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Pericolo E Prudenza


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Qualche anno fa in un post in cui si parlava dei figli pescatori in apnea che seguono i padri... per poco non mi linciavano perché ho scritto che - in considerazione del fatto che il nostro è uno sport pericoloso - non mi sarei strappato i capelli se i miei figli (ho 3 maschi) mi avessero detto che preferivano il tennis oppure il golf.

 

Qualcuno (davvero non ricordo chi) mi accusò perfino di essere un ipocrita perché invogliavo i figli degli altri dalle pagine della rivista a praticare la pesca subacquea mentre poi sconsigliavo i miei figli.

 

Ma figuriamoci!

 

Tanto per cominciare non sconsiglio nessuno. Se gli piacerà la pesca la faranno. Dico solo - da padre - che se per caso gli piacessero di più le bocce non mi strapperei i capelli.

 

Per seconda cosa sfido chiunque a trovare una sola pagina mia nella rivista o sui siti nella quale dico che la pesca in apnea non è uno sport pericoloso. Ne troverete molte al contrario in cui preciso che si tratta di uno sport non privo di una certa aliquota di rischio.

 

Ma come tutte le cose della vita anche nella pesca in apnea con il buon senso e con la prudenza il rischio può essere gestito e si può anche passare una vita intera in mare senza che accada nulla di male (ma proprio nulla di nulla).

 

Anzi dico di più che anche la mitica pesca in coppia non è per niente indispensabile. Spesso per molti che la predicano come una cosa irrinunciabile da rendere quasi obbligatoria per legge è soltanto la reazione psicologica che hanno a qualche grande spavento che si sono presi (magari per sincopi a ripetizione proprie o di propri amici). E allora reagiscono diventando superprudenti.

 

Ma per molti che sono stati sempre prudenti tutto questo ha poco significato. Molti prudenti non hanno mai avuto incidenti in mare e, secondo me giustamente, trovano che sia una forzatura essere obbligati ad andare in mare per forza con un compagno.

 

Ora leggo l'interessantissimo articolo sulla sospensione cautelare delle gare di apnea. Mi rendo conto della situazione e non voglio fare commenti ne a favore ne contro nessuno.

 

Voglio invece soltanto dire che sarebbe sempre meglio evitare i giudizi estremistici ed altalenanti in tutte le circostanze. Il nostro (parlo dell'apnea in generale) è uno sport oggettivamente pericoloso (basta vedere come si comportano nei nostri confronti le compagnie di assicurazioni) ma con la prudenza e il buon senso può essere praticato senza problemi e senza drammi.

 

Ma se il buon senso non è di tutti che colpa ne hanno le persone di buon senso?

 

gherardo

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Ciao Gherardo,parole assolutamente condivisibili le tue.

 

Sono anch'io del tutto convinto che la pescasub possa essere pericolosa più o meno a seconda di come la si fa. Essere consci che un rischio c'è e riconoscere di non esserne immuni è a mio avviso l'unico modo vero per ridurre il rischio al minimo.

 

Essere convinti invece che ci si conosce,che si sa gestire il proprio limite,che gli incidenti capitano solo "a chi non conosce i suoi limiti" è invece il modo migliore per avere guai.

 

Nessuno dei ragazzi che hanno avuto incidenti credeva di star rischiando,tutti erano sicuri di sapere cosa stavano facendo e credo che dal loro esempio possiamo tutti imparare facendoci un bagno di umiltà. Non paura sia chiaro ma umiltà e comprensione che nessuno è immune e che nessuno "conosce il limite" tanto bene da non rischiare mai.

 

Riguardo alla pesca in coppia io credo che questa sia molto utile quando si fanno certe pesche a fondo mentre diventa inutile e controproducente quando si pesca in bassofondo. Ovvio che parlo di pesca in coppia "vera",cioè un tuffo per uno e chi non cala aspetta sulla verticale.La "pesca in coppia" del tipo "si arriva insieme e poi in acqua ognuno per sè" non serve quasi a nulla.

