Home » Pesca in Apnea » The Box » Itinerari di pesca sub:da S.Marinella a Civitavecchia

Itinerari di pesca sub:da S.Marinella a Civitavecchia

| 30 Giugno 2002 | 0 Comments
Il tipico grotto laziale – Credit: Totemsub

Prima di descrivere questo tratto di 7 o 8 km di costa Laziale è bene fare delle premesse. Inizio col dire che ho volutamente escluso Capo Linaro dall’itinerario, perché è già stato trattato da più di un servizio; la seconda premessa da fare e che, anche non essendo questa la zona più pescosa del litorale Laziale, è caratterizzata da fondali inaspettatamente belli ed è forse la zona a nord di Roma dove è più facile incontrare l’acqua pulita. In ultimo, ma non meno importante, l’intero tratto di costa in questione è facilmente accessibile da terra.

Ma veniamo all’itinerario, sia per chi viene da Nord che da Sud si percorrerà la Statale Aurelia che costeggia interamente il tratto di mare interessato; si può anche prendere l’A12 Roma/Civitavecchia ed uscire a Civitavecchia Sud, ci si troverà esattamente a meta itinerario. Per chi ha il gommone, l’unico scivolo disponibile si trova sul lungomare di Santa Marinella, presso lo stabilimento balneare “Frinchillucci”; per la verità c’è ne è un altro in costruzione a Civitavecchia subito prima del Porto, che a quanto si dice dovrebbe essere pronto all’uso da parte del pubblico per questa Estate.

Iniziando da Sud, troviamo forse la zona più interessante dell’itinerario: Baia di Ponente.

Più che una baia è un tratto di mare protetto dallo scirocco da Capo Linaro: più che dalla forza del mare, che quando c’è entra sempre e comunque, il capo protegge la baia ed anche tutta la costa fino a Civitavecchia dalle correnti di scirocco e, quindi, dalla sospensione del Tevere.

Chi si reca sul posto in macchina potrà parcheggiare in corrispondenza del primo chiosco/bar (aperto solo in Estate) verso Santa Marinella. Dando un’occhiata al mare si vedranno i resti della peschiera Romana e, poco più in fuori, uno scoglio semiaffiorante, meta obbligata dei primi tuffi per chi parte da terra, il fondale non supera il metro e mezzo/due ed è caratterizzato da dei lastricati che formano delle tane che, il più delle volte sono solo delle tettoie, ma alcune tane “vere” ci sono e, specialmente in inverno e con le condizioni giuste, a volte ospitano qualche bel sarago.

Massimo Baldassarre con un’orata

Comunque, specialmente se c’è un po’ di schiuma, Salpe, Cefali e a volte qualche Spigola, non mancano mai. Lasciata la zona dello scoglio il fondale presenta una pietraia di roccette chiare, piatta e senza tane, salvo all’improvviso trovare delle “isole” di lastricati bellissimi dove è facilissimo l’incontro con Saraghi anche di mole, per trovarle c’è un solo sistema: pinneggiare. (ovviamente i locali le hanno tutte “catalogate”) Puntando in fuori la pietraia lascia il posto al grotto, ed è proprio al limite tra roccia bianca e Grotto che il fondale “impazzisce”tra lastricati e zone di grotto pazzamente fessurate con tane spesso inviolabili.

Nonostante la profondità non superi mai i 10 mt qui si può trovare veramente di tutto, dai Dentici all’aspetto ai saraghi ed alle Corvine in tana, ma intendiamoci, non è che ci si immerge in un acquario, ed i pesci, quando ci sono, sono smaliziatissimi.

Per chi ha una imbarcazione a circa un km e mezzo da riva c’è il primo ciglio, un orlo di grotto che dai 10/11 mt cade fino ai 15/18, anche se ci sono belle tane la tecnica preferibile è l’aspetto, infatti non è improbabile l’incontro con i Dentici o le Palamiti. C’è a dire che questo ciglio continua ininterrottamente per tutto l’itinerario, e, a parte Baia di Ponente dove e molto fuori è ovunque raggiungibile da chi ha buone gambe. Lasciata Baia di Ponente, da Punta della Vipera (o Due Fratte come viene chiamata dai locali) all’ inizio dell’antimurale del porto turistico di Riva di Traiano il fondale alterna tratti bellissimi con carene e lastricati spaccati, dove oltre ai soliti saraghi non è improbabile l’incontro con branchi di cefali e qualche spigola, a zone di roccette insignificanti buone solo per i polpi.

Corvine stazionano sul grotto – Credit: Totemsub

Per trovare le zone buone consiglio di pinneggiare parallelamente alla costa senza mai superare i 7/8 mt d’acqua. Più fuori il ciglio presenta delle zone interessanti, specialmente davanti al ristorante la Perla, ed è anche raggiungibile a nuoto. Per parcheggiare l’auto non c’è che l’imbarazzo della scelta, anche se il punto migliore è forze all’altezza di un piccolo moletto poco prima del ristorante suddetto. L’unica accortezza in questo tratto è nel non finire nel canalone di sabbia che c’è davanti allo sbocco del torrente Marangone, facilmente riconoscibile perché l’Aurelia ci passa sopra con un ponte.

Per chi ha un imbarcazione si potrà provare a cercare il ciglio fuori all’antemurale di Riva di Traiano, anche qui vale il discorso fatto a Baia di Ponente, qualche bello spaccone e tanto aspetto, ed attenti ai divieti per il porto.

Saltando la Punta del Pecoraro (riconoscibile da mare perché si vede lo stadio di Civitavecchia) che, anche essendo una zona molto interessante, è sulla rotta di entrata del porto di riva di Traiano (oltre al rischio verbale, specialmente in Estate è veramente impossibile stare in acqua) si arriva davanti all’abitato di Civitavecchia.

Per gli “appinnati”: l’Aurelia prima di entrare in città forma una biforcazione con un semaforo, a destra la strada fa una salitella fino al ponte sopra la ferrovia, noi invece andremo dritti fino ad incontrare, circa 300 mt dopo il semaforo, una piazzetta con dei giardinetti, girando intorno ai quali sulla dx vedremo un viottolo che arriva fino al mare.

Qui la roccia bianca quasi non esiste, e gia a due mt d’acqua inizia il grotto. La fascia dai 3 mt ai 9 presenta un fondale bellissimo, caratterizzato da un’infinita di spaccature e grottoni abitati dai soliti saraghi e corvine, ma anche da cefali, a volte presenti in enormi branchi, anche qui il ciglio fuori è molto bello, anche se un po’ più lontano.

Guardando verso il porto, dopo il porticciolo della lega navale, vedremo l’inconfondibile sagoma del Pirgo, una costruzione su un’isolotto collegata a terra da una passerella.

Proprio davanti al Pirgo il fondale presenta un bassofondo scoglioso ideale per l’agguato -se c’è schiuma- e la pesca in tana. Da qui all’antemurale del porto di Civitavecchia ricomincia un fondale di grotto molto bello, anche se il lavori per l’abbellimento di questo tratto di lungomare (è qui che stanno facendo il nuovo scivolo) rendono l’acqua molto torbida.

In conclusione devo dire che questo tratto di costa, nonostante sia tra i più battuti del litorale Laziale, grazie all’acqua spesso torbida e all’inviolabilità delle tane che lo caratterizzano, permette ancora di togliersi molte soddisfazioni.

Per leggere l’intervista a Massimo Baldassarre, clicca qui

Category: Articoli, Pesca in Apnea, The Box

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *