Il grongo: fucili e tiro
Non sono un granchè come pescatore ma in tema di gronghi ho maturato un’ esperienza più che sufficiente per scrivere un articolo sulla sua pesca in apnea. Essendo spezzino e praticando specchi d’acqua piuttosto avari o con pesci decisamente scaltri, spesso mi dedico alla pesca “buco-buco” per salvare la giornata e l’incontro con i “serpentoni” è piuttosto frequente.
Conosco ormai zone dove li trovo con una certa assiduità, in più questo anguilliforme è piuttosto abbondante nelle zone a levante e a ponente di Portovenere. In questo articolo non voglio volutamente soffermarmi a descrivere habitat, abitudini o luoghi in cui l’incontro con il grongo è più frequente (per queste informazioni potete consultare il sito www.grongo.it)perché intendo porre l’attenzione sulle armi e sulle azioni che portano alla sua cattura.
Alla lettura di questo articolo molti storceranno il naso ritenendo la pesca del grongo una cattura facile e non troppo sportiva ma credetemi: così non è. Anzi, dirò di più: stanare un grongo di buone dimensioni è una vera e propria azione di pesca sportiva. Mi è capitato di sparare a pesci da 5/7 kg che mi hanno impegnato per più di un’ora nell’estrazione. Inoltre cercare gronghi porta ad affinare la tecnica della pesca in tana e del colpo d’occhio. Insomma, si pensano molte cose errate a riguardo.
La taglia media del grongo s’aggira sui 2 chilogrammi, ma s’incontrano pure bestioni di 8, 10 o anche 15 chili. Conosco pescatori che in Mediterraneo ne hanno catturati esemplari di peso superiore ai 25 chilogrammi (in Atlantico taglie del genere sono all’ordine del giorno) ma ne sono stati visti anche di molto più grandi, addirittura esemplari stimati sui 50 chilogrammi!
Entriamo nel vivo dell’articolo e passiamo ad analizzare due delle componenti più importanti per arrivare alla cattura del “serpentone”: le armi ed il tiro.
Le Armi: Sono un “arbaletaro” convinto e quindi generalmente pratico la pesca in tana con il fucile ad elastici ma anche un buon oleopneumatico è un’arma efficacissima per catturare il grongo.
Tenuto conto che si opererà il più delle volte in pertugi angusti e bui, l’arma più adatta è un fucile corto che varia dai 50 ai 70 cm. Le tre armi in questione hanno sempre avuto un ottimo successo al cospetto del grongo, tanto nel tiro diretto che nel doppiaggio: miniministen con fiocina a 4 punte caricato a 15 atm, ministen con k6 caricato a 20atm e arbalete da 50/60 armato con elastici da 16mm e tahitiana o fiocinella a quattro punte. Personalmente preferisco le fiocine a 4 o 6 punte, ma anche quelle a 5 vanno benissimo. L’importante è che siano mustad, possibilmente con la base bianca o chiara -che agevola il puntamento all’interno di anfratti molto bui- e preferibilmente con doppio ardiglione centrale.
L’arma per il grongo deve essere piuttosto potente ed in questo caso un’asta da 8mm dell’oleo non ha rivali, ma con un po’ d’esperienza si ha un ottimo successo anche con le aste più sottili degli arbalete. La potenza deve sempre essere massima, quindi sono da escludere riduttori o prime tacche. Come sagola ne useremo una robusta da 2,5mm bianca sull’oleo e nylon da 160/180mm sull’arbalete. Un piccolo raffio ed un palloncino da trazione sono oggetti da tenere a portata di mano.
N.B. prima di sparare un grongo è importantissimo capirne la posizione esatta e studiare (per quanto possibile) la conformazione della tana!