 

Ma non perchè è utile in alcuni casi deve essere obbligatoria,sia perchè ci sono casi in cui non serve proprio sia per un principio che io personalmente reputo fondamentale e sul quale mi sono spesso scontrato anche sul forum:ognuno deve essere libero di fare quello che vuole della sua vita,anche di rischiarla se questo non procura danni a terzi.

 

Continuamente ci imbrigliano in mille obblighi e ci tolgono libertà,che almeno ci lascino la libertà di decidere della nostra vita e non ci incatenino anche in questo con la scusa di "proteggerci da noi stessi".

 

Un abbraccio Gherardo

 

PS:Sul discorso dei figli ti do ragione. Non ne ho ancora ma posso capire la preoccupazione di un genitore. E,permettimi,forse non appassionarsi alla pesca sarebbe anche un bene per loro. Troppo tempo tolto al resto,troppi litigi in casa,troppi sacrifici richiede questa attività ripagando poco. Troppe preoccupazioni che ce la vietino da un giorno all'altro straziandoci il cuore.

Per chi è innamorato del mare non c'è nulla da fare,siamo come drogati e non capiamo più nulla ma ad un figlio che deve cominciare forse io consiglierei di chiedersi prima se ne vale la pena o no.

Modificato da Uccio
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Facciamo però attenzione a non mescolare le scelte personali e la libera attività con le gare, i relativi regolamenti e i conseguenti allenamenti.

 

Attenzione anche a considerare attentamente quello che riviste (cartacee o mediatiche che siano) possono passare come segnale di base, anche qui esiste quantomeno una responsabilità morale, vuoi perche l'editore e lo scrittore non possono sapere chi leggerà i loro articoli, vuoi per l'affidamento che il lettore ha verso quanto viene riportato sulle riviste e la relativa tendenza a seguirlo alla lettera o quasi.

 

Devo andare e non mi riesce di chiudere in modo esaustivo, spero che il mio pensiero sia ugualmente comprensibile: sono d'accordo (come non potrei esserlo visto il mio passato sportivo) ma attenzione alla forma con cui le cose si dicono.

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"ognuno deve essere libero di fare quello che vuole della sua vita,anche di rischiarla se questo non procura danni a terzi."

 

Premetto che vado sempre solo.

 

Purtroppo io ho avuto un cugino morto di sincope un anno fa a 40 anni che lascia una moglie, una figlioletta di 20 mesi una sorella e una madre per i quali la vita non sarà mai più la stessa.

 

Non siamo soli al mondo e la tua affermazione secondo me è molto superficiale, ti auguro di non assistere mai allo strazio (questo vero, non quello di cui parli tu se ti vietano la pesca) di chi resta e non capisce.

 

Ciao

Modificato da jack
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Condivido pienamente le tue parole Gherardo. Sappi che la tua rivista mi ha dato molto e grazie a quella ho fatto grossi passi avanti senza alcun aiuto ausiliare, infatti io nn ho un padre pescatore in apnea, bensì con la canna. Mi ha si trasmesso la passione per la natura ed i pesci in generale (amo anche la pesca con la mosca e lui è un grande maestro per me) ma per quanto riguarda il mondo sommerso fino ad ora ho fatto veramente tutto da solo (con mio padre che mi seguiva xchè nn mi anneghi e io, immancabilmente, passavo più tempo a guardare lui che la mia azione di pesca per paura che invece si annegasse lui!! :laughing: ).

Poprio per questo il tuo contributo come quello di tanti altri esperti scrittori mi è stato molto utile.

Ciao :bye:

Jack

Modificato da jacklosquartagronghi
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"ognuno deve essere libero di fare quello che vuole della sua vita,anche di rischiarla se questo non procura danni a terzi."

 

Premetto che vado sempre solo.

 

Purtroppo io ho avuto un cugino morto di sincope un anno fa a 40 anni che lascia una moglie, una figlioletta di 20 mesi una sorella e una madre per i quali la vita non sarà mai più la stessa.

