La FIPSAS del futuro: C&R, apnea, pinnato e nulla più?!
Gli ultimi giorni di gennaio è stata pubblicata sul portale della FIPSAS la bozza del nuovo statuto federale che sarà in discussione durante la 58a Assemblea Straordinaria convocata per il 1° marzo a Cecina. Leggendola attentamente non possono certo sfuggire dei cambiamenti a dir poco epocali, ufficialmente dettati dalla necessità di economizzare e ottimizzare le risorse che fluiscono in misura progressivamente decrescente nelle casse di un po’ tutte le federazioni sportive, ma che tuttavia, lasciano intravvedere la realizzazione di un preciso disegno politico da tempo progettato e perseguito.
Scendiamo nel dettaglio e cerchiamo di capire cosa cambierebbe e quali saranno le ripercussioni di queste scelte.
Scompare la distinzione tra atleta e tesserato.
Mentre fino ad oggi l’atleta era solo colui che era in possesso della tessera atleta per praticare le discipline federali a livello agonistico, il nuovo statuto introduce un’equiparazione di status trasformando in “atleti” tutti i tesserati di società, sia agonisti che no. Potrebbe sembrare una semplice questione linguistica, mentre al contrario è molto materiale e pensata indubbiamente in chiave elettorale, soprattutto alla luce del fatto che continuano ad essere esclusi dal diritto di rappresentanza i “tesserati individuali” non iscritti a società, un genere anomalo di associato questo, totalmente sconosciuto nello sport italiano ed esistente solo nella Fipsas, che ha pari doveri pecuniari ma nessun diritto politico e di rappresentanza appunto.
Gli atleti e i tecnici, sono coloro che votando nominano i delegati regionali, che a loro volta eleggeranno poi i rappresentanti dei comitati di settore, normalmente presidente e vice. In teoria quindi, un’espansione del bacino elettorale permetterebbe una maggior rappresentanza di tutti i settori in seno alle assemblee provinciali che esprimono i delegati. Il problema è capire se questo incremento sia proporzionale o vada a vantaggio mirato di qualcuno.
Analizziamo il settore Attività Subacquee della pesca in apnea: la stragrande maggioranza dei praticanti ricreativi che non ha mai praticato agonismo ha sempre faticato a tesserarsi, non trovando motivazioni sufficientemente valide per entrare nella Federazione. Giustamente sospettosi verso le ripetute e avverse prese di posizione di alcuni vertici, delusi dall’assenza di un’efficace attività di tutela della disciplina e dubbiosi sulle reali capacità di rappresentanza federale. Infine il pasticcio dell’abolizione dei diritti assicurativi del pescatore in apnea non agonista o operante all’estero, ha eliminato uno dei pochi motivi validi, se non l’unico, che poteva spingere un pesca sub ricreativo a tesserarsi. Nel Nuoto Pinnato, invece, una dimensione ricreativa della disciplina di fatto non esiste, non tanto nella pratica quanto più nella consapevolezza che tale sport sia ben separato dalla più generica attività natatoria e ricco di successi e tradizioni agonistiche.
Stante l’atavica incapacità di incentivare il tesseramento “ricreativo” del settore AS e la sostanziale inesistenza di questa dimensione nel NP, si evince come per loro e per tutti i settori in cui il tesseramento è funzionale solo e soltanto alla pratica agonistica e quindi il numero di tesserati ed atleti sostanzialmente si equivalga, la modifica statutaria non comporti apprezzabili incrementi di rappresentanza, ma ne implichi, al contrario, un drammatico indebolimento.
Il discorso però cambia radicalmente quando prendiamo in esame il settore delle Acque Interne, già maggioritario in FIPSAS oltrechè storico e granitico sostenitore del presidente Matteoli.
Per ragioni molto varie, che vanno dalla presenza di un circuito agonistico molto variegato alla possibilità di accedere a numerosi specchi d’acqua a titolo quasi esclusivo, grazie alle concessioni e alla gestioni pagate anche grazie ai tesseramenti degli altri settori e agli ingenti contributi ricevuti dal Coni, il pescatore medio d’acqua dolce è tesserato anche solo per il piacere di partecipare all’associazionismo a prescindere dalla sua vocazione per l’agonismo. Diventa quindi facile capire come estendere la qualifica di atleta (e quindi il diritto di voto) ad ogni semplice praticante purché tesserato di società, significhi moltiplicare a dismisura il potere già egemone del settore.
Riguardo il Settore Mare che raggruppa i pescatori a canna delle acque marine, invece, i problemi di trascuratezza federale sono gli stessi dei settori NP e AS, perfino acuiti da un certo sentimento di odio da parte dei vertici federali, culminato nel commissariamento del settore e nella sua occupazione de facto da parte del settore acque interne grazie alle solite ben congegnate manovre statutarie utili solo alla gestione del potere ma del tutto avulse dal diritto di rappresentanza.
