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Giorgio Sanna e l’Albatros, vent’anni di sport

| 12 Marzo 2006 | 0 Comments

Giorgio Sanna, presidente dell’Albatros

Dall’1 al 4 giugno 2006 la Sardegna, precisamente Bosa, sarà ancora una volta teatro di un Campionato Italiano di Pesca in Apnea. Dopo il campionato di seconda categoria, questa volta tocca alla competizione di maggior prestigio per la Federazione e per chi vi prende parte: il campionato assoluto di prima categoria, quello che dovrebbe incoronare l’atleta principe del panorama agonistico nazionale.
In passato questo evento ha sempre riempito le pagine della stampa di settore e, in tempi più remoti, anche quelle dei periodici non specializzati. Cosa che avviene ancora oggi, ma sempre meno per esaltare il gesto atletico di chi vi prende parte e sempre più per dar voce alle proteste di chi (gruppi di ambientalisti o pseudo tali, associazioni di pescatori professionisti, diving, qualche cannista poco ‘illuminato’) osteggia tali manifestazioni. Il recente Campionato Italiano per Società organizzato all’Argentario dall’A.S.D. Apnea Magazine ne è l’ennesima riprova.

Diciamolo chiaramente ancora una volta: le gare di pesca in apnea non sono una minaccia per l’ambiente, né in assoluto, né in rapporto ad altre forme di prelievo. Questo è un dato di fatto, documentato e dimostrabile. Basta dare un’occhiata alle statistiche dei prelievi operati in occasione delle gare federali per essere colti da un moto di amaro sdegno nei confronti delle vere piaghe che quotidianamente impoveriscono i nostri mari: pesca industriale spinta all’eccesso, pesca illegale, inquinamento ed eccessiva antropizzazione.
Resta evidente, allora, che l’ostilità verso questo sport nasconde altre motivazioni. La tutela di interessi economici prima di tutto. Motivazione comprensibile, ma poco condivisibile se si pensa che il mare è una risorsa di tutti i cittadini, anche di chi non lo vive come fonte di reddito. Quindi anche di quei cittadini elettori che, lecitamente, praticano uno sport affascinante, faticoso ed ecocompatibile come la pesca in apnea.

Era quindi facile prevedere che anche questa edizione dei Campionati Italiani di Prima Categoria, inizialmente programmata a Stintino, finisse sotto il mirino dei ‘soliti’ attacchi.
La società organizzatrice, l’A.S.D. Polisportiva G.S. Albatros di Cagliari, si è infatti mossa per tempo e, in seguito ad un iniziale contatto verbale con l’Assessore allo Sport di Stintino, ha ottenuto un primo parere favorevole. Parere stravolto da una comunicazione ufficiale nella quale si negava il patrocinio a seguito delle proteste pervenute dagli operatori della pesca locale e, inoltre, si invitava a scegliere altra sede per lo svolgimento della gara!

Scelta politica, non c’è dubbio, ma dal facile demagogismo. Ci sarebbe, piuttosto, da chiedersi quale sia il percorso logico che spinge a favorire gli interessi economici mai realmente minacciati di una categoria di cittadini, quali i rappresentanti della piccola pesca, piuttosto degli -in questo caso concretamente- sfumati introiti degli operatori turistici che dovranno fare a meno di un non trascurabile giro d’affari. Considerevole guadagno che sarebbe provenuto da un centinaio di presenze in una settimana così lontana dal pienone estivo da creare problemi di ricettività per gli organizzatori.
E che dire delle associazioni subacquee che, tra l’altro, non ci risulta pratichino la loro attività prevalente nel tratto di mare che era stato scelto quale sede della gara, bensì nel Parco dell’Asinara? Parco nel quale, si è arrivato ad affermare, si sarebbe svolto il campionato. Diceria non priva di mala fede in quanto è risaputo che nei parchi marini il nostro sport è l’unico che non si può praticare.

