L’appannamento della maschera
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L’appannamento della maschera, è un problema che da anni affligge molti subacquei, specialmente subito dopo l’acquisto di una nuova maschera in silicone.
La metodologia di stampo delle parti in silicone, prevede che lo stampo stesso – che lavora ad alte temperature – sia lubrificato con del silicone liquido, che permette una più facile estrazione del facciale in materiale siliconico, che successivamente viene assemblato con il telaio.
Senza l’apporto del silicone liquido in fase di stampo, il facciale delle maschere non sarebbe di facile realizzazione e le superfici non risulterebbero perfettamente lisce e omogenee e, quindi, aderenti al viso.
Purtroppo, l’inconveniente è dovuto proprio a questa ragione.
Il silicone liquido sporca tutta la maschera, vetri e lacciolo compresi, inserendosi spesso anche tra facciale e telaio. Alcune maschere, fin dai primi giorni di utilizzo, mostrano sui vetri la classica situazione di appannamento persistente.
In alcuni casi, basta un comune antiappannante per maschere a risolvere almeno parzialmente il problema.
Esistono anche altri metodi abbastanza comuni ma poco efficaci, come il dentifricio, la patata sbucciata e altri trucchi e trucchetti famosi da decenni.
In pratica, per essere sicuri, se non basta la pulizia con un buon antiappannante o qualcosa di simile, per risolvere definitivamente il problema conviene compiere subito alcune manovre più efficaci.
La prima sarà quella di passare una fiamma di accendino su tutta la maschera, specialmente sui vetri.
La manovra dovrà essere effettuata rapidamente e senza soffermarsi a lungo su un punto, in modo da non rovinare la maschera. La fiamma brucerà le particelle eccedenti di silicone, che è un materiale infiammabile. Il risultato sarà il verificarsi di microscopiche scintille, dovute appunto al silicone in eccesso che si brucia. Il verificarsi delle scintille, che non sono pericolose, dimostrerà che la maschera era effettivamente sporca di silicone, presente in abbondanza.
Le lenti di vetro, come il facciale della maschera, potrebbero annerirsi leggermente, ma non sarà un problema. Dopo un lavaggio tornerà perfetta. La fiamma dovrà interessare tutte le superfici della maschera, interne ed esterne, dedicando maggiori attenzioni alle lenti, dove si verifica il fastidioso appannamento.
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Anche il lacciolo deve essere trattato internamente ed esternamente, altrimenti i residui di silicone potrebbero raggiungere di nuovo il facciale o le dita della mano, che una volta toccato il lacciolo, toccheranno inevitabilmente la maschera o le lenti, sporcando di nuovo con il silicone.
Successivamente al trattamento con la fiamma, si potrà effettuare un lavaggio particolare molto efficace.
In primo luogo, occorre preparare un recipiente con acqua calda (50° circa), facendo attenzione a non esagerare e non ustionarsi nell’operazione,per poi inserirvi una buona dose di sapone al limone per i piatti e bicarbonato, mescolando bene il tutto.
Successivamente, si immerge la maschera a bagno nella soluzione per almeno 3-4 ore effettuando, di tanto in tanto, un lavaggio delle superfici gommose, dei vetri e del lacciolo.
La soluzione di acqua calda, sapone sgrassante e bicarbonato, tende a distaccare e dissolvere i residui di silicone liquido anche nei punti difficili da raggiungere con una pulizia tradizionale. Questa operazione in abbinamento alla precedente, darà maggiori garanzie di risultato. Di solito, il trattamento descritto è sufficiente a risolvere definitivamente i problemi con le maschere più ostinate. Se non bastasse, prima del lavaggio potrebbe rivelarsi utile sgrassare i vetri e le parti in silicone (dentro e fuori) con della comune trielina imbevuta in uno straccetto, per poi effettuare il lavaggio sopra descritto – che oltretutto toglierà anche il puzzo fastidioso della trielina. Attenzione a non abbondare con la trielina, che tende a squagliare gomma e silicone. Sarà indispensabile un lavaggio accurato, in quanto potrebbe restare un forte odore di trielina difficile da sopportare.
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Se ancora non bastasse, in ultima analisi, converrà effettuare un ulteriore e accurato lavaggio con acqua calda e sapone al limone sgrassante.
Dopo che la maschera si è asciugata bene, potremo cospargere il tutto di borotalco, il quale assorbe meglio l’eventuale silicone liquido residuo, che esala dalla parte plastica.
Infine, occorrerà lasciare la maschera per un giorno vicino ad un termosifone o al sole (o ad altra fonte di calore), perché il calore aiuta a far fuoriuscire le esalazioni di silicone liquido residuo. Ripetere il lavaggio e l’asciugatura in modo accurato e cospargere nuovamente il borotalco per almeno una o due volte ancora.Se la maschera si presta ad essere smontata (lenti e facciale), allora converrà smontarla accuratamente pezzo per pezzo per poter raggiungere anche gli spazi morti dove il silicone liquido si è insinuato nella fase di montaggio e da dove potrebbe di nuovo fuoriuscire con l’uso, anche dopo attenti lavaggi e trattamenti.
Con la maschera smontata il risultato è più sicuro, ma conviene lasciare questa ipotesi come ultima risorsa – che difficilmente si renderà necessaria – evitando quindi il fastidioso smontaggio.
Di solito, le prime manovre elencate – che sono più semplici e rapide – si rivelano sufficienti.
Tratto dal Manuale di Apnea e Pesca Subacquea di Marco Bardi: www.marcobardi.com
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