L’accorpamento dei settori
Nasce il settore “Pesca di superficie” in cui confluiscono le Acque Interne e le Acque Marittime. L’eterno scontro che ha visto il settore mare sconfitto e commissariato, si conclude in un abbraccio mortale, con il suo conseguente e definitivo annientamento.
Vede la luce, poi, un settore ibrido dall’anima tormentata che includerà le Attività Subacquee e il Nuoto Pinnato, di fatto costretti ad una coabitazione che con ogni probabilità ne dimezzerà autonomia e rappresentatività. Se da una parte è vero che esiste già una certa cooperazione tra le due realtà – numerose sono, infatti, le società che si occupano sia di pinnato che di apnea… anche Apnea Magazine è un esempio di fattiva collaborazione – e che avendo una tradizione sportiva più strutturata il Nuoto Pinnato potrebbe essere in grado di travasare un bagaglio di esperienze positive sui più frammentati circoli delle Attività Subacquee, sul lungo periodo si profila uno scontro scontro politico in cui Allegrini (NP), anche solo per banali motivi anagrafici, è chiaramente il favorito.
Figliastra non gradita in questo matrimonio sarà la nostra amata Pesca In Apnea, che da disciplina portante del settore Attività Subacquee rischia fortemente di trovarsi relegata a posizione sussidiaria di uno sport più solido come il Nuoto Pinnato e di uno più incentivato e politically correct come l’apnea agonistica.
Sul breve periodo è quindi facile notare come la pesca subacquea in apnea sarà un elemento totalmente avulso in questo connubio, che non ha alcuna speranza di dire la sua, anche se questo non deve certo stupire vista la svolta apneistica da tempo fatta dal presidente del settore Azzali e la convinzione matteoliana, ormai datata, che la pesca in apnea sia un fenomeno in via di esaurimento e lontano dalle logiche sbandierate sui quotidiani nazionali, in cui la pesca sportiva è “una sfida tra l’uomo e il pesce. E non è divertente se finisce con la morte dell’avversario“.
In questa manovra che dimezza i settori AS e NP, rimane stritolata la Didattica Subacquea che, di fatto, scompare. La logica conclusione della parabola di un settore che solo negli ultimi anni tentava una riorganizzazione ma non ha mai capito quanto fosse un colpo mirato quello di sospendere la copertura assicurativa della tessera federale all’attività al di fuori di improbabili, per la subacquea, acque federali.
L’esistenza formale del settore, ma su nomina e quindi senza reale diritto alla rappresentanza, porterà certamente ad un critico rallentamento dell’attività di aggiornamento degli istruttori e una definitiva demotivazione per le società affiliate.
La nomina dei delegati regionali
Insieme ai presidenti di società, i delegati regionali costituiscono l’assemblea nazionale della FIPSAS, massimo organo della federazione cui spetta da statuto il potere di deliberare su tutto, a partire dagli indirizzi per lo svolgimento di tutta l’attività federale.
Il nuovo statuto raddoppia, da 200 a 400, il numero di atleti necessari per poter eleggere un delegato, mentre riduce da 40 a 30 il numero di tecnici necessari per la medesima elezione. Posto che da statuto ogni settore sceglie se nominare i prori delegati con il primo o il secondo metodo, si capisce come l’aumentato potere di voto conferito al settore Acque Interne gli permetta di eleggere un numero di delegati massicciamente superiore rispetto agli altri.
La consuetudine dei settori AS e NP di eleggere i propri delegati con il voto dei tecnici permette, almeno nell’immediato, di limitare i danni senza essere fagocitati come invece avverrà per le Acque Marittime, tuttavia il dimezzamento della rappresentanza porterà alla lunga contrasti, come già accennato in precedenza.
Nuova distribuzione dei consiglieri federali
Il consiglio federale, composto dal presidente e da 12 consiglieri in rappresentanza delle società affiliate, dei tecnici e degli atleti tra le altre cose nomina presidenti e vice dei comitati di settore. Il potere amministrativo è invece detenuto dal Presidente Federale, che si avvale di una ristretta giunta esecutiva nominata all’interno del Consiglio Federale.
E proprio nell’ottica della composizione del Consiglio Federale viene rivista anche l’appartenenza dei 5 consiglieri di settore. Mentre prima provenivano nella quota di uno da ogni settore (AI, AM, DS, AS, NP), adesso, per effetto dell’accorpamento dei primi e degli ultimi due, nonchè della soppressione della didattica, con il nuovo statuto saranno nella misura di 3 rappresentanti degli atleti per la pesca di superficie e 2 dei tecnici per il settore AS-NP.
