Gare Pesca Sub: San Teodoro 1989, Cronaca di un Mondiale “Thriller”!
Da quando venne ufficializzata (circa due anni prima, 1987) la località del Campionato Mondiale di pesca in apnea 1989 in Sardegna e più precisamente nelle acque nord-orientali antistanti San Teodoro, tutti i partecipanti ebbero chiaro in testa che sarebbe stata una competizione durissima e adatta ai profondisti.
Un Campo Gara Difficile
Coloro che non fossero stati capaci di pescare con costanza al limite (ed anche oltre) dei 30 metri, avrebbero avuto pochissime chance.
I fondali infatti, peraltro bellissimi ed attraenti, erano molto difficili: il pesce bianco era scarso e le cernie (prede sulle quali sicuramente avrebbero puntato tutti i migliori) erano profonde, smaliziate e piuttosto rare.
Trovare i posti buoni e sicuri era una vera e propria impresa, tanto che le squadre favorite (Spagna, Italia e Francia) iniziarono con buon anticipo la preparazione. Circa un mese prima.
Preparazione “Palmo a Palmo”
I francesi addirittura cominciarono la perlustrazione almeno 10 giorni prima di tutti gli altri (italiani compresi) e con a seguito 3 aiutanti per atleta e diversi motorini subacquei (all’epoca una vera e propria rarità).
Il fondale ricco di posidonia fino a 30 metri andava esplorato quasi palmo a palmo per cercare tagli nascosti ed orli di grotto che avrebbero potuto fare la differenza. Le secche erano conosciute da tutti e ben marcate sulle cartine nautiche. Occorreva quindi il posto “jolly”, l’angolo di paradiso inesplorato, il taglio mastro o la pietra recondita, per dare la spallata risolutiva agli avversari. La cosa fu tutt’altro che semplice.
I Favoriti dal Pronostico
La Spagna era composta da Amengual, Ramon Reus ed un giovane Pedro Carbonell. La Francia da Carrodano, Salvatori e Desprat, mentre l’Italia contava su Mazzarri, Molteni e Riolo. Loro erano considerati, dagli addetti ai lavori, i papabili vincitori. Gli unici le cui capacità tecniche, fisiche e mentali avrebbero fatto la differenza anche su un campo gara così ostico.
Le giornate di gara avrebbero dovuto disputarsi il 29 e 30 settembre. Peso minimo per il pesce bianco 500 grammi, gronghi e murene a coefficiente (2 kg minimo) e la cernia doveva pesare almeno 3 kg (12.500 punti il punteggio massimo) per essere considerata valida (un regolamento davvero ecologico e selettivo a quei tempi).
Venerdì 29 Settembre – La Tempesta
La notte precedente l’inizio della competizione è stata funestata da un fortunale. Le condizioni di oggi sono pessime. È rimasta onda lunga e possente di grecale e l’acqua è veramente torbida. Tutti sono sul molo già dalle 6:30 e l’organizzazione (è il caso di dirlo) non sa che pesci prendere. In più, manca qualche battello per alcuni problemi “burocratici”. Gli atleti sono perplessi.
Si indìce una riunione per decidere sul da farsi. Dopo più di un’ora di colloqui serrati tra capitani, atleti e organizzatori, si sceglie di rimandare la prima giornata all’indomani. Le condizioni meteo sono date in netto miglioramento e, quasi certamente, sarà una prima manche con meno incognite e più possibilità.
L’organizzazione non ne esce benissimo ma alla fine tutti accettano (chi con più, chi con meno entusiasmo) la scelta. D’altronde il pesce è fondo e con quel mare può essere veramente rischioso. L’appuntamento quindi è per il giorno successivo, sempre alle 6.30. Si ristudiano le tattiche. Si ricontrollano le attrezzature. Si guarda il meteo e l’orizzonte. Si sogna.
Sabato 30 Settembre – Finalmente si Comincia!
Tutto è pronto per la prima frazione del Mondiale. Il vento è diminuito, anche se un po’ di onda lunga è rimasta, e la visibilità in acqua è migliorata sensibilmente. Certo non è pulitissima ma si vede discretamente. A terra il cielo è terso e non ci dovrebbero essere problemi con le mire. Gli atleti arrivano puntuali carichi di attrezzature e speranza. C’è una distesa di fucili di ogni tipo sul molo e diversi mazzi di aste e raffi. Ognuno ha il suo e le sue “infallibili” preferenze.
Tra Arbalete e Pneumatici
Riolo ha un supersten e poi tutti arbaletes Omer T20. Molteni solo oleo, dai corti ai lunghi. Mazzarri un po’ di SL ed un po’ di Apache. Gli spagnoli hanno in prevalenza arbaletes di varie misure e, soprattutto, diversi “scoccia aste”. I francesi invece hanno solo arbaletes di diverse misure, ma almeno tre 90 e tre 100 a testa.
Fa impressione vedere quella coppia elastici rossi o azzurri da 16 millimetri e quelle aste pesanti da sette: ti chiedi come possano avere la forza di spingere un dardo così pesante ad oltre 30 metri di fondo e soprattutto su pesci di mole. Eppure ci riescono. Sono efficaci e letali. Serve il “manico”. Interessante anche qualche “schioppo” old style ad aria compressa, con ancora l’impugnatura centrale, che fa ancora parte della “rastrelliera” di qualche atleta dell’est.
In Attesa del Fischio d’Inizio
Alle 8.00 si andrà a centro campo gara e il via è fissato per le 8.15 circa (durata della gara 5 ore). I volti sono tesi e gli sguardi sembrano persi. In particolare Salvatori ha un’espressione che oscilla tra il nervoso ed il concentrato. Indecifrabile. Mazzarri è concentratissimo (e sapremo dopo che dovrà fare il primo tuffo a 34 metri…non proprio una passeggiata).
La tattica per tutti è chiara: si parte sulle grosse cernie, in particolare su quelle che, si pensa, possano aver scovato tutti, per anticipare gli avversari ed accumulare punti preziosi. Poi si andrà sul pesce “sicuro”. C’è la distanza minima tra atleti imposta dal regolamento, ed arrivare per primi sul posto buono è fondamentale per pedagnare il punto e “lavorare” in tranquillità. La giornata si disputerà nello specchio di mare compreso tra Punta Sabatino a Punta Tanaunella. Lì c’è la famosa secca di San Teodoro, molto sfruttata, ma con ancora qualche possibile bella sorpresa attorno.
