Il 2008 del pinnato – seconda parte
I campioni europei della 4×100 – Foto: E. Traverso
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E gli sprinter? Visto il dominio in tutte le altre distanze non potevano mancare le medaglie neanche nella velocità. Nei 50 è stato Gianluca Mancini a tenere alti i colori azzurri andando a cogliere un bellissimo terzo posto. Un risultato di prestigio che premia il lavoro di tanti anni in cui, per un motivo o per l’altro, Gianluca aveva probabilmente raccolto meno di quanto avrebbe meritato. Caparbiamente l’atleta romano ha inseguito la convocazione in nazionale cogliendo il tempo limite per la qualificazione all’ultimo appuntamento utile, ma gli sforzi sono stati ampiamente ripagati da questa medaglia individuale e soprattutto da quella nella staffetta 4×100.
Cesare Fumarola col tecnico Davide Brighetti – Foto: N. Negrello
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La stella dello sprint azzurro è però Cesare Fumarola che da grande campione non ha tradito neanche in questa occasione. Pure per l’atleta modenese non è stata una stagione facile dovendo combattere costantemente con guai fisici che gli impedivano di allenarsi come avrebbe desiderato. Tutta la preparazione è stata così incentrata sulla sua gara preferita, i 100 metri, in cui è campione del mondo in carica. Premiata tale scelta: primo posto di forza con un ottimo 35’48 che sfiora il primato italiano e velleità dei vari avversari spente senza possibilità di replica. La vittoria assume una dimensione ancora maggiore se si considera il fatto che al terzo posto s’è classificato quel Dmytro Sydorenko che lo scorso anno ai Mondiali era dato da tutti come favorito, salvo poi autoeliminarsi con una netta falsa partenza. Questa volta non è servita alcuna squalifica e Cesare ha dimostrato sul campo chi fosse il più forte. E per gradire s’è regalato anche un bell’argento nei 100 vs.
La valanga di medaglie azzurre è stata poi completata dagli specialisti dello stile bipinne. Introdotto dallo scorso anno nelle competizioni internazionali già ci aveva regalato importanti soddisfazioni. Ma in questa stagione l’Italia l’ha davvero fatta da padrona. Merito di Andrea Rampazzo che nelle tre distanze previste dal programma ha colto tre vittorie con altrettanti record del mondo. 19’74, 43’15 e 1’37’95: questi i tempi dell’atleta della SNP Padova rispettivamente nei 50, 100 e 200 bipinne che gli valgono titolo e primato. Contrariamente a molti specialisti di questo stile, piace segnalare come Andrea non provenga dal nuoto tradizionale, ma sia pinnatista fin dalle origini della sua carriera agonistica.
I podi di Rampazzo e Mammi – Foto: N. Negrello e E. Traverso
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Completano il quadro delle medaglie italiane quella ottenuta sempre nei 50 pinne da Marco Alban, bronzo, ed Elisa Mammi, argento. Per le donne in piscina si tratta dell’unica medaglia individuale ma come già detto parlando della staffetta il movimento è notevolmente in crescita. L’argento dell’atleta genovese assume ancor più spessore se si considera che, proveniente dal nuoto, Elisa si è avvicinata al pinnato da pochissimi mesi. Eppure ha già colto un risultato di altissimo prestigio e soprattutto ha permesso di avvicinare al nostro sport altri puristi. Il suo tempo, 22’92, è non solo record italiano ma anche seconda prestazione mondiale di sempre mentre i margini di crescita sono altissimi, in questa distanza come nei 100 dove parimenti si è aggiudicata il nuovo primato italiano in 51’42 chiudendo quinta. Si può guardare al futuro con ottimismo per questo e per i risultati di tutte le azzurre in gara ad Eger. Da segnalare in particolare gli ottimi piazzamenti di: Claudia Ammetto, quinta nei 200 np (con nuovo record italiano assoluto 1’35’03) e sesta nei 400 np; Giorgia Viero, quarta nei 400 np e quinta negli 800 np (record italiano assoluto 7’08’92); Roberta Mastroianni, ottava nei 100 np e Claudia Mazzolai, settima nei 100 e quinta nei 50 e 200 pinne (record italiano assoluto 1’53’75).