Ma tutto questo, come dicevamo, si può anche prevedere e anche le non lungimiranti scelte politiche fanno parte del gioco.
Nessuno di noi invece si sarebbe mai aspettato che tra le fila dei detrattori, di chi cioè non vuole le gare di pesca in apnea nel proprio territorio, prendesse posto proprio chi vi partecipa, chi si è associato alla Federazione che, tra gli scopi statutari, persegue la promozione e l’organizzazione di questo sport.
Ci sarebbe da non credere a tali affermazioni se non fosse tutto scritto nero su bianco in una petizione firmata da associazioni di categoria di pescatori e subacquei, diving, sigle ambientaliste e, appunto, una società affiliata alla FIPSAS.
Tra le numerose assurdità e falsità, l’attento lettore non mancherà di notare che i firmatari arrivano a minacciare una diffusa campagna mediatica (intrapresa soprattuto attraverso i quotidiani locali) qualora le loro richieste non venissero accolte.

Per parlare di questi ed altri argomenti abbiamo incontrato Giorgio Sanna, presidente del A.S.D. Polisportiva G.S. Albatros e organizzatore dei prossimi campionati.

Giorgio, qual è stata la tua reazione alle proteste contro gli assoluti di Stintino?

Abbiamo capito ancora una volta che c’è della rivalità tra pescatori del sassarese e del cagliaritano. Ci si sente ancora dire che i cagliaritani non devono andare a pescare in casa dei sassaresi, ma questo è un campanilismo che forse si poteva fare trent’anni fa, non certo adesso che i tempi sono cambiati. Senza considerare che nessuna società del sassarese si è mai fatta carico di organizzare una tale manifestazione nel proprio territorio. Non saprei dire perché, ma a questo punto presumo che non ne abbiano le capacità.

Bruno De Silvestri durante un campionato

Gli attacchi mediatici che abbiamo subito ci hanno sorpreso. Infatti, le uniche proteste che avevamo avuto riguardavano gli scorsi campionati di seconda categoria effettuati nelle acque dell’Isola di San Pietro, ma unicamente perché la ricaduta economica positiva si è avuta solo nel territorio di Portoscuso, mentre anche i residenti di Carloforte avrebbero voluto parteciparvi.

Chi c’è dietro queste proteste e quali sono i suoi scopi?

Secondo me dietro tutto c’è un tesserato (o ex) della FIPSAS che, dopo aver mangiato nel piatto della Federazione, adesso ci sta sputando sopra e impedisce ad una società di Cagliari di organizzare un campionato nella sua provincia.

Alla luce di questi fatti quale credi sia il peggior nemico del nostro sport?

Forse si trova proprio tra gli stessi pescatori’

In questa difficile occasione qual’è stata la posizione della FIPSAS, ne hai avvertito la vicinanza ed il sostegno?

Si, però al tempo stesso guarda anche molto all’immagine. Si è quindi fatta avanti cercando di capire se fosse il caso di insistere ma, una volta che si è capito che si stava cercando di fare una manifestazione in un posto in cui non si è graditi, ci si è chiesti se non fosse il caso di andare altrove.

Quindi è giusto affermare che la FIPSAS ti ha suggerito di lasciar perdere o è una tua deduzione?

Questa è una deduzione che ho fatto io. D’altronde la Federazione ha giustamente bisogno di garanzie e anche questo mi ha spinto verso Bosa.

Credi che saranno presi dei provvedimenti verso i tesserati firmatari della petizione?

Non lo so, noi comunque abbiamo presentato richiesta di deferimento alla procura federale. Riteniamo che una società affiliata alla FIPSAS non possa andare contro lo statuto e le decisioni della stessa.

Sarà mai possibile organizzare delle competizioni a Stintino?

Si, senza ombra di dubbio. Proprio quest’anno abbiamo in programma una manifestazione promozionale proprio a Stintino.

Credi che sarebbe stato possibile proseguire con l’organizzazione del campionato a Stintino?

Io sarei stato dispostissimo a proseguire per la mia strada e scommetto che il campionato si sarebbe potuto svolgere anche senza il favore dell’Amministrazione Comunale di Stintino. Così come abbiamo fatto mi sembra di avergliela data vinta.

E a Bosa come siete stati accolti?

Dall’Amministrazione Comunale sono stato accolto molto benevolmente. A dirla tutta questa gara, originariamente, si sarebbe dovuta svolgere a Bosa già nel 2004 anche se poi ha avuto luogo in Sicilia.

Come vedi il futuro dell’agonismo?

A causa delle continue contestazioni lo vedo brutto. Se si continua di questo passo penso che fra 10 anni non esisterà più.