La Cernia Capolavoro di Riolo
Al via tutti i migliori puntano sull’omonima secca e nei dintorni. Si vedono Amengual, Molteni, Salvatori, Mazzarri e Riolo. Carrodano invece va in un’altra zona anche se non molto distante.
Ci sono le prime dispute: Riolo ne ha intorno due o tre che provano ad infastidirlo, su un fondale di 32 metri. L’atleta siciliano è partito su una grossa cernia che vedeva sempre fuori tana e che poi andava ad infilarsi in una pietra vicina. Si ventila in corrente impugnando il supersten. Scende per primo sul punto e vede il grosso serranide nella solita posizione. Allunga il fucile ed il pesce tenta di guadagnare la tana.
Ma Nicola conosce molto bene le manovre del pinnuto e lo anticipa colpendolo da lontano e fulminandolo con un tiro precisissimo. La cernia non riesce a neanche a mettere la testa nel buco. Verrà recuperata con calma dalla superficie: 15 kg.
Mazzarri, Salvatori e Carbonell non stanno a Guardare
Intanto Mazzarri ha impiegato 2-3 tuffi per scovare il cernione. Gli avversari non riescono neanche a raggiungere il fondo. L’atleta elbano ha visto bene il pesce schiacciato in uno spacco e sta cercando la testa per sparare a colpo sicuro. La fucilata parte e va a segno. Altri 3 tuffi e la cernia, di oltre 17 chili, va a paiolo. Un buon inizio per i nostri.
Ma gli altri non stanno a guardare e, soprattutto, non fanno sconti. Salvatori a poca distanza da Renzo ha catturato una bella cernia al primo tuffo e ne ha sparata un’altra. L’ha messa in trazione e la sta lavorando in corrente, a 33 metri, sotto una lastra. Carbonell ha catturato anche lui un serranide di circa 6 chili e porta su anche una corvina di ottima pezzatura.
Il Duello tra Molteni e Amengual
Ma la lotta più avvincente è quella tra Molteni ed Amengual: i due hanno in comune un pietrone spaccato ai margini della secca, con dentro ben 4 cernie, tutte di mole e piuttosto tranquille. Arrivano praticamente assieme sulla zona. Si buttano. Molteni però è più lesto e veloce a ventilarsi e scendere.
Amengual è pochi metri dietro lui, al seguito. La discesa è infinita ma, grazie alle capacità tipiche del fuoriclasse, Riccardo riesce a sparare il pescione fuori tana e pedagnare il posto.
I due riemergono praticamente assieme ed Amengual, sorridendo, dà una pacca sulla spalla al siciliano e gli augura “buena suerte”. Altro tuffo per doppiare e recuperare il pesce di 13 chili. Ora si prepara per cercare le altre.
Carrodano: 4 Cernie sotto lo stesso Sasso
Carrodano è su una pietra meravigliosa tutto solo: durante la preparazione aveva trovato questo sasso con dentro tre cernie grosse e molto tranquille. Aveva studiato bene la situazione e ora sta attuando un piano che ha dell’incredibile.
In pratica decide ad ogni tuffo di spararne una e metterla in trazione, per poi successivamente lavorarle con calma. Ci sono 32 metri di fondo. Le apnee oscillano tra 1:35/1:40. Venti secondi di lavoro certosino sul fondo. È metodico e sicuro. Calmo e preciso.
Scende, si affaccia, prende la mira e spara solo se convinto di piazzare bene il colpo. Poi mette in trazione il pesce. Una, due, tre boette legate ad altrettanti arbaletes da 90 cm. Poco dopo scende, si affaccia, scruta e risale. Si fa passare un altro fucile. Scende e spara. Ha scovato un altro serranide sotto la stessa pietra. Incredibile! Ogni tuffo lascia la cintura sul fondo e poi la recupera. Un lavoraccio. Ha quattro pesci in trazione e piano, piano, tuffo dopo tuffo fino a fine gara, riuscirà a portarli tutti in superficie. 13, 12.5, 11 e 9 kg!! Straordinario.
Amengual Cambia Strategia
Intanto Amengual, dopo aver lasciato la “zona Molteni”, si sposta di circa 300 metri verso terra, dove ha segnato una zona interessante con una bella cernia e vari anfratti tutt’attorno.
Siamo sui 27/28 metri ed al primo tuffo cattura una bella corvina di circa 1 chilo e mezzo. Si sposta di qualche metro e arpiona una mostella.
Cambia fucile al volo, si fa passare un oleo da 70 (stranissimo vedere José con in mano un fucile ad aria) e, questa volta, fiocina un grosso grongo di 7 kg che, con la maestria che lo contraddistingue, estrae nello stesso tuffo, dopo un breve lavoro sul fondo.
Ora sta cercando la cernia, un pesce di circa 8/9 chili che, sapremo più tardi, era conosciuto pure da Riolo. Le sommozzate sono costanti e molto controllate.
Alla fine scova il serranide. Non è messo bene ma è tranquillo. Il campione maiorchino studia la situazione e dopo qualche tuffo lascia partire il colpo, mette in trazione il pesce e si appresta a lavorarlo.
Intanto giungono notizie importanti: Salvatori ha estratto anche la seconda cernia e ne sta controllando un’altra. Molteni ha preso un secondo bel serranide di circa 14 kg. Gli slavi Zanki e Ikic hanno puntato sul pesce bianco ed hanno circa 5 pesci a testa. Riolo ha estratto due cernie gemelle dal solito buco ma sono al limite dei tre chili. Carbonell aggiunge due tordi, un sarago e un grongo, mentre Mazzarri trova vuote 4 tane di cernie. È dura per i nostri.
Salvatori e il “problema” da 15 kg
Mentre Carrodano sta lavorando sodo sulle cernie arpionate (già due sono in barca), dicevamo, Salvatori è un centinaio di metri fuori dalla secca e… ha un problema di 15 kg! Infatti sotto una lastra bassa e piuttosto lunga, a 36 metri, un enorme grongo si frappone tra lui ed un bel serranide. Il serpente è messo di traverso e gli oscura la visuale per un tiro risolutivo alla cernia.
Il francese è nervoso. Stuzzica il grongo punzecchiandolo con la tahitiana (anche se col 90 arriva a malapena a toccarlo) ma quello non si muove di un millimetro. Probabilmente ha appena finito un lauto pasto.
