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Il 2008 del pinnato – prima parte

| 20 Ottobre 2008 | 0 Comments

Per il nuoto pinnato Ottobre è il mese dei bilanci. Ed un bilancio che si rispetti è composto inevitabilmente di voci positive e negative. Da sempre nel nostro mondo le prime sono rappresentate dai risultati degli atleti. Questi fortunatamente non mancano mai, sono sempre di assoluto rilievo e anzi, anno dopo anno, diventano più importanti sia in termini quantitativi che qualitativi. Poi ci sono le voci negative. Raramente si tratta di debacle sportive, molto più spesso invece di beghe politiche del genere più disparato. Mai come quest’anno ci sarebbero da scrivere pagine e pagine su questi tristi argomenti. Inizialmente questa era l’intenzione. Ma raccogliendo il materiale per questo pezzo, rovistando tra appunti e ricordi, vedendo le immagini delle imprese dei nostri campioni, le loro smorfie di fatica pure nei momenti di esultanza per una vittoria’ beh, inquinare i loro successi con i problemi di cui sono le prime vittime non sarebbe stato giusto. Non significa voler nascondere le numerose questioni poco piacevoli che hanno caratterizzato il 2008 del pinnato, tutt’altro. Semplicemente non qui, non ora.

Pinnatista in azione – Foto: E. Traverso

Prima di parlare delle gare vere e proprie permetteteci un’autocitazione riguardante la diretta web video dei Campionati Europei Assoluti, svoltisi ad Eger, Ungheria, dal 23 al 30 Luglio. Per tutta una serie di motivi, non solo quello logistico, si è trattato di un servizio particolarmente complicato. Con orgoglio però possiamo affermare come quello che inizialmente era un test, si sia trasformato in un grande successo, non solo tra la ristretta cerchia dei pinnatisti italiani, ma anche e soprattutto nel resto d’Europa, Francia in particolare. Per tale motivo è doveroso ringraziare coloro che hanno collaborato al servizio, pubblicizzandolo attraverso i loro siti: Davide Manca di finswimming.com e Cyril Kergadallan di all-finswimming.com nonché la CMAS per averci permesso la diretta. Crediamo e speriamo di avere, col nostro sicuramente migliorabile lavoro, fornito uno stimolo affinché questo genere di iniziative possa prendere piede anche a più alto livello. D’altronde lo spettacolo messo in scena dagli azzurri in Ungheria meritava lo sforzo.

Eccome se lo meritava! 9 ori, 4 argenti e altrettanti bronzi, 7 record del mondo’ questi i numeri dello show offerto dai nostri ragazzi!
Come nel 2007 anche quest’anno la copertina spetta ad una staffetta, anzi, a tre! E’ infatti impossibile decidere quale tra le seguenti gare sia stata la più bella o importante. Entrano in gioco troppi fattori quali valore assoluto del successo, caratura degli avversari, importanza storica della vittoria’ fare una classifica di preferenza tra una medaglia e l’altra è in fondo non solo soggettivo ma anche inutile, tanto si gioisce per tutte! Perciò le riportiamo in semplice ordine cronologico.

4×200 maschile: si dice che vincere sia difficile ma che ripetersi lo sia ancora di più. Forse è retorica, forse no; fatto sta che l’Italia, dopo l’oro con record del mondo lo scorso anno, ha raddoppiato con gli interessi. Sì perché non si è accontentata di sbaragliare la concorrenza dominando la gara dal primo all’ultimo metro. Ha voluto battere anche se stessa, migliorando ulteriormente un tempo già inarrivabile per tutto il resto del mondo. E’ cambiato un interprete ‘ Fabio Picchi che ha preso il posto di Paolo Varetto, ritiratosi dall’attività agonistica ‘ ma non il risultato: medaglia d’oro con 5’31’71, nuovo primato mondiale. Ad Andrea Nava riesce addirittura l’impresa di stabilire due record nella stessa gara! Partito primo frazionista, il campione delle Fiamme Oro Roma, ferma il cronometro sul nuovo limite dei 200 np (1’21’74), per poi festeggiare cinque minuti dopo anche il record in staffetta con i compagni Stefano Figini, Cesare Fumarola e appunto Fabio Picchi. Una giornata che probabilmente Andrea non dimenticherà mai, ma che rimarrà impressa nella memoria anche di tutti quelli che hanno assistito appollaiati sulle (scomode) tribune della piscina Bitskey Alàdar di Eger. Non male come primo giorno di gare!

