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I campioni del Team Omer

| 8 Luglio 2006 | 0 Comments

Massimiliano Volpe, autore dell’articolo

Anche quest’anno, come di consueto, è stato organizzato il raduno annuale del team agonistico OMER, che si è svolto, al fine di agevolare i suoi numerosi atleti qualificati per gli assoluti di Bosa (ben sette), nella zona meridionale della Sardegna, a Calasetta. L’intento del Team Manager Marco Bardi era quello di offrire agli agonisti -in particolare a quelli impegnati solo la settimana seguente nell’assoluto- un’ottima occasione per allenarsi nelle limpide acque sarde.
Lunedì 22 maggio sono quindi partito da Grosseto, nella duplice veste di atleta e di inviato della e-zine Apnea Magazine, in compagnia di Corrado Natale. L’appuntamento è per le 14,30 a Civitavecchia, dove ci attendono molti degli altri partecipanti al raduno per imbarcarci tutti insieme sulla nave veloce delle 15,30.
Ad attenderci troviamo Andrea Calvino, Gaio Trambusti, Renato Sperandio, il dott. Luca Bartoli ed i nuovi acquisti del team “Flavione” Lambertini, qualificatosi recentemente per l’assoluto di Bosa, e Roberto Tiveron, ottimo pescatore e noto istruttore di apnea. Dopo le operazioni di imbarco andiamo tutti insieme al bar di bordo a fare quattro chiacchiere, in attesa che la nave salpi. Ci separano dalla Sardegna meno di 5 ore di navigazione, anche se poi dovremo percorrere molta strada con le autovetture per raggiungere Calasetta. La nave salpa quasi in orario, intorno alle 15,45, e si dirige veloce verso il mare aperto, appena increspato dalla brezza pomeridiana.
Per ingannare l’attesa organizzo un piccolo torneo di briscola in cui la squadra toscana, composta da me e da Natale, si scontra con la fortuna sfacciata del duo laziale Lambertini-Sperandio: non riusciamo a vincere nemmeno una partita!
Lo stratagemma funziona alla perfezione: infatti non facciamo in tempo a finire il torneo che dobbiamo andare a mangiare un veloce boccone al self-service di bordo, perchè siamo già in vista del porto di Olbia. Sono ormai quasi le 20 e, divisi in equipaggi, ci avviamo verso Calasetta. Ci attende un lungo viaggio di oltre 300 km, lungo strade che nessuno di noi conosce molto bene. Decido perciò di testare subito il mio GPS Geonav 4C dotato di cartografia Navionics Platinum Land & Sea, sia stradale che marina. Lo strumento si dimostra subito molto utile, facile ed intuitivo da utilizzare.
Guidati dall’elettronica, quindi, verso la mezzanotte raggiungiamo l’albergo Stella del Sud, dove ci attende il resto del gruppo. Abbiamo giusto il tempo per un saluto, perché il lungo viaggio ci ha veramente distrutti, complice lo scirocco che rende l’aria umida e appiccicosa. Tutti a letto a riposare fino a domattina.

MARTEDI’ 23 MAGGIO

Il dott. Bartoli intento a misurare la massa grassa

L’appuntamento è per le otto in punto nella sala colazioni dell’albergo, dove Marco ci illustra brevemente il programma della giornata: subito dopo mangiato effettueremo, come ogni anno, delle misurazioni corporee mirate alla valutazione della nostra condizione psico-fisica. Il dott. Bartoli dunque ci sottopone a misurazione di peso, altezza, quantità di massa grassa, capacità polmonare ed elasticità della gabbia toracica. Purtroppo per me, la bilancia mi attribuisce un peso di ben sei kg superiore rispetto solo allo scorso anno, il che significa che dovrò approfittare di questi giorni di mare intenso per cominciare a rientrare in forma…
Terminate le misurazioni del dott. Bartoli effettuiamo velocemente delle prove con le nuove mute OMER, caratterizzate da un taglio molto più aderente e da una vestibilità nettamente superiore, grazie anche alle taglie intermedie che arricchiscono la gamma di misure e che consentono di vestire alla perfezione sia il metro e novanta di Flavione Lambertini sia il più minuto Mariano Satta.
Quindi ci prepariamo in fretta per recarci al vicino porticciolo di Calasetta, dove ci attendono i gommoni. La giornata è un po’ strana con cielo coperto e aria umida di scirocco. Il mare è già increspato perciò il team manager, per sicurezza, decide di non allontanarci troppo dal porto, anche perchè è già abbastanza tardi e per le 16 dobbiamo ritrovarci tutti insieme per fare un po’ di fotografie, prima che la luce sia troppo scarsa. Perciò, formati gli equipaggi, ci dirigiamo in prossimità dello Scoglio Mangiabarche, a sud del porto, e ci distribuiamo lungo il tratto di mare indicatoci da Marco. Io sono a bordo del gommone di Flavio Lambertini, insieme con Gaio e Renato. Abbiamo a bordo il GPS GEONAV 4C e così approfittiamo dell’occasione per testarlo. Anche l’utilizzo in modalità marina è estremamente intuitivo e semplice ed è impressionante la quantità di informazioni che la schermata offre grazie alla cartografia Navionics. Ci fermiamo quindi in una zona in cui lo strumento indica un fondale di alga e roccia. Visto che sembra esserci un po’ di corrente, propongo di pescare in coppia ad elastico, così lasciamo Gaio e Flavio in acqua e, percorse alcune centinaia di metri, ancoriamo il gommone e ci buttiamo.

