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Intervista a Lorenzo Borri, Direttore generale Omer

| 2 Febbraio 2015 | 0 Comments

E’ passato poco più di un anno dall’annuncio dell’acquisizione di Omer da parte del gruppo Aqua Lung e ci è sembrato quindi naturale verificare con l’ing. Lorenzo Borri, divenuto Direttore Generale dell’azienda di Sovico, se e come i programmi dello scorso anno si siano trasformati in realtà ma soprattutto conoscere i programmi e le novità che arriveranno nel 2015.

Il marchio Sporasub continuerà ad avere un ruolo molto importante (foto A. Balbi / Apnea Magazine)

Il marchio Sporasub continuerà ad avere un ruolo molto importante (foto A. Balbi / Apnea Magazine)

Nella nostra intervista di inizio anno avevamo parlato delle opportunità che l’appartenenza ad un grande gruppo industriale avrebbe potuto dare ad Omer. Possiamo provare a fare un bilancio di questo primo anno?
Il bilancio di questo primo anno è decisamente positivo. L’essere entrati a far parte di un grande gruppo ci ha portato a beneficiare di alcune sinergie importanti, soprattutto a livello di distribuzione nel mondo, e a poter disporre di maggiori risorse e conoscenze per lo sviluppo dell’azienda. Sottolineo allo stesso tempo come l’ingresso nel gruppo Aqua Lung non abbia portato alcun cambiamento nel DNA di Omersub, che continua ad essere gestita e ad essere costituita dalle stesse persone che l’hanno fatta crescere nel tempo sino a farla diventare l’azienda n° 1 al mondo nel settore della pesca in apnea.

L'ingegnere Lorenzo Borri è Diretto Generale di Omer

L’ingegnere Lorenzo Borri è Diretto Generale di Omer

C’è stata in questo anno qualcosa che non si aspettava e che si è rivelata una piacevole sorpresa?
La cosa che mi ha maggiormente colpito in positivo è stata la grande considerazione che Omer ha all’interno del gruppo Aqua Lung. Rispetto al gruppo siamo una “piccola cosa” verso la quale però vengono riservati grande attenzione ed interesse. E’ veramente piacevole essere entrati a far parte di Aqua Lung e lavorare con le persone che ne fanno parte. Abbiamo tantissime cose da imparare, io per primo.

L’Europa sta vivendo ormai da anni una diffusa crisi economica. Come vede l’evoluzione del mercato delle attrezzature per la pesca in apnea sia nel nostro continente che al di fuori?
Sarebbe facile dire che l’Europa è in crisi e che se si vuole crescere bisogna investire sui paesi Extra Europei. Però i numeri dicono che l’Europa rappresenta ancora una fetta molto importante del mercato mondiale della pesca in apnea e che poi, guardando bene, le cose nel Vecchio Continente, Italia compresa, non vanno poi così male per il nostro sport.

Dal momento dell’acquisizione del marchio, il brand Sporasub è stato associato ad attrezzature più tecniche, con un posizionamento nella fascia alta del mercato, mentre Omer si è mantenuta su un target di livello leggermente inferiore. Questa distinzione verrà mantenuta anche in futuro?
Il marchio Sporasub ci sta dando delle belle soddisfazioni. Credo che puntando su questo marchio e sulla linea a firma di Umberto Pelizzari potremo crescere più velocemente. È perciò mia volontà investire energie soprattutto in questo marchio. Già dal prossimo anno molte importanti novità saranno presentate nel catalogo Sporasub e saranno tutti prodotti estremamente tecnici e performanti.

Quali novità ci attendono nel 2015 da Omer e Spora? Quali saranno i prodotti di punta della prossima stagione?
Gli appassionati più attenti avranno già avuto modo di conoscere molte delle novità 2015 che sono presenti sui nostri siti Internet. In particolare, evidenzio la nuova gamma di prodotti da apnea (ma che saranno apprezzati anche dai pescatori) a firma di Umberto Pelizzari. Per quanto riguarda Omer, dove abbiamo come sempre molte novità, segnalo le pinne Composite Camu in fibra di vetro, il nuovo fucile Cayman GI Camu3D, la muta Master Team, ed una serie completa di borse in PVC oltre ad una boa Torpedo molto tecnica. In Sporasub segnalo solo la muta Professional, liscia esternamente e foderata internamente, ed una nuova versione del fucile in carbonio SK40. E naturalmente non dimentico i tanti nuovi accessori firmati da Marco Bardi.

