Il CT Andrea Badiello sulla World Cup di Ibiza
Il CT della nazionale femminile Andrea Badiello
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Andrea Badiello, veneziano classe 1960, è il CT della nazionale femminile di apnea.
Si avvicina all’agonismo nel 1998 come atleta e si fregia immediatamente del titolo di campione del mondo a squadre a S. Teresa di Gallura, in Sardegna.
Spigliato ed estroverso, Andrea si è presentato ad Ibiza alla guida di una squadra di grande valore, dimostrando al mondo che il grande livello dell’apnea italiana è fatto non solo di campioni, ma anche di campionesse.
Le nostre ragazze, infatti, hanno chiarito sin dal loro esordio sulla scena internazionale di poter “mettere in riga” tante nazionali maschili…
Apnea Magazine: Andrea, inutile girare intorno al problema. Questa squalifica proprio non ci va giù.
Andrea Badiello: E’ proprio così. Senza la penalizzazione per una “perdita di controllo motorio” (samba, nel ns. gergo) inesistente, la squadra sarebbe approdata agli onori di un primo posto nella classifica dei team femminili, sbaragliando le avversarie e, inoltre, con i suoi 302 punti avrebbe “scalato” la classifica generale fino al 7° posto su un totale di ben 43 squadre.
Sono rimasto deluso, amareggiato e indignato per una decisione presa da giudici evidentemente incompetenti o in mala fede i quali, alla visione del video dopo il mio reclamo ufficiale, si arrampicavano sugli specchi senza rispondere alla mia richiesta di indicare il punto preciso del video in cui si notava la “samba”.
Non dico che all’uscita Silvia fosse pimpante, ma c’è una bella differenza tra un uscita in affaticamento (la sera precedente aveva 38° di febbre) e una perdita di controllo motorio!
La ciliegina sulla torta è stato sapere che il “giudice” Jacques Delmarre, che tanto ha spinto per la squalifica, in realtà, come si può evidenziare dal sito dell’AIDA, non è ancora giudice!
[n.d.r. anche il sito Deep Extreme lo qualifica come “International Judge in learning”]
Lo dico a malincuore, ma questi giudici si sono anche comportati da maleducati, continuando a sghignazzare, a bere boccali di birra e a dirmi con la bocca piena che potevamo rivedere le immagini quanto volevamo, tanto la loro opinione non sarebbe cambiata.
Infine mi hanno invitato ad andarmene perché dovevano visionare altri 8 video relativi ad altrettanti reclami, il che fa sorgere una domanda: un numero così elevato di ricorsi, non è in sé sintomatico di una giuria poco obiettiva?
Badiello è un ottimo pescatore in apnea
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Poi cos’è successo?
Dopo la mia uscita dalla sala, tra i giudici c’è stata un’ accesa discussione, poichè ai due francesi favorevoli alla squalifica di Silvia si contrapponevano uno spagnolo, peraltro medico, e un tedesco; sono volati anche insulti, con i due francesi che mettevano in dubbio la capacità del medico apneista di valutare se ci fosse stata stata samba o meno; alla fine l’ago della bilancia è stato un giudice italiano, Giada Franci, la quale, pur ammettendo che dal video non si poteva notare nulla, ha riconosciuto la maggiore esperienza dei francesi e si è affidata al loro giudizio. Episodi del genere non giovano alla credibilità di questo sport….
Direi di più: ho vissuto questa vicenda come la morte del vero Sport.
Il risultato è stato quello di vanificare mesi di sacrifici, di dedizione, di duro allenamento, di impegni anche in termini economici, con la conseguenza di vedere un atleta promettente che probabilmente si ritirerà dalle competizioni e una squadra italiana che non parteciperà più alle manifestazioni organizzate dall’ AIDA.
Mi vien da pensare che forse la vittoria di una squadra “appena arrivata” guidata da un capitano esordiente ma pronto a richiamare i giudici al rispetto delle regole da loro stabilite -e quindi scomodo- avrebbe dato molto fastidio, soprattutto alle squadre che “sulla carta” dovevano vincere perché guidate da Team Managers molto conosciuti, professionisti con interessi economici legati al mondo del freediving.
Foto Cortesia – Team of Finland
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Andrea, quant è soggettivo il giudizio nella valutazione della perdita di controllo motorio? Come si potrebbe rendere meno aleatoria una decisione così rilevante ai fini dell’esito della competizione?
Il giudizio è assolutamente soggetivo, ma si potrebbero introdurre dei correttivi.
Una soluzione provocatoria sarebbe quella di abbandonare gli atleti a loro stessi per poi ritenere valida solo la prova di quelli che sopravvivono!
Parlando seriamente, avrei almeno un paio di proposte.
Un primo sistema per limitare l’incidenza dell’errore umano – o peggio della malafede – sarebbe quella di prevedere un maggior numero di giudici che esprimano un voto segreto.
Sopra una certa media, la prova andrebbe ritenuta valida.
Oppure, si potrebbe prevedere che dopo un certo lasso di tempo dopo il termine della prova, dieci o quindici secondi, l’atleta debba togliersi la maschera e dare l’ok ai giudici.
C’è qualcuno che vuoi ringraziare?
In primo luogo tutte le ragazze della squadra: Manuela Acco, Silvia Dal Bon, Ilaria Molinari e Monica Barbero, riserva ma non per questo meno competitiva.
Poi vorrei ringraziare in modo particolare Anna Seddone per tutto quello che ha fatto per la squadra.
Infine, un ringraziamento va anche a tutte le tutte le altre atlete che hanno partecipato alle selezioni ad Andora: Paola Corsa, Diana Croci, Laura Fiore, Sandra Vallelunga, Emanuela Franco, Luana Micheli.
A quest’ultime vorrei dire che si devono sentire “in squadra”, perché se l’Italia femminile ha raggiunto questi livelli è anche per merito loro.
Per cui ragazze, dateci dentro e allenatevi, che il prossimo anno….
Buon lavoro Andrea, siamo tutti con voi.
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Category: Altre discipline, Apnea
Salve Andrea, mi chiamo Daniel Badiello e abito a Cremona,facendo una ricerca su internet ho trovato il suo nome e mi chiedevo se per caso fossimo parenti… Chi lo sa; Comunque complimenti per le sue vittorie nella sua attività.
Cordiali Saluti,
Daniel.