Intervista a Roberto Melluzzo, campione di tiro sub
Roberto Melluzzo (foto Apnea Magazine)
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Negli ultimi mesi il tiro al bersaglio subacqueo ha suscitato tra il lettori di AM un notevole interesse, ed è quindi con piacere che vi presentiamo questa intervista a Roberto Melluzzo, campione italiano in carica per la specialità Tiro libero, a cura di Salvo Rubera.
Abbiamo incontrato Roberto ai bordi della piscina olimpionica della Cittadella dello Sport di Siracusa, dove il campione si allena ed ha avviato una scuola di tiro a segno.
Quando e come hai scoperto il tiro a segno?
Le cose che si rivelano importanti molte volte accadono per caso: nel 1998 un amico mi invitò a partecipare ad una gara di tiro a segno, dove mi classificai terzo su 45 partecipanti.
Da allora il tiro a segno, nelle sue varie specialità, mi ha regalato tantissime soddisfazioni, fino ad arrivare alla convocazione nella squadra nazionale, della quale faccio parte dal 2000.
A livello di campionati nazionali, oltre al titolo italiano di tiro libero conquistato lo scorso mese di settembre a Catania, sono arrivato per due volte terzo nella specialità del biathlon e una volta ho raggiunto lo stesso piazzamento in combinata.
Da quest’anno il regolamento federale prevede solo il tiro libero e la staffetta; cosa pensi di questo cambiamento?
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Per quanto riguarda la sostituzione del tiro di precisione con il tiro libero, sono sostanzialmente favorevole a questa scelta: i fucili usati in questa specialità erano ormai diventati talmente sofisticati da risultare quasi infallibili, e inoltre richiedevano accorgimenti tecnici ed allestimenti sicuramente non alla portata di tutti coloro che si sarebbero voluti affacciare a questa specialità.
Non sono invece d’accordo sull’eliminazione del biathlon, forse la specialità più spettacolare tra quelle legate al tiro al bersaglio; semplice da praticare, non richiede fucili sofisticati ma solo un’ottima preparazione fisica ed atletica. Nel biathlon non conta il punteggio, basta che il colpo finisca dentro la sagoma del bersaglio, ma bisogna correre facendo per cinque volte la spola in apnea la tra la linea di partenza e il pedagno, il tutto nel minor tempo possibile.
Qual è la diffusione di questa disciplina a livello internazionale?
Purtroppo negli ultimi anni l’attività internazionale è praticamente scomparsa e questo è motivo di grande rammarico. Per un atleta la Nazionale è sicuramente un traguardo importantissimo, ma la mancanza di competizioni internazionali ci penalizza anche dal punto di vista delle motivazioni.
In particolare, ci manca moltissimo il confronto con i campioni delle altre nazioni, soprattutto i francesi, che vantano una scuola di altissimo livello sia per quanto riguarda attrezzature ed i materiali, sia per gli aspetti più strettamente tecnici.
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Quali sono le principali regole del tiro a segno subacqueo?
Le regole del tiro a segno subacqueo sono estremamente semplici. I tiri vengono scoccati con la punta dell’asta a 3 metri dal bersaglio.
Le gare si svolgono su due manches, in ognuna delle quali il concorrente deve effettuare cinque tiri entro un tempo limite di 5 minuti; quindi, in totale vengo effettuati 10 tiri ed il punteggio massimo totale, in teoria, è di 4000 punti.
Una novità molto importante, introdotta quest’anno, prevede che gli atleti non debbano possedere nessun brevetto federale per svolgere attività agonistica; è sufficiente la tessera atleta, per il cui rilascio è necessario ottenere il certificato medico di idoneità all’attività sportiva agonistica.
Anzi, approfitto per ricordare che sarebbe bene che tutti coloro che si immergono in apnea facciano la visita medica almeno annualmente anche se non hanno intenzione di svolgere attività agonistica.
Quali sono le attrezzature utilizzate per il tiro a segno?
