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Ecco come la Pesca Professionale Vive quasi Solo di Sussidi

| 19 Novembre 2015 | 0 Comments

Il dibattito sulla licenza di pesca a pagamento per i ricreativi è quantomai attuale, in fondo i tempi stringono e la classe politica sta facendo di tutto per fare in modo che la nuova gabella possa vedere la luce dal 1° gennaio 2016. Posto che il problema NON è mai stato se pagare o no, ma se farlo per avere indietro qualcosa o solo per “compensare” i professionisti per il pescato degli amatoriali (ossia, a ben vedere, del popolo italiano, unico vero titolare della risorsa ittica), vale la pena di farsi una domanda: ma questa pesca professionale, pervicacemente e prepotentemente incollata alle continue elargizioni statali sotto forma di sussidi, agevolazioni e sgravi fiscali, quanto percepisce già adesso?!

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La gran parte della pesca professionale mondiale, soprattutto quella di alto mare esercitata oltre le 200 miglia dalle coste, è un’attività anti-economica da tempo, che sopravvive solo grazie ai contributi a fondo perduto che molti stati del globo gettano nelle stive senza fondo delle flotte di mezzo mondo. Si calcola che dei circa 30 MILIARDI di euro di sussidi elargiti, ben il 70% sia appannaggio di USA, Francia, Spagna, Giappone, Cina e Corea del sud. L’organizzazione mondiale del commercio (WTO) ha da tempo indicato come prioritaria la sospensione di questa immenso flusso di denaro che “droga” di fatto il mercato e squilibra pesantemente le economie dei paesi più deboli. I due terzi dei membri dell’assemblea sono già favorevoli ad attuare misure che portino al risultato entro il 2020, l’assemblea del dicembre prossimo sarà decisiva per vincere le resistenze degli ultimi, che è facile indovinare chi siano!

In un quadro internazionale che punta allo sviluppo di una pesca professionale realmente sostenibile (ammesso e non concesso che non si tratti di mera utopia), l’Italia decide ancora una volta di votarsi alle vecchie politiche assistenzial-clientelari che, per l’interesse di pochi, finiscono per generare ricadute negative sull’intera collettività. Ma d’altronde ormai siamo abituati ai sordidi giochi elettorali dei furbetti…non ci resta che confidare in un intervento dall’alto, se non per scongiurare una licenza a pagamento, quantomeno per impedire che il gettito derivante finisca nelle tasche di chi ha distrutto e continua a distruggere il mare con ogni mezzo legale e illegale.

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