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Gli indispensabili: il Computer da polso per l’apnea

| 19 Gennaio 2011 | 0 Comments

Dalla comparsa sul mercato del Suunto D3, ormai quasi 10 anni fa, molte case hanno prodotto un proprio computer per l’apnea, segno che con il tempo è diventato un compagno prezioso, spesso indispensabile, per il pescatore subacqueo. Discendente dei computer per immersioni ARA, ha funzioni esplicitamente dedicate all’apnea, pur continuando spesso ad inglobare anche quelle per l’attività con le bombole, permettendo inoltre di interfacciarsi con il PC, fornendo un completo grafico del profilo di immersione, restituendo la media delle profondità e delle apnee, dando inoltre la possibilità di confrontarle nel tempo e di riscontrare i progressi. E’ uno strumento di cui si sente la reale necessità solo dopo averlo provato, senza più riuscire a farne a meno.

Orologio subacqueo o computer?

Questa è sicuramente la prima domanda che ci si deve porre prima di affrontare una spesa piuttosto ingente per un componente non sempre prioritario nel nostro equipaggiamento. La discriminante, almeno in fatto di sicurezza, è costituita dalle quote operative; quando abitualmente superiori ai 12/15 metri, diventa fondamentale disporre della funzione “tempo di superficie” che cronometra automaticamente, alla riemersione, quanto tempo lasciamo intercorrere tra un tuffo e il successivo. Può sembrare superfluo, sarebbe infatti possibile monitorarsi anche osservando il quadrante di un normale orologio, ma in frangenti in cui si è facilmente distratti dalla passione venatoria, sarebbe facile tralasciare questo aspetto per pura pigrizia. Ad oggi, per quanto un software simile sia stato messo a punto dall’equipe del prof. Malpieri, nessun apparecchio può tuttavia quantificare in automatico di quanto tempo abbiamo realmente bisogno prima di poter nuovamente immergerci senza rischi, resta un calcolo affidato al nostro buon senso, soprattutto quando nei periodi di perfetta forma fisica si recupera con una rapidità che, se assecondata, potrebbe portare ad episodi di Taravana anche gravi.

Se le quote non ci espongono al rischio di embolie in apnea, non c’è ragione di acquistare un computer da apnea che non sia il puro sfizio personale. Possiamo utilizzarlo per tenere sotto controllo i nostri tempi e ritmi di immersione, le variazioni di temperatura dell’acqua, le quote operative; ma se non avremo nessuna di queste necessità un semplice e robusto orologio subacqueo saprà soddisfarci a pieno.

TARAVANA: quando si rischia?

Nel subacqueo apneista si può manifestare, con sintomi neurologici anche gravi, in seguito ad immersioni ripetute per più ore (in media 3 – 5) con intervalli di superficie insufficienti tra un’apnea e l’altra; ulteriori fattori che sembrano incidere, aumentando il pericolo di incidente, sono anche la bassa temperatura dell’acqua e una scarsa idratazione durante lo sforzo fisico. Questo tipo di PDD (patologia da decompressione) prende il nome di Taravana, termine polinesiano che significa pazzia e che veniva utilizzato dai pescatori di perle per indicare i disturbi neurologici che colpivano alcuni di loro durante le immersioni.

Ad oggi, il fattore di prevenzione ritenuto più importante, è considerato quello di trascorrere in superficie un tempo almeno doppio rispetto a quello passato in apnea nel tuffo precedente. I tempi possono aumentare fino a tre o quattro volte nel caso di immersioni molto profonde e protratte nel tempo.

GUIDA ALLA SCELTA

Meglio sgombrare subito il campo: il computer perfetto non esiste, esistono esigenze personali e strumenti che le soddisfano più o meno bene. Fortunatamente il web permette di conoscere in maniera molto approfondita tutti i prodotti sul mercato, reperendo perfino i commenti e le critiche degli utilizzatori, riducendo la possibilità di incorrere in brutte sorprese.

