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Genoni batte Genoni… un uomo profondo 133 metri!


Cronaca di un primato – di Alessandro Chiappe -Foto di Alberto Balbi

L’appuntamento è fissato per le 7:00 di mattina alla Marina di Chiavari. Quando giungo sul posto Alberto è già arrivato. Il primo pensiero di entrambe è al tempo: con il naso per aria, cerchiamo d’interpretare ogni brezza, ogni nuvola che solca il cielo ancora scuro. Incrociamo le dita e cominciamo a scaricare l’attrezzatura fotografica e subacquea di Alberto.
Pian piano il molo si anima, ed arrivano tutti gli altri: amici, sponsor, organizzatori e tutti gli altri giornalisti. Ci guardiamo attorno, l’atmosfera è allegra nonostante la tensione sia palpabile, ci si saluta e si viene presentati a chi non conosciamo.
Poi arriva Paola, compagna di Genoni e sua prima collaboratrice. Con sollecitudine smista tutti i presenti tra i molti mezzi nautici a disposizione, noi finiamo su un gommone con altri fotografi e operatori televisivi.

Il punto in cui Gianluca si immergerà è molto al largo, su un fondale di -160mt, e durante l’avvicinamento comincia a piovere ‘ il pensiero corre subito a Gianluca e a quanto sarà preoccupato riguardo la possibile evoluzione delle condizioni meteomarine; io e Alberto ci guardiamo: il mare ci sembra ancora buono, nonostante le facce preoccupate di altri giornalisti di estrazione più “terricola”.

Arrivati al Leudo, la barca da cui alle 9:00 circa scenderà con la slitta Genoni per il suo 12° tentativo di record, anche questa volta in assetto variabile regolamentato, subito si forma un circolo di gommoni e grosse imbarcazioni tutto attorno.

Ad un certo punto, sul ponte accanto al bigo che tiene sospesa la slitta, ecco che compare il Geno. Tutti gli obbiettivi si alzano nella sua direzione e i fotogrammi scorrono veloci.
Chi sa che cosa ha fatto mentre era giù da basso fino ad ora, avrà fatto rilassamento, chi sa quali percorsi mentali ha intrapreso per prepararsi alla lunga discesa fino ai 133 metri (o 135, lo sapremo alla riemersione).

-130mt! Sarà buio, sarà freddo? Cosa si proverà? Con le sue paure, con le sue sensazioni più intime, Gianluca scenderà fino in fondo a quel cavo che ieri, quando lo abbiamo misurato, mi sembrava così troppo lungo, così impossibile.

Poi è il momento di scendere, i sub dell’assistenza sono già in acqua, e qualcuno passa maschera e pinne a Gianluca, che è già pronto sulla scaletta. Farà qualche tuffo di riscaldamento prima del tentativo.

Lo vedo sulla superficie accanto alla slitta che ogni tanto affonda per il rollio della barca; quella del Geno sembra la groppa di un mammifero marino, con la muta chiara pare proprio un lamantino, un beluga.
Sì, perché per scendere a -133mt di profondità si deve essere proprio degli esseri marini, integrati con ogni molecola di acqua di mare.
Liberatosi della maschera, Gianluca è in piedi sulla slitta’ ormai manca poco, è lì che si ventila e cerca la concentrazione giusta, nonostante il pesante rollio del leudo non gli semplifichi le cose. I sommozzatori si sono immersi, ci siamo, tra due minuti esatti, come da tabella di marci, partirà anche il Nano. La tensione sul gommone, su tutte le barche adesso è altissima. Tutti gli occhi sono puntati su Gianluca e le persone addette allo sgancio della slitta.

Così, improvvisamente, parte e l’acqua si richiude su di lui.
Tutti guardiamo i cronometri, adesso sul leudo controlleranno la discesa sui monitor della Nimar. Chissà cosa sta succedendo là sotto, so che Alberto riporterà queste emozioni sulla sua pellicola e come uno spettatore preferenziale si godrà questa prestazione da una tribuna d’onore.