Innanzitutto è importante sottolineare che si utilizzano esclusivamente fucili con allestimento di serie; possono essere sostituiti esclusivamente asta, elastici e impiombature; non sono invece ammessi dispositivi che possano aumentare la stabilità del tiro quali piombi o galleggianti da applicare ai fusti.
In piscina si vedono ormai esclusivamente arbalete con fusto di lunghezza compresa tra i 90 e i 110 cm; personalmente da circa 3 anni utilizzo solamente fucili in legno della Totem Sub e la vittoria dello scorso anno è stata anche merito del mio Pelagos 100.
Fra l’altro, Fabrizio D’Agnano (titolare della Totem Sub n.d.r) ha progettato un fucile destinato espressamente al tiro a segno che dovrebbe essere messo in commercio entro breve tempo.
Le aste hanno una lunghezza massima di 150 cm e la punta arrotondata con un diametro minimo di 4 millimetri.
Tra gli accessori, molti tiratori ritengono indispensabile utilizzare una maniglia piombata o fissata al fondo della piscina, che permette di migliorare la stabilità nel mirare.
Melluzzo e D’Agnano (foto Apnea Magazine)
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Roberto, sei anche un ottimo pescatore. Quali sono le principali differenze tra il tiro durante un’azione di pesca sub e il tiro a segno?
Durante un’azione di pesca il tiro è spesso istintivo, d’imbracciata, in una gara di tiro a segno invece oltre all’istinto devi mantenere una grande concentrazione fino all’ultimo tiro.
Tutti i ragazzi del nostro circolo possono raccontare almeno un episodio in cui si sono visti sfuggire un risultato importante per essersi distratti quando ormai pensavano di averlo già conquistato.
Si potrebbe pensare che il tiro sia una disciplina praticata in prevalenza da chi, per motivi legati alla distanza, non ha la possibilità di andare a mare con frequenza; il fatto che in Sicilia ci sia una scuola di grande tradizione è un’eccezione? E quali sono secondo te i motivi?
Questo è quello che si pensa comunemente e sicuramente ha un suo fondamento; chi, per motivi di distanza, non può andare a mare spesso trova nel tiro la possibilità di mantenere un buono stato di forma non solo per l’azione di pesca ma anche per quello che è il suo atto finale: cioè il tiro alla preda.
Il fatto che anche in Sicilia ci siano grandi realtà (Catania, Siracusa e Ragusa) non deve essere considerata un’eccezione; le nostre piscine sono frequentate da eccellenti pescatori che si sono resi conto di quanto sia importante avere la possibilità di testare in acqua i fucili.
Su questo siamo anche riusciti a coinvolgere alcuni negozianti locali che ci permettono (e in alcuni casi ci chiedono) di testare i nuovi prodotti immessi sul mercato; solo la prova pratica infatti permette di svelare i pregi nascosti o gli eventuali difetti di un prodotto.
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Sei sempre molto impegnato anche nella promozione del tiro a segno, cosa puoi dirci a riguardo?
Il gruppo sportivo di cui faccio parte, il CSA Ortigia, è composto da parecchi atleti tra cui moltissimi giovani, inoltre c’è una sorta di gemellaggio con il Nuoto Sub 2000, altro circolo siracusano, e complessivamente arriviamo a circa 30 partecipanti; a tutti chiedo di provare almeno una volta questa fantastica disciplina e sono molto soddisfatto dei risultati raggiunti; siamo infatti in 12 ad aver conquistato la qualificazione ai prossimi campionati italiani.
Facciamo anche dimostrazioni pratiche presso altri circoli e, recentemente, abbiamo coinvolto anche l’ASD Delphinus di Augusta i cui atleti hanno dimostrato di essere da subito competitivi ottenendo nelle uniche due gare cui hanno partecipato punteggi molto interessanti per gli esordienti.
La nostra chiacchierata si conclude qui; salutiamo Roberto ringraziandolo per la sua disponibilità e cordialità ma soprattutto per l’entusiasmo con cui ha risposto a tutte le nostre domande.
Naturalmente non può mancare un grande in bocca al lupo per i prossimi impegni agonistici.
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