Davide Serra Inviato Gennaio 28, 2010 Segnala Condividi Inviato Gennaio 28, 2010 Il Sottosegretario al Ministero delle Politiche agricole Alimentari e Forestali Antonio Buonfiglio ha comunicato alle associazioni della pesca, ai ricercatori, alle organizzazioni ambientaliste e ai sindacati il suo sostegno all'inserimento del tonno rosso (Thunnus thynnus) nell’Appendice 1 della Convenzione internazionale sul commercio di specie animali e vegetali in pericolo (CITES) che prevede il divieto di commercio internazionale per le specie a rischio. Una presa di posizione importante che lancia un segnale concreto da parte del Governo italiano per la gestione sostenibile di questa specie emblematica nel Mediterraneo. http://www.100ambiente.it/index.php?/archi...n-pericolo.html Ci staremo mica dando la zappa sui piedi? Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
GiTi Inviato Gennaio 28, 2010 Segnala Condividi Inviato Gennaio 28, 2010 Il Sottosegretario al Ministero delle Politiche agricole Alimentari e Forestali Antonio Buonfiglio ha comunicato alle associazioni della pesca, ai ricercatori, alle organizzazioni ambientaliste e ai sindacati il suo sostegno all'inserimento del tonno rosso (Thunnus thynnus) nell’Appendice 1 della Convenzione internazionale sul commercio di specie animali e vegetali in pericolo (CITES) che prevede il divieto di commercio internazionale per le specie a rischio. Una presa di posizione importante che lancia un segnale concreto da parte del Governo italiano per la gestione sostenibile di questa specie emblematica nel Mediterraneo. http://www.100ambiente.it/index.php?/archi...n-pericolo.html Ci staremo mica dando la zappa sui piedi? Forse mi sfugge qualcosa, o non ho letto bene l'articolo, ma perchè ci staremmo dando la zappa sui piedi? Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Davide Serra Inviato Gennaio 28, 2010 Autore Segnala Condividi Inviato Gennaio 28, 2010 Forse mi sfugge qualcosa, o non ho letto bene l'articolo, ma perchè ci staremmo dando la zappa sui piedi? Il discorso è semplice ma agli ambientalisti fà comodo che non se ne parli. Per prima cosa è lecito chiedersi come si faccia a dire che una data specie rischia l'estinzione se non è possibile conoscere l'entità della popolazione su cui và ad insistere il prelievo. La stessa ICRAM ammette di non avere nessun dato scientifico per poter sostenere questa tesi. Ad ogni modo alcuni numeri si riescono ad estrapolare. Nel 2009 gli stati facenti parte della comunità europea, e quindi soggetti alle limiazioni sulla pesca del tonno rosso, hanno pescato tutte le 12.406 tonnellate previste. Per facilità di conto stiamo parlando di 124.000 esemplari da 100 kg di taglia media (è una semplificazione di comodo ma si stima che la taglia media si inferiore quindi il numero degli individui più alto). A queste vanno aggiunte le 13.000 tonnellate prelevate dalle flotte nipponiche nel Pacifico, quindi altri 130.000 esemplari. Ai nostri 254.000 tonni dobbiamo sommare quelli frutto della pesca illegale che, si stima per difetto, dovrebbero essere altrettanti. Totale, oltre mezzo milione di tonni rossi da quintale pescati in tutto il mondo nel solo 2009. Gli anni precedenti hanno visto prelievi ancora maggiori soprattutto grazie alle ridotte limitazioni. Detto questo viene spontaneo domandarsi: 1- una specie di cui si abbattono mezzo milione di capi in un anno, è a rischio di estinzione? 2- è realistico pensare che le quote pesca di un pesce in via di estinzione si raggiungano in poche settimane? 3- quale altro animale con una popolazione stimata di mezzo milione di individui (e tonni ce ne sono ancora quindi la cifra sale di molto) è considerato in pericolo di estinzione? Gli ecologi hanno da poco scoperto, con grande scandalo della comunità scientifica, che la dimensione minima vitale di una specie (MVP), che gli consente di avere il 90% di possibilità di sopravvivere nei prossimi 100 anni e dell'ordine di migliaia di individui e non di centinaia come si credeva erroneamente! Qui si vuole vietare la pesca e la commercializzazione di un pesce che conta una popolazione centinaia di migliaia di volte superiore alla soglia di guardia. La pesca indiscriminata non và ed è giusto che ogni forma di sfruttamento di una risorsa vada regolamentata, ma vietare in toto la pesca pesca del tonno rosso, SENZA basi scientifiche e sull'onda della psicosi ingiustificata cavalcata dagli ambientalisti mi pare veramente eccessivo. