E’ successo in gara: Antonio Aruta e l’Assoluto 1985 a Palau (2a parte)
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La seconda frazione inizia sotto i migliori auspici. Il cielo è sereno ed una leggera brezza indecisa su che direzione prendere soffia leggera. Alla partenza mi trovo fianco a fianco con Arturo Santoro, che pare conoscere la mia stessa cernia. Facciamo circa 800 metri uno di fianco all’altro coi motori a manetta ma, quasi arrivati sul punto, Santoro si allarga di qualche metro ed io intuisco che abbiamo due segnali vicini ma differenti. Trovandomi solo decido di rompere il fiato su una tana di corvine a poche decine di metri dalla cernia e dico al mio secondo Angelo di tener d’occhio se arriva qualcuno. Mentre mi ventilo il mio secondo richiama la mia attenzione: c’è un gommone che punta nei pressi della mia cernia. Mi accorgo che è Leonardo Leone De Castris un amico di quel tempo e penso, conoscendolo, che in partenza di gara difficilmente riuscirà ad arrivare a 30/31 metri per sparare il serranide in tana. Tenterà, quasi certamente, di sorprenderlo in caduta ma, avendo osservato che il pesce appariva piuttosto sospettoso, non credo che la cernia si farà sorprendere. Infatti De Castris fa 3/4 tuffi e poi se ne va, io nel frattempo fiocino due belle corvine e mi sento pronto per andare a sparare la cernia.
Prendo l’oleo da 100 e mi ventilo con calma. Scendo verso il fondo e poco dopo scorgo la lastra che punto in maniera decisa. Il pesce non è fuori il lastrone o nei paraggi, quindi mi affaccio con cautela e scruto con attenzione le poche zone dove filtra un po’ di luce. Niente. Allora accendo la torcia e mi accorgo che la cernia è messa di taglio in fondo, alla destra della tana. Lo colpisco in testa e risalgo. Il fondo di sabbia mi dovrebbe facilitare l’estrazione. Scendo di nuovo, doppio il pesce col 70, e dopo un’oretta di lavoro riesco a portarlo in barca. Peserà 9 chili e 800 grammi.
Soddisfatto e caricato mi sposto su un sommo non molto lontano da questa zona e un po’ più verso terra. Ci sono 20/21 metri e ci avevo visto pascolare qualche bel labride. Al primo tuffo, infatti, ne colpisco uno sui 700/800 grammi che però mi si strappa e sparisce tra le innumerevoli spaccature del fondo. Non demordo e con pervicacia ed insistenza comincio a cercarlo. Nel frugare tutti i buchetti, nel frattempo, fiocino una bella murena di 4 chili e la metto in gommone. Insisto e, poco dopo, è la volta di un bel grongo. Poco più in là scorgo un’altro grosso grongo celato in una in una spacchetta angusta e buia. Lo sparo, e mi costringe a lavorarlo per diversi minuti finché, una volta doppiato, riesco ad estrarlo. A quel punto comincio a pensare che tre “serpenti” in pochi minuti e, soprattutto, a poca distanza l’uno dall’altro non possono essere una casualità. Continuo dunque a setacciare la zona con più attenzione e, con l’ausilio della torcia, ad ispezionare i tagli più bui. Insomma, in un’ora e mezza di saliscendi riuscirò a portare in barca ben 10 “serpenti”: 4 gronghi e 6 murene dal peso variabile tra i 3 ed i 5kg. Tutti validi ai fini del punteggio finale. Dulcis in fundo all’ultimo tuffo riesco anche a catturare il tordo che avevo strappato poco prima: lo trovo ferito appoggiato ad un sassetto ai confini con l’alga.
Soddisfatto mi sposto in una zona in corrente dove contavo di poter razzolare una volta finiti i segnali. Rimarrò su questo spot fino a fine gara e riuscirò a catturare altri due saraghi, una corvina ed un grosso labride. Il mio cavetto è pesantissimo: circa 60 kg di pesce di cui circa 40 kg di gronghi e murene a coefficiente, una cernia di quasi 10 ed altri 8 pesci bianchi misti. Sono contento e raggiungo la zona del raduno dei concorrenti. Anche questa volta mi rendo conto che è uscito tantissimo pesce. In questa seconda manche ci sono meno cernie ma molti saraghi e corvine, alcuni veramente enormi. Le cernie totali sono tre: la mia, una di Milano ed una di Santoro che, coi suoi 10 chili, risulterà essere la preda più grossa della giornata. Stupendi i carnieri di pesce bianco di Molteni, Toschi, Lo Baido e Bacci. Anche Mazzarri ha diversi pesci in cavetto ma un po’ più piccoli rispetto agli altri. Vince la giornata un stupendo Molteni con 19 pesci tra saraghi, alcune corvine giganti ed un bellissimo dentice di oltre 5 chili catturato dopo un lungo aspetto a 28 metri. Segue vicinissimo Lo Baido con ben 21 pesci bianchi, poi Bacci con 19 pesci tra cui un’orata di almeno 3 chili, un’enorme mostella e svariati saraghi. A ruota Toschi che, da gran campione, fa suoi 21 pezzi nonostante abbia trovato quasi tutti i segnali vuoti e ad un’ora dalla fine non avesse che pochi pesci. Gomez Paloma è quinto con 17 pesci e Mazzarri sesto con 19. Io mi attesterò in nona posizione con circa 21.200 punti.
Domani si disputerà l’ultima frazione e ritengo che i primi sei di oggi possano giocarsi il titolo. Io confido molto sul segnale profondo con tantissime corvine che, comunque, conosce anche Riccardo Molteni.
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Category: Pesca in Apnea, The Box