Il tempo passa lento, finalmente i due apneisti dell’assistenza sono pronti. Tutti gli occhi adesso si sono spostati su di loro. Parte il primo, questo significa che Gianluca è ormai vicino, sta risalendo; intanto l’altro dà indicazioni con il braccio da dove probabilmente affiorerà. Anche il secondo apneista s’immerge e dopo pochissimi istanti riemerge dal lungo viaggio verso l’abisso anche Gianluca. Riaffiora lontano dal cavo, sotto probabilmente ci deve essere stata molta corrente. L’uscita è spettacolare, pulita e con l’esultanza del Geno tutte le tensioni accumulate in superficie in questi lunghissimi 3’20” esplodono in un coro liberatorio di sirene ed urli di gioia da parte di tutti.

E’ nuovamente record: -133 metri! Scatto qualche foto, e posso vedere Alberto poco dopo emergere con la sua inseparabile fotocamera, ci scambiamo informazioni al volo e e siamo felici come se quei metri li avessimo fatti noi. E’ una sensazione strana questa, per me nuova, ma davvero coinvolgente!

La nostra giornata si conclude con la conferenza stampa di Gianluca, dove attraverso le domande dei giornalisti presenti ci si rende conto di quanta confusione ci sia ancora nei media sull’attribuzione dei record, sulle omologazioni, ma soprattutto sull’agonismo sportivo, che vive al di fuori da queste prestazioni.

La disponibilità di Gianluca ci ha permesso di realizzare un’intervista in cui abbiamo affrontato anche questo difficile argomento, e lasciamo Chiavari con grandi aspettative rispetto a questo campione, magari un nuovo primato nel 2006 a coronamento dei dieci anni di carriera, ma -e soprattutto- potremmo vederlo team leader di una squadra agonistica nelle gare del circuito nazionale! Con la promozione dell’apnea firmata da un grande maestro.
Terminiamo facendo ancora i complimenti a questo campione, all’uomo, e all’atleta, che in questa giornata di ottobre , ha saputo regalarci emozioni, tensioni, ed anche un po’delle sue paure!

L’altra faccia del record, emozioni di un giornalista subacqueo – di Alberto Balbi

Sono sul gommone con Alex e altri fotografi, il nostro mezzo si avvicenda ad altri nel tentativo di offrirci qualche inquadratura particolare, a favore di luce. Il leudo su cui giace Gianluca non rappresenta l’imbarcazione più idonea per fare un record, ma poco importa, appare bello ed elegante, il suo beccheggio e il forte rollio aggiungono pathos ad una situazione di per sé gia carica di atmosfera.
Scatto qualche fotogramma mentre Gianluca si accinge a scendere in acqua, ma è proprio qui, nel sesto continente, che inizia per me il lavoro vero.
Sono agitato, ogni movimento è calcolato, non ho molti scatti a disposizione durante la discesa e tutto deve funzionare alla perfezione. Posso dirmi un “veterano” in fatto di record, ma ogni volta è come se fosse la prima, e solamente dopo essermi fuso con l’elemento liquido ritrovo la serenità e la sicurezza necessaria per la buona riuscita del reportage.

Alex mi aiuta nella vestizione e silenziosamente scivolo in acqua, il Geno è ancora alla ricerca della giusta concentrazione, lontano dalla sua slitta ma prono sulla superficie a scrutare quel fondo cosi lontano!

Mi sono sempre chiesto a cosa si possa pensare in quei momenti, ma queste emozioni così personali continueranno a rimanere nel cuore di questi campioni. Scatto le prime immagini, il mare è agitato e la forte corrente mi costringe a furiose pinneggiate per mantenere la posizione. Finalmente Gianluca prende posizione sulla sua slitta, questo oggetto così strano che lo porterà laggiù, dove nessuno ha mai osato, pronto a battere sé stesso.