 

Non siamo soli al mondo e la tua affermazione secondo me è molto superficiale, ti auguro di non assistere mai allo strazio (questo vero, non quello di cui parli tu se ti vietano la pesca) di chi resta e non capisce.

 

Ciao

 

nn posso che quotarti... :siiiii::siiiii:

anche se nn peso che Uccio intendesse proprio quello. Credo che anche lui dia la giusta importanza agli altri sapendo che un incidente può sconvolgere la vita a qualcuno..

Modificato da jacklosquartagronghi
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"ognuno deve essere libero di fare quello che vuole della sua vita,anche di rischiarla se questo non procura danni a terzi."

 

Premetto che vado sempre solo.

 

Purtroppo io ho avuto un cugino morto di sincope un anno fa a 40 anni che lascia una moglie, una figlioletta di 20 mesi una sorella e una madre per i quali la vita non sarà mai più la stessa.

 

Non siamo soli al mondo e la tua affermazione secondo me è molto superficiale, ti auguro di non assistere mai allo strazio (questo vero, non quello di cui parli tu se ti vietano la pesca) di chi resta e non capisce.

 

Ciao

 

Con tutto il rispetto del mondo la tua affermazione si basa su un sentimento personale.

 

Ognuno ha la sua scala di valori e io sono dell'idea che ogni uomo sia proprietario assoluto della sua vita. Se non siamo padroni di questo di cosa allora?

 

Gli affetti e i legami che si contraggono non possono mai privarti del diritto di decidere della tua vita. Nella vita ogni cosa può andare e venire (legami compresi)mentre la vita è sempre e solo la tua e sei tu che ci devi fare i conti.

Ognuno deve essere libero di fare delle scelte. Si è liberissimi di fare sacrifici in nome di un valore e anche di votarci l'intera vita se si crede ma questo non può e non deve essere imposto.

 

Il paragone tra i due tipi di strazio amico mio non posso che dire che è demagogico vista l'ovvia differenza di ambiti dei due discorsi (il mio sulla pesca in quel passo del mio post e il tuo sulle disgrazie della vita)

 

Saluti

Modificato da Uccio
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Gli affetti e i legami che si contraggono non possono mai privarti del diritto di decidere della tua vita. Nella vita ogni cosa può andare e venire (legami compresi)mentre la vita è sempre e solo la tua e sei tu che ci devi fare i conti.

Ognuno deve essere libero di fare delle scelte. Si è liberissimi di fare sacrifici in nome di un valore e anche di votarci l'intera vita se si crede ma questo non può e non deve essere imposto.

 

 

Saluti

Infatti io non volevo imporre nulla, però non sono daccordo sul fatto che i legami (parlo di padri madri e figli) vanno e vengono e tantomeno si "contraggono", e se esiste una scala di valori, quelli che intendo io sono talmente più in alto della pesca (per quanto sia la mia più grande passione) che il problema non si pone nemmeno.

Ciò non toglie che vado a pesca praticamente sempre da solo, consapevole dei rischi che mi assumo nei confronti miei e di chi conta su di me, e perciò mettendo un pizzico di prudenza in più in nome di quanto sopra...

 

Ciao

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e se esiste una scala di valori, quelli che intendo io sono talmente più in alto della pesca (per quanto sia la mia più grande passione) che il problema non si pone nemmeno.

 

Ciao

 

Nel mio discorso non parlo solo di pesca, sono partito da lì per poi esporre un concetto molto più generale.

 

Ognuno deve essere libero di scegliere della sua vita come crede,in base alla sua scala di valori e nessuno ha il diritto di importi cosa fare della tua vita in base ad una scala "standard".

 

Ciao

Modificato da Uccio
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Ciao Gherardo,

 

condivido la considerazione di fondo sulla pericolosità potenziale dell'apnea, ma credo anche che si debbano fare dei distinguo.

 

Come liberi cittadini abbiamo il diritto di praticare l'apnea come ci pare, anche rischiando più del dovuto; come giornalisti, dirigenti sportivi, promotori, organizzatori etc etc, invece, credo che si abbia una responsabilità che travalica la sfera personale di piena disponibilità. Giornali, federazioni e circoli non sono un luogo per chiacchiere da bar, portano con sé responsabilità che riguardano i figli degli altri.