1- Chi lascia la strada vecchia per la nuova…

Le novità sono sempre accattivanti ma non dimentichiamoci che stiamo parlando di strumenti complessi, quantomeno come architettura software, che necessitano di un periodo di rodaggio prima di poter essere considerati prodotti veramente affidabili. Non c’è modello che non abbia avuto problemi più o meno gravi durante il primo anno dalla presentazione sul mercato, ecco perché scegliere un prodotto che conta già diversi anni di sviluppo è sicuramente più saggio che gettarsi sulla novità ancorché molto più economica.

2- Tutto in un’occhiata

Posto che la prima funzione che non può mancare in un computer da apnea, pena la sua totale inutilità, è il “tempo di superficie”, è anche buona norma che altri importanti parametri come il tempo di apnea, il contatore dei tuffi, la temperatura dell’acqua e il profondimetro possano essere raccolti in un’unica schermata, oppure disposti a piacimento dall’utente o al più richiamati con pochi semplici click.

3- Leggere bene le avvertenze!

A fronte di una spesa iniziale piuttosto cospicua, dobbiamo anche mettere in conto dei costi di esercizio che possono far lievitare molto la spesa finale. Croce e delizia di tutti i computer da apnea è la durata delle batterie che, salvo malfunzionamenti, si attesta intorno alle 300 ore di immersione. E’ un dato a cui prestare molta attenzione e che può far pendere l’ago della bilancia verso un prodotto o verso un altro. Alcune aziende infatti hanno scelto di obbligare l’utente a far eseguire la sostituzione della batteria presso i loro centri autorizzati. Questo si traduce in un aumento di spese (costo medio dell’operazione 30 euro più eventuale spedizione) e nella possibilità di dover rimanere diverse settimane senza il nostro prezioso strumento se non abbiamo un centro autorizzato nella nostra città. Si comprende bene come un subacqueo che faccia 120 o più uscite l’anno, si trovi in una situazione fortemente sconveniente e sarà sicuramente portato a scegliere un computer che contempli la possibilità di sostituzione della batteria direttamente dall’utente.

Il Suunto D3 con il suo kit di sostituzione della batteria (Foto D.Serra)

Allo stesso modo chi è un patito dell’allenamento e vuole monitorare le sue prestazioni scaricando i dati sul suo PC, dovrà fare attenzione alla compatibilità delle interfacce (l’unico dive manager disponibile per Mac è compatibile con i Suunto ma non è realizzato dalla casa), ai costi elevati e aggiuntivi dei cablaggi che sono sempre a parte, e alla struttura del log book di memorizzazione delle immersioni. Per quanto possa sembrare assurdo, ci sono computer che memorizzano solo i tuffi dell’ultima sessione, cancellando tutti i dati precedenti; altri ancora che limitano la memorizzazione a soli 100 tuffi per poi iniziare a sovrascriverli progressivamente.

4- Manutenzione

Una semplice sciacquata con acqua dolce, alla fine di ogni immersione, impedirà alla salsedine di formare incrostazioni che possano creare dei malfunzionamenti ai sensori. Per il resto non necessita di cure particolari che non siano quelle che riservereste a qualsiasi orologio subacqueo di un certo valore. Per proteggere il vetro, plastico o minerale che sia, è possibile acquistare le apposite protezioni che ogni azienda commercializza per il proprio prodotto, oppure avere la semplice accortezza di salvaguardare il quadrante indossando il computer sotto il guanto, proteggendolo così con il polsino da urti e graffi accidentali.

Considerazioni

Volutamente è stato posto l’accento sul reale incremento alla sicurezza dell’apneista che l’uso accorto di un computer per l’apnea può favorire. Non si può tuttavia trascurare che, specie nei più giovani, la “certificazione” della prestazione possa incentivare comportamenti già pericolosi. Dobbiamo sempre tener presente che agli strumenti che aumentano la nostra sicurezza non possiamo in alcun modo affidarci totalmente, nè possono diventare un motivo per abbassare la guardia. Il computer d’apnea in particolare può solo snellire degli autimatismi mentali che il subacqueo dovrebbe già avere ben radicati dentro di se.

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