Durante il briefing si visionano le nuove attrezzature prodotte dalla Omer

Il fondale non sembra male, formato da posidonie alternate a risalite granitiche piuttosto lisce. Spero di riuscire a trovare qualche sasso appoggiato, perchè in giro non mi sembra di vedere grande movimento. Non c’è neppure la mangianza!
In effetti, più passa il tempo più ci convinciamo della estrema penuria di pesce. Qui c’è solo una grande concentrazione di dotti ma piuttosto piccoli, mediamente tra 1,5 e 2 kg. Ne conto almeno 7-8, oltre ad un paio di cerniotte di pari peso. Comincia ad avvicinarsi l’ora dell’appuntamento per la seduta fotografica quando incontro Gaio, che ha superato il gommone e ha raggiunto me e Renato. Gli chiedo del gommone e lui mi risponde che lo avrebbe preso Flavio. Aspettiamo ancora un po’ ma di Flavio neppure l’ombra… E’ già tardi e quindi Gaio torna indietro a prendere il battello, poi imbarca me e Renato. Tornando indietro verso il porto troviamo Flavio che, indisturbato, sta pescando nel sottocosta procedendo nella direzione opposta a quella stabilita…credo che stasera gli toccherà subire (anzi ci toccherà subire…) una bella lavata di capo! Infatti come arriviamo al luogo dell’appuntamento con Marco, con oltre un ora di ritardo, veniamo subito e giustamente redarguiti dal team manager.

Ma il bello verrà solo la sera, al briefing organizzato alla presenza del patron OMER Marco Ciceri, durante il quale, terminata l’interessante presentazione di alcune delle novità dell’azienda, tra cui un nuovo fucile con sgancio sensibilissimo ed uno stiletto con supporto per portarlo al braccio, Marco Bardi calca un po’ la mano col simpatico Flavione Lambertini, oltretutto nuovo acquisto del team. La cosa assume ovviamente connotati goliardici e questo episodio condizionerà Flavio per tutta la durata del raduno. Ma da buon romanaccio Flavio è sempre pronto ad accettare le battute di tutti i componenti della squadra, i quali non perderanno occasione per attribuire a lui la colpa per tutti i piccoli contrattempi che si verificheranno! In pratica, abbiamo tutti colto la palla al balzo, Marco Bardi per primo (maestro com’è di goliardia), per far comprendere ai nuovi arrivati le regole del team, che contemplano tra le altre cose anche la precisione e la puntualità agli appuntamenti programmati, sdrammatizzando al tempo stesso e sfruttando la situazione per farci due risate sopra.

Pronti ad entrare in acqua

Sempre durante la riunione serale Bardi ci comunica l’avvenuto accordo di partnership con la nota azienda Geonav, produttrice di strumenti elettronici per la navigazione, che ci ha fornito i gps cartografici modello 4C da testare.
Al briefing serale si aggiunge anche l’ultimo arrivato, in ordine di tempo ovviamente, della squadra, Ottavio Micalizzi, giunto dopo un lungo viaggio partito dalla Sicilia. Durante la cena continuano gli scambi di opinioni sulle nuove attrezzature e Marco Ciceri ci offre ulteriori indicazioni e informazioni tecniche, mentre cresce la curiosità di testare quel nuovo fucile ancora allo stato di prototipo…domattina nella piscina dell’albergo potremo provarlo.
Terminata la cena ci attardiamo un po’ nella saletta conversazione dell’albergo, ci concediamo un drink e infine ce ne andiamo tutti a letto: domani ci aspetta una lunga giornata, densa di impegni già perfettamente pianificati dal responsabile del team.