Salvatori non vede nemmeno la testa del serpentone, per fulminarlo ed estrarlo senza impaurire troppo la cernia. Vede solo un pezzo del corpo. A quel punto non può far altro che sparare e tentare di estrarlo il più velocemente possibile.
Parte il colpo che centra il serpentone e scoppia il finimondo. Il transalpino tira ma il pesce non cede. Allora sale facendo filare il mulinello che, sfortunatamente, si imparrucca e lo costringe ad una pericolosa sosta per collegare al fucile il mulinello di sicurezza che tiene in cintura.
Insomma, finirà che il grongo verrà estratto dopo più di un’ora di lavoro e la cernia si volatizzerà. Stizzito Bernard si sposta su un altro segnale. Confesserà a fine giornata che la cattura questo grongo gli ha compromesso la manche impedendogli di visitare almeno altre due cernie a coefficiente. Ne aveva segnate ben 11!
Mazzarri Macina Pesce Bianco
Anche Mazzarri e Molteni si spostano altrove. L’elbano decide di provare in medio fondo, vicino a Punta Aldia, dove ha una spacchetta in mezzo ad un mare di posidonia ricca di saraghi. Anche Riccardo si sposta su una tana di pesce bianco al largo di Ottiolu. Ma mentre Mazzarri trova la tana abitata da sei saragoni da chilo, Molteni trova solo un grongo di 8 chili che cattura i tre tuffi.
Renzo è uno spettacolo. Scende in picchiata come un falco sul taglio, si affaccia un attimo e come un cecchino fulmina un pesce dopo l’altro, con SL 70 e fiocina, catturandoli tutti.
La notizia che Carrodano ha portato la terza cernia in barca raffredda presto gli animi di tutti, ct Giannini compreso. È visibilmente preoccupato. Si sposta di continuo e non riesce a trovare Riolo.
Mazzarri fa un piccolo spostamento e in due tuffi butta in barca uno scorfano ed un grosso grongo. Poi si porta in un’altra zona dove ha marcato una bella tana di saraghi sui 22 metri.
Riolo scopriamo essere al limite nord del campo. Ha trovato vuote le tane delle cernie marcate (una in particolare non riesce a capire come abbia potuto non essere lì) ed è alla ricerca di pesce bianco marcato in alcune zone.
Fa tuffi a ripetizione sui 25/26 metri ma capisce ben presto che c’è già passato qualcuno. Lui non molla e dopo poco fiocina una corpulenta murena. Poi una corvina. Le planate sono lunghe e circospette.
Salvatori Scrive la Storia
Nel frattempo, al largo, Salvatori sta per compiere un gesto atletico che segnerà questo Mondiale e la storia della pesca subacquea agonistica in generale. Prima scende a 38 metri ed in soli due tuffi porta su una cernia di 6 chili, poi si sposta su un altro segnale ancora più fondo. Ci sono 39,3 metri!! Si ventila con calma e scende. Una volta individuata la pietra sgancia la cintura e marca il punto. Risale con altrettanta calma.
Si fa passare un’altra cintura e prepara la discesa sperando di trovare il pesce nel punto in cui dimorava solitamente. Così è. Bernard spara in testa al serranide col 100 e risale mettendolo subito in trazione. Ci vorrà un secondo colpo ed altri 3 tuffi per portare a galla questi quasi 10 chili di cernia. Pazzesco! Oramai è chiaro che la lotta per la prima giornata è tra italiani e francesi. Gli altri, nonostante Carbonell ed Amengual abbiano 2 cernie, non riescono a trovare il bandolo della matassa.
Gli Azzurri non Mollano!
Bandolo che trova subito Molteni estraendo da una pietra a 31 metri il terzo serranide. Anche questo a coefficiente. Tre tuffi ed il pesce di 13,9 chili è in barca. Grandissimo! Riolo racimola altri 5/6 pesci bianchi letteralmente inventati e Mazzarri più a terra sta tirando su sparidi a più non posso. Ha trovato la bella tana segnata con diversi saraghi e non si fa certo sfuggire l’occasione. I pesci sono nervosi, ma Renzo lavora con la tranquillità e lucidità del fuoriclasse fiocinandone una dozzina di buona taglia.
Sempre lì intorno poi, va a controllare una cernia difficile in “soli” 18 metri d’acqua. È poco convinto di trovarla. L’ha vista solo due volte in un mese e per giunta molto nervosa. Prende un oleo da 70 e scende infilandosi completamente tra dei dedali di roccia.
Passano lunghi secondi ma alla fine riesce a trovare il serranide ed a spararlo. Ancora 2 tuffi e lo porta in superficie. Sarà intorno ai 5/6 chili.
Gli altri Annaspano
Lo Spagnolo Ramon Reus ha qualche pesce bianco ed una cerniottta e l’altro transalpino Desprat un paio di cerniotte sui 3/3,5 chili e 3 pesci. Arriva anche la “sorprendente” notizia che il monegasco Godevec ha arpionato una bella cernia a coefficiente. Ha anche uno scorfano e un sarago. Bravissimo davvero!
Manca circa un’ora a fine gara e si può fare un piccolo riassunto: Molteni ha tre belle cernie ed un grongo, Mazzarri due cernie, un grongo, ed una ventina di pesci bianchi e Riolo una cernia, una murena, due cerniotte e 6 pesci bianchi. Salvatori 4 cernie ed un grongo, Carrodano 3 cernie e sta lavorando sulla quarta, Desprat due cerniotte e tre pesci. Carbonell una cernia, un grongo e 8 pesci, Amengual una cernia, una cerniotta, un grongo, una murena e 7/8 pesci, Ramon Reus 5/6 pesci e una cerniotta. Ora è sicuro che sarà lotta sul filo dei grammi tra italiani e francesi.
60′ alla Fine
Dunque siamo a sessanta miseri minuti dalla fine della prima giornata. Ora gli spostamenti sono più frequenti. In molti si sono allontanati dalle secche o zone al largo e cercano fortuna sul medio fondale peraltro senza grossi risultati. Quasi tutti i “Big” invece insistono sulle zone profonde o su segnali o su punti interessanti ad eccezione di Molteni e Mazzarri: difatti il primo ha una lastra interessante in 23 metri dove aveva marcato più di 30 saraghi, il secondo invece sta razzolando su un tavolato roccioso con qualche tordo a zonzo.
