Fratelli d’Italia
Il campione del Mondo Joseba Kerejeta e Alberto Balbi, direttore di AM
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Vorrei iniziare questo editoriale ricordando uno dei più onesti e preparati giornalisti sportivi del nostro tempo: Candido Cannavò. Ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona – anche se per pochi minuti – e di seguire una delle sue lezioni di giornalismo. Cannavò era un uomo semplice, pulito, che ha fatto del giornalismo sportivo un modello decubertiano affrontando temi spinosi e difficili con grande lealtà e preparazione, come solo i grandi sanno fare. Ha scritto con sincerità editoriali scomodi, ma mai nessuno ha messo in dubbio la sua onestà intellettuale nell’analizzare i fatti per quello che sono: in modo oggettivo. Un profondo conoscitore del sistema politico/sportivo per il quale ha insegnato che bisogna avere rispetto, ma del quale non bisogna essere schiavi nel dare le notizie.
Questa icona del giornalismo, ma soprattutto i suoi principi – perdonatemi l’irriverenza implicita nell’accostamento – fanno parte del nostro modo, del modo di Apnea Magazine di intendere l’informazione e mi permette di introdurre l’argomento più spinoso di questo editoriale: il risultato della nazionale italiana al mondiale Venezuelano.
Il Capitano della Nazionale Azzurra Marco Bardi
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Vorrei fare una premessa. Penso che in questo momento storico Marco Bardi sia la persona più adatta a ricoprire il ruolo di Capitano della nazionale e che, con il tempo, sarà in grado di ottenere risultati prestigiosi e importanti per il nostro sport; per questo, e perchè giudico Marco una persona intelligente, penso che la stretta collaborazione tra il Capitano, la Federazione e Apnea Magazine – come organo di informazione – non possa variare anche dopo l’analisi giornalistica, come tale scevra da ogni metus reverentialis, che abbiamo fatto sulle nostre pagine.
Siamo grati a Marco perché in Venezuela ci ha messo nelle migliori condizioni per fare un buon lavoro di cronaca ed è sempre stato disponibile per le nostre interviste, ma il suo ruolo nel campionato lo vedeva necessariamente coinvolto nell’analisi dei fatti e nei giudizi conseguenti.
A nostro avviso la scelta dei convocati non poteva essere diversa, perché i titolari erano i migliori considerando i risultati conseguiti negli ultimi 3 assoluti antecedenti la convocazione (2005, 2006 e 2007); criticabile, invece, lo spirito con cui si è affrontata la gara già dalla vigilia, cercando di rimediare ad una situazione difficile dovuta al variare delle condizioni rispetto ai sopralluoghi.
Prima di partire il Capitano mirava certamente ad un risultato prestigioso, così come tutti i ragazzi coinvolti. Non è un segreto che Bellani cercasse di bissare la vittoria del Cile e che De Silvestri si fosse preparato in maniera meticolosa, ma qualche equilibrio si è rotto e solo il pilastro Ramacciotti ha dimostrato la grinta necessaria nel pre-gara.
La nazionale italiana di pesca in apnea a Isla de Margarita
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L’oceano è difficile, e forse le condizioni cosi diverse hanno imposto delle scelte che alla fine hanno limitato i danni. Potremmo ripercorrere a ritroso le classifiche degli ultimi mondiali per accorgerci che le gare fuori dal mediterraneo sono sempre state ostiche anche per campioni più blasonati come Mazzarri, sebbene il progressivo accumulo di esperienza e la maggiore organizzazione di questi ultimi mondiali suscitasse aspirazioni maggiori nel pubblico dei tifosi.
L’unico appunto che facciamo ‘ e con il quale chiudiamo tutte le analisi su Isla de Margarita – è l’atteggiamento trionfalistico del dopo mondiale per un risultato che, se non ci ha certamente deluso non ci ha nemmeno entusiasmato, risultando sostanzialmente sovrapponibile a performance del passato accolte dalla critica più severa come vere debàcle. Un esempio su tutti è Tahiti 2000.
