La FIPSAS in difesa dei pescatori in apnea
Prof Ugo Claudio Matteoli
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Nel 2001 si è verificato un importante avvicendamento al vertice della FIPSAS, la Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee, guidata dal 1978 al 2000 da Francesco Colucci.
Le elezioni di Bellaria del 27 Gennaio 2001 vedevano in corsa per la carica di Presidente Virginio Balella e Claudio Matteoli, ma alla fine il Prof. Matteoli è stato eletto con un consenso impressionante: ben l’ ottantasei percento dei voti, un vero successo.
Claudio Matteoli è prima di tutto un appassionato che ha fatto tanta gavetta ed è arrivato al vertice della Federazione partendo dal “basso” grazie al suo impegno, alle sue capacità ed al suo carisma.
Durante una riunione con i rappresentanti dei circoli subacquei tenuta a Roma qualche mese fa, Matteoli comunicò la sua ferma intenzione di partecipare attivamente alla vita di tutti i settori federali, compreso quello delle attività subacquee, definendosi un “interventista”. Ebbene, il Presidente ha dato seguito con i fatti alle dichiarazioni d’intenti ed ha fatto sentire la sua autorevole voce in occasione di due episodi di attacco alla pesca subacquea che hanno fatto discutere a lungo, soprattutto sul Web.
In primo luogo, una puntata della trasmissione Lineablu del Novembre scorso, che scatenò una serie di mail di protesta da parte dei pescatori subacquei e che vide il Direttore responsabile della trasmissione Danilo Leonardi intervenire sul Forum di Apnea Magazine per cercare di spiegare le ragioni di un simile atteggiamento.In secondo luogo, l’incredibile articolo a firma di Anna Tagliacarne apparso sull’Espresso il mese precedente, in cui tal Buzzi, esponente dell’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), sciorinava cifre e dati relativi alla pressione della pesca sportiva – in particolare subacquea – estratti, come si suol dire, dal cilindro magico.
E’ con piacere, che pubblichiamo di seguito il testo delle due lettere inviate dal Presidente Prof. Matteoli, rispettivamente, a Linea Blu e all’Espresso.
E’ veramente il caso di evidenziare come i toni civili utilizzati da Matteoli non influiscano in alcun modo sulla pregnanza del messaggio rivolto ai media, forte e chiaro. Credo che queste due lettere si possano ritenere un ottimo esempio di come si possa difendere il nostro sport.
Il nostro plauso al Presidente Matteoli e alla FIPSAS.
LETTERA A LINEA BLU
Oggetto: trasmissione televisiva del 10 novembre 2001 sulla pesca subacquea.
Egregio dr. Leonardi,
in riferimento alla trasmissione “Linea Blu” di cui all’oggetto, nel corso della quale sono state espresse osservazioni critiche sulla pesca subacquea e sui danni ambientali da questa derivanti, desidero esprimerle alcune considerazioni. “Linea Blu” è una trasmissione di successo, seguita con interesse dal pubblico. Ogni affermazione trova in questo contenitore amplificazione e legittimazione.
Da più di cinquant’anni la F.I.P.S.A.S. (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee) rappresenta in Italia tutti i pescatori sportivi, promovendo l’attività della pesca sia come sport che come cultura del tempo libero, tutelando l’immagine del pescatore come quella di un soggetto in grado di gestire il suo rapporto con la pesca e la natura. Per la pesca subacquea la F.I.P.S.A.S., nel corso degli anni, ha proposto ed attuato regole e limiti nelle catture, obbligando i propri associati ad acquisire un brevetto tale da garantire loro, tra l’altro, opportune conoscenze di biologia marina.
Le competizioni sportive di pesca subacquea prevedono prelievi selezionati ed il rispetto di specie come le cernie di qualsiasi tipo.
Inoltre è stato predisposto un “libro bianco” sulla pesca subacquea in grado di testimoniare la valenza qualitativa di questo sport, non più finalizzato alla cattura indiscriminata del pesce.
Il pescatore subacqueo appartenente alla nostra Federazione rappresenta un soggetto sportivo il cui comportamento è in palese contrasto con quanto è stato affermato nel corso della sua trasmissione.