Il nutrita squadra agonista Omer / Sporasub coordinata da Marco Bardi

Il nutrita squadra agonista Omer / Sporasub coordinata da Marco Bardi

Da diversi anni, oltre alle attrezzature principali, Omer ha investito molto nella produzione di importanti accessori: cosa troveremo di nuovo, in questo segmento di mercato, nella prossima stagione?
Come accennavo sopra i nuovi accessori by Marco Bardi sono numerosi. Segnalo in particolare un “coltello-forbice”, una tasca in cordura da cintura, veramente comodissima, una muffola in neoprene, nuove cavigliere, sagole galleggianti etc. Un elenco troppo lungo per questo spazio.

La linea accessori è strettamente legata al nome di Marco Bardi che è anche l’ottimo responsabile del team agonistico. Come giudica la stagione che si è appena conclusa? Ci saranno novità nel prossimo anno?
Sinceramente non prevedo alcun stravolgimento. Marco Bardi è la nostra bandiera nel mondo ed è un elemento importantissimo in Omer. Sarà sempre lui a gestire il Team e sarà sempre lui a sviluppare il catalogo degli accessori che tante soddisfazioni ci sta dando. E penso che lo sarà ancora per tantissimi anni.

L'ingegnere Borri, oltre al ruolo manageriale, è anche un utilizzatore delle attrezzature prodotte dall'azienda (foto per gentile concessione Omer)

L’ingegnere Borri, oltre al ruolo manageriale, è anche un utilizzatore delle attrezzature prodotte dall’azienda (foto per gentile concessione Omer)

Come pensa si evolverà nei prossimi anni la pesca in apnea agonistica?
Questa è una bella domanda sulla quale potremmo discutere per ore. Sintetizzando al massimo vedo per l’agonismo del nostro sport a livello mondiale ancora un futuro roseo. Sono invece più pessimista per quanto riguarda alcuni paesi tra cui, purtroppo l’Italia. Ho come l’impressione che ci sia mancanza di entusiasmo proprio dove dovrebbe essercene di più. Spero però di sbagliarmi in quanto, personalmente, credo che l’agonismo sia un elemento importante del nostro settore.

E’ passato poco più di un anno anche dall’ingresso nel team di Umberto Pellizzari, un fatto che ha colpito molto positivamente gli appassionati di pesca sub, in adorazione per questo personaggio limpido e schietto, che non ha mai rinnegato la sua passione per la nostra disciplina. Qual è il bilancio di questi primi mesi e quali sono i progetti per il 2015?
Umberto è semplicemente una persona eccezionale. Ora che lo conosco bene posso dire che le sue doti di sportivo sono secondarie rispetto alle sue doti umane. Sicuramente continueremo a investire sulla sua immagine e gli appassionati potranno veder crescere il catalogo dei “suoi” prodotti di anno in anno.

A proposito di Pelo, come vede il mercato dell’apnea? La nostra impressione è che da anni l’interesse verso questa eterna promessa della subacquea in apnea stenti a trasformarsi in vere opportunità di mercato. Lei che gode di una postazione d’osservazione privilegiata cosa ne pensa?
Io ci credo, oggi più di ieri. Forse sono influenzato dall’entusiasmo e dal carisma di Pelo, però sono convinto che l’apnea si stia sviluppando in Italia e ancor più all’estero ad un ritmo importante.

Al Mondiale peruviano abbiamo assistito a questo colpo di testa della FIPSAS che ha imposto agli atleti di nascondere i loghi delle aziende che forniscono loro le attrezzature; d’altro canto corre voce che la stessa FIPSAS possa chiedere alle aziende un contributo, probabilmente economico, per sostenere l’attività agonistica nel 2015: qual è la vostra posizione?
Questa è una polemica che può solo far del male al nostro sport e l’agonismo in Italia non ne ha proprio bisogno. Se la Federazione ha imposto agli atleti italiani di occultare i loghi avrà avuto i suoi motivi che non conosco, in quanto non sono mai stato contattato dalla Federazione in vita mia. Non posso però credere che lo abbia fatto per poter in qualche modo ottenere soldi in futuro dalle aziende. Sarebbe stato un autogol. Quando io e Marco Bardi siamo stati informati dai nostri atleti di questo obbligo non abbiamo esitato un istante ad autorizzarli ad entrare in acqua anche senza loghi. E saremo pronti a rifarlo in futuro se necessario. Questa cosa incide pochissimo sul valore mediatico dell’attività di un atleta, anche se di certo non è una cosa piacevole.

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