Personalmente penso che Marco abbia commesso qualche errore (in buona fede e in difesa della posizione che ricopre all’interno della federazione) quando ha smesso i panni del DT e ha vestito quelli del giornalista, preparando una sorta di autodifesa che a nostro avviso non era necessaria né opportuna. Penso che in certe situazioni non si possa scrivere di se stessi senza correre il consapevole rischio di critica, soprattutto in una situazione difficile come quella del risultato mondiale. Il problema non si sarebbe neanche presentato se la nazionale avesse fatto indiscutibilmente bene (vincendo il titolo) o indiscutibilmente male (peggio del mondiale precedente, vero disastro) ma un risultato come quello ottenuto aveva più chiavi di lettura e Marco ha scelto, probabilmente, quella più trionfalistica. Nell’epoca di internet, le notizie viaggiano veloci e gli utenti sono molto più informati e preparati di quando esisteva solo la carta stampata, oggi tutti sanno che il mondiale di pesca subacquea è individuale e che il risultato a squadre è solo una effimera consolazione, una classifica informale che il regolamento generale CMAS priva di ogni valore sportivo.
A nostro avviso Bardi è l’uomo migliore che la Federazione possa mettere a capo della Nazionale e siamo più che convinti che saprà mettere la squadra nelle migliori condizioni per eccellere nelle prossime competizioni internazionali. Crediamo che la squadra abbia dato il massimo e che il Capitano abbia fatto le scelte migliori nel momento in cui le ha fatte – sbaglia di grosso, secondo noi, chi pensa ad errori tattici grossolani: le video interviste pre-gara pubblicate da AM dimostrano in modo inequivocabile la piena consapevolezza del Capitano circa la situazione e del rischio insito in ogni scelta tattica – però l’Italia a Isla de Margarita non ha vinto nulla, nessun podio, nessuna medaglia e nessun titolo sportivo e di questo per onestà verso i lettori dobbiamo darne atto, anche a costo di qualche momentanea incomprensione con persone stimate che sono amici e colleghi prima che appassionati e protagonisti di questa disciplina.
Alberto Balbi e Salvatore Rubera inviati AM sul campo gara del Mondiale del Venezuela
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Il secondo punto su cui vorrei riflettere insieme a voi è la norma salva retrocessi che è stata sospesa e non figura nella circolare normativa 2009. Sospesa e non abolita: su questo termine bisogna essere attenti. Potrebbe essere riproposta dopo le elezioni. Nel caso, cosa cambierebbe? In assenza di documenti ufficiali, possiamo solo supporlo. Dalle prime indiscrezioni raccolte pare che, in sostanza, tutti gli atleti che fanno parte della nazionale (titolari e riserve) e partecipano alle trasferte azzurre per campionati europei e mondiali rientrerebbero di diritto in prima categoria o in seconda categoria, a seconda di dove si trovano in quel momento. Il meccanismo integrerebbe una sorta di premio per l’impegno profuso nella preparazione delle competizioni internazionali, impegno che finirebbe per compromettere le chance di una buona prestazione negli appuntamenti agonistici nazionali. Premesso che a noi di Apnea Magazine meccanismi di questo genere non convincono, soprattutto se in congiunzione con altri elementi di arbitrarietà posti a monte – come la possibilità di scegliere i titolari al di fuori della top ten ufficiale – pensiamo che una simile norma rischi di rendere l’accesso alla nazionale e la conseguente promozione automatica come fatti potenzialmente slegati dai valori espressi sul campo nelle competizioni ufficiali, e che i titoli sportivi – criteri oggettivi – possano finire per svuotarsi di ogni significato.
Rimettere i criteri di selezione unicamente alle pur centrate considerazioni di una commissione di esperti, a nostro giudizio, rischia di far passare in secondo e forse terzo piano i titoli sportivi, che in una federazione sportiva dovrebbero essere l’unico elemento certo e condiviso quando si tratta di stabilire chi sono i migliori.
Altresì, riteniamo che le norme dei regolamenti gara nazionali debbano sempre essere modulate senza dimenticare che lo scopo ultimo del circuito agonistico è quello di far emergere i migliori atleti, che devono poter avere l’onore e la responsabilità di rappresentare l’Italia nelle competizioni internazionali. Speranzosi che il passo indietro della federazione sia definitivo, continueremo a tenervi aggiornati su eventuali sviluppi, avendo cura di riportare non solo i documenti ufficiali ma anche, con la disponibilità della dirigenza federale, le spiegazioni autentiche di ogni novità regolamentare.