Numericamente non cambia quasi nulla, ad eccezione del fatto che le Acque Interne raddoppiano la loro rappresentanza, anzi la triplicano dato che in virtù dei meccanismi elettorali precedentemente spiegati, finiscono per cooptare anche la quota rappresentativa delle Acque Marittime. In buona sostanza si comprime la rappresentanza degli altri per espandere esponenzialmente quella del solo settore AI.
Riassumendo cosa cambierà?!
Solo pochi giorni fa, nell’ambito della questione sulla proposta di legge riguardo la pesca dilettantistica in Sardegna, abbiamo sottolineato come la posizione dei vertici federali sia “ormai appiattita esclusivamente su una debole difesa dell’attività dei propri agonisti, dimenticandosi che questi sono prima pescatori ricreativi e solo poi agonisti, oltreché su una stucchevole campagna di propaganda del C&R quale fosse l’unico modo virtuoso ed eco-compatibile di vivere la pesca“.
Ecco, la riforma dello statuto porterà i vertici federali a pensare di dover seriamente cambiare nome alla federazione, perchè della pesca sportiva e delle attività subacquee che porta nell’acronimo rimangono poco più che le briciole. Lo strapotere delle Acque Interne (leggasi catch & release quale unica forma incentivabile e promuovibile di pesca sportiva) diventerà totale, estendendo di fatto il suo controllo a tutti i settori, con la logica possibilità di rielezione perpetua per il presidente Matteoli ed i suoi eredi e seguaci.
Si sta cercando in tutti i modi di far sì che la FIPSAS non sia più la casa di tutti i pescatori, gli appassionati di immersioni, i pinnatisti e gli apneisti, ma si trasformi in una federazione votata esclusivamente alla tutela della pesca in acque interne, il che, in un paese con uno sviluppo costiero di quasi 7500 km, appare una totale assurdità che la costante emorragia di tesserati che ha portato le quote affiliazione dai 700.000 tesserati del 1970 agli scarsi 200.000 attuali sta a dimostrare.
L’unica speranza per la subacquea in generale di avere delle prospettive, che non siano solo la compressione continua e la sudditanza impropria nei confronti di una disciplina ad essa completamente estranea come la pesca fluviale, è la ricerca e il riconoscimento di una vera autonomia all’interno del proprio settore, con un futuro di attività associata alla federazione.
Se non si farà questo, al più presto, a nostro avviso si corre il rischio di distruggere la subacquea nazionale dentro la FIPSAS. Considerando che quella moderna è nata proprio in Italia come espressione civile delle conoscenze dalla Marina Militare… la macchia su questa federazione e la sua presidenza sarà gravissima e indelebile.
Avremmo voluto parlare di questa riforma statutaria al condizionale, sperando che sia veramente una proposta con delle reali possibilità di essere discussa e bocciata, ma chiunque conosca un minimo di politica federale, sa bene che non si convoca un’assemblea straordinaria con il rischio di perdere la partita. Per concludere, vorremmo chiarire che l’ASD Apnea Magazine da sempre ha un ottimo rapporto con tutte le componenti federali della propria sezione provinciale, in cui lo spirito di collaborazione e il comune amore per la pesca dilettantistica hanno sempre determinato un’armonica e positiva sinergia proiettata anche a livello regionale, ma purtroppo questa circostanza che ci preme mettere in evidenza non cambia la sostanza dell’analisi delle modifiche statutarie ormai imminenti.
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Category: Articoli, Pesca in Apnea
Ho letto con molta attenzione l’articolo di cui sopra , oltre che esprimere rispetto e considerazione per la persona che ha scritto e….il modo di scriverlo , mi sembra abbia letto nel mio pensiero , in testa ho esattamente queste idee , da molto tempo , corroborate dal passare del tempo e dal vedere realizzarsi le cose pensate. I mali non sono tanti…ma…solo uno : le acque interne , i vertici federali lo hanno capito da tempo , a loro interessa “solo” avere l’appoggio di questo settore , poi ….ci pensano loro!!!!
Il vero problema è che non esiste alternativa(leggi associazione) che si renda disponibile a rappresentare le AM ,AS e NP all’infuori della Fipsas e la Fipsas…ne approfitta!!!!
Io sono un pescatore di mare , agonista , ma ben presto mollerò tutto , la nausea sale….molto di più dell’alta marea!!!!