Quando Riccardo si affaccia allo spacco capisce che i pesci rimasti sono molti meno ed anche parecchio irrequieti. Ma lui con calma e acume riesce a fiocinarne ben 6 di ottima taglia col medisten. Poi decide di rimanere in zona fino alla fine e cercare di vedere se gli altri si sono nascosti nei dintorni. La scelta lo premierà con altre due bei pezzi tra cui un maggiore di quasi 1.200 grammi.
Renzo trova poco ma comunque butta in barca un bel tordo ed una corpulenta murena finendo la gara, anche lui, sul posto. Riolo non si trova, mentre lo Spagnolo Ramon Reus arpiona sui 30 metri una bella cernia di circa 7 chili più altri 3 pesci. A circa 15 minuti dalla fine la quarta cernia di Carrodano finisce a paiolo tra l’entusiasmo di tutta l’equipe a seguito.
Salvatori trova vuote due tane che avrebbero dovuto ospitare due serranidi ed Amengual rimedia un tordo ed uno scorfano. Desprat non riesce a catturare altro e la stessa sorte capita a Carbonell impegnato all’agguato in un fondale medio-basso.
Si Rientra in Porto
Alle 13.15 termina la frazione e gli atleti cominciano a rientrare poco alla volta. Le notizie dicono che Gerard Carrodano dovrebbe essere in testa, ma sono ben messi anche Mazzarri, Salvatori e Molteni. Arrivano i primi carnieri importanti e cominciano i primi applausi: 4 grosse cernie per il francese Carrodano. Tre cernioni e una decina di grossi saraghi per Molteni fanno impazzire i tifosi italiani.
Poi Mazzarri con due cernie (una grossa ed una piccola) ed una ventina di pesci bianchi. Salvatori ha anch’egli 4 cernie ed un enorme grongo ma, se due sono belle, le altre due sono di peso medio. Amengual un buon carniere ma rimane sicuramente dietro, così come suo nipote Pedro. Riolo un grosso serranide, due piccole da pesare e 6 pesci. Per tutti gli altri si cerca solo un buon piazzamento.
La Bilancia Premia Molteni
Come al solito sarà la bilancia a dare il verdetto definitivo. E così è quello che accade qualche ora più tardi. Seguiamo la pesatura dei carnieri più importanti: a Riolo vengono scartate le due cernie “gemelle” per soli 40 grammi ciascuna, più tre pesci bianchi. Termina con una cernia, quattro pesci e una murena totalizzando 18.890 punti. Finirà sesto di giornata, superato da Amengual che totalizza oltre 21.000 punti. Con 4 cernie ed un grongo Salvatori si piazza al quarto posto parziale con 29.850 punti.
Terzo termina Mazzarri con 2 cernie, 18 pesci, un grongo e una murena, per un totale di 37.650 punti. Quattro pesci bianchi scartati per pochi grammi. Secondo posto per Carrodano con i quattro grossi serranidi e 41.300 punti.
Primo un “eccezionale” Molteni con tre cernioni a coefficiente, 8 pesci, un grongo e 48.040 punti. Dodici pesci presentati e tutti validi! Esplode il tifo sardo intorno all’abbraccio del nostro team.I primi quattro, a detta di tutti, sono coloro che, molto probabilmente, si giocheranno il titolo individuale il giorno successivo.
Per ora l’Italia è in testa sia nell’individuale che a squadre anche se il margine di distacco con la Francia è davvero minimo e lascia la tensione ancora ben alta. Infatti Giannini convoca subito una riunione dopo l’uscita della classifica. Per l’indomani è previsto vento da nord-est in aumento.
Domenica 1 Ottobre – Il Rush Finale
Oggi tutto si conclude, oggi sarà verdetto! La giornata è soleggiata ma le previsioni danno grecale in aumento già a metà mattinata. Ma non pare essere un problema. Il campo di oggi, quello più a sud, va da Punta Pedrami a Punta Miolli. È un fondale ricco di posidonia e sabbia, almeno in tutta la fascia tra 18 e 28 metri. Più al largo si possono trovare zone spaccate di grotto e cigli di molto interessanti. A detta di molti è meno ricco di cernie e più popolato di pesce bianco, ma in mare tutto è possibile. I francesi sembrano preoccupati, ma non c’è da fidarsi.
Strategia a Tavolino
Di certo si sa che nella riunione di ieri gli azzurri hanno scoperto le carte tra di loro, su richiesta esplicita del ct Giannini. Infatti non si voleva che ci fossero posti in comune o zone di pesca sovrapponibili tra Riolo, Mazzarri e Molteni. La scelta si rivelerà azzeccata: tutti e tre hanno qualche pesce marcato in comune. Due cernie e una zona a dentici. Si decide di assegnarle ad estrazione: a Riccardo va una cernia a Capo Comino, a Nicola l’altra a Santa Lucia e a Renzo la zona con i dentici. Inoltre il capitano ha deciso che tutti gli azzurri dovranno partire verso Capo Comino per cercare anticipare i francesi sulle poche tane buone di cernie. A questo punto tutti sono contenti e liberi da pensieri.
La Tensione Cresce…
Sul molo fervono i preparativi. Si controllano le mire e le attrezzature. Si studiano le strategie. Capo Comino è decisamente la zona più interessante e dove, probabilmente, partiranno i profondisti. Fornasero, il ct della Francia, ha un colloquio serrato coi suoi atleti. Giannini è teso. Gli si legge sul viso. Mazzarri è carico come una molla, Amengual rilassato e sorridente. Un inconfondibile capellino a righe distingue Molteni da tutti gli altri. Sta facendo carburante e pare sereno. In molti scrutano l’orizzonte. Carrodano sta imbobinando il mulinello e controlla la frizione mentre Salvatori, poco distante, sta passando le punte delle tahitiane ai raggi “X”.
Notiamo che usa una punta tricuspide a differenza di tutti gli altri. Spiccano anche due arbalete (90 e 100) con elastici imboccolati e circolare. Spiegherà che questi due hanno un’asta in titanio da 8 millimetri (al posto della 7) per “piegare ogni tipo di resistenza!” dice sorridendo.
Come ieri, anche oggi, alle 8.00 i gommoni prendono la direzione del centro campo gara. La partenza è fissata alle 8.15 ma verrà data solo 5 minuti più tardi. Alla fine non cambia nulla. Il termine è fissato per le 13.20.