La postazione AM all’Eudi 2008 presso lo Stand Omersub
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Eudi Show
Anche quest’anno Apnea Magazine è presente all’Eudi Show e con un partner d’eccezione: Mares. Notoriamente, da quando sono direttore di Apnea Magazine, non leggo i forum dei vari siti, ma solamente le notizie riportate nelle e-zine. Tuttavia, spesso mi si chiedono pareri su dichiarazioni che ci coinvolgono.
Vorrei chiarire subito che AM è un organo d’informazione gratuito fondato sul volontariato che utilizza le sponsorizzazioni per coprire i costi di una gamma di servizi sempre più articolata e di qualità crescente. I nostri inserzionisti non si aspettano test di prodotti o redazionali in regalo, quello che noi offriamo è la serietà professionale di un giornale unico nel suo genere che negli anni, grazie alla competenza degli appassionati che operano in redazione, ha saturato un mercato che ci vede sempre protagonisti, divenendo un’eccellenza di livello mondiale. Fatta questa naturale premessa, dico subito che capisco poco le osservazioni su di noi apparse sulla rete negli ultimi tempi: prima si pensa ad AM come un sito “diretta emanazione” della Omer, poi si pensa che sia Mares a tirare le fila, infine si vede una oscura collaborazione con Confisub a discapito delle aziende artigiane.
Con la Omer c’è sempre stata una collaborazione importante, sia a livello operativo che personale. La famiglia Ciceri ha creduto nel nostro progetto fin dall’inizio e con lungimiranza ha investito – prima fra i grandi marchi – e permesso che Apnea Magazine diventasse quello che è oggi; la nostra riconoscenza verso chi, come Omer, ci ha dato fiducia in tempi non sospetti, permettendoci di offrire ampia dimostrazione della nostra serietà e capacità, non è soggetta a scadenza e senza dubbio rende il nostro rapporto con l’azienda e la famiglia Ciceri assolutamente privilegiato. Sarebbe strano il contrario, viste le premesse, ma questo non significa affatto che Apnea Magazine sia il sito della Omer, crediamo che se anche inizialmente l’equivoco fosse comprensibile, ormai da diversi anni questo assunto sia totalmente incompatibile con la realtà.
L’entrata di Cressi fra gli sponsor AM ci onora, e chiude il cerchio
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L’entrata di Cressi fra i nostri sponsor è motivo di orgoglio e testimonianza del generale apprezzamento del lavoro fatto da AM in questi anni. Con Cressi si è certamente chiuso il cerchio delle grandi aziende della subacquea, che ad oggi sono tutte sponsor della nostra rivista. Ma come potremmo dimenticare gli artigiani o, ancor peggio, tramare con Confisub (che per altro ha idee di tutela verso questa categoria) a discapito di costoro? Forse sfugge che molti di loro sono con AM fin dall’inizio e ci hanno sostenuto anche nella trasferta mondiale, e che anche con la realtà artigianale AM ha sempre avuto un rapporto di proficua e leale collaborazione. Non vorrei nemmeno replicare a certe eresie.
Sicuramente, come gran parte del mondo della subacquea, auspichiamo che la distanza tra CONFISUB e ASSOSUB possa colmarsi nei prossimi anni e che si possano avere all’interno di un’unica fiera di settore tutti i grandi marchi della subacquea mondiale. Noi facciamo giornalismo, il nostro unico fine è fornire informazioni e servizi agli appassionati che ci seguono e che ci spronano con il loro entusiasmo a continuare sulla strada intrapresa.
Abbiamo molti progetti per questo 2009, dal rafforzamento della sezione video con nuove produzioni targate AM alle dirette internet con i principali avvenimenti sportivi. La nostra sarà una sfida a fare sempre meglio e ad essere sempre sul pezzo.
Dal prossimo mese ci sarà un cambiamento a livello redazionale, ho chiesto a Giorgio Volpe di ricoprire il ruolo di editorialista e sono certo che con puntualità (non come me che per vari impegni ho atteso un anno) saprà affrontare ogni mese gli argomenti inerenti al nostro sport.
Gran parte dei limiti che noi giornalisti incontriamo quando cerchiamo di passare dalla precisione alla verità sono affrontati cercando di essere onesti sulla natura di ciò che sappiamo e sugli sforzi che facciamo per saperne di più. La ricompensa è il calore dei lettori e la continua crescita che insieme auspichiamo di fare anche nel 2009.
Vi aspettiamo all’EUDI SHOW per ringraziarvi tutti personalmente!
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Category: Editoriali