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I Profili di Apnea Magazine: Maurizio Ramacciotti

| 15 Aprile 2008 | 0 Comments

 

Ramacciotti (Foto di A. Balbi)

Maurizio Ramacciotti Livornese purosangue, nato il 27 settembre 1965, è ormai da vent’anni ai vertici della pesca in apnea nazionale ed internazionale.
Nato sotto le ali dei grandi ed indimenticabili fratelli Bacci, prende ben presto confidenza col mare.
Inizia come tanaiolo ma scopre in fretta, grazie all’aiuto di Silvano Agostini, la pesca all’agguato.
Si converte all’arbalete e si dedica con successo a questa nuova tecnica che lo porterà al suo primo acuto: la vittoria al Campionato di Seconda Categoria nel 1989 a suon di salpe.

Si accorge subito del suo talento l’allora Capitano Gianfranco Giannini che lo convoca in Nazionale per alcune prove di Coppa Europa.
Diventa il secondo ufficale di Renzo Mazzarri e con lui conquista i successi più importanti della storia dell’elbano, ultimo il Campionato Mondiale del 1992 a Maiorca.
Negli ultimi anni diventa titolare della maglia azzurra conquistando importanti piazzamenti in tutte le manifestazioni internazionali cui prende parte, Mondiali compresi.
Nel 2006 arriva un’importante successo: dopo innumenrevoli ottimi piazzamenti, con due frazioni regolari, conquista a Bosa il suo primo Assoluto.
C’è pure una parentesi di circa un’anno come C.T. della Nazionale, ma la voglia di gareggiare è troppa ed alla fine lascia l’incarico.

Ramacciotti è un’ottimo alteta, eclettico, che può figurare bene su ogni terreno.
E’ stato per anni un ottimo pallanuotista arrivando a giocare in serie B.
Simpatico, goliardico ed intelligiente è sposato e padre di due stupende creature… che sono la sua vita.

Come hai cominciato con le gare e quali sono stati i tuoi migliori risultati?
Mio padre apparteneva al Ci.Ca.Sub Garibaldi e mi ha inserito nell’ambiente del circolo. Il Ci.Ca.Sub è un circolo storico di Livorno con grande tradizione e che vanta nomi di pescatori di prestigio. Cosi iniziare con le prime gare sociali è stato semplice e naturale, una porta aperta verso l’agonismo. Peraltro al fianco di miti di allora come i fratelli Bacci o Giorgione Leonardi. I miei migliori risultati: campione italiano 2006, campione del mondo a squadre 1998, vice campione mondiale individuale 1998, medaglia di bronzo mondiale 2002 in Brasile, 4° classificato individuale nel 2000, campione di seconda categoria 1989 anno in cui peraltro sono entrato in nazionale. Molti anni e molti risultati.

 

Azione di recupero (Foto di A. Balbi)

Che tipo di pescatore ti definiresti?
Ho avuto la fortuna di conoscere tanti bravissimi pescatori: ho cominciato guardando i gemelli Bacci che erano al vertice in quei tempi a livello nazionale ed internazionale, poi una volta entrato nel circuito nazionale sono stato sotto l’ala di Renzo Mazzarri e ho potuto cimentarmi in vari tipi di pesca. Abitando a Livorno applicavo la pesca in tana e al razzolo poi mi sono appassionato all’agguato con il maestro Silvano Agortini e i miei primi risultati importanti li ho avuti applicando questo tipo di pesca. Con il passare degli anni, con l’amicizia sempre più forte con Stefano Bellani e la possibilità di pescare con lui, mi sono appassionato alla pesca profonda, all’aspetto ai dentici, affinando sempre di più le tecniche e ottenendo ottimi risultati. Quindi mi considero un pescatore polivalente che si adatta bene a tutte le situazioni.

Tu e Bellani avete un po’ questa etichetta di profondisti e la vostra eleganza conferma doti naturali alla pesca profonda: qual è il tuo parere?
Stefano sicuramente più di me, lui ha doti fantastiche, è uno dei migliori profondisti della storia della pesca in apnea. Io sono conosciuto più come agguatista, infatti i miei migliori risultati li ho ottenuti con questa tecnica. Il paragone con Stefano mi lusinga ma non è equo, io quando si tratta di fare una gara fonda devo programmarla con attenzione. Una mia qualità è quella di non farmi impensierire dai contrattempi, gestendo bene la situazione sul momento.

Che tipo di attrezzature utilizzi?
Uso mute Rofos con cui ho un rapporto di lavoro, pinne e fucili c4 con cui ho un rapporto di amicizia consolidato nel tempo e con Valerio Grassi della Seatec ho un rapporto di sponsorizzazione sugli accessori.

Modifichi molto delle tue attrezzature?
Non sono un pignolo e quindi cerco di utilizzare tutte le attrezzature di serie con piccole migliorie personali più per abitudine che per necessità.

 

Parlando di attrezzature (Foto di A. Balbi)

Un’esperienza che ti è rimasta nel cuore?
Le mie esperienze emotivamente più importanti sono sempre quelle collegate alle gare e quindi è naturale che il primo mondiale, all’esordio come titolare in nazionale – il sogno di tutti – abbia rappresentato una grande momento. Si trattava di un mondiale difficile, anche psicologicamente, e nella prima giornata arrivai secondo. Non nascondo la grande soddisfazione culminata ovviamente nel risultato finale con la vittoria della squadra: è un ricordo indelebile anche se devo dire che dal punto di vista personale il mondiale in Brasile col terzo posto dietro a Carbonell e Pacheco, superfavoriti, e davanti ad una schiera di avversari incredibili a partire da Bellani che arrivò quarto, mi ha dato molta più soddisfazione che non il secondo posto a Zara dove mancavano molti dei più forti.