Il Tiro: Dopo aver impugnato una buona arma ed aver trovato il grongo è di vitale importanza piazzare un colpo risolutore! Primo perché un tiro letale è molto sportivo, secondo perché non è facile neutralizzare sul colpo l’animale, terzo perché un grongo ferito è piuttosto impegnativo e pericoloso. Tenuto conto che normalmente è bene piazzare il tiro in testa per ovvie ragioni, si sappia che il grongo non ha un grosso cervello e sopratutto è nella parte alta, tre dita circa dietro gli occhi. Il colpo perfetto è quello dall’alto verso il basso, ma normalmente il tiro è frontale o laterale. Analizziamo adesso, anche con l’ausilio delle figure, come e dove colpire il grongo per neutralizzarne la sua vitalità o fulminarlo sul colpo.
Questo tiro, se ben riuscito, rende il grongo inerme!
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Figura “A” tiro frontale con tahitiana: “il paralizzante”
Quando il grongo si presenta frontale ossia, per la conformazione dello spacco assume una postura diritta, il colpo migliore è quello dritto nelle fauci con una tahitiana o con l’arpione (mai la fiocina!!!). Per abitudine infatti il nostro amico se ne stà col corpo allungato lungo tutta la profondità della tana e con i fianchi che accarezzano la roccia pronti alla presa immediata (di solito è un buco su misura), quindi un tiro piazzato in quella maniera vi garantirà uno “spiedino” e la possibilità di immobilizzare immediatamente l’animale che non potrà opporre alcuna resistenza. Verrà estratto in un attimo senza reazione evidente alcuna ed una stilettata porrà fine alla sua vitalità. Questo colpo non è facilissimo nonostante l’immobilità dell’animale, ma con un po’ d’esperienza non ci saranno problemi. Per chi non vuole fallire c’è una soluzione che in molti usano e che io ho sperimentato un paio di volte con successo ma con poca sportività. Si tratta di prendere un piccolo pesce e infilarlo sulla punta dell’asta e piazzarlo davanti alla bocca del grongo. Lui cercherà di azzannarlo e… Insomma io non l’ho più fatto ma funziona e, specie con i bestioni, è efficace! Per questo tiro utilizzo spesso un 60/70 ad elastico con tahitiana.
Questo colpo ha una grande tenuta!
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Figura “B” tiro laterale con fiocina: “lo scioccante”
Quando il grongo mostra bene la testa in posizione laterale, il colpo ravvicinato con la fiocina tre dita dietro gli occhi lo mette K.O. Innanzitutto è un punto di tenuta estrema, sia perche ci sono tutte le cartilagini del cranio sia perchè ci passa la muscolatura del collo/fauci veramente possente e sanguigna, e poi è anche una zona molto vicina al cervello ed alla colonna vertebrale e molto spesso sciocca il pesce in maniera decisiva. Il colpo veramente efficace ha bisogno di un piccolo accorgimento: il tiro va scoccato con la fiocina leggermente obliqua (vedi foto!)! Tale posizione infatti aumenta la possibilità che un’ardiglione colpisca la spina dorsale del pesce riducendo, durante l’entrata, lo spazio vuoto che si trova tra una punta e la successiva! Questo colpo è efficacissimo con qualsiasi, qualsiasi grongo sia di 2kg che di 20kg! Per questo tiro consiglio un oleo 50 con fiocina a 5 o 6 punte!
Se si può sparare al grongo così, non esitare!
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Figura “C” tiro verticale con fiocina: “il letale”
Quando si ha la possibilità di vedere bene la testa del grongo e sopratutto si ha la possibilità di vedergliela da sopra (in verticale), non ci devono essere esitazioni nel tipo di tiro: questo è il più efficace! Qui soccombe ogni grongo all’ istante e la sua cattura è immediata. Una fiocinata tre dita dietro gli occhi in questa situazione è un trauma insuperabile anche per un osso duro come il serpentone. Non sbiancherà come una cernia ma cederà come uno straccio bagnato. Io con questo tipo di tiro, sparo con la fiocina orizzontale (come nella figura) ma ci sono altri sub che la tengono verticale. In ogni caso ritengo che la fiocina sia più efficace e precisa nella prima soluzione ed io la uso così. Ricordo ancora con piacere il mio amico che ne fulminò unò di 14 chili in 10m d’acqua con un ridicolo fucile a molla (minisaetta se non erro!!!) proprio con il citato colpo. Beh è chiaro che è stato pure molto fortunato ma questo vi dà l’idea dell’efficacia e risolutezza di tale tiro! Per questo tipo di azione utilizzo un arbalete da 50/60 con k4.
