Gare Pesca Sub: De Mola Racconta il Bis al Master di Palma
Come ogni anno a gennaio, in occasione delle celebrazioni per il patrono dell’isola di Palma di Maiorca, si sono disputate le gare in programma per la settimana del Master Città di Palma, appuntamento agonistico spagnolo di altissimo livello e che ha visto alcuni tra i più forti agonisti del mondo darsi battaglia. Ne abbiamo approfittato per intervistare Giacomo De Mola che quest’anno ha bissato il successo dello scorso anno nel Master individuale, e fatto una grande gara di rimonta nel mondiale per marchi commerciali.
1- Anche quest’anno il consueto appuntamento con il Master di Palma ti ha portato grandi soddisfazioni, sia sul piano individuale che su quello di squadra, soprattutto alla luce del poco tempo dedicato alla preparazione del campo gara. Ci racconti com’è andata?
Il Master negli ultimi anni è per me un appuntamento importante, è un termometro del mio stato di forma in gennaio, dopo gli intensi allenamenti asciutti di novembre e dicembre; inoltre è un tipo di fondale che, a vista dei risultati, direi che mi si addice. E questo mi mette in uno stato psicologico positivo per il resto degli eventi in cui prenderò parte nella restante parte dell’anno.
Quest’anno, come Pathos, abbiamo partecipato al Master individuale, in cui ho vinto per il secondo anno di fila con una bella pescata di cernie dorate, capponi e san Pietro; e al mondiale Marchi Commerciali, in cui siamo arrivati secondi con 3 cernioni, un cefalo di 3,5 kg e 15 altri pesci.
Inoltre il team Pathos Baleari (Carlos Martorell – David Martorell- Juan Campin), si è imposto vincendo la gara Open International Sebastia Carbonell con una trentina di pesci da ritmo (classifica – CLICCA). Un altro nuovo atleta Pathos il gran profondista Rayco Garcia, ha pescato con un team di più aziende, tra cui Raul Astorga nella gara open, arrivando quarto con una collana di corvi e mostelle.
La squadra del team Pathos International era composto da me, Oscar Lopez (distributore Pathos per la Spagna), Kostas Makris (ambassador pathos Grecia) e Mirco Ominetti (capitano della squadra e mio amico da sempre). Siamo arrivati 6 giorni prima della gara, siamo riusciti a stare in acqua 5 giorni su 6, nonostante la grossa mareggiata che ha colpito Maiorca con onde di oltre 8 metri nella parte nord.
Abbiamo dedicato 2 giornate di preparazione al Master e 3 al Campionato Marchi, scandagliando anche di notte per guadagnare tempo utile.
Il Mondiale Marchi Commerciali – IV CMAS Brands Cup
Il campo gara del Master è più piccolo e la conosco ormai abbastanza bene. Quello del campionato marchi è invece immenso: include tutta la baia di Palma, sia a ovest che a est, 15 miglia di lunghezza per 6 di larghezza! L’unico modo che hai per difenderti in questa condizione di pochissima preparazione è puntare sui pesci di mole, perché il fondale è una piattaforma continentale smisurata, che oscilla dai 30 ai 55 metri. La zona pescabile è quindi talmente grande che non basterebbe una vita intera per scandagliarla e vederla bene.
Lo scorso anno ci siamo imposti vincendo in questa maniera, mentre quest’anno il regolamento è cambiato, permettendo più catture e più bonus sui pesci piccoli come capponi e mostelle. Sembrerebbe un regolamento ad hoc per chi conosce a menadito il posto.
Noi avevamo diversi spot da 1 o 2 pesci e non potevamo puntare sul ritmo, al contrario della squadra Beauchat, capitanata da Pedro Carbonell, che contava su una conoscenza totale del campo gara, con numerosi posti a diverse miglia da terra, isolati nel nulla e con molti esemplari, soprattutto di capponi e mostelle.
Quindi, con pochi spostamenti, Dany Gospic e Oscar Cervantes hanno fatto molti pezzi e altrettanti bonus, che gli hanno permesso di scavalcare il peso dei nostri pescioni. Sono contento comunque di come è andata la nostra gara, perché trascorse 2 ore avevamo solo 2 gronghi, 2 murene, qualche altro pesce e le tane delle cernie erano vuote.
Poi abbiamo svoltato: in uno scalino a 43 metri, in cui scendevo con l’ottantino per cercare mostelle, mi si è infilato un cernione di 10 kg e sono riuscito a sparlarlo, doppiarlo ed estrarlo in 3 tuffi. Una bella sorpresa che ci ha dato animo, ed è a quel punto che il mio compagno Kostas Makris, ha deciso che voleva tentare il colpaccio.
Una grossa cernia, che avevamo segnato 2 giorni prima, alla straordinaria profondità di 55 metri! 55 metri di profondimetro: Incredibile!
Io ho fatto una preparazione più intensa rispetto a lui, sia per il master che per cercare posti nuovi in questa gara, e non avevo nessun giorno di tregua. Non avevamo ossigeno con noi sull’isola per sicurezza, e gli avevo detto fin da inizio gara che non volevo rischiare un taravana con questo tuffo dopo tutta la settimana in acqua e il giorno prima in gara per il Master.
Non sarei quindi sceso su quel punto, se se la sentiva, gli avrei fatto assistenza in acqua. Kostas è un atleta fortissimo fisicamente, che suole pescare a queste quote, ma si trattava comunque di un pesce fondissimo, da cercare con adosso lo stress di una gara. A complicare le cose, il mare era ormai montato, eravamo a tre quarti di gara, con con pochi pezzi ed era un pesce fondamentale per il nostro risultato.