Quali sono le catture di maggior pregio che hai fatto, in gara e fuori gara?
Tra le gare importanti ricordo che al mondiale di Zara presi un dentice con 60 e fiocina, per il tipo di preda e per come lo presi rappresentava il massimo della vita! Il giorno successivo decisi di seguire Vigna e dopo un’ora che stavamo sulla stessa pietra ebbi la fortuna di prendere un cappone da più di 3 kg sotto una pietrina isolata nella sabbia, una gran bella preda e l’emozione fu veramente forte anche se ero a 30 metri! Nella pesca extra competizione sicuramente qualche bella cernia, anche se non poi molte.

Conosci Apnea Magazine?
Ovviamente conosco Apnea Magazine che è riconosciuto a livello nazionale come un importante veicolo di promozione quindi un applauso a chi ci lavora giornalmente perché fornite un grande aiuto a tutto l’ambiente.

 

Ramacciotti con una cattura (Foto di A. Balbi)

Trovi differenza tra le riviste elettroniche come la nostra e quelle cartacee?
Non sono un esperto di elettronica o un grande fruitore di Internet perciò magari mi è più semplice avere tra le mani una rivista piuttosto che visitare un sito ma sicuramente, anche per chi non è particolarmente avvezzo come me, il grande pregio di Internet è l’immediatezza, il riuscire a trasmettere messaggi in tempo reale quando invece su una rivista cartacea per avere qualche informazione bisogna aspettare, se va bene, l’edizione successiva. Strumenti come per esempio il forum inoltre appassionano e sono utili perché, secondo me, l’importante è parlare.

Come vedi l’agonismo per i prossimi anni? Che iniziative pensi si potrebbero intraprendere per allargare la base dei partecipanti?
Io sono ottimista: anche per lavoro frequento molti negozi specializzati e aziende del settore. Rispetto a qualche anno fa, se si va a vedere il numero degli iscritti in un corso di ARA è piuttosto esiguo mentre in un corso di apnea è cresciuto molto. Poi i fatti dimostrano che a gran parte di chi lo frequenta viene voglia di impugnare un fucile. C’è molto da lavorare sull’immagine della pesca in apnea all’esterno, fare in modo che le gare facciano da traino per la nostra disciplina, che non siano viste come un ostacolo a quella che potrebbe essere l’attività di un qualsiasi pescatore sportivo. Con la Federazione stiamo pianificando e abbiamo in programma una serie di incontri con il DS Marco Bardi e la dirigenza per scrivere delle linee guida idonee a mettere nella giusta luce l’attività agonistica, specie nei confronti delle aziende che per un motivo o per l’altro, ultimamente, si sono un po’ distaccate. Abbiamo bisogno di tutti, quello che manca è il collante, persone capaci di mediare le varie esigenze di aziende, atleti, giornalisti, ecc. in modo da fare gruppo.

Qual è la tua posizione in materia di pesca in apnea e tutela dell’ambiente?
Io – chiaramente è una posizione personale – mi sento discriminato quando si punta il dito solamente contro il pescatore in apnea e si fa finta che non esistano altri pescatori sportivi o gli si concede di tutto punendo solo noi. Lo trovo assolutamente ingiusto. E’ un problema di comunicazione: lo capisce anche un bambino che il pescatore in apnea è l’unico che può effettuare un prelievo selezionato. Le mie parole non devono essere intese come un’accusa nei confronti degli altri pescatori sportivi, dico solo che bisogna rivedere il tutto perché non è possibile avere AMP delle dimensioni che hanno in Italia, dove non è realizzabile un vero controllo, al contrario di quanto avviene altrove, per esempio in Francia. Possono sembrare parole al vento ma anche con la Federazione stiamo provando a muoverci perché, secondo noi, ambiente e pesca in apnea sono compatibili. Anche come atleti abbiamo avuto delle responsabilità in passato, magari non volendo esporci in prima persona, ma è giunto il momento di individuare delle persone che possono fare da filtro con le istituzioni, organizzazioni ambientaliste e la base. Bisogna però anche essere consapevoli che la Federazione è formata da volontari che lo fanno per diletto, senza alcun tipo di ritorno economico. Ormai il tempo è prezioso per tutti e trovare qualcuno disposto a sacrificarsi non è facile. La mia idea, che esporrò presto anche al Presidente, è di cercare persone all’interno del nostro gruppo che possano appunto fare da tramite perché effettivamente l’attuale situazione non è accettabile. La nostra esclusione trova fondamento in leggi vecchie più di 25 anni quando si identificavano i pescatori subacquei coi pescatori con le bombole che oggi sono molto limitati, ma purtroppo si fa sempre di tutta l’erba un fascio. Serve il giusto compromesso.

Hai altri hobby oltre la pesca in apnea?
Io sono uno sportivo, mi piace fare tutto. Ho coltivato per anni la pallanuoto, quando non posso andare in mare vado in piscina ma anche bicicletta, corsa e sci!

 

Preparazione al tuffo (Foto di A. Balbi)

 

Introduzione: Simone Belloni
Redazione: Nicola Negrello ‘ Impaginazione: Emanuele Cinelli

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