Pronti, Via!
Al via, come previsto, tutti i profondisti partono verso sud, in direzione di Capo Comino. Pochi battelli vanno verso nord e tra questi, stranamente, c’è pure Mazzarri che fila via a tutto gas.
Avrà le sue ragioni, ma di certo la cosa sorprende anche se l’importante è ben altro: essere decisi, sicuri e con una tattica di gara ben congegnata. Sono esattamente vent’anni esatti che non si disputa un Mondiale in Italia e l’occasione è ghiotta.
Molteni e le Grosse Cernie “Gemelle”
A Capo Comino è già battaglia. Al largo i profondisti sono alla ricerca delle grosse cernie marcate. Molteni è partito su due pietre appaiate, con altrettanti serranidi marcati e per giunta a coefficiente: una stimata una ventina di chili e l’altra poco meno. Pesci abbastanza facili e sicuri, se non fossero a 33 metri di fondo.
Il Campione Italiano in carica visita le pietre con la solita eleganza e meticolosità ma, dopo alcune discese, capisce che i pesci si sono spostati. Decide di cambiare posto e dirigersi sempre lì vicino, seguendo un percorso tattico studiato a tavolino. Tornerà più tardi in questa zona per vedere se le inquiline sono rientrate.
Le Cernie Fantasma dei Francesi e i Saraghi di Amengual
Carrodano è nei pressi in tutta solitudine. Batte un fondale di circa 30/31 metri ed in particolare una piccola porzione di grotto dove ha marcato una bella cernia. Le mire a terra non si vedono benissimo e sta stentando a trovare il punto. Insiste. Il primo pesce catturato è un sarago: Amengual è l’autore della cattura. Sta ispezionando un piccolo ciglio intorno ai 27/28 metri. Dopo poco ne cattura un altro più grosso. Sono i primi sussulti di una giornata che stenta a decollare per ora.
Salvatori è un po’ più a ponente dello spagnolo ed ha già fatto diversi tuffi sui 30 metri alla ricerca di una piccola lastra nella posidonia con dentro un cernione di una quindicina di chili. Alza sempre la testa guardando verso terra. Probabilmente ha difficoltà anche lui coi segnali. Ha ancora il primo colpo in canna.
Riolo e la Cernia “Sorteggiata”
Riolo è alcune miglia più a nord del capo, al largo di Santa Lucia, in 28 metri d’acqua alla ricerca della famosa cernia “sorteggiata”. C’è una corrente sostenuta ma Nicola continua a sommozzare alla ricerca del pesce che però non è più nella sua tana. Ad un certo punto scruta un piccolo spacco e vede un movimento. Pedagna e risale per preparare ben il tuffo successivo.
Scende impugnando un T20 71 e comincia a scorrere il taglio con la lampada. Vede l’occhio di una cernia e spara. Il pesce esce fulminato ma, una volta in superficie, i dubbi che superi i tre chili di peso minimo cominciano a sorgere. Siamo lì. Comunque il pesce va in barca, e poco dopo anche un bel marvizzo va a fargli compagnìa.
Mazzarri “Stecca” la Partenza, Molteni non Ingrana
Nel frattempo Mazzarri sta controllando, a sud di Punta Orvili, due tane che dovrebbero ospitare altrettante cernie. Ma anche lui non ha fortuna e le trova vuote. Fa un altro spostamento un centinaio di metri più fuori, su una piccola lastra che ospita un cernione. Anche qui il deserto. Renzo inizia a preoccuparsi: deve recuperare più di 10.000 punti a Molteni e l’inizio non è per nulla incoraggiante. Allora decide di andare su un ciglio di grotto scovato in preparazione, un po’ più a sud, che non fa molte tane ma fa molto pesce. Ci sono circa 25 metri.
Intanto il vento di nord-est comincia a intensificarsi come era nelle previsioni. Il mare comincia ad ingrossarsi. Mazzarri scende con un SL 70 e fiocina e comincia visitare i pochi spacchi presenti. L’azione, come al solito, è fulminea ed i saraghi cominciano a finire a paiolo. Uno, due, tre, quattro, cinque. In un ritmo crescente. Scorge anche una cerniotta sotto una pietra ed anche questa viene fulminata e portata in barca. Poi comincia a razzolare tutto intorno a questa zona e cattura ancora una bella corvina ed un altro sparide formato “ciabatta”. Una bella iniezione di fiducia.
Intanto Molteni si è spostato leggermente più a sud di Capo Comino sul segnale di un altro bel serranide. Non fa tempo ad arrivare che lo spagnolo Ramon Reus, con un preciso colpo di arbalete, fulmina il pescione e lo butta in barca proprio sotto gli occhi avviliti di Riccardo. Ma Molteni non si scoraggia e va su un bel segnale lì vicino. Un’altra cernia dovrebbe essere l’ospite di un bello spacco nel grotto. Un tuffo sul filo dei 32 metri, una breve ricognizione ma anche qui il grosso pesce non c’è. Che sfortuna!
I Francesi Recuperano Terreno
I francesi Salvatori e Carrodano sono sempre alla ricerca delle prime cernie e, mentre Carrodano ne trova una e la spara, Bernard finalmente riconosce lo spacchetto buono e lo pedagna.
I transalpini sono dei veri maestri in questa pesca: Gerard ha pochi problemi perché il pesce, colpito perfettamente, sbianca e viene a galla in due tuffi (11 kg) , Salvatori invece spara il pesce e lo mette in trazione pronto a lavorarlo (sarà 9 chili invece di quello che aveva stimato almeno una quindicina).
Amengual fa vari spostamenti ma non ritrova il pesce segnato, Carbonell non ha ancora sparato e gli altri concorrenti annaspano nel medio fondo.
A metà gara circa, sotto un mare sempre più formato, arriva una notizia a raffreddare gli entusiasmi italiani: il francese Desprat ha sparato un cernione a coefficiente in una zona profonda fuori Posada e, dopo 4 tuffi, lo mette in barca. Ha altri tre pesci bianchi nel cavetto. Intanto, dopo circa 40 minuti di lavoro, Salvatori estrae la cernia e la passa al suo secondo. Si sposta di pochi metri e si prepara ad un nuovo tuffo. Ha un altro bel serranide da controllare.