Mi congratulo con lui che ha preso questa decisione. Io gli ho fatto assistenza: è sceso e con un tuffo da manuale, di poco sopra i 2 minuti, ha colpito mortalmente il pescione di 14 kg con il Laser 90, e lo ha estratto nello stesso tuffo.
Emozione unica.
A quel punto, il nostro compagno Oscar stava pescando i cefali a terra, però a noi mancava una cernia e qualche altro pesce per prendere qualche bonus. Ho fatto riposare Kostas dopo il tuffone e, con ritmo, ho recuperato un po’ di pesci piccoli come corvi e capponi. Poi, all’ultimo tuffo, abbiamo tentato la fortuna su un segnale da cernia bianca che ci ha dato il pesce finale di 9 kg. Era di muso e l’ho spiedinato con lo Sniper 95. Il cefalo di Oscar, di oltre 3,5 kg, è stato un’altra grande soddisfazione: catturato in mezzo a 10 persone, che sgomitavano nello stesso punto, con un Saragos 82 e un tridente.
Classifica Ufficiale Marchi Commerciali (CLICCA)
Il Master Individuale
Vincere un Master era per me un sogno, fin dagli anni in cui ancora non partecipavo, ma lo vedevo da casa tramite i video e le dirette. Vincerne 2 è una conferma che bisogna credere nei propri sogni.
La gara è partita alla grande: un campo gara ostico, con poca pietra fonda e una franata nel bassofondo molto sfruttata. Ho iniziato su un segnale di cernia dorata, il pesce era più di 5 kg e sapevo che, se lo avessi preso io, mi avrebbe fatto fare un salto enorme in classifica, ma che non bastava per assicurarmi la gara.
Infatti 4 anni fa, all’edizione del 2017 (il mio primo master), presi un pesce simile ma poi, con la poca conoscenza che avevo della zona, raccattai poco altro e finii settimo. Sapevo che oltre al pescione dovevo spingere per fare altre catture, puntando sui 2 gronghi e le 2 murene come da regolamento, sui capponi e le corvine; e stavolta, come lo scorso anno, avevo le carte in regola per farlo.
La partenza è stata subito tosta: io e il campione francese Aurellian Bouson, anche lui profondista, arriviamo insieme sullo stesso segnale. Scendiamo in acqua nello stesso momento, ma io prendo un solo respiro e carico il fucile in discesa. Pinneggio a tutta forza nell’acqua nera sperando che il segnale gps sia preciso e non abbia scarocciato.
Ci sono 38 metri d’acqua e riesco a vedere la pietra nella sabbia solo gli ultimi 2. Faccio un sospiro di sollievo: Mirco Ominetti al timone ha fatto il suo lavoro al millimetro! Mi affaccio al buchetto ma non vedo la cernia, c’è invece un cappone. Non sparo e aggiro la pietra di corsa, puntando verso l’altra apertura, sperando che il francese sia ancora in discesa. Scorgo la cernia, la sparo in testa e la estraggo, in risalita vedo il mio avversario imprecare e la mia barca gioire!!
Mi sposto velocemente sul secondo segnale, e prendo la seconda cernia dorata. E poi la terza (che riusulterà non valida per 200 grammi). Poi “a bomba” mi sono dedicato a tutto il resto, capponi e serpenti soprattutto. Il francese pescava ancora in zona, ma anche lui conosceva molto bene quelle pietre e alla fine prenderà diversi capponi, murene, e un balestra; pesci che conoscevo anche io.
Poi decido di tentare un posto per i pesci San Pietro, e nel primo tuffo ne prendo uno da 2,5 kg. Un altro balzo in termine di punti, nuova specie, 1000 punti più il peso e il coefficente. Scelgo di insistere su questo spot ma invano. A un’ora dalla fine i giudici mi dicono che sono di gran lunga davanti a tutti, ci sono altre 2 pescate da 14 pesci ma sono piccoli, io dalla mia ho chiuso le murene e gronghi, ho le cernie, il san Pietro e alcuni scorfani.
Tento infine uno spot in cui avevo visto un dentice in tana a 43 metri: scendo con l’ottanta perchè è un buco ostico ma nulla, poi uscendo dalla tana mi sfrecciano due denticioni ma fuori tempo e ormai fuori tiro. Mi appresto a risalire e tentare la fortuna nella franata del bassofondo, vedo un paio di corvine schizzate, non riesco ad allineare e l’occasione sfuma.
Termina la gara e sono soddisfatto, ho vinto il secondo master consecutivo.
Classifica Ufficiale Master (CLICCA)
2- Questo è l’anno del mondiale in Italia, come ti stai preparando? Ti sei fatto un’idea di come sarà la gara?
Io abito all’ estero quindi per me preparare il mondiale in Italia è come un qualsiasi altro mondiale; la sola differenza è che potrò contare su un supporto maggiore in loco da parte di qualche amico che ringrazio anticipatamente.
Per arrivare nei campi gara devo pendere 2 traghetti, fare centinaia di km in auto, circa 40 ore di viaggio, quindi non direi che sono tra i maggiori conoscitori della zona. Non conosco i campi gara, in Sardegna ho pescato solo un paio di volte, da quello che mi sembra è simile alle isole baleari: alga, sassi isolati e qualche striscia di roccia franata.
La preparazione fisica che ho già iniziato a fine anno 2019 è indirizzata alla resistenza, al ritmo, e alla capacità di pescare profondo più velocemente e più accuratamente.
Credo sarà una gara ben diversa da Syros, usciranno più pesci e sarà una gara aperta a molte squadre e molti atleti. Con la nazionale prepareremo bene la zona, ma molte squadre sono già state sul posto e quindi credo che il nostro vantaggio, se ci sarà, sarà veramente minimo.
Speriamo che i sogni, di cui parlavo prima, continuino ad avverarsi!
Ciao a tutti i lettori di Apnea Magazine
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