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I profili di Apnea Magazine: Giuseppe Aiello

| 5 Febbraio 2007 | 0 Comments

Giuseppe Aiello in gara con un carniere di grossi saraghi

Giuseppe Aiello è nato a Catanzaro il 5 febbraio 1965; ha due figli maschi uno di 19 e 14 anni che praticano arti marziali a livello agonistico ed è funzionario dell’Automobil Club d’Italia di Catanzaro.

Raccontaci la tua carriera agonistica.
Questa è la mia seconda esperienza ad un campionato di I categoria mentre in II di campionati ne ho fatti 5; purtroppo anche quest’anno ho avuto un pizzico di sfortuna, a volte bastano pochi grammi per far cambiare la classifica; sono retrocesso ma sono comunque soddisfatto della mia prestazione.

Pesco da oltre 20 anni ma ho cominciato a fare agonismo solo da quando ho fondato il circolo di cui sono presidente, il Chico Sub, intitolato alla memoria di un amico scomparso in mare nel 1994 per una sincope.

Inoltre, oltre che come atleta, mi occupo di agonismo anche come organizzatore di alcune gare selettive in Calabria.

Che tipo di pescatore sei?
Sono essenzialmente un tanista; mi piace pescare in tana e in questo campionato ci sono stato anche costretto da una brutta sinusite che, in entrambe le giornate, non mi ha permesso di pescare oltre i 4/5.

Giuseppe Aiello a Bosa 2006 (Foto A. Balbi)

Che attrezzature usi?
Da cinque anni faccio parte del team Top Sub, per una parte del resto dell’attrezzature ho anche un accordo con Omer.

I fucili che uso sono un 60 e un 75 come misura massima con asta tahitiana; in gara però li allestisco in maniera diversa a partire dalla sagola e soprattutto utilizzo la fiocina.

Come muta utilizzo ovviamente quelle della Top Sub; conosco Silvano Agostani (titolare Top Sub, n.d.r) da dieci anni e, a prescindere dal fatto che sia uno dei miei sponsor, ha sempre fatto ottimi prodotti che hanno anche il pregio di durare nel tempo.

Per quanto riguarda le pinne, in gara utilizzo delle C4 che trovo fantastiche mentre per le mie pescate utilizzo pinne non in carbonio della Picasso.

Raccontaci un episodio particolare della tua carriera di pescatore?
Pesco da oltre 20 anni e nella mia carriera di episodi, sia brutti che belli, ce ne sono stati tanti.

Sicuramente la morte del mio amico Gaspare Muraca, che tutti chiamavamo Chico e a cui è intitolato il mio circolo, è un episodio drammatico che ancora oggi, quando ne parlo, mi fa venire la pelle d’oca; è stata davvero una brutta esperienza.

Aveva 19 anni e stava pescando all’aspetto a dentici vicino ad un relitto con il barcaiolo al seguito; è morto per una sincope.

Lo abbiamo ritrovato dopo 4 giorni, il fucile con ancora il dentica attaccato, un pesce di 5 chili e la zavorra.

Malgrado fosse ancora giovanissimo era entrato subito nel mondo dell’agonismo; purtroppo nell’ambiente delle gare ci sono persone che possono determinare qualche problema ai ragazzi che affrontano le prime esperienze; ci sono infatti atleti che pensano che le prede più grosse si trovino soltanto pescando profondo.

Nel nostro circolo cerchiamo di insegnare ai ragazzi a pescare in sicurezza ed io per primo l’ho dimostrato durante questo campionato; nella prima giornata ho preso sei pesci di cui 4 sono risultati in peso, un’orata e poi saraghi e salpe, mentre altri concorrenti, pescando molto più profondo ne hanno catturati meno.

E poi catturare un pesce in acqua bassa è più difficile che catturarlo a quote impegnative.

Aiello durante la premiazione (Foto A. Balbi)

Quali sono le tue zone abituali di pesca?
Io pesco sia sul versante tirrenico, lungo tutto il litorale di Tropea, che sul versante jonico della Calabria, dalle parti di Prajalonga e Crotone; faccio belle catture, in prevalenza di saraghi ma anche cernie.

Cosa pensi delle ultime modifiche apportate al regolamento, in particolare della pausa a metà gara?
Trovo che siano ottime, soprattutto la pausa.

Ho iniziato a fare campionati assoluti quando ancora si disputavano in tre giornate e la preparazione era di dieci giorni; una gara diventava veramente massacrante; anche l’aver eliminato la cernia e diminuito la durata della gara da 5 a 4 ore, trovo che siano state delle ottime modifiche a tutto vantaggio della sicurezza.

Perché nell’ambito delle gare ci sono stati parecchi incidenti di cui nessuno si è accorto o di cui nessuno è venuto a sapere.

Conosci Apnea Magazine?
Certo, sono anche registrato tra gli utenti; purtroppo faccio una vita così stressata che non mi permette di collegarmi più di una volta a settimana.

Trovo che sia l’unico sito veramente completo, come se fosse il nostro giornale quotidiano.

Seguo sia la rivista che il forum sul quale però non ho molte possibilità di intervenire; ad ogni modo tutte le volte che ho il tempo per collegarmi ad Internet vado prima su Apnea Magazine e poi sul sito della FIPSAS.

Impaginazione: Salvatore Rubera

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Category: Articoli, Interviste, Pesca in Apnea

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