Le ragazze della 4×200 – Foto: E. Traverso

4×200 femminile: non si tratta di una medaglia d’oro, ma il terzo posto conquistato da Claudia Ammetto, Silvia Baroncini, Roberta Mastroianni e Giorgia Viero vale una grande vittoria. Se da anni a livello maschile la nostra nazionale domina in lungo e in largo, a livello femminile da troppo tempo mancava un risultato del genere. La 4×200, nel nuoto pinnato come in quello tradizionale, è infatti vista da molti come la gara più significativa per individuare il valore di un team. Raggiungere un podio europeo per le nostre ragazze è perciò motivo di grande orgoglio e sintomo di un movimento in progresso. Ammetto, Baroncini e Viero hanno ormai raggiunto la maturità agonistica e raccolgono i frutti di un lavoro lungo anni. Una menzione d’onore merita però Roberta Mastroianni che a soli quindici anni, grazie a questo risultato ma soprattutto a quelli ottenuti in nazionale giovanile, entra di prepotenza tra i simboli del pinnato azzurro. 6’23’07, ovviamente nuovo primato italiano (di più di otto secondi), implica una media di circa 1’35’80 per frazionista, tempo che prima di quest’estate valeva il record individuale! Russia, Ucraina e Cina ‘ chiaramente non presente ad Eger ‘ rimangono di un altro pianeta, ma la distanza che separava le nostra ragazze dalle più forti interpreti della disciplina si sta sempre più assottigliando. Per questo motivo il bronzo della 4×200 femminile merita questa copertina quanto i successi della squadra maschile.

L’esultanza di Andrea Nava e la delusione di Evgeny Skorzhenko – Foto: E. Traverso

4×100 maschile: si torna a parlare di medaglie d’oro’ e che medaglie! Interrompere il dominio sovietico nella staffetta veloce è infatti un fatto storico. C’è riuscita una squadra italiana fenomenale composta da Gianluca Mancini, Cesare Fumarola, Stefano Figini e Andrea Nava. Tutta la staffetta si potrebbe riassumere in due immagini: la prima è quella di Andrea che nell’istante stesso in cui stampa sulle piastre il fantastico 2’23’81 (sfiorato il record del mondo di soli 15 centesimi) ha già il dito alzato in cielo in segno d’esultanza. La seconda è l’inequivocabile espressione dell’ultimo frazionista russo, il grande Evgeny Skorzhenko, che resosi conto della sconfitta guarda sconsolato l’esultanza degli azzurri. La stessa espressione accompagnerà lui e i suoi compagni anche su un podio stellare comprendente molti dei più grandi campioni di questo sport, dal russo Burakov all’ucraino Soroka, passando ovviamente per i nostri quattro portacolori.

