fascia aponeurotica del terzo medio inferiore), dei muscoli est/flessori/pianta del piede;
– riscontrata buona mobilità articolare arti superiori;
– lieve rigidità vertebrale dorsale compensata da modesta iperlordosi facilmente irritabile e sofferente, bacino in anteroversione;
– limitate escursioni laterali, mediali e circonduttive dell’a. coxo femorale e dell’a. tibio-tarsica;
– lieve disallineamento della rotula in relazione alla ipertrofia acquisita dei vasti mediali deputati allo sforzo estensivo di spinta negli ultimi 30°/40°.
Nella postura di nuotata si evidenzia la scarsa capacità articolare dorsale di assumere una posizione concava unitamente alle spalle.
La leggera cifosi dorsale, con lieve anteriorizzazione delle spalle, è compensata da un’aumentata curva di compenso lombare compare non solo nell’azione sportiva ma anche negli atteggiamenti extra-sport.
Dall’analisi plicometrica l’atleta nel periodo invernale presentava una percentuale di grasso corporeo vicino al 11% diminuita sensibilmente sino al 9% in corrispondenza dell’aumento dei chilometri nuotati nel periodo estivo in previsione delle gare di fondo.
Anna Di Ceglie e Valter Mazzei – Foto B. Pignataro
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Visita medico sportiva a supporto fisiokinesiterapico
L’atleta in oggetto, su mia richiesta, ha preso contatto con il Dott. Sergio Migliorini (Medico della Nazionale di Triathlon Specialista in Medicina Sportiva, Fisiatria e Terapia della Riabilitazione) e successivamente ha intrapreso un ciclo di fisiochinesiterapia con: fibrolisi, elettroterapia antalgica e infiltrativa.
Come da mia abitudine con il medico ho concordato un programma di riabilitazione di potenziamento graduale che doveva prevedere a secco e in acqua:
– mobilizzazione attiva e passiva muscolare, tendinea e articolare dei segmenti piede-gamba
– riequilibrio e potenziamento muscolare generale, correzioni e/o compensazioni muscolari e articolari con particolare riferimento ai m. erettori del rachide e dei m. addominali;
– esercitazioni in acqua in situazioni di scarico corporeo.
da evitare e/o da inserire gradualmente tutte le esercitazioni a rischio per l’a. tibio tarsica: micro-traumi da corsa, da saltelli/balzi, da uso esercizi con sovraccarichi di compressione (pressa, squat), di esercitazioni con pinne lunghe e/o rigide, di spinta dai blocchi di partenza e/o di virata.
Visita medico’nutrizionale
Esaminata l’area meccanica ho ritenuto opportuno affrontare l’area energetica avvalendomi della vicina consulenza del Dott. Pierluigi Fiorella (Medico FIDAL e dei ns. atleti locali vedi Stefano Baldini – Oro Olimpico Maratona di Atene).
In particolare ho presentato al medico un quadro di sport femminile di endurance (anemie pre e latenti), problematiche relative ad una alimentazione e integrazione ripartita sulla base della programmazione e periodizzazione: apporto proteico nella fase generale di costruzione, strategie alimentari e integrative a supporto dell’allenamento/gara (prima, durante e dopo).
Il medico sulla base delle richieste ha individuato nella periodizzazione l’inserimento di controlli ematici periodici in corrispondenza del periodo di riposo/recupero (autunno), nel periodo intermedio dal generale allo specifico (febbraio), nel periodo di picco della velocità prolungata (fine giugno Camp. Italiani selezione Azzurri) ed eventualmente nel periodo di mantenimento per il picco successivo con introduzione di lavori lunghi in acque libere (settembre Mondiali Fondo Egitto)
Controllo delle attrezzature prima della gara – Foto B. Pignataro
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Struttura generale della progetta-zione adottata
In accordo con l’allenatore abbiamo impostato un programma combinato per non caricare eccessivamente l’a. tibio-tarsica ove si sarebbero concentrate tutte le sollecitazioni sino ai mondiali di settembre.
In questa ottica non abbiamo mai introdotto test massimali in palestra e la verifica degli incrementi avveniva sui campi di gara nei weekend traendo i dati sul diario di Anna; i carichi venivano riferiti in percentuale ai massimi teorici.
I veri test dovevano essere esclusiva-mente le gare previste dal calendario; in questo contesto abbiamo consolidato un modello di tapering dei tre giorni gara (venerdì, sabato e domenica) per verificare il giusto dosaggio di allenamento, di riscaldamento, di defaticamento e di somministrazione di integratori energetici e di recupero.