Sono ancora a mezz’acqua, posso vederlo ventilare, posso rendermi conto della difficoltà di trovare la concentrazione in queste condizioni di mare, ad un tratto tutti gli assistenti sono pronti, e in un ritmico intercalare di rituali già visti prendono posizione presso questo lungo percorso, vigili e determinati a proteggere l’atleta. Il “rais”, come in ogni record, scandisce lo scorrere del tempo per la partenza, e quando “Scipione” il profondista parte per raggiungere il piattello con la sua pesante attrezzatura, io lo seguo per alcuni secondi, abbandonandolo poco dopo al proprio destino: 133 metri sono davvero tanti, troppi per permettermi di vedere Geno toccare il fondo!

Finalmente si parte! Qualcuno, sicuramente una persona importante per Gianluca, taglia la sagola che collega la slitta alla barca e la piccola astronave inizia il suo viaggio! La slitta si avvita lungo il cavo forse per la corrente o forse per una leggera asimmetria di costruzione, e per me non è facile trovare la posizione fotografica migliore. Ma non ho tempo, scatto una raffica di fotogrammi scanditi dal lampo dei miei flash, poi lo vedo sparire velocemente sotto di me.

Non mi abituerò mai a queste emozioni, a queste paure’ Sono tanti, troppi tre minuti, provate a contarli nella mente scrutando l’abisso, sentirete soltanto il ritmico pulsare del vostro cuore!
Gianluca è arrivato sul fondo, posso percepire lo scossone sul cavo, adesso per lui inizia la delicata fase della risalita: qui nessun congegno potrà aiutarlo, solo la sua forza fisica, la sua preparazione atletica e la sua mente. Intanto mi porto più in profondità, non resisto, devo avere la certezza che tutto sta filando liscio, troppo fresco il ricordo di due anni fa! La sua muta bianca mi rassicura, posso vederlo, sta arrivando, appare tranquillo, scatto qualche foto, lo seguo in questa risalita che sigillerà un anno di fatiche e continuo a scattare rispettando la sua performance, poi mi fermo, rallento, scatto ancora qualche fotogramma ma lascio il “Nano” a godersi il suo trionfo, scruto gli assistenti che sono venuti incontro al loro campione, posso solo immaginare l’uscita, nessuno lo tocca, lo vedo esultare, alzare le braccia al cielo e penso.. è fatta! 133 metri, che bella prestazione!

Mi riporto in superficie, sirene e applausi confermano ciò che sott’acqua era solo un sentore. Mi giro verso il gommone dove Alex sta immortalando l’evento, con pochi gesti mi descrive l’uscita e mi passa i parametri di tempi e profondità. Scatto ancora qualche foto prima di saltare sul gommone e riprendere il mio lavoro di fotografo terrestre. Un lungo bacio liberatorio tra Gianluca e Paola impresso sulla mia pellicola sancisce di fatto la fine del mio reportage. Sono contento, per molti motivi non mi è mai stato possibile seguire questo campione durante i suoi tentativi, oggi ci sono anch’io, ho scattato, mi sono emozionato e ho conosciuto una bella persona e un bel gruppo, perché come in ogni record, non è solo il campione ad andare a 133 metri, ma un’intera squadra, nella quale ogni singolo componente è importante per la buona riuscita dell’impresa.

Gianluca ha voluto dedicare parte di questo record anche agli sponsor che hanno permesso alla macchina organizzativa di mettersi in moto.

Sponsor:
Mares -attrezzature subacquee
BWA- gommoni

Sponsor tecnici:
PSS – Professional Scuba Scool
Gruppo Sapio
Ceriani

Con la collaborazione di:
Comune di Chiavari
Marina di Chiavari
APCOA
Città di Busto Arsizio
Provincia di Varese
Associazione Albergatori Chiavari

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