Il ct Giannini è Teso, ma Mazzarri mette il Turbo
Il nostro ct è sempre più teso e si muove in lungo e in largo nel campo gara. Purtroppo Molteni non decolla ed è ancora a quota zero (pensate che aveva più cernie segnate oggi che ieri), Riolo non si trova neppure oggi e Mazzarri non scova la cernia in cui tutti sperano. Però Renzo non molla: è il Campione del Mondo in carica ed è ancora convintissimo. Si sposta nuovamente su una zona di saraghi in 22/23 metri d’acqua davanti La Caletta.
I primi tuffi sono dei veri e propri aspetti intorno alla lastra, che gli frutteranno due bei saraghi. Poi, una volta che i pesci non si fanno più vedere passa direttamente alla visita degli spacchi. Con il solito gran ritmo e sparando da varie aperture porta in gommone una decina di bei pezzi che subito lo rilanciano in classifica. Inoltre, su una pietra sconosciuta e trovata in zona, cattura anche una cerniotta simile alla prima. Anche questo è un pesce al limite ma, comunque, fa morale. Dopo aver fatto ancora qualche sommozzata attorno ed aver strappato un sarago e catturato una bella murena, decide di spostarsi di pochi metri più a levante ed andare a controllare i dentici.
L’Acuto di Riolo e la Disperazione di Molteni
Amengual ha aggiunto un cefalo ed una murena ai due saraghi iniziali, Carbonell non ha ancora un pesce, Desprat è sempre fermo a una cernia e 3 pesci e Ramon Reus ha aggiunto un paio di pesci al cernione. Ma ecco l’acuto italiano che tutti aspettvano: è di Nicola Riolo che, spostatosi a Capo Comino su una tana conosciuta in 29 metri, riesce a sparare una bella cernia a coefficiente e la mette in trazione. Il pescione è piantato in fondo allo spacco con un’asta in testa e tira con tutte le sue forze. Riolo aspetta che il pesce si calmi per piazzare il colpo risolutivo.
Sono minuti interminabili ma il palermitano non ha fretta ed è tranquillo e sicuro. Impugna un T20 da 86 con asta doppia aletta e scende. Si affaccia con calma, illumina, prende la mira e spara. Poi dà uno strattone e la cernia, fulminata, viene fuori come uno straccio bagnato, aiutata anche dalla spinta della boa di trazione. Il recupero dalla superficie è veloce e via verso un altro segnale. Lo spostamento gli frutterà, poco dopo, un bel sarago.
La situazione di Molteni invece è quasi comico-disperata. Non ha ancora sparato. Ha trovato tutti i segnali vuoti. Anche uno spot di pesce bianco. Decide così di partire per l’estremo Nord col mare formato tutto di prua. Un viaggio che lui stesso, più tardi, definirà “allucinante”. Purtroppo non ha segnali intermedi e non c’è altra soluzione.
Due Cernie per Salvatori e Carrodano
Salvatori intanto ha trovato la seconda cernia e Carrodano, a poche decine di metri da lui, lo stesso. Bernard è su un taglio di grotto veramente piccolo in 30 metri di fondo. La posidonia lo copre completamente e si capisce chiaramente perché, anche in questo caso, ha avuto diverse difficoltà nel ritrovarlo.
Carrodano invece è su una lastra immersa anch’essa nella posidonia. Come al solito dopo una breve ispezione prepara il tuffo accuratamente per sparare il serranide. Scende sul fondo con calma, sgancia la cintura poggiandola in un punto libero da appigli e, con un arbalete da 100, si affaccia delicatamente allo spacco. Illumina a destra e scorre. Poi si ferma un attimo, si allunga e scocca il tiro. Il pesce è fulminato anche questa volta. Infatti basta un recupero della sagola molto tranquillo e la cernia di circa 10 chili esce con l’asta piantata dietro l’occhio. Gerard fila il mulinello e recupera il pesce direttamente dalla superficie. Che classe! Che Campione. E sono due.
Salvatori non è da meno anche se ha bisogno di 4 discese per avere la meglio sulla cernia. Non tanto perché il pesce fa resistenza (anche lui è stato fulminato) ma solo perché il serranide passa a stento dal taglio. Si vede il muso all’imboccatura. Il francese scende col raffio, aggancia la bocca del pesce e, con un paio di strattoni decisi, lo porta fuori. Il recupero, anche per lui, è dalla superficie. È un pesce di una dozzina di chili. Anche per lui il secondo.
La Notizia Inattesa: STOP Anticipato della Gara per Maltempo
Siamo alla terza ora ed il mare è veramente mosso. Siamo al limite. Infatti dopo poco arriva la notizia che prenderà in contropiede tutti e sconvolgerà le tattiche dei più forti, il povero Molteni in primis: il coordinamento della Capitaneria di Porto ed i Carabinieri decidono di sospendere la gara con un’ora di anticipo. Si cerca di avvisare tutti gli atleti il più in fretta possibile ma, è ovvio, che non tutti riceveranno la notizia nello stesso momento.
Intanto Mazzarri sta preparando il tuffo per insidiare i dentici che dovrebbero trovarsi in una zona marcata fuori da La Caletta sui 25 metri. Impugna un SL 100 e sparisce nel blu. Passano un paio di minuti abbondanti e riemerge con un bel pesce di almeno 4 chili. Fantastico. Poi comunica al suo secondo che proverà a prenderne un altro perché i pesci non sono molto nervosi. Proverà ancora qualche tuffo ma senza esito.
Gli Azzurri Tentano il Tutto per Tutto
Molteni è diretto a Nord col mare “in faccia” quando viene avvisato della sospensione preventiva della gara. Mancano solo 40 minuti. A quel punto per il Campione Italiano è il dramma. Dice al suo secondo di dare gas per cercare di arrivare prima possibile su una tana a Posada. Nel viaggio, al limite dell’impossibile, perderà due pinne, un fucile ed una boa segna sub (tanto per darvi l’idea di che condizioni ha dovuto affrontare). Anche Salvatori , Carrodano, Mazzarri e Riolo ricevono la notizia ma, mentre i primi due rimangono in zona, per gli italiani occorre fare uno spostamento.
Tutti gli altri ormai sono tagliati fuori dai giochi e questa notizia li scombussola fino ad un certo punto. Amengual riamane sul medio fondo a razzolare qualche tordo con poca fortuna, Carbonell non ha un pesce, Ramon Reus cerca ancora una cernia che non troverà e Desprat è sul filo dei trenta metri cercare una cerniotta ma, alla fine, cattura solo un sarago. Ikic ha una leccia di 3 chili e due scorfani, Zanki 3 pesci.
