L’europeo di Fabio Antonini
Fabio Antonini
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AM: Fabio, ci racconti come è andata?
Fabio Antonini: Sono partito per l’europeo sapendo di dover fare lariserva, per cui ero tranquillissimo. Se è vero che comunque ero pronto a scendere in acqua e fare la gara, devo ammettere chedopo la prima giornata, dominata da Bruno, Stefano e Nicola,ho pensato che non ci fosse bisogno di me, così la sera mi sono…lasciato un po’ andare.
Niente di particolare, per carità, però sono restato in piedi fino a mezzanotte, sapendo che la mattina successiva mi sarei dovuto alzare molto presto per andare a prendere mia moglie che arrivava con il traghetto alle cinque.
Quando poi ho saputo che toccava a me andare in acqua all’ultimo momento, devo ammettere di aver provato un po’ di sconforto.
Prima di partire, ho chiesto alla squadra cosa si aspettasse da me e loro, molto sportivamente, mi hanno risposto che non pretendevano niente oltre all’impegno.
Io mi sono posto l’obiettivo di prendere almeno dieci pesci: puoi immaginarti quanto sono stato contento di prendere – oltre ai dieci pesci – la cernia!
Oltretutto, il serranide era stato incastrato da Carbonell: Pedro era partito su quella cernia e ci aveva perso due ore senza riuscire ad estrarla e alla fine si era visto costretto ad abbandonarla malamente incastrata in tana. Insomma, una doppia soddisfazione: ho preso una cernia che si è arroccata al campione del mondo in carica.
Diciamolo pure Fabio: una gran bella prova da parte tua…
Sono molto contento, effettivamente ho fatto un bell’Europeo.
Un pensiero al mondiale?
Non posso negarlo, al prossimo mondiale ci terrei molto. Ovviamente, la scelta della squadra spetta esclusivamente al CT, ma da quel che ho sentito sembra proprio che il mare del Brasile si adatti alle mie caratteristiche: non troppo fondo, tanti pesci e tanto ritmo.
Dopo il secondo posto nel campionato Italiano e la prova di Arbatax credo di poter dire senza tema di smentita che l’episodio della Polinesia me lo sono messo abbondantemente alle spalle e che ho ancora molto da dire.
Antonini in azione con una spigola
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Come ti sei trovato a pescare sui segnali di Nicola?
Nicola è un bravissimo campione, mi ha descritto i segnali in modo molto preciso, semplificandomi la vita in modo notevole. Sono partito su un primo segnale in 33-34 metri di fondo, trovandomi a pescare a stretto contatto con altri tre concorrenti. Ho subito arpionato due saraghi e poi ho fatto una coppiola di un sarago ed una corvina, così sono entrato in gara con lo spirito giusto.
Un grande elogio a Nicola, che con Castorina ha fatto un eccellente lavoro di preparazione.
E’ un vero peccato che un indisposizione gli abbia impedito di disputare la seconda giornata.
Cosa ha dimostrato l’Italia con questo Europeo?
Ha dimostrato per l’ennesima volta di essere una delle tre squadre più forti del mondo
insieme a Spagna e Francia e che la Spagna, pur disponendo di grandi fuoriclasse….non è affatto imbattibile.
E in Oceano?
L’esperienza di Tahiti ci ha insegnato moltissimo. In tutte le altre occasioni in cui ci siamo confrontati con i mari oceanici abbiamo avuto a che fare con acque torbide molto ricche di pesce e, di conseguenza, con gare impostate sul ritmo più che sulla profondità.
A Tahiti, invece, abbiamo sperimentato una situazione completamente diversa, con acqua limpidissima e molto calda, pesce scarso quanto diffidente e necessità di pescare a grandi profondità.
Adesso che abbiamo un quadro più completo delle situazioni che si possono verificare in Oceano,
credo proprio che squadre come la Spagna dovranno sudare per batterci, in qualsiasi circostanza.
Cosa ti senti di aggiungere?
Un complimento sincero a Massimo Baldassare, finalmente convocato in nazionale.
Credo che si sia comportato molto bene e che possa dare un importante contributo anche in occasione del mondiale in Brasile.
La tipologia di quei fondali si adatta bene anche alle sue caratteristiche, sono convinto che possa offrire un grande appoggio alla squadra.
Grazie Fabio e ancora complimenti per la splendida gara!
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