Incidenti Pescasub: Federico Mana Racconta la sua Brutta Avventura
Federico Mana, conosciuto apneista, maestro di yoga e di compensazione, oltreché appassionato pescatore subacqueo, ha raccontato dalle pagine del suo sito la brutta avventura che lo ha visto, suo malgrado, protagonista la scorsa estate.
Teatro della vicenda sono le limpide acque della Croazia: è il 24 agosto, quasi al tramonto, la battuta di pesca ha già riservato belle sorprese quando accade l’impensabile. Federico avverte un colpo molto forte alla gamba sinistra; in un primo tempo pensa di essere stato investito da una barca, ma basta un’occhiata per capire che le cose stanno diversamente: dall’arbalete del suo compagno è partito accidentalmente un colpo e la spessa tahtiana gli ha trapassato il piede.
Sono istanti interminabili. Superato lo shock iniziale Federico riesce a raggiungere la barca e salirci senza nessun aiuto. Ora bisogna cercare di raggiungere il pronto soccorso più vicino (quello di Sebenico) nel più breve tempo possibile. L’ncidente è accaduto alle 17.30, dopo poco più di un’ora Federico è già in ospedale e poche ore più tardi, alle 22.30, è già pronto per la sala operatoria e la chirurgia d’urgenza.
Un paio di giorni di degenza e Federico può già rientrare a casa, ma bisogna ancora effettuare approfonditi controlli per comprendere se la tahitiana ha danneggiato qualche struttura del piede, ed eventualmente quale e quanto seriamente; la paura di non poter più pinneggiare o addirittura camminare è tanta. Per fortuna radiografie, TC e risonanza magnetica escludono conseguenze a lungo termine: per punto miracolo l’arpione si è insinuato tra le 28 ossa che compongono il piede, fratturandone una soltanto e senza danneggiare vasi importanti, nervi né tendini.
Una brutta avventura per fortuna finita bene ma che, per stessa ammissione del protagonista, ha finito per cambiare radicalmente il suo approccio alla pesca in apnea. Un’esperienza dalla quale però il campione piemontese vuole far nascere una discussione che abbia come obiettivo trovare delle idee che possano prevenire ed evitare incidenti di questo tipo.
“Miracolosamente esco da questa brutta avventura, un po’ acciaccato ma ancora in grado di pinneggiare. Soprattutto ne esco con una serie di domande che mi frullano per la testa che, da pescatore, vorrei rivolgere agli altri pescatori subacquei, agli artigiani che producono fucili, alle grandi aziende che operano nel settore della pesca in apnea. E ho anche una serie di domande che mi pongo come istruttore. Domande scomode che ci mettono davanti al lato critico di questa meravigliosa passione. Probabilmente sono domande che non mi sarei mai posto se non mi avessero sparato. Prima dell’incidente il mio approccio alla pesca subacquea era decisamente più disinvolto.
E tu? Sei disposto a metterti in discussione?
Prima di rispondere…Chiudi gli occhi, è il tramonto e l’acqua è calda e trasparente, sei con il tuo compagno nel bel mezzo di un’esaltante battuta di pesca, all’improvviso un boato, ti rendi conto che la taitiana del tuo fucile ha appena trapassato il piede del tuo compagno.”
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