Ora l’attenzione si sposta tutta sui francesi e gli italiani: che faranno in questi ultimi drammatici minuti? Avranno la possibilità di sfruttare carte vincenti? Nicola parte a tutto gas per arrivare su una delle cernie più facili che ha segnato. Ma anche lui è costretto a fare un bel po’ di strada. Mazzarri si sposta su un cernione che vedeva sempre fuori tana. Anche lui ha un bel tragitto in gommone ma con il mare il poppa però. Carrodano pare non avere grossi problemi e, spostandosi ancora di poco e su un altro bel segnale ritrova una bella cernia. Salvatori nel frattempo recupera una cerniotta la limite del peso e poi va su una zona di pesce bianco lì vicino. Per i nostri è durissima.
Riolo: 20 Minuti per una Cernia
Riolo arriva sulla cernia segnata in 28 metri d’acqua quando mancano circa venti minuti alla fine. Il pesce, di una decina di chili, vive in una pietra piuttosto facile.
Normalmente si va ad infilare nell’entrata principale e poi, quando il sub si affaccia, si va a nascondere più in fondo in una piccola nicchia che si trova a destra del buco. Però Nicola guardando intorno alla pietra ha trovato un taglietto che gli permette di vedere molto bene l’occhio e parte della testa del pesce una volta che lo stesso si va a nascondere.
Quindi la tattica è chiara: affacciarsi all’apertura principale, aspettare che il pesce si sposti e poi fiocinarlo dallo spacchetto per tornare poi dal buco principale e farlo uscire col raffio.
Nicola scende con un T20 da 56 con elastici tirati da venti millimetri e fiocina. In discesa vede la “spolveratina” tipica della cernia che è appena entrata in tana. Si affaccia, illumina ed il pesce è già nella nicchia. Riolo con un breve spostamento va dall’altra parte del sasso, si affaccia al piccolo taglio con circospezione e vede l’occhio del pesce. Prende la mira e gli pianta il 5 punte nella tempia fulminandolo.
Risale e chiede il T20 da 71. Ora si affaccia all’entrata principale e spara un secondo colpo alla cernia con lo scopo di tirarla e farla uscire da lì. Altro tuffo per andare a staccare la prima asta dalla testa del pesce per non aver problemi “sul lavoro”. Un colpo deciso di raffio e la fiocina si stacca. Il campione porta su il fucile e si fa dare il raffio lungo. Mancano dieci minuti alla fine.
La Beffa all’Improvviso
L’atleta palermitano è ancora sul fondo intento a lavorare il pesce per portarlo fuori. I tuffi si susseguono a buon ritmo. Altro colpo deciso di raffio ed il pescione si muove verso l’uscita. Ormai la gara è finita. Riolo è ancora sul fondo a tirare col raffio: uno, due, tre manovre e poi il pesce sfila fuori adagiandosi sulla posidonia privo di vita. Lo sforzo è stato importante e Riolo, per non rischiare nulla, lascia giù pesce, fucile e raffio. È fatta. Ancora un tuffo. Mentre si sta ventilando però arriva la fine della gara.
Il Commissario non gli concede di recuperare il pesce. Riolo è su tutte le furie. Spiega che il pesce è fuori e morto deve solo scendere e portarlo su. Non c’è nulla da fare. Il commissario è irremovibile. Nicola sale in gommone con le mani in testa ed accetta, pur se sconcertato, la situazione.
L’Ultima Occasione di Molteni
Intanto Molteni raggiunge l’agognata mira a circa dieci minuti dalla fine e con le “ossa rotte”. È un pesce di una quindicina di chili piuttosto facile e sicuro. Ma Riccardo è nervoso. E chi può biasimarlo? Scende sul buco principale ed illumina l’antro.
Il pescione è sulla sinistra messo di tre quarti. Molteni spara sulla testa al serranide ma non riesce a fulminarlo. È un colpo preciso ma non abbastanza, il pesce è ancora vivo. Manca veramente poco alla fine e Molteni lo mette in trazione.
Dice al suo secondo che con 4/5 tuffi esce. Ne farà solo tre. L’ultimo riesce perfino a mettere le dita negli occhi della cernia ma non a farla uscire. La sua gara terminerà con un pesante cappotto.
Sempre nei pressi di Capo Comino anche Carrodano a sparato un’altra cernia che però non è riuscito a fulminare come al suo solito. Purtroppo (per lui, sia chiaro) al momento del tiro il serranide ha fatto un piccolo movimento e l’asta del transalpino è finita sotto l’occhio del pesce invece che sopra.
Gerard spara un secondo colpo e prende il raffio per lavorare il pesce. Non riuscirà a portarlo in superficie perché la competizione terminerà anche per lui. Sarà stato 13 chili. Bernard Salvatori conclude la gara prendendo ancora due saraghi.
Mazzarri e il Cernione Arroccato
L’azzurro arriva sulla sua cernia quando mancano circa 20 minuti alla fine. Questo pesce di circa 25 chili vive sotto un pietrone in 25 metri d’acqua. Renzo prova a sorprenderlo in caduta ma la cernia non si lascia fregare e sparisce sotto questo sassone cieco. Allora l’elbano cambia fucile e si fa passare il 70. Scende con calma e illumina lo spacco. Il grosso pesce è di traverso ma, anche in questo caso, nel momento in cui Renzo spara, il serranide fa un piccolo movimento in avanti ed il colpo, pur andando a segno, non fulmina il pesce. Scoppia il finimondo.
Si vede Mazzarri che tira la sagola a tutta forza e dalla tana uscire posidonia e fango. Il pesce è arroccato e dentro la tana non si vede ad un palmo dalla maschera. Qualche minuto di attesa e Renzo è ancora sul fondo con lo spaccaossa. Spara due o tre colpi in direzione della sagola ma poi capisce che resta pochissimo tempo e non riuscirà mai a farlo uscire. Infatti mancano solo otto minuti alla fine. Mazzarri sale sul gommone e si sposta di 30 metri in una zona dove aveva visto una cernia di 4/5 chili. Prende l’apache 90 e scende. Della cernia neanche l’ombra ma in compenso una corvina di 8 etti curiosa finisce sulla tahitiana. La butta in barca e la gara termina.