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Tyler Durden Inviato Gennaio 28, 2010 Segnala Condividi Inviato Gennaio 28, 2010 Se non sbaglio però per estinzione in questo caso si intende estinzione "commerciale" e non biologica,quando in poche parole si deve necessariamente ridurre il pescato e far aumentare i prezzi.Insomma il primo campanello di allarme.Non sono informatissimo,ma un dato che lessi qualche tempo fa è che lo stock riproduttivo di oggi era solo il 30% di quello di 30 anni fa.Un calo un po troppo rapido secondo me. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Davide Serra Inviato Gennaio 28, 2010 Autore Segnala Condividi Inviato Gennaio 28, 2010 Se non sbaglio però per estinzione in questo caso si intende estinzione "commerciale" e non biologica,quando in poche parole si deve necessariamente ridurre il pescato e far aumentare i prezzi.Insomma il primo campanello di allarme.Non sono informatissimo,ma un dato che lessi qualche tempo fa è che lo stock riproduttivo di oggi era solo il 30% di quello di 30 anni fa.Un calo un po troppo rapido secondo me. Sinceramente dubito che alle organizzazioni ambientaliste freghi qualcosa dell'estinzione "commerciale" di una specie. Credo sia inutile, nè è mia intenzione farlo, sostenere che la risorsa tonno rosso sia abbondante come e più di 30 anni fà o che goda di una salute invidiabile. Di certo non rischia l'estinzione al punto da doverne vietare pesca e commercializzazione, ma la sua pesca và regolamentata con giudizio come qualsiasi altro prelievo animale. Dopo lo scandalo delle mail trafugate che rendono noto come una certa frangia di "scienziati" abbia manipolato i dati climatici pur di continuare a sostenere l'origine antropica del riscaldamento terrestre non mi stupisco più di nulla. Però è un dato di fatto che sono molti i biologi marini non concordi su questi provvedimenti di pancia più che di testa. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
ziguela Inviato Gennaio 29, 2010 Segnala Condividi Inviato Gennaio 29, 2010 calma calma questo è l' annuncio del politico di turno..... se fai un giro nelle news trovi anche questa Lunedì primo febbraio è prevista, presso la sede del Mipaaf in Via XX Settembre, la Commissione consultiva centrale nel corso della quale il Sottosegretario Buonfiglio incontrerà le organizzazioni di categoria. .....lunedì gli fanno capire che i "loro" voti al prossimo giro, se prende questa decisione, se li scorda ..... e farà una smentita... l'altro problema è quello di sparare "quote" politiche e a tavolino e poi il più del pescato gira a fuffa (alla faccia del Made in Italy e della filiera ) Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
sspirito Inviato Gennaio 29, 2010 Segnala Condividi Inviato Gennaio 29, 2010 Che le associazioni ambientaliste esagerino con le cifre non e' una novita'; comunque nel caso del tonno rosso c'e' un metodo molto piu' valido di qualsiasi censimento o studio scientifico per capire in che situazione si trova la popolazione della specie: le tonnare abbandonate. Semplicemente le nostre antiche tonnare in Sicilia non sono piu' renumerative e sono state abbandonate. Le flotte spagnole hanno abbandonato il mediterraneo e vanno a pescare tonni in Somalia ed alle Seichells (...nell'oceando indiano). Nel sud della Spagna c'erano antichi paesi in cui l'intera economia girava intorno al tonno, paesi che erano stati fondati proprio da pescatori di tonno, ad esempio "Zahara de los Atunes" ("Zahara dei tonni") che sono stati ormai abbandonati perche' le catture sono diminuite dell'80%. La tonnara e' ormai stata riconvertita in un'attrazione folkloristica, solo 6 anni fa tirarono su piu' di 400 esemplari, l'anno scorso poco piu' di 100...quanti ne prenderanno tra 6 anni se non cambia niente? Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
ziguela Inviato Gennaio 29, 2010 Segnala Condividi Inviato Gennaio 29, 2010 Che le associazioni ambientaliste esagerino con le cifre non e' una novita'; comunque nel caso del tonno rosso c'e' un metodo molto piu' valido di qualsiasi censimento o studio scientifico per capire in che situazione si trova la popolazione della specie: le tonnare abbandonate. Semplicemente le nostre antiche tonnare in Sicilia non sono piu' renumerative e sono state abbandonate. Le flotte spagnole hanno abbandonato il mediterraneo e vanno a pescare tonni in Somalia ed alle Seichells (...nell'oceando indiano). Nel sud della Spagna c'erano antichi paesi in cui l'intera economia girava intorno al tonno, paesi che erano stati fondati proprio da pescatori di tonno, ad esempio "Zahara de los Atunes" ("Zahara dei tonni") che sono stati ormai abbandonati perche' le catture sono diminuite dell'80%. La tonnara e' ormai stata riconvertita in un'attrazione folkloristica, solo 6 anni fa tirarono su piu' di 400 esemplari, l'anno scorso poco piu' di 100...quanti ne prenderanno tra 6 anni se non cambia niente? non posso esser d'accordo con te...... la vecchia tonnara ormai è morta da mò.....scusa ma sei indietro.... i pesci si vanno a cercare per il Mediterraneo senza aspettare che ti passino "sotto casa" e poi non è meglio lavorare in mezzo al mare lontano da occhi indiscreti dove puoi fare il cazz che vuoi ed eventualmente esser soggetto a una normativa più permissiva...? Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Davide Serra Inviato Gennaio 29, 2010 Autore Segnala Condividi Inviato Gennaio 29, 2010 ...comunque nel caso del tonno rosso c'e' un metodo molto piu' valido di qualsiasi censimento o studio scientifico per capire in che situazione si trova la popolazione della specie: le tonnare abbandonate. Dubito fortemente. Le tonnare sono uno strumento di pesca nato per intercettare il passo dei tonni vicino alla costa in determinati periodi dell'anno. Hanno funzionato a pieno regime fino a quando la pesca al tonno non si è spinta in mare aperto andando anche a modificare e disturbare queste rotte migratorie. Le tonnare catturano meno di mezzo secolo fà, è un dato di fatto, ma le catture in numeri assoluti non solo non sono affatto diminuite ma sono solo aumentate. L'ICCAT dichiara che, relativamente ai tonni in genere, si è passati dalle 300.000 tonnellate del 1970 alle circa 500.000 di metà anni '90. Ai giorni nostri si registra un leggero calo, ma al 2004 eravamo a quota 430.000 tonnellate. Tra questi il tonno rosso è uno dei più costanti, ed è un dato di fatto che oggi se ne peschino più di 30 anni fà. http://img63.imageshack.us/img63/4259/tunnidi.jpg Tutto questo conferma la necessità di procedere sulla strada della regolamentazione, non della moratoria. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Gianni Boi Inviato Gennaio 29, 2010 Segnala Condividi Inviato Gennaio 29, 2010 Ciao! A me vengono parecchi dubbi... Vietare la pesca al tonno rosso potrebbe essere un fatto giusto oppure una sorta di obbiettivo strategico da sbandierare come un simbolo mediatico, un pò come si è fatto per il panda. E penso anche alle campagne contro le spadare per non danneggiare i delfini. In questo mondo di cartapesta ormai anche i dati scientifici sono manipolati a piacere per avvallare una tesi a scapito di un'altra. In questo schifo ci potrebbe anche stare una certa sopravvalutazione del rischio estinzione del tonno rosso. Detto questo rimane un fatto inconfutabile; la taglia media degli esemplari catturati si è drasticamente abbassata e tutte le statistiche dimostrerebbero un rischio che la popolazione sia sovrasfruttata. In molti mercati gipponesi la taglia minima è scesa al di sotto della maturità sessuale della specie. Stiamo forse già intaccando gli stok di riproduttori? Il dubbio mi resta, anche se a volte capitano fatti particolari. Una decina di anni fa per esempio, in Sardegna si è assistito ad una vera e propria invasione di tonni rossi, tanto che ci fu una proliferazione incredibile di "pescatori sportivi" che si cimentavano nelle catture abbastanza facili di questi animali. E parlo NON di pescatori affermati e bravi, ma di equipaggi di improvvisati pressapochisti che imitavano pedissequamente certe "dritte" e che riuscivano in poco tempo a catturare con continuità. Questo per dire che evidentemente ci fu una vera e propria primavera per questi animali. Ricordo anche che in campo subacqueo si contavano decine e decine di avvistamenti in luoghi impensabili! Adesso, a parte certe situazioni come quella della magnifica cattura del bestione da parte del nostro amico Antonio( Ant64) non mi pare che si stia più registrando un avvistamento così sistematico. Che vuol dire? Che in pochi anni abbiamo commesso un genocidio? Personalmente non credo, ma se così fosse, allora sarebbe il caso di considerare anche l'opportunità di raccogliere dati CERTI sugli stok di questa specie , almeno in mediterraneo. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Davide Serra Inviato Gennaio 29, 2010 Autore Segnala Condividi Inviato Gennaio 29, 2010 Detto questo rimane un fatto inconfutabile; la taglia media degli esemplari catturati si è drasticamente abbassata e tutte le statistiche dimostrerebbero un rischio che la popolazione sia sovrasfruttata. In molti mercati gipponesi la taglia minima è scesa al di sotto della maturità sessuale della specie. Stiamo forse già intaccando gli stok di riproduttori? La taglia media si è ridotta, vero, ma se il numero di esemplari è aumentato significa che i riproduttori il loro lavoro lo fanno eccome. Sembra tanto il discorso delle cernie di cui sono infestati i bassifondi da esemplari piccoli e piccolissimi, mentre i grossi riproduttori sembrano non esistere. Eppure se esistono i piccoli significa che qualcuno li genera no?! Ripeto, che sia da regolamentare è indubbio, che allo stato attuale sia da vietare è del tutto ingiustificato. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Gianni Boi Inviato Gennaio 29, 2010 Segnala Condividi Inviato Gennaio 29, 2010 Detto questo rimane un fatto inconfutabile; la taglia media degli esemplari catturati si è drasticamente abbassata e tutte le statistiche dimostrerebbero un rischio che la popolazione sia sovrasfruttata. In molti mercati gipponesi la taglia minima è scesa al di sotto della maturità sessuale della specie. Stiamo forse già intaccando gli stok di riproduttori? La taglia media si è ridotta, vero, ma se il numero di esemplari è aumentato significa che i riproduttori il loro lavoro lo fanno eccome. Sembra tanto il discorso delle cernie di cui sono infestati i bassifondi da esemplari piccoli e piccolissimi, mentre i grossi riproduttori sembrano non esistere. Eppure se esistono i piccoli significa che qualcuno li genera no?! Ripeto, che sia da regolamentare è indubbio, che allo stato attuale sia da vietare è del tutto ingiustificato. Caro davide, non vorrei fare il catastrofista, ma se il numero di esemplari è aumentato credo che questo sia solo una diretta conseguenza dello sviluppo impensabile della tecnologia legata a questo tipo di pesca. Ormai le tonnare fisse sottocosta sono un residuato bellissimo di un'epoca romantica dove ancora si credeva che le rotte fisse dei tonni fossero dovute alla cecità unilaterale dei tonni a seconda delle stagioni, e che nuotassero con l'occhio buono dalla parte della terraferma(!!). Oggi i giapponesi e gli altri usano satelliti e flotte di agili navi coadiuvate da aerei ed elicotteri per individuare i branchi di tonni in mezzo al mediterraneo, cosa che 15 anni fa era impensabile( a parte il Giappone). Per cui ho paura che il maggior numero di esemplari NON SIA DOVUTO al lavoro dei riproduttori, ma alla maggiore pressione umana sulla specie. Statisticamente è IMPOSSIBILE non incocciare più con frequenza i branchi di adulti enormi. La pressione di caccia si è decuplicata e quindi è impossibile NON catturare adulti di enormi proporzioni, qualora ci fossero davvero. Mi sa che per il tonno rosso stiamo arrivando alla soglia di attenzione, non dico certo che corrano rischi immediati, ma credo anche che se si decidesse una seria e feroce moratoria con controlli efficaci, nel giro di poco tempo la situazione si regolerebbe. Ma i giapponesi ormai impazziscono per il sashimi, e basta vedere cosa accade nei mercati ittici di Tokio nelle aste per i tonni rossi, per capire che questi animali correranno seriamente il rischio di estinzione. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
OLOTURIA Inviato Febbraio 1, 2010 Segnala Condividi Inviato Febbraio 1, 2010 Molti altri parametri non sono stati volutamente considerati: tutta l'ecologia del Mediterraneo stà cambiando rapidamente a causa del riversamento di acque calde dal Mar Rosso e l'areale temperato in cui prosperava il tonno rosso viene rapidamente soppiantato dall'areale tropicale sul tipo del Mar Rosso che si stà espandendo da noi e poi tutti sanno che il tonno rosso è una specie pelagica che predilige le acque fredde piuttosto che le acque calde. In Atlantico le cose non vanno meglio e la Groenlandia si stà scongelando. Non escluderei che più che la pesca eccessiva a falcidiare il tonno rosso abbia potuto il cambiamento climatico globale e che semplicemente ora ce la stiamo prendendo con il colpevole sbagliato. Il maggiordomo questa volta non è il killer predesignato e poi questo non è il solito giallo da mille lire. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
ermanno Inviato Febbraio 11, 2010 Segnala Condividi Inviato Febbraio 11, 2010 Che sia vero o meno che il tonno rosso sia in pericolo, io sono a favore della chiusura della pesca per un certo periodo di tempo più o meno lungo.... Ma son favorevole alla chiusura della pesca anche per altri pesci del nostro mare, tipo per la cernia come avvenuto in Francia un pò di anni fà... ed i risultati già si vedono! fan**lo che mangio le braciole di tonno fresco alla brace o che sono un pescatore subacqueo... per il bene del nostro mare questo ed altro, senza ipocrisia!!!!! Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Davide Serra Inviato Febbraio 11, 2010 Autore Segnala Condividi Inviato Febbraio 11, 2010 ...per il bene del nostro mare questo ed altro, senza ipocrisia!!!!! Bene per bene, e in totale applicazione di questo distorto principio di precauzione, iniziamo ad appendere il fucile al chiodo e diventare vegetariani, meglio se bacche e radici, anche l'agricoltura è dannosa. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
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