MERCOLEDI’ 24 MAGGIO

L’appuntamento è fissato alle ore 8 per la colazione. Il tempo di digerire un po’ e ci apprestiamo ad entrare in piscina per i test con i fucili subacquei. Allestiamo velocemente, sotto la supervisione dello “specialista” Roberto Tiveron, la linea di tiro ed il supporto con i bersagli, quindi a turno proviamo a verificare le differenze tra i diversi modelli. Certo che il tiro a segno sub è molto diverso dalla pesca… ed in effetti le “padelle” si sprecano. Provo anche con il fucile con cui pesco abitualmente, ma di colpire il bersaglio non se ne parla ugualmente!
E pensare che con i pesci quell’excalibur 90 in carbonio non fallisce un colpo…comunque il nuovo sgancio è davvero morbido e sensibile, anche se il fucile che utilizziamo per le prove è sinceramente un po’ troppo corto per la distanza a cui spariamo. Una cosa che ho notato è che il tiro a segno ha incuriosito tutti gli atleti del team e ad un certo punto è stato difficile riuscire a sospendere i tiri per andare a pescare, fatto quanto meno insolito. Forse varrebbe la pena approfondire un po’ di più la conoscenza di questa disciplina, anche da parte di fanatici della pesca come noi.
Comunque alla fine, in tarda mattinata, riusciamo a prendere il largo in direzione di S.Pietro, l’isola posta proprio di fronte a Calasetta. C’è già un discreto maestrale, per cui decidiamo di distribuirci lungo il versante più ridossato, dalla punta delle Colonne a quella successiva. Oggi sono in gommone con Corrado Natale e Roberto Tiveron e anche con loro, viste le condizioni di mare mosso e schiuma sotto costa, optiamo per una pescata a scorrere.
Mi faccio lasciare appena dietro il ridosso della punta più esposta al maestrale, mentre Corrado e Roberto tornano indietro di alcune centinaia di metri e ancorano il gommone in una piccola baia un po’ più ridossata. La prima impressione è che questo sia un bel posto, con molta roccia granitica anche se abbstanza liscia. Provo qualche planata a fondo ma non vedo movimento, così tento la carta del sottocosta. Chissà, magari con la schiuma e la risacca riesco a sorprendere qualche sarago intento a mangiare ricci…

Una bella corvina è ormai preda del sub

Al primo agguato che effettuo riesco a vedere un bel saragone che schizza via nervosissimo, però credo che sia un buon segno. Procedo sulla stessa batimetrica, 10-12 metri, facendo agguati sul fondo, dato che l’acqua è limpida e non credo che l’aspetto possa portare grossi frutti. Dopo qualche tuffo mi imbatto in una pallonata di belle corvine, sospese a mezz’acqua e molto nervose. Nonostante che arrivi scorrendo sul fondo, gli scenidi schizzano via all’unisono verso il posidonieto posto alla base dei massi più esterni, senza darmi l’opportunità di effettuare il tiro. Risalendo, però, intravedo una coda che sparisce sotto di una piccola lastra. Al tuffo successivo esploro la tana, abitata da un piccolo dotto, ma all’imboccatura non vedo nulla. Cerco quindi di infilarmi un po’ più all’interno, così riesco a scorgere, tra due sassetti, la testa di una grossa corvina. Con il 90 che impugno non posso sparare, così risalgo e prendo il corto armato con la micidiale fiocinetta a quattro punte che pende dal pallone. Riscendo e fulmino la corvina, recuperandola subito.
Il piccolo sasso ha altre aperture perimetrali che voglio esplorare e così catturo un’altra corvina non molto grande. Al tuffo successivo riesco a scorgere la testa di un’altra grossa corvina, molto ben nascosta. La sparo fulminandola, anche se già so che non potrò recuperarla da quell’apertura, poichè è troppo grande per passarci. Mentre riemergo arriva Marco Bardi col suo gommone, per fare assistenza. Mi dice che Corrado e Roberto non hanno avuto grande fortuna e che a breve verranno a prendermi. Così, con calma, mi immergo di nuovo con il 90 caricato al minimo e doppio la corvinona, dopo averla fatta scorrere attraverso l’asta del fucile corto in direzione di un’apertura più grande. Quindi al tuffo successivo sgancio la sagola dell’asta del fucile corto e recupero la corvina. Dopo averla assicurata al cavetto porta-pesci al pallone faccio qualche altro tuffo lì intorno, ma del resto del branco non c’è più traccia. Dopo poco arrivano Corrado e Roberto, così risalgo in gommone a riposarmi un po’. Non sono stato in acqua a lungo, ma ho sommozzato a buon ritmo col mare mosso e sono un po’ stanco. Decido di fare da barcaiolo agli altri due componenti dell’equipaggio, anche perchè le belle catture effettuate mi hanno pienamente appagato.

