La Cassazione mette fine al caso Cribari: fu omicidio colposo
A distanza di oltre sette anni dalla tragica uccisione del dott. Silvio Cribari, si è finalmente messa la parole fine al lungo strascico giudiziario. Il giorno 8 giugno 2000 Silvio Cribari stava effettuando una battuta di pesca in apnea nelle acque di San Foca insieme ad un compagno. Regolarmente segnalato con la boa ed anche dalla bandiera issata sul mezzo nautico, Cribari veniva investito ed ucciso da un gommone della guardia di Finanza comandato da Michele Cursano e condotto – senza la necessaria abilitazione alla guida dei mezzi militari – da Girolamo Gambino. Il giudice di primo grado dott. Fabrizio Malagnino assolse Cursano e Gambino dall’accusa di omicidio colposo con una sentenza che suscitò una vivace reazione nella categoria, anche per il carattere surreale di molti argomenti spesi nella motivazione. Il ricorso in appello, però, si concluse con un ribaltamento della sentenza e la condanna dei due finanzieri. Nel luglio 2005 Apnea Magazine pubblicò la notizia spiegando che restava possibile unicamente il ricorso in Cassazione, poi proposto. Ieri a Roma il giudizio di terzo grado si è finalmente concluso con la conferma della condanna pronunciata dalla Corte di Appello di Lecce. Con questa sentenza definitiva si è così resa giustizia a familiari, amici e colleghi pescatori in apnea di Silvio Cribari, ucciso colpevolmente da chi avrebbe avuto il compito di sorvegliare sulla sua incolumità.
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