In edicola: 60 anni (e più) di Pesca in Apnea
E’ adesso in edicola l’imperdibile speciale di Pesca in Apnea dedicato alla storia della nostra disciplina, curato da Stefano Navarrini. Disponibile a breve anche in versione digitale.
Una storia giovane, quella della pesca in apnea, ma comunque difficile da racchiudere nelle pagine di uno “Speciale”, perché ricca di mille sfaccettature e personaggi che ne hanno segnato l’evoluzione. Evoluzione che ha certo riguardato tecniche e attrezzature, ma che è stata profondamente segnata dai cambiamenti ambientali che nell’arco di poco più di mezzo secolo hanno radicalmente cambiato il volto del mare. La pesca subacquea ha subìto questa evoluzione, adattandosi non solo nelle tecniche e nelle attrezzature, ma anche nella filosofia che ne governa lo stile, diventando oggi molto più responsabile e selezionante. Ma se i nostri fondali fossero ancora quelli che erano cinquant’anni fa, oggi sarebbe tutta un’altra storia.
Nel prendermi il piacere e l’onere di realizzare questo “speciale” di pesca in apnea, non mi ero in effetti reso conto della difficoltà di riassumere tanta storia in un volume unico. Per rivangare un passato spesso molto lontano non sono bastati i ricordi personali, ma è stato necessario operare a volte come un topo di biblioteca, altre volte, e molto più piacevolmente, contattare amici e personaggi che della pesca in apnea hanno fatto la storia. Non è stato ovviamente possibile citarli tutti, e di qualche inevitabile mancanza non posso che scusarmi, mentre devo un sentito ringraziamento a chi mi ha dato una mano per la parte iconografica, soprattutto per recuperare immagini di grande importanza storica. Un grazie particolare, quindi, a Roberto Borra, a Claudio Ripa e a Stefano Gargiullo della Edizioni Ireco.
Ho parlato di onere, in quanto il lavoro È stato sicuramente tanto, ma ho parlato anche di piacere, perché ripercorrere le grandi tappe della nostra storia è stato un viaggio affascinante, che spero di poter condividere con chi leggerà queste pagine. Trovo straordinario che chi muove oggi i primi colpi di pinna, fucile in resta, su fondali spesso molto avari, sia comunque coinvolto dalla pesca in apnea fino a farne la propria passione primaria. Segno che questo strano sport, che ripropone il nostro più antico rapporto con la natura in un mix di tecnica, capacità atletiche e conoscenza ambientale, non solo è ancora oggi attuale, ma difficilmente subirà un declino. Consideriamo la pesca in apnea un modo per vivere il mare, e non per distruggerlo. La vediamo come finalizzazione di una performance sportiva di grosso impegno, legata alla più pura delle discipline subacquee, l’apnea, ma anche a una profonda conoscenza dell’ambiente, conoscenza che ha spesso offerto spunti interessanti anche per studiosi e biologi marini. Tutto questo fa di un pescatore subacqueo uno sportivo puro, ma, soprattutto, ne fa un appassionato amante del mare e, come tale, rispettoso delle sue leggi. Dalle antiche mattanze degli anni Cinquanta alle catture mirate di oggi, di acqua sotto le pinne ne è passata tanta,ma la pesca in apnea è un “virus” ad alta resistenza, capace di accompagnarci per tutta la vita.
E la storia, la nostra storia, continua…
Stefano Navarrini
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Category: Articoli, Pesca in Apnea, Rivista pesca in apnea