Figini all’arrivo dei 1500 – Foto E. Traverso

Archiviato il capitolo staffette passiamo all’altrettanto dolce riguardante le gare individuali. Non si può non partire da Stefano Figini. Da due anni a questa parte re incontrastato dai 200 ai 1500 metri Stefano ha vissuto una stagione di alti e bassi arrivando all’appuntamento europeo forse senza tutte le certezze che ne avevano contraddistinto i successi precedenti. Ma il talento non si perde per colpa degli acciacchi fisici, e la cattiveria agonistica compensa i problemi di una preparazione condizionata da questi malanni. Vincitore nelle ultime due edizioni dei mondiali di ben cinque medaglie d’oro quest’anno il campione del Nord Padania Varedo s’è dovuto accontentare di quattro! Oltre le due già citate in staffetta sono infatti arrivate le vittorie negli 800 e 1500, vittorie coronate da due strepitosi record del mondo in gare dominate annichilendo gli avversari. Non che non ci abbiano provato a seguirlo: emblematici gli 800 dove Figini e il russo Reznikov passavano quasi appaiati alla virata di metà gara’ il risultato finale? Figini s’invola verso il nuovo record (6’22’14) e il russo crolla al settimo posto a quasi venti secondi di distacco! Fotocopia nella gara dei 1500 dove dai 600 metri in poi si vive l’assolo del milanese che chiude in 12’26’78.
Non è riuscita a Stefano l’impresa di ripetersi vincendo pochi minuti dopo i 1500 anche i 400 come accaduto nel 2007 a Bari. Sul suo cammino ha trovato un ottimo Antonios Tsouronakis cui ha dovuto cedere lo scettro della distanza, ma non il primato del mondo che gli rimane saldamente in mano: il 3’01’43 del greco non avvicina il fenomenale 2’59’74, per cui Stefano rimane l’unico uomo al mondo ad aver abbattuto la barriera dei tre minuti. La medaglia d’argento è comunque onorevolissima e siamo convinti che se il programma gare non imponesse di correre le due prove a così poca distanza non ce ne sarebbe per nessuno!
Significativi alcuni commenti raccolti tra gli addetti ai lavori delle altre nazioni ‘felici’ dell’interruzione del dominio di Figini, non perché contenti della sua sconfitta, ma perché ha dimostrato di essere ‘umano’! D’altronde era stato messo in preventivo di dover soffrire molto nei 400 data la vicinanza con una gara pesante come i 1500, ma fa molto onore a Stefano aver tentato ancora una volta la doppietta così come il non essersi per nulla risparmiato, a favore dello spettacolo, nella prima delle due distanze, dove avrebbe potuto comunque vincere risparmiando un po’ di energie per la prova successiva.

Il podio dei 200 con Figini e Nava – Foto: E. Traverso

Anche nei 200 per Stefano è arrivata una medaglia d’argento. Questa però è tutt’altro che una sconfitta! Specie perché il vincitore è un altro azzurro, Andrea Nava, che inseguiva questo risultato da anni ma aveva sempre incontrato sul suo cammino avversari in stato di grazia e forse, in alcuni casi, aveva esageratamente sofferto la tensione. In quest’occasione però Andrea ha centrato in pieno l’obiettivo. Dopo la staffetta il primo giorno dove stabilendo il record del mondo aveva acquisito, qualora ce ne fosse bisogno, piena consapevolezza dei propri mezzi, il campione romano aveva un solo obiettivo: toccare per primo la piastra! In quest’ottica non ha pesato neanche la parziale delusione per il quarto posto nei 100. Tutto era finalizzato alla finale dei 200 e finalmente il tabù con la vittoria individuale è stato rotto. Da sempre gara molto appassionante anche in quest’occasione non ha tradito le attese. Partito fortissimo come sua abitudine (passaggio ai 100 metri in 39’37) Andrea ha subito il ritorno di Figini e di Tsouronakis. Alcuni si aspettavano lo stesso copione della finale dei mondiali 2007 ma questa volta il cronometro gli ha dato ragione: 1’22’29 contro l’1’22’47 che vale il secondo posto a parimerito tra Stefano e il greco. Per capire il valore di questa gara basti pensare che tutti e tre gli atleti saliti sul podio ad Eger sono scesi (nettamente) sotto il tempo che la scorsa stagione sarebbe valso l’oro ai mondiali!

Segue…

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Category: Articoli, Nuoto Pinnato

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