Il dott. Luca Bartoli segue da anni gli atleti del Team Omer

Alla solita ora, e cioè verso le 16, ci ritroviamo con il resto degli equipaggi per la consueta seduta fotografica, cui partecipano anche gli inviati della rivista Pesca in Apnea e di Pescasub. Anche oggi il mare sardo è stato avaro di prede, anche se il pesce, per la cena di stasera, alla fine non è mancato.
Verso le 17 e 30 ci avviamo verso il porto di Calasetta, quindi, una volta sistemati i nostri gommoni e tolte le mute, ci rechiamo in albergo per una doccia ristoratrice. I tempi durante queste manifestazioni sono purtroppo strettissimi: alle 19 e 30 è previsto un altro importante briefing, durante il quale il nostro dott. Bartoli ci offrirà interessanti informazioni ed utilissimi consigli circa le sostanze dopanti ed i corretti comportamenti da seguire in caso di assunzione di farmaci da parte di un atleta. Credo che, dopo gli ultimi eventi che hanno riguardato la nostra disciplina in materia di doping, fosse quanto mai opportuno da parte di un team serio come quello della OMER affrontare in modo adeguato l’argomento, in modo da renderci consapevoli sia dei rischi ma anche delle corrette procedure da seguire in caso di lecite terapie a base di farmaci considerati in qualche modo dopanti.

Durante il “seminario” Luca Bartoli ci ha anche presentato il suo nuovo manuale “Preparazione atletica per il sub”, testo molto interessante indirizzato sia all’apneista e pescatore subacqueo che al sommozzatore e contenente moltissime indicazioni riguardanti la fisiologia dell’uomo in immersione, le metodologie di allenamento specifico, le tecniche di rilassamento, l’alimentazione e l’integrazione alimentare, la sicurezza in mare e molto altro ancora. Ad un primo sguardo mi è sembrato un manuale molto agile ed immediato, dotato com’è di un nutrito apparato iconografico fatto di schemi e fotografie esplicative, di pronto utilizzo per tutti coloro che in un modo o nell’altro praticano le immersioni subacquee. Il libro sarà distribuito nei negozi specializzati a partire da Ottobre 2006.

Andrea Calvino

Al termine del briefing, durante il quale il paziente e disponibile Bartoli ha risposto alle numerose domande di tutti i componenti del team, ci siamo recati nella sala ristorante dell’albergo, dove ci attendeva una serie di pietanze a base di ottimo e freschissimo pesce (ovviamente quello catturato da noi): insalata di polpo, carpaccio di corvina e saraghi e corvine in crosta di sale…delle vere prelibatezze! Purtroppo non potremo esagerare con i manicaretti, né bere un goccio di vino (cosa assai sgradita sia a me che al buon Gaio Trambusti, amanti come siamo, nei limiti ovviamente della decenza, di un bicchiere di buon vino) poichè domani è prevista la ormai classica gara a coppie tra i componenti del team. Inoltre, dopo la competizione dovremo sottoporci ad un rapido esame del sangue, per cui il dott. Bartoli è stato categorico nel vietarci l’assunzione di sostanze alcoliche, sia per non falsare i test sia perché non corretto dal punto di vista dell’alimentazione da assumere prima di un impegno atletico. La serata corre via veloce e sono ormai le 22 e 30 quando decidiamo di andare tutti a farci una bella dormita per recuperare energie. Ne avremo bisogno domani!