Sei il presidente dell’Albatros da 20 anni, dalla sua fondazione. La tua esperienza è sicuramente notevole. Cosa diresti ad un ragazzo intenzionato a costituire un nuovo circolo federale?

Innanzitutto bisogna trovare le persone che mantengano l’impegno di collaborare. Burocraticamente, infatti, la costituzione di un circolo è una cosa banale, il difficile è portarlo avanti. Ci vogliono volontà, costanza e impegno. E qualche volta occorre mettere mano al portafoglio perché l’organizzazione delle manifestazioni richiede denaro. Si, qualche volta le istituzioni danno qualche sovvenzione, ma in genere arrivano sempre con circa un anno di ritardo e quindi spesso occorre anticipare le spese e se non si ha una base solida diventa difficile.

Credi che organizzare una gara sia un’impresa alla portata di tutti?

Bisogna vedere la maniera in cui uno la vuole organizzare. Noi, come prima cosa, cerchiamo di fare in modo che i partecipanti tornino a casa felici di aver partecipato, sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista della premiazione. Fortunatamente noi riusciamo sempre ad avere delle belle premiazioni. Una selettiva è senz’altro più facile da organizzare di un campionato italiano per il quale occorrono delle garanzie più impegnative.

Quali suggerimenti daresti a chi si appresta ad organizzare una selettiva per la prima volta?

Organizzare una selettiva, alla luce dei nuovi regolamenti, è sempre più impegnativo perché è richiesta un’imbarcazione ogni 5 concorrenti. Se i partecipanti sono venti le imbarcazioni diventano quattro, e prese a noleggio costano. Senza contare le responsabilità, il medico, l’ambulanza, le autorizzazioni’

Quindi se da un lato si tratta di norme per la tutela della sicurezza dall’altro sono degli ostacoli per chi organizza?

No, non si tratta di ostacoli, però chi si prende carico di organizzare una manifestazione sa già in partenza che ci sta rimettendo’

Fragiacomo e La Brocca ritratti nelle fasi finali di una gara

Come ci si comporta con gli sponsor?

Facciamo l’esempio degli scorsi campionati di seconda categoria: c’erano numerosi premi e quasi tutti hanno avuto qualcosa. Questi omaggi servono per aggiungere lustro alla manifestazione e occorre tener conto del fatto che le ditte desiderano un ritorno d’immagine da queste attrezzature. Non bisogna quindi fare l’errore che compiono alcune società trattenendo per loro buona parte dei premi, infatti alcune ditte sono rimaste scottate e sono restie a concedere attrezzatura. Il mio consiglio è quindi di rendere tutto, o quasi, disponibile per le premiazioni.

E’ difficile accedere ai finanziamenti pubblici?

No, non è difficile. C’è una modulistica e ci sono dei tempi da rispettare. La Regione interviene per manifestazioni di carattere nazionale o internazionale mentre la Provincia ed il Comune si occupano delle manifestazioni a carattere locale, come le selettive. Solitamente viene tenuto in considerazione il curriculum della società richiedente ma anche le associazioni di nuova costituzione hanno ottime possibilità di accedere ai finanziamenti. Ultimamente è stata creata una regolamentazione che ha tabellizzato le manifestazioni sportive parificando una gara nazionale di pesca ad una partita di calcio di eguale portata, oppure dando particolare punteggio alle gare di caratura internazionale ripetute negli anni.

E la FIPSAS contribuisce?

Certo, per i campionati dà un piccolo contributo che però viene assorbito dalle spese dei giudici e dei dirigenti.

Cosa pensi delle novità introdotte nell’agonismo nel 2006?

Non saprei. Io sono dell’avviso che le gare con partenza da terra hanno sì avuto un boom iniziale, ma poi il successo è calato. Alle selettive, e mi riferisco alla Sardegna, nelle ultime prove si faticava a raggiungere il numero minimo di partecipanti. Ora, invece, con queste nuove regole ogni regione si farà il proprio campionato e ogni atleta potrà partecipare a tutte le gare scegliendo i tre migliori risultati per entrare nella classifica regionale. Quindi il cambiamento può essere positivo.

Ci puoi fare una breve storia dell’Albatros?