Abbandonando la piscina e trasferendoci in acque libere purtroppo non possiamo commentare lo stesso numero di vittorie. Sono arrivate comunque due splendide medaglie di bronzo nella prova più massacrante dell’intero panorama pinnatistico: i 20 km! Le hanno vinte l’intramontabile Paolo Vandini e la caparbia Anna Mercuri. Per il carabiniere di Ravenna si tratta dell’ennesimo successo di una carriera senza eguali mentre per la romana è la prima medaglia internazionale. Due storie così diverse accomunate però dalla stessa immane fatica. Nelle altre prove del fondo l’Italia per una serie di circostanze che soprattutto i politici ed i tecnici dovranno analizzare, non ha avuto la stessa fortuna o, molto più semplicemente, gli avversari ci sono stati superiori. Non è certo un dramma anche se è significativo il fatto che per la prima volta da quando esiste il fondo a squadre gli azzurri non siano andati a medaglia. La staffetta maschile è stata addirittura costretta al ritiro per un problema nell’ultima frazione quando però i giochi per il podio erano già fatti. Tutti ritirati gli italiani anche nei 6km in una corsa ad eliminazione che ha tenuto in palpitazione tutto il clan azzurro per un malore occorso a Simone Mallegni durante la prova quando era nelle posizioni di testa. A concludere la distanza alla fine è stata soltanto Alessia Taghetti, tredicesima tra le donne, ma davvero nulla si può imputare agli atleti della Nazionale.
Vandini e Mercuri durante la premiazione – Foto: N. Negrello
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In questa lunga disamina dei risultati 2008 rimane soltanto da parlare della nazionale giovanile. Piace iniziare, non per galanteria ma perché se l’è proprio meritato, dalla rivelazione di questa stagione: Roberta Mastroianni. Da diversi anni mancava un’atleta capace di vincere un mondiale. C’è riuscita Roberta imponendosi nella gara regina, i 100 np, dei Campionati Mondiali Giovanili svoltisi a Neiva, in Colombia, tra il 4 e il 10 Luglio. La campionessa romana già dall’anno scorso nel giro della nazionale giovanile ha stupito tutti, forse anche se stessa, con una seconda parte di stagione favolosa. 42’03, il tempo che le ha permesso di salire sul primo gradino del podio, è anche il nuovo record italiano assoluto, un crono strepitoso se guardiamo la carta d’identità di questa ragazza che ancora per due anni potrà gareggiare in nazionale giovanile, ma che s’è già ritagliata un posto di tutto rilievo pure in quella maggiore come abbiamo visto precedentemente. Per lei anche due argenti nei 50 ap e 200 np e un bronzo nei 100 vs.
Le ragazze della nazionale Juniores: Taghetti, Mastroianni, Battilani, Longo Vaschetti
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Ma molto precoce e promettente è tutta la nazionale under 18 femminile, basti pensare che delle quattro atlete selezionate per il Mondiale ben tre sono classe ’93, con quindi altre due stagioni nelle categorie giovanili davanti. Federica Longo Vaschetti e Laura Battilani non sono andate a medaglia nelle gare individuali, ma l’anagrafe è dalla loro parte e intanto tornano dalla Colombia con due bronzi conquistati nelle staffette 4×100 e 4×3000 insieme alla Mastroianni e alla ‘veterana’ del gruppo, quella Alessia Taghetti capace di vincere anche l’argento negli 800 e 1500 e il bronzo nei 400 np.
Capitolo uomini. Il bilancio della squadra maschile è sicuramente positivo anche se è mancato l’acuto dorato. Alberto Rota dopo l’incidente dello scorso anno che gli impedì di partecipare agli Europei, s’è rifatto conquistando l’argento nei 6 km in acque libere e il bronzo nei 1500 in piscina. Nicola Fassetta ha confermato con il secondo posto nei 50 ap che l’ottimo 15’87 stabilito durante la primavera non era stato solo un caso, così come Julio Tugnoli (colombiano d’origine e quindi particolarmente motivato) si è affermato ad alto livello nei 200 np cogliendo un bel bronzo. Infine le medaglie pinne con Francesco Traversaro due volte sul terzo gradino del podio nei 100 e 200.
La spedizione in terra sudamericana può dirsi quindi assai positiva, anche se è da tenere in conto l’assenza di diversi paesi che, spaventati dal pericolo di sequestri, hanno deciso di boicottare la manifestazione abbassando il livello medio della competizione che comunque, grazie alla presenza di nazionali fortissime come quella ucraina e greca ha sempre visto salire sul podio atleti di indiscusso valore. La splendida organizzazione della manifestazione e la straordinaria partecipazione di pubblico, con spalti gremiti e pubblico entusiasta, hanno poi confermato la validità della scelta della CMAS di assegnare l’evento alla Colombia, non più cenerentola in questo sport ma realtà importante, sia dal punto di vista tecnico che politico.
Si ringrazia Eric Traverso della società Paris Palmes Olympiques per la gentile concessione delle foto
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