La struttura base doveva comprendere tre fasi dal 20.1 al 29.6 opportunamente modulate:
FORZA GENERALE carichi 60-70 % serie fisse
FORZA MASSIMALE carichi progressivi sino al 90% utilizzando serie piramidali a struttura larga del tipo:
rip. 15 12 2×8 2×6 (4 solo leg. ex.) 8 10
FORZA RESISTENTE carichi dal 30 al 40% calcolato sul teorico massimo della FM; utilizzate serie a tempo con breve recupero attivo in sourplesse, vedi suggerimenti
nel periodo estivo erano previsti solo richiami di FM, 1 o 2 sedute alla settimana, compatibilmente con le trasferte
Modulazione dei principali mezzi di allenamento
Utilizzo di una metodica di preparazione fisica multilaterale variata, completa e periodizzata ai picchi richiesti dal calendario agonistico
La programmazione di Anna si presentava alquanto complessa per la sovrapposizione di diversi problemi che limitavano le scelte da operare.
La prima mossa spettava alla fisiokinesi-terapia che attuata nel mese di ottobre 2002 ci permetteva di riabilitare il piede gradualmente utilizzando un protocollo che prevedeva:
– lavori di nuoto puro evitando sollecitazioni nelle spinte delle virate
– esercizi con tavoletta priopriocettiva
– esercizi di mobilità passiva ed attiva dell’articolazione tibio-tarsica
– esercizi con andature a piedi scalzi sui tatami
– utilizzo graduale di pinnette in gomma morbide e corte
– utilizzo di esercizi di ciclette in agilità e con mobilizzazione della caviglia accentuata
– utilizzo di corsa leggera con scarpe adeguatamente protettive e stabili eseguita su fondi erbosi piani
– aumento graduale dell’intensità degli esercizi, della durezza delle pinne, dei rapporti della bici, ‘
Piccoli atleti del Nord Padania in gara – Foto B. Pignataro
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A questo punto trascorse le festività natalizie Anna ha cominciato a frequentare la sala di potenziamento prendendo confidenza con le attrezzature e utilizzando le poche nozioni possedute in materia di preparazione atletica; ho usato volutamente questo aggettivo in quanto dopo due visite a Varedo per verificare le attrezzature e le tecniche esecutive ho dovuto mettere in atto una serie di provvedimenti indispensabili insegnandole a eseguire:
– un pre-riscaldamento leggero di corsa sul nastro treadmill o di ciclette seguito da esercizi di mobilità della caviglia, delle ginocchia, della a. coxo-femorale e di stretching degli arti inferiori;
– il vero riscaldamento con almeno 10’/12′ di corsa seguito da esercizi generali di mobilità e di allungamento con particolare riferimento al rachide dorsale;
– esercizi di pre-atletismo sul tatami su dei tratti di 15/20 mt. includendo l’esecuzione di skip avanti, dietro e sotto
A questo punto mi sono accorto dell’incapacità dell’atleta ad eseguire in forma continuata, ritmica e rapida questi semplici esercizi!
Anna non possedeva queste capacità coordinative e soprattutto mancava di rapidità! Ormai aveva assimilato i ritmi imposti dalla monopinna e non aveva l’abilità di avere ampie escursioni e di inserire variazioni di velocità.
Ho insistito molto su queste esercitazioni come anche ad esempio sulla corsa laterale e incrociata inserendola sempre nei recuperi attivi dopo le esercitazioni con i sovraccarichi e nella fase di defaticamento.
I miglioramenti nelle esecuzioni sono stati incredibili!
– esercizi di potenziamento in totale scarico lombare assumendo posture in retroversione del bacino ed evitando l’aiuto/aggancio delle gambe in tutti gli esercizi
– esercizi di respirazione abbinati alla velocità esecutiva richiesta a seconda che si trattasse di F. Generale o F. Resistente o F. Massimale
– recuperi più o meni attivi a seconda delle metodiche sopra citate
– esecuzione corretta degli esercizi di potenziamento cercando di localizzare la contrazione e evitando l’utilizzo di altre aree muscolari
– ricerca delle angolazioni più appropriate finalizzate alla specialità
L’esercizio su cui ho maggiormente puntato per non caricare le caviglie è stato il leg-extension utilizzato nelle serie introduttive di riscaldamento nella sua completa escursione per tonificare a compenso anche i vasti laterali; nelle esecuzioni di forza massimale e resistente ho richiesto angoli dai 45° ai 30° con velocità basse e sostenute nel secondo caso.
Sul tratto lombare ho sempre richieste poche esercitazioni se non in mobilizzazione (arco) passivo, sono un sostenitore dell’interpretazione del Dott. Arcelli che attribuisce un lavoro intenso a questa area in tutte le situazioni di relazione e di sport.
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