L’Albatros nasce nel 1985. A quell’epoca io ero il responsabile del settore pesca del dopolavoro ferroviario. Con altri tre amici, a causa di alcune divergenze col direttivo, ci siamo staccati formando appunto la società che da allora presiedo.
Ci siamo subito affiliati all’allora FIPS e al nostro interno avevamo già un gruppo subacqueo e dei cannisti. Poi ci siamo cimentati nell’organizzazione delle gare di pesca subacquea e di canna da riva.
Abbiamo anche organizzato competizioni di fotografia subacquea, tra i quali ricordo quattro trofei Terra Sarda riservati a rappresentative nazionali. Gare che hanno dato un enorme ritorno in termine di prestigio e di immagine, anche per i territori nei quali si sono svolte.
Nel 2002 c’è stato anche un campionato per società di fotografia subacquea e ci siamo cimentati anche nell’organizzazione di un campionato individuale di videoripresa subacquea. Entrambe queste gare sono state disputate nell’Area Marina Protetta di Villasimius.
Comunque abbiamo organizzato diverse gare di pesca in apnea e tra i nostri atleti possiamo annoverare numerosi atleti di una certa levatura: Paolo Nurchis, Giuseppe Di Palma, Alberto Pizzoccheri, Guido Castorina, Luca La Brocca, Francesco Ceccarini, che insieme a Luca è il nostro atleta più anziano, Sandro Fragiacomo, neopromosso agli italiani di seconda categoria, Marcello De Santis, Claudio Lorai, Tiziano Sabatini, Paolo Falzoi, Andrea Allodi, e giungiamo all’atleta più di spicco, Bruno De Silvestri, che è tesserato con noi dal 1993.
Abbiamo avuto anche un periodo d’oro con il settore giovanile per la canna da riva con ragazzi fino ai 14 anni che hanno vinto alcune medaglie ai giochi della gioventù. Sempre nel settore giovanile Fabiano Podda è riuscito ad arrivare quinto a un campionato italiano juniores a San Benedetto del Tronto.

Bruno De Silvestri con uno dei suoi numerosi trofei

Nell’associazione abbiamo costituito anche un settore dedito alla didattica subacquea. I nostri istruttori, Gianni Casti, Alessio Manca ed Ireneo Borsezio, hanno brevettato numerosi allievi.
Lo stesso Bruno De Silvestri ha brevettato una ventina di allievi nei suoi corsi di pesca in apnea, anche se purtroppo solo due o tre hanno proseguito l’attività agonistica.

Qual’è, in questi vent’anni di attività, l’episodio che ricordi con maggior piacere?

Probabilmente il quarto posto ai mondiali in Cile ed il quinto posto agli europei di pesca in apnea da parte di Bruno De Silvestri.
Mentre quello più brutto credo sia l’episodio capitatoci agli italiani assoluti a Milazzo nel 1989. Purtroppo Paolo Nurchis ha avuto l’enorme sfortuna di ritrovarsi con i tubolari del gommone scoppiati e quindi abbiamo passato tutta la notte in giro per il paese alla ricerca di un mezzo per poter effettuare la gara. Solo alle 4:30 del mattino il presidente della Bat ci ha messo a disposizione il gommone che avrebbe dovuto usare per seguire la gara. Naturalmente entrambe le giornate di gara sono state un disastro per colpa della notte insonne e della tensione accumulata, infatti Paolo non prese nemmeno un pesce!

Come hai accolto la notizia della squalifica di Bruno De Silvestri?

Non certo bene, è stata una mazzata, soprattutto conoscendo anche la persona. Certo, si tratta di una negligenza, però bisogna andare bene ad analizzare le colpe. Vorrei dire che mi sembra una cosa strana che un atleta, facente parte del team della nazionale, non venga sottoposto a visite mediche da parte della Federazione, considerando sufficiente il solo certificato di idoneità agonistica.

È vero che Bruno De Silvestri ha presentato ricorso?

Si, ha presentato ricorso alla CMAS.

Quali sono gli esiti del ricorso?

Ancora non ci è dato di saperlo, anche perché la commissione CMAS si riunisce poche volte all’anno. Sappiamo che è prevista una riunione a maggio e credo che in quell’occasione prenderanno una decisione.

Credi che il doping sia un problema nel mondo della pesca in apnea?

Nel mondo degli sport cosiddetti minori credo che il doping purtroppo stia prendendo piede. Nella storia della FIPSAS questo di Bruno è il primo caso che riguarda la pesca in apnea.

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