Questo tiro richiede una certa freddezza e precisione!
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Figura “D” tiro 3/4 con tahitiana: “la precisione”
Come si vede nella figura, il tiro viene effettuato con la tahitiana mirando a colpire il cervello cercando di fulminare il pesce all’istante. E’ il tiro degli Amengual e Carbonell, è il tiro della classe, della finezza e della precisone. Per colpire il cervello ci vuole veramente una buona dose di sangue freddo e di manualità, ma è un tiro che dà molte soddisfazione qundo riesce. Io l’avrò tentato 4/5 volte con 3 successi! In tal caso preferisco il tiro “scioccante” (vedi capitolo “B”) anche perchè se non si prende il cervello sono dolori e l’estrazione si complica specie se il pesce è grosso. Insomma è una soluzione da prendere con le molle ma non per questo inefficace. Gli Spagnoli lo fanno spesso (ho parlato con loro) perchè non usano quasi mai la fiocina, sia coi gronghi che con le murene (ancora più complicato!!!). Per questo tiro utilizzo arbalete da 60/70 con tahitiana.
Questo è un colpo per esperti. Se è possibile conviene evitarlo!
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Figura “E” con fiocina: “l’alternativo”
Questo è un colpo particolare. E’ un colpo per esperti e, se è possibile, è da evitare proprio perché la parte più pericolosa del grongo (ossia la testa) riamane libera e viva col pericolo di un possibile attacco. Per chi ha una certa pratica e del sangue freddo invece può essere tentato con buone garanzie di successo. Ma veramente attenti se il pesce è di buone dimensioni! Necessita di precisone, calma e sopratutto di un fucile di scorta per doppiare la preda. E’ l’unico dei colpi elencato che non neutralizza il pesce. Capita saltuariamente di trovare il grongo in una posizione particolare, ossia quella che ci mostra la coda. Se non sia ha possibilità di trovare un’apertura per vedere la testa e si vuole tentare la cattura ugualmente, non tutto è perduto, anzi. Una fiocinata 3 dita dopo l’ano è un punto di vulnerabilità e tunuta esemplare. La coda del serpentone infatti è il suo punto forza, è ricca di muscoli e terminale della spina dorsale. Quando mi capita questa situazione scendo con il fucile, sparo il pesce (mi raccomando non proprio sulla coda ma 3 dita circa dietro l’ano!!!) e lo metto in trazione (col mulinello o il pallone) non troppo teso. Dopodiché ridiscendo con un fucile uguale con fiocina, tiro un po’ la prima, e lo doppio un po’ più avanti verso la pancia (verso, non sulla!). A quel punto aspetto che si fiacchi un po’, ridiscendo, lo estraggo facilmente e lo triplico in testa. Una bella azione di pesca che ha successo 9 volte su 10!! L’ho testata diverse volte ed è molto efficace. Per questo tiro utilizzo un oleo 50 con mustad a 6 punte, per doppiarlo un oleo 40 con k4 e per il terzo colpo uso un’arba da 60 con k4.
Dopo tutto questo articolo di linea, rimane chiaro che l’istinto e l’esperienza possono avere più effetto di tutte le formule magiche scritte e riscritte. Questo articolo nasce appunto scevro di presunzione e di dogma, ma vuole essere solo un’invto a condividere con Voi le mie esperienze a riguardo, maturate in anni di catture, di prove e colloqui con Campioni del calibro di Calcagno, Cappucciati, Lo Baido, De Silvestri, Delbene, Petrollini, Riolo, Carbonell, Amengual e Mazzarri. Tutto qua!
Ringrazio Laura Russo che ha realizzato i disegni utilizzati per le illustrazioni
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