 

Gli unici estremismi che si dovrebbero evitare, secondo me, sono quelli che possono mettere a repentaglio la vita e l'incolumità altrui, soprattutto se parla di attività come la nostra, dove veramente se ne vedono di tutti i colori per due spicci. Non vedo alcun estremismo con riferimento alle gare di apnea, dove la sospensione delle gare era un atto dovuto nei confronti di presidenti di circolo, giudici di gara e atleti, prima che una forma di autotutela della dirigenza federale.

Mica vorremo adottare anche in federazione il metodo delle manleve AIDA ispirato al principio "ciascun per sé e Dio per tutti".... sei un avvocato, sai che ste robe in Italia sono carta da toilette.

 

Giorgio

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Giorgio sono d'accordo.

 

Non c'è nessun estremismo nella sospensione effettuata. Se ci sono delle verifiche da fare devono essere fatte e bisogna - senza fretta - impiegare tutto il tempo necessario per effettuarle.

 

Quanto alla responsabilità dei mezzi di comunicazione sono ancora più d'accordo e infatti mi sono sempre impegnato, nei limiti delle mie capacità, per cercare di essere un esempio di coerenza al riguardo. Non solo su Pescasub ma anche sui siti e perfino nelle conversazioni con gli amici e i conoscenti lungo la costa. E qualche volta mi è perfino "pesato" non potermi sfogare e lasciarmi andare a qualche momento di cattivo umore. Ma ho sempre pensato che era mio dovere farlo e francamente credo di esserci riuscito.

 

Credo che nel nostro sport (intendendo l'apnea come sport sia dei pescatori che degli apneisti puri) equilibrio significhi dire che una apnea gestita in mare (come in piscina) senza eccessi ne di profondità né di durata ed effettuata da uno sportivo in forma adeguata costituisce un rischio gestibile e pertanto socialmente e personalmente accettabile (ovviamente se scelto liberamente da una persona che secondo me dovrebbe essere maggiorenne ma dovrei dire adulta secondo la legge italiana vista la norma che consente di portare il fucile a 16 anni).

 

E come corollario di questa affermazione credo che - bilanciando gli aspetti dal punto di vista del rischio con quelli dal punto di vista del piacere sportivo - si possa dire :

 

1 l'apnea è uno sport potenzialmente pericoloso

2 Il pericolo si gestisce con la prudenza e con il buon senso e quindi se uno sportivo non tira mai l'apnea, non scende eccessivamente fondo, cura la propria forma fisica, non si espone in zone con traffico nautico pesante i rischi sono ridotti al livello di una passeggiata in scooter.

3 se un padre (qualunque padre e quindi io per primo) ritiene che se suo figlio si appassiona agli scacchi lui dormirà più tranquillo non c'è niente di strano. Molti padri infatti non vogliono comprare gli scooter ai figli e nessuno ci trova niente di strano. Ma nessuno si sogna di affermare che sono incoerente se dico che andare in scooter per la città è bello (e io ci vado effettivamente) e poi dico che se mio figlio non si compra lo scooter sono più tranquillo. E' normale e credo anche che serva per capire bene intuitivamente quali sono i limiti di questo tipo di situazioni.

4 del resto il movimento stesso è pericolo e la vita stessa è pericolo. Solo uno che stesse chiuso dentro un bunker potrebbe illudersi di non correre rischi. Ma a parte il fatto che ne correrebbe lo stesso (tanto per cominciare se non ha misurato i livelli di "radon" ... informatevi) di sicuro correrebbe il rischio più grande di tutti quello semplicemente di non vivere.

