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Fondali puliti: i Pescasub raccolgono un mare di Rifiuti in AMP

Testo e foto – Gruppo Sportivo LNI Le Castella/A.S.D. Isola Ambiente Apnea

Il 5 giugno scorso, il Gruppo Sportivo della Lega Navale Italiana sezione di Le Castella, l’ASD Isola Ambiente Apnea e il Comune di Isola di Capo Rizzuto hanno organizzato una nuova edizione della manifestazione ambientale “Riprendiamoci il nostro Mare”.

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Dopo gli eventi di Capo Piccolo (2014) che vide la bonifica di circa 100 pneumatici vari e di Le Castella (2015) con il recupero di un motore di un automobile e altro, quest’anno, autorizzati dall’Ente Gestore dell’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto”, è stata scelta la località di Capo Rizzuto. Ci si è concentrati sulla zona del Porticciolo della Torre Vecchia per effettuare la pulizia di quei bellissimi fondali che ogni anno vedono migliaia di persone, tra turisti e locali, goderne le bellezze.

locandinapuliziafondaliHanno collaborato all’iniziativa la Misericordia di Isola di Capo Rizzuto che ha messo a disposizione un’autombulanza e il relativo personale, pronto ad ogni evenienza, oltre a molti sponsor locali e no che, ogni anno, con un minimo contributo pro-capite, rendono possibili queste e tante altre iniziative che, le due dinamiche associazioni Isolitane portano a compimento, nell’interesse del nostro mare e di tutti i suoi fruitori.

Hanno partecipato, inoltre, anche con i rispettivi presidenti, sia l’ASD “Pinna Slash” di Crotone, giovane e dinamica associazione dedita alla didattica subacquea e al nuoto pinnato, da poco nata a Crotone, sia l’ASD Training e Caccia in Apnea, anch’essa di Crotone, fondata dagli amici di Marco Panaja, un ragazzo che ha perso la vita durante un’immersione negli anni scorsi. Altri partecipanti sono venuti da altre zone della Calabria e addirittura dalla Puglia per contribuire a ripulire uno dei fondali più belli di tutta l’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto”.

Una ventina complessivamente i “distruttori” del mare, cioè i pescatori in apnea (banditi da tutte le AMP d’Italia, per volere di ciechi “soloni ministeriali” nel  nome di assurdi e ridicoli assunti, (che di scientifico hanno più o meno lo 0%), che si sono immersi alla ricerca dei rifiuti che, i fruitori autorizzati, ritenuti non pericolosi per la fauna subacquea (pescatori professionali in primis) hanno voluto “regalare” al nostro mare. Un’altra quindicina sono stati quelli che hanno operato a terra provvedendo a pulire la spiaggetta e ad adiuvare i barcaioli nel trasporto e trasbordo del materiale ritrovato. Il camion per i rifiuti è stato messo a disposizione dal Comune di Isola di Capo Rizzuto, che ha poi provveduto a far smaltire il carico, a norma di legge, presso un centro di smaltimento autorizzato.

gasGrandissima è stata, in negativo, per tutti i partecipanti, la sorpresa nel vedere l’enorme quantità di materiali di tutti i tipi sparsi fin dai primi centimetri di fondale: pezzi di imbarcazioni di vari materiali (soprattutto di vetroresina), gomme di auto (?), batterie, plastica a non finire, bombole di gas, intere reti da pesca pericolosissime per gli ignari bagnanti che incautamente ci avessero infilato i piedi, resti di ombrelloni e sedie di plastica e molto altro ancora. Di sicuro non certo quello che, i fruitori del mare si aspettano di trovare in un’Area Marina Protetta…