I Pronostici dopo il Rientro in Porto
Al rientro dei gommoni la tensione è palpabile. L’equipe francese ha appena saputo della sfortunata prestazione di Riccardo Molteni ed è al settimo cielo. Arrivano Salvatori e Carrodano: il primo ha due belle cernie, due cerniotte e due saraghi, Carrodano due bei serranidi. Poi Desprat con una bella cernia, una cerniotta e 3/4 pesci. Amengual sottotono, Carbonell cappotto e Ramon Resus un cernione e qualche pesce. Alla fine anche gli italiani giungono in porto.
Mazzarri riporta immediatamente gli entusiasmi dei francesi in zona “congelatore”: infatti ha una ventina di pesci bianchi, due cerniotte ed un dentice di stazza. Riolo ha una grossa cernia, una da pesare e due pesci. Tutti gli altri sono out. Si attende la pesatura che, mai come in questo Mondiale, è sul davvero sul filo di lana. Si tentano due conti. Si buttano là previsioni. Circola voce che la Francia abbia vinto sicuramente a squadre, mentre Carrodano con Mazzarri si giochino il titolo su pochi punti. I capitani sono tesissimi. Forse Giannini più di Fornasero. Staremo a vedere. Gli atleti si ristorano e si scambiano le opinioni. L’organizzazione intanto annuncia che tra mezz’ora inizierà la pesatura. Ci vorranno cuori forti.
Pesatura al Cardiopalma
L’inizio della pesatura dimostra quanto siano stati difficili e selettivi questi campi gara. Infatti ben 14 atleti in nove ore di gara termineranno col cavetto vuoto e circa una ventina con al massimo 2 pesci validi (ossia di ben mezzo chilo l’uno!).
La realtà ha superato l’immaginazione dei politico-ambientalisti che aveva per giorni protestato contro la manifestazione che, a detta loro, avrebbe fatto un danno ecologico irreparabile (avevano “pronosticato” l’uccisione di oltre 90 cernie: ne sono state catturate 25 in due giorni!). Eccoli ben serviti (come al solito).
Siamo alle battute finali ed ora verranno pesati i carnieri dei più forti.
Amengual, che ieri aveva totalizzato 21.300 punti, porta al peso una murena e 6 pesci bianchi per soli 6.310 punti: totale, 27610. Sarà ottavo finale.
Desprat ieri aveva fatto 8.635 punti. oggi porta una cernia a coefficiente, una piccola di 3,1 chili e alcuni pesci per 20.230 punti: totale 28.865. Settimo finale.
Ramon Reus ieri aveva fatto 13.570 punti, oggi ha una cernia a coefficiente e 3 pesci validi per 18.500 punti: totale 32.070 e sesto posto finale.
Ora è il momento di Riolo. Ieri aveva totalizzato 18.890 punti e oggi con una cernia di oltre 20 chili (una scartata), un sarago, un tordo, totalizza 15.400 punti: totale 34.290. Un buon quinto posto finale che fa strizzare l’occhio a capitan Giannini ed esultare il pubblico presente. Amengual, Desprat e Ramon sono stati superati.
Molteni consegna il cavetto vuoto ma, con la sola strepitosa giornata di ieri, è quarto finale con 48.040 punti. Che peccato! Gli applausi scrosciano comunque.
La Lotta per il Podio
Si pesa Salvatori. Ieri aveva fatto 29.850 punti. Oggi porta due cernie di 9 e 11,6 chili , due piccole scartate ed anche due saraghi fuori peso, totalizzando 21.630 punti. Totale finale: 51.505 punti. Sicuramente acciuffa il terzo posto.
Dovrebbe toccare a Renzo ma, con un pizzico di “savoir-faire” al fine di rendere incerto fino all’ultimo il verdetto finale, i giudici chiamano Gerard Carrodano. Ieri aveva totalizzato 41.300 punti. Oggi ha due belle cernie valide che gli portano 22.250 punti. Totale finale: 63.550. I francesi sono impassibili ma gli applausi si sentono anche per lui.
Ultimo ad essere pesato, dunque, è Renzo Mazzarri. La tensione si taglia col coltello. Il silenzio è irreale. Ieri ha totalizzato 37.650 punti, oggi ha una bella collana di pesce bianco e due cerniotte. Si inizia col pesce bianco: il primo è scartato 481 grammi. Il secondo idem. Il terzo è scartato per 2 miseri grammi ma gli altri 16 sono tutti validi e pesanti. Applausi, scene di delirio, ma…non è ancora finita. Pesano la murena: valida! Esplosione del pubblico. Pesano una cerniotta: non valida. Pesano la seconda: non valida per 8 grammi. Giannini ha le mani tra i capelli ed il pubblico ha gli occhi sgranati. Ultimo pesce da pesare, il dentice: 4.155 grammi. Totale di giorrnata 26.950 (17 pesci ed una murena) e totale finale 64.610 mila punti!
Renzo Mazzarri è CAMPIONE DEL MONDOOOOO!!!
La bolgia è infernale. Tutti sono da lui e lo lanciano in aria mentre lui alza le braccia al cielo e piange di commozione: pensate che ha superato Carrodano per soli 1.060 punti (ossia un pesce di 560 grammi). I pensieri vanno tutti a quell’ultima corvina. Anche a squadre superiamo di un inezia la Francia: noi 146.940 punti, loro staccati di 3 pesci a 143.920. Pazzesco! Il Mondiale finisce qui. La bandiera Italiana volteggia nell’aria e l’oro pende al collo dei nostri grandi campioni.
Pillole del Mondiale
Riolo il pesce più pesante: cernia di 20.370 grammi la seconda giornata.
Mazzarri colui che ha catturato più pesci: 37 più due murene ed un grongo.
Carrodano colui che ha preso più cernie in una giornata: quattro (anche Salvatori, ma più piccole) prima giornata.
Amengual colui che ha catturato più specie: 9 (cernia, sarago, corvina, mostella, scorfano, tordo, cefalo, grongo e murena) nelle due giornate.
Salvatori colui che ha preso il pesce più profondo: 39.3 metri la prima giornata.
Salvatori colui che ha preso il grongo più grosso: 15.440 grammi.
Molteni colui che ha preso più cernie a coefficiente: tre la prima giornata.
ATTENZIONE: le cernie rimaste incastrate sul fondo sono state TUTTE recuperate a fine giornata, e il ricavato della vendita del pesce è andato tutto in beneficenza.
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