Mi sembra di essere tornato al passato e cioè quando simili attegiamenti diedero origine alla scissione in FIPS e FIAS e che gli allora dirigenti ( più o meno gli stessi di oggi) ebbero la successiva geniale idea di aggiungere la A di attività e la S di subacquee per dire d’aver risolto il problema. Ma l’agggiunta delle due lettere non ha MAI modificato la realtà ed il rapporto e trattamento di sudditanza delle attività sub rispetto a tutto il resto. Recentemente uno dei maggiori esponenti del settore AS ha più volte nella stessa giornata esaltato le magnificenze del nuoto pinnato a discapito di quella “masnada di poveri venditori di pesce o pescivendoli” destinate all’estinzione ( parale da me riporatate fedelmente ma che ho fortemente osteggiate al momento …..). Fino a quando il CONI riconoscerà solo a loro la facoltà di organizzare e rendere validi Campionati Italiani ed internazinazionali, saranno sempre gli stessi a voler distruggere il nostro sport.Io personalmente non rinnoverò più la mia tessera: non meritano assolutamente il mio ,anche se modestissimo, impegno
Che tristezza la tua testimonianza Roberto, evidentemente qualcuno ha già iniziato la campagna elettorale per mantenere un posto di rilevanza nel futuro settore unico ASNP, rinnegando perfino la sua storia. Mah, mi auguro che questa gente faccia la fine che merita, sono al pari di tutti gli pseudo campioni pentiti che hanno sputato sullo sport che li ha resi qualcuno.
Anni fa abbiamo commesso l’errore di entrare nella FIPS rinunciando alle nostre libertà, per essere più grandi. Ora ne paghiamo le conseguenze, ma ci si può ribellare non tutto è perso.
Premesso che il sottoscritto, pur avendo avuto l’onore di ricoprire la carica di Presidente del Settore Mare, durante il mio mandato ho sempre sostenuto, ed ancora ne sono convinto, che la pesca in Apnea era la più “nobile” attività di pesca in quanto estremamente selettiva, difficoltosa e con un rispetto estremamente importante delle misure minime di legge (non ho conosciuto Apneisti che sparano orate di 20 cm o cernie di 40 cm o saraghi di 18 cm). La nostra è una Federazione di Pescatori Sportivi ed essendo riconosciuta dal CONI la nostra attività si esplica attraverso gli Atleti. Ciò detto e lungi da me voler alimentare polemiche, ritengo che sia importante il rispetto dell’ambiente dove esplichiamo le nostre attività ma ritengo che non si dovrebbe snaturare la natura stessa di una Federazione Sportiva nata per rappresentare al più alto livello i “pescatori”. Per le modifiche statutarie e le questioni politiche, pur avendo le mie idee, mi astengo di commentarle anche perché evidentemente non sono condivise dalla maggioranza che democraticamente mi ha visto sonoramente sconfitto alle ultime elezioni. Mi auguro che la Nostra Federazione rimanga rispettosa dell’ambiente ma principalmente continui a lottare per i principi fondanti dei Padri costituenti. Scusate per l’intromissione, Marco Pisacane
Credo che il processo di snaturamento della FIPSAS sia in atto già da molto tempo ormai. Non si può certo pretendere di usare i pescatori ricreativi per accreditarsi di un peso rappresentativo che diversamente non esisterebbe, e contemporaneamente agire non solo per non tutelandoli ma perfino danneggiandoli.
Bisognerebbe chiedersi se la dimensione agonistica delle discipline federali esisterebbe senza una solida base “ricreativa” e se non sia fortemente in crisi proprio perchè la politica dei vertici sembra essersi dimenticata che qualunque agonista di qualunque disciplina è PRIMA un ricreativo e SOLO DOPO un atleta.
Lucro e potere non vanno a braccetto con la parola sportivo. Lo sportivo è tale quando è mosso dai più nobili sentimenti e la passione è il più grande di questi, a prescindere dai risultati in classiffiche o competizioni. Quando a decidere delle ns sorti vi sono persone che si sono ormai dimenticate il sapore del sacrificio, delle delusioni e dei successi perchè assuefatte a comode poltrone con benefit a noi sconosciuti,ma da noi pagati, investite di titoli altisonanti e tanto altro, il declino è ormai più che cominciato.
Credo che in Federazione ci sia ancora del buono individuabile in persone mosse da buoni sentimenti, dalla ns stessa passione, ma credo anche che per colpa di una contorta strutturazione della stessa non vi sia modo di farle emergere e ricoprire incarichi dove possano esercitare per il bene collettivo e non per un tornaconto personale.
I “senatori a vita” sono il male di tutte le istituzioni.
Non devono più rendere conto a nessuno e per questo non fanno più il bene di nessuno se non il proprio.
Le scissioni non sempre sono un bene, ma vi sono casi in cui le alternative sono nulle, da suicidio della categoria.
I ns voti sono troppo leggeri e quindi non abbiamo un peso politico considerabile in questa realtà.
Sarà compito loro farmi ricredere, non a parole o con giochini di palazzo, ma con fatti e solide garanzie.
In caso contrario avranno trovato un altro nemico, come se non ne avessero già abbastanza.
Cordialmente Marco