Siamo arrivati all’assurdo che noi pescatori in apnea dobbiamo difendere il mare dall’incuria e dal lassismo delle categorie che hanno “mano libera” nelle Aree Protette Marine, dagli “autorizzati”. E poi quanti pesci morti! Sono i resti della pulizia delle reti da parte delle barche da pesca professionali (evidentemente le reti sono viste come “strumenti da pesca altamente selettivi” da parte del Ministero) autorizzate a pescare all’interno di tutte le AMP d’Italia. Nei video che abbiamo realizzato durante la raccolta dei materiali ritrovati si vede uno scempio di piccoli pesci di scogliera con l’aggiunta di murene, razze e passere di mare. Le parole del presidente del “Pinna Splash” sono state: ma dove sono i pesci vivi dell’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto”? Un assurdo modo di voler tutelare il mare da parte del Ministero dell’Ambiente.

Il Diving Made in Sub, che ha gentilmente messo a disposizione le sue imbarcazioni per consentirci di portare il materiale ritrovato in un luogo accessibile da riva dove poterlo scaricare, ha dovuto fare numerosi viaggi per completare il trasporto di tutto quello che i pescatori in apnea hanno recuperato, e ci siamo dovuti fermare perché il mezzo messo a disposizione dal Comune era ormai stracolmo di rifiuti. Per questo, ci auguriamo che, d’ora in avanti, la popolazione locale tutta, i nostri desiderati turisti e i “fortunati” fruitori autorizzati, svolgano le loro attività ludiche e/o professionali all’interno dell’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto”, con lo stesso rispetto ed amore per il mare dei “distruttori” come noi: i pescatori in apnea.

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Speriamo che un giorno i nostri figli possano godere di un mare dove questi pericoli non esistano più.
Certo che siamo all’assurdo: coloro che vengono visti come i distruttori del mare, i pescatori in apnea, rivolgono un appello per la sua salvaguardia a coloro che, invece, sono autorizzati a fruire dell’Area Marina Protetta, quindi di un bene, quasi senza limiti nè controlli. Una parte della popolazione italiana si è vista negare il diritto di godere di un bene pubblico come il mare, nel nome di un’asserita pericolosità per la fauna marina e per gli “affari” dei pescatori professionisti che, invece, senza nessun controllo, hanno desertificato il nostro mare.

In effetti ci chiediamo, se da oltre 25 anni vige il divieto di pesca all’interno di queste Aree Marine per i pescatori in apnea, ma la situazione di quei fondali è mediamente tragica in quanto ad inquinamento ed e ancora più tragica in quanto a presenza di fauna, perché continuare a perseguire una strada che si è dimostrata assolutamente disastrosa per la salute del nostro mare? Dove sono gli enti preposti, dove sono i magnifici rettori, dove sono i dirigenti ministeriali quando c’è da rimboccarsi le maniche per pulire realmente i nostri fondali?

barcadivingSono troppo occupati a programmare ricerche scientifiche che, purtroppo, hanno un unico risultato: riempire alcune (poche) tasche! Per questo, nonostante venti e più anni di ricerche, la salute del nostro mare non è certamente migliorata, anzi!  Che senso ha spendere decine di migliaia di euro per valutare il trend di crescita della posidonia oceanica, quando il mare è pieno di rifiuti senza parlare di altri inquinanti e nessuno per questo fa niente concretamente?

Stiamo ricevendo molti attestati di stima da parte dei cittadini del nostro territorio che ci chiedono di provvedere, nell’inerzia delle istituzioni preposte, a pulire varie zone della nostra costa e dei nostri fondali. Certamente non lasceremo inascoltate queste richieste e stiamo già programmando la possibilità di poter intervenire sia in zona Le Cannella che in alcune zone di Crotone. Invitiamo comunque la cittadinanza a prendere coscienza del valore del nostro bene più prezioso, il nostro mare, per far sì che si crei una massa critica che abbia il potere di smuovere le coscienze di coloro che, chiusi tra quattro mura, circondati da scaffali e scartoffie, decidono dei destini e dei diritti dei cittadini, senza magari aver mai neppure messo il naso sotto il livello del mare…

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Category: Articoli, Pesca in Apnea

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