In considerazione di tutto questo mi permetto di invitarla ad offrirci quel diritto di replica sul tema “pesca subacquea”, argomento che all’interno della mia Federazione è da anni, vissuto e gestito con serietà ed impegno, il tutto compatibilmente con le mutevoli esigenze ambientali.
Pertanto le sarei grato se vorrà, nei modi e nei tempi che riterrà più opportuni, portare a conoscenza del pubblico anche il parere della F.I.P.S.A.S. .
A sua disposizione per ogni iniziativa in merito all’argomento, colgo l’occasione per porgere i miei cordiali saluti.
Il Presidente Federale
Prof. Ugo Claudio Matteoli
LETTERA ALL’ESPRESSO
Roma, 31 gennaio 2002
Abbiamo ricevuto segnalazione da parte di molti nostri tesserati in ordine ad un articolo pubblicato all’interno del numero del 25 ottobre 2001 del Vostro settimanale.
Il pezzo, a firma di Anna Tagliacarne, riporta una serie di sconcertanti affermazioni di Gianni Buzzi dell’ENPA di Savona riguardanti ipotetici danni provocati durante l’estate da una non ben identificata orda di maniaci sterminatori di creature marine.
Ora, prima di entrare nel merito, ci pare doveroso opinare con forza il tono e il taglio dell’articolo stesso, il quale denuncia un chiaro intento di sensazionalismo, non tiene conto dell’assurda inverosimiglianza dei dati pubblicati, non tiene conto di normative di legge che sono a conoscenza di tutti e soprattutto non è supportato da quella caratteristica imprescindibile che si chiama deontologia e che vorrebbe l’informazione supportata da correttezza, studi scientifici seri, e soprattutto libera da pregiudizi di parte.
Per andare nello specifico ricordiamo soltanto che esiste in Liguria una ordinanza che da maggio a settembre vieta rigorosamente, nelle ore diurne, la pesca subacquea in quello spazio che va dalla costa fino a 500 metri al largo. In merito a questa ordinanza vengono operati, dagli organismi preposti, controlli rigidissimi e sono comminate multe particolarmente salate.
Se questo ancora non bastasse, l’estesa attività di balneazione e l’intenso traffico di mezzi nautici oltre la distanza di rispetto (300 metri) vengono di fatto ad impedire nel corso dei mesi estivi sia l’esercizio della pesca subacquea che la pesca con canna.
Quei pochi pescatori subacquei superappassionati (cui sembrerebbe in particolare dedicato l’articolo) per guadagnare il largo in sicurezza sono costretti a dotarsi di una imbarcazione di appoggio con a bordo una persona che custodisca il mezzo, poichè la legge prevede che non si possano abbandonare imbarcazioni in acqua senza un addetto a bordo.
Con tali e tante limitazioni ci piacerebbe sapere come tecnicamente uno sparuto numero di pescatori sia riuscito a sterminare una tale quantità di animali marini.
Peraltro questa Federazione, che fa della cultura, della tutela e della promozione dell’ambiente un obiettivo primario, sarebbe ben lieta di credere che in 80km di costa savonese vivano ben più di 500.000 tra cernie, dentici, orate, murene, saraghi, spigole, astici e aragoste e ben più di due milioni tra cefali, donzelle, rombi, seppie ecc….., numeri tali da permettere una carneficina quale quella descritta.
In realtà dare credito a dati così inverosimili equivale a lasciar credere che la salute dei nostri mari sia di gran lunga migliore di quanto in realtà non sia, distraendo l’attenzione da quelle che sono le reali cause del depauperamento ittico: inquinamento chimico e acustico, pesca a strascico di frodo sotto costa, pesca professionale intensiva, rottura degli equilibri biologici.
Dati reali e scientificamente provati di cui la nostra Federazione è in grado di produrre documenti probanti.
Se vorrete, saremo a Vostra disposizione e molto felici di poter contribuire in qualche modo a fare dell’informazione corretta rispetto a questo argomento, con notizie che sicuramente potrebbero interessare i Vostri lettori, dando voce ad organizzazioni che, come la nostra, hanno tutto l’interesse a proteggere un patrimonio ambientale senza il quale verrebbe meno la loro vera ragione di esistere.
Il Presidente Federale
Prof. Ugo Claudio Matteoli
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