GIOVEDI’ 25 MAGGIO

La sveglia suona prima del solito, perché dobbiamo raggiungere l’isola di San Pietro. Il campo di gara individuato dal team manager Marco Bardi va da Capo Sandalo fino a quella dove abbiamo pescato ieri. Sembra essere l’unica zona abbastanza a ridosso del forte vento di maestrale che ci accoglie già di prima mattina. Appena arrivati sul posto subito la prima brutta notizia: Marco ci avverte che il suo ecoscandaglio dotato di sensore di temperatura rileva un valore di 14 °C…L’acqua è gelida! Evidentemente questi due giorni di maestrale hanno provocato l’arrivo di una corrente fredda che sicuramente avrà allontanato il pesce.
Questo significa che la muta che ho portato, una 5 mm Green Mimetic, è assolutamente inadeguata…e anche il mio compagno di squadra, Andrea Calvino, è nelle stesse mie condizioni. Per mia fortuna il simpatico Emanuele Zara mi presta il suo bermuda, ma subito appena entrato in acqua mi rendo conto che non resisterò a lungo con quel freddo. La gara ha comunque inizio, come da programma, intorno alle 10 ed i vari equipaggi si distribuiscono lungo il tratto di mare assegnato. Con Andrea ci buttiamo nella zona più settentrionale, intenzionati a sfruttare la corrente di maestrale per scorrere verso sud. E’ una bella zona, caratterizzata da una frana che cade sui 18-20 metri, ma l’acqua fredda ha fatto sparire tutto il pesce. Sembra non esserci vita! Dopo circa un’ora di gara Andrea, stremato dal mal di testa che lo tortura da ieri, desiste. Io continuo come posso, ma è veramente dura giungere alla fine delle 4 ore previste, oltretutto senza quasi vedere pesce. Vincono la prova Trambusti e Lambertini, autori di una buona prova pescando gomito a gomito con la coppia Satta – Klaus, che si attestano al secondo posto. Buoni terzi, Natale e Tiveron. Ormai stanchi e infreddoliti ci rechiamo presso una spiaggetta soleggiata e riparata dal vento. Qui ci cambiamo e andiamo a terra per consentire al dott. Bartoli di effettuare i prelievi di sangue previsti, quindi ci rifocilliamo con abbondante frutta fresca. C’è tempo per qualche ulteriore foto, poi rientriamo in porto e quindi in albergo. Alle 19.30 è previsto l’ultimo briefing del raduno, durante il quale Marco Bardi ci illustra le sue impressioni sulla gara e ci fa riflettere su molti aspetti che costituiscono motivo di maturazione di esperienza in vista dei nostri futuri impegni agonistici. In effetti, al di là del divertimento, la classica garetta a coppie è sempre stata intesa dal team manager anche come mezzo di allenamento specifico per gli atleti, nonché come occasione per maturare esperienze da mettere a frutto anche in altre competizioni.
Il pesce per la cena non manca nemmeno stasera, sebbene quello catturato oggi non sia molto. La stanchezza però prende il sopravvento prima del solito. E’ singolare come un impegno agonistico di sole 4 ore, anche se caratterizzato da mare mosso e acqua gelida, possa affaticare maggiormente di una uscita di pesca che duri molte più ore. Provati dalla lunga giornata ci rechiamo quindi nelle rispettive camere d’albergo. L’appuntamento è per domattina alle 8.

Prove di apnea statica

VENERDI’ 26 MAGGIO

Dopo colazione sono previste delle prove di apnea statica in piscina, durante le quali il dott. Bartoli monitorerà la nostra attività cardiaca, in special modo durante la fase delle prime contrazioni diaframmatiche. La presenza di due istruttori di apnea nel team, ovvero Natale e Tiveron, offre a tutti gli atleti l’occasione di un breve ma interessante corso sulle tecniche di rilassamento, che ci aiuteranno ad incrementare le nostre prestazioni apneistiche. Tendenzialmente chi pesca tende un po’ a trascurare certi aspetti della disciplina, in particolare proprio l’apnea pura, che invece rappresenta un elemento fondamentale sia per quanto riguarda la prestazione sia per quanto attiene alla sicurezza in immersione. Un team agonistico ben organizzato deve poter contare anche sull’apporto di professionalità specifiche legate all’apnea, in modo da poter offrire ai propri atleti un supporto concreto a 360 gradi.
Terminate le prove in piscina ci dirigiamo tutti al porto. E’ già mezzogiorno, quindi non ci allontaneremo molto per la nostra ultima pescata. Torniamo quindi nella zona in cui siamo andati il primo giorno, presso lo scoglio Mangiabarche, distribuendoci lungo la costa come di consueto divisi in equipaggi. Oggi sono in gommone con l’amico Mariano Satta ma già appena immersi ci rendiamo conto che le condizioni, rispetto a ieri, non sono cambiate, se non, forse, in peggio. L’acqua è limpida ma estremamente fredda. Il poco pesce che incontriamo si concentra, nervosissimo, in pochi metri d’acqua.
Dopo un’oretta proviamo a cambiare zona ed esploriamo una distesa di posidonia mista a roccia, ma anche qui la musica non cambia.