5 per questo parlavo di equilibrio. Una persona equilibrata e ce ne sono tante molto migliori e più equilibrate di me può godere per tutta la vita le sue giornate in mare da sola o in compagnia e tornare sempre a casa felice. Fatte salve fatalità che possono sempre accadere in tutti i campi. Mentre una persona senza equilibrio può fare cose da pazzi. Prendere un sacco di sincopi salvandosi per pura fortuna e poi terrorizzato e sempre squilibrato più di prima, diventare un profeta della prudenza imposta per legge e tuonare sul fatto che non si può andare in mare senza un compagno, senza un barcaiolo e magari anche senza una motovedetta o una ambulanza o chissà che altro.

 

Concludendo volevo dire che è giustissimo che il mondo dell'apnea stia facendo le sue verifiche e mi compiaccio che il tempo sia galantuomo e che io oggi non abbia ricevuto tutti i "pesci in faccia" che ho ricevuto due anni fa quando ho scritto esattamente le stesse cose.

Mi auguro solo che l'equilibrio diventi il sole di tutti e che non si passi da un estremo all'altro. Da una situazione cioè in cui non si poteva dire che l'apnea è una attività pericolosa senza essere presi a schiaffi ad una situazione in cui l'apnea sia dichiarata pericolosa per legge.

 

Pace, buon senso, equilibrio.

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Mi auguro solo che l'equilibrio diventi il sole di tutti e che non si passi da un estremo all'altro. Da una situazione cioè in cui non si poteva dire che l'apnea è una attività pericolosa senza essere presi a schiaffi ad una situazione in cui l'apnea sia dichiarata pericolosa per legge.

 

Pace, buon senso, equilibrio.

 

L'equilibrio dovrebbe essere un principio da insegnare ai figli!!!

:bye:

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Vorrei che si riconsiderasse il discorso della coppia ! Per l'immersione ARA è un MUST, ma non è obbligatoria per legge. La gente continua a morire anche in coppia ( addirittura tutti e due ), ma se ben gestito il " buddy system " e' in grado di salvare molte vite. In apnea, in cui il pericolo principale è la sincope ipossica al termine della risalita, penso che la pesca in coppia ( di fatto scarsamente praticata ) avrebbe salvato il 90 % delle vite spese. Quindi non facciamo ipocrisie, pescare da soli sarà piu' efficace, ma sicuramente più pericoloso. Questa è la mia opinione, se mio figlio volesse fare pesca in apnea, non lo lascerei mai andare da solo!!

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Il punto fondamentale è che non bisogna rischiare oltremodo, rischiare da soli o in coppia non cambia che alla base ci sia un approccio sbagliato e potenzialmente pericoloso all'apnea in genere.

 

Una sincope può provocare dei danni anche se è presente un secondo sub, ci si può salvare la vita ma la trovo una magra consolazione a seconda delle conseguenze...

 

Ha ragione Gherardo quando sottolinea che un forte dose di buonsenso (che non è di tutti purtroppo) da sola è molto più efficace della pesca in coppia. ;)

 

Per cui niente di personale contro la pesca in coppia, tuttaltro, però prima i fondamenti (cioè prudenza e buonsenso) e poi tutto il resto...correre a 200 Km/h con le cinture 10 air bag a disposizione non rende la corsa certo meno pericolosa no?! :laughing:

 

Ciao Dave! :bye::bye:

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Non lo ho mai scritto e, forse, neanche confidato ma non posso negare che, per quanto ami la pesca sub preferirei che i miei figli (2) non la facessero.

Per motivi vari ho sempre avuto una ristretta cerchia di amici nella mia città di origine, a Grosseto, , diciamo non più di 7-8 dei quali 3 praticavano la pesca sub.

Beh 2 sono morti, uno alle formiche di Grosseto e uno nell'isola di Salina alle Eolie, in incidenti di pesca sub.

No il rischio rimane comunque elevato e non lo accetterei per i miei figli .

Occorre non essere ipocriti e ammetterlo, certo adesso che vivo a Roma non posso non osservare che coloro i qvche si spostano in moto/motorino in questa città rischiano altrettanto se non di più, ma il fatto aggiungere rischio elevato a rischio elevato non mi fa molto piacere.

 

Fabrizio Bertani

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