Il grosso barracuda catturato da Bardi

Individuo 4 pietre appoggiate in un piccolo catino di corralligeno e decido di esplorarle: appena raggiungo il fondo noto un sarago enorme che esce da una delle pietre e vi rientra subito. Riemergo per pendere il fucile corto ma al tuffo successivo del saragone non c’è più traccia! Eppure intorno è tutta posidonia…
Mariano si imbatte in un bel branco di corvine, ma anche loro si dimostrano molto nervose e schizzano veloci nelle alghe senza offrire la minima chance per il tiro. Sconsolati, verso le 15.30 usciamo dall’acqua senza nemmeno un pesce a pagliolo e ci rechiamo all’appuntamento. Lì apprendiamo che anche agli altri non è andata bene. Per nostra fortuna oggi ci ha pensato il team manager a rimediare un ottimo pesce: un bel barracuda di circa 5 kg arpionato pescando all’aspetto in poca acqua. E grazie al bravissimo Klaus, ottimo operatore subacqueo, abbiamo perfino la documentazione filmata della cattura! Rientriamo all’albergo per una doccia calda, quanto mai gradita dopo il freddo sofferto anche oggi in acqua, complice la mia pigrizia nel non voler cambiare la 5 mm usata ieri con una più confortevole 6,5 mm. La serata corre via veloce e dopo una abbondante cena resta solo il tempo per i saluti: domattina la sveglia suonerà molto presto per alcuni di noi, poiché dobbiamo essere ad Olbia in tempo per imbarcarci sulla nave delle 9.

Foto di gruppo del Raduno Team Omer 2006

SABATO 27 MAGGIO

Ciò significa che dovremo svegliarci almeno alle 4…per fortuna il disponibile personale dell’albergo Stella del Sud, struttura veramente molto accogliente, acconsente a prepararci la colazione a quell’ora, altrimenti dovremmo partire a digiuno. Gli altri componenti del gruppo in parte resteranno in Sardegna per un’altra settimana, impegnati nell’assoluto di Bosa, in parte ripartiranno in serata. Per le 4 e mezzo io e Corrado Natale invece siamo già in viaggio per Olbia, guidati ovviamente dal comodo GPS della Geonav impostato come navigatore stradale. Roberto Tiveron ci precede di poco, così ci riuniamo all’imbarco verso le 8, dopo un viaggio lungo ma tranquillo, durante il quale possiamo godere degli splendidi paesaggi che solo la Sardegna all’alba può offrire.
La nave salpa puntuale, e noi ci troviamo una sistemazione sul ponte all’aperto dove possiamo prendere un po’ di sole e fare il punto su di un raduno riuscito in modo perfetto, grazie all’ottima organizzazione e nonostante le condizioni meteo marine non molto favorevoli. Probabilmente l’idea del team manager di spostare il raduno a settembre il prossimo anno ci consentirà di trovare condizioni meteo marine più favorevoli e quindi più pesce. La Sardegna ci ha comunque regalato ancora una volta emozioni indimenticabili e l’opportunità di maturare nuove esperienze ma anche di trascorrere qualche giorno in compagnia di vecchi amici, lontano dagli impegni di lavoro quotidiani.
La traversata procede rapida, ad una velocità di crociera, rilevata dal nostro GPS sorprendente: ben 28 nodi! Queste navi sono veramente veloci e una volta sbarcati a Civitavecchia, io e Corrado ci avviamo in macchina in direzione di Grosseto. Ci separano da casa ormai solo un centinaio di chilometri e durante il breve viaggio abbiamo ancora l’occasione di tornare col pensiero alla bella esperienza appena trascorsa, sebbene già proiettati verso gli impegni lasciati a casa prima della partenza.

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