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Disavventura per Umberto Pelizzari

| 29 Luglio 2002 | 0 Comments

Umberto Pelizzari si è recentemente trovato al centro di una vicenda davvero incresciosa. In un evidente tentativo di fare clamore e, a quanto pare, di pubblicizzare un diving locale, il quotidiano La Nuova Sardegna ha pubblicato un articolo in cui dava sostanzialmente del bracconiere a Umberto, che sarebbe stato trovato a pescare sulla secca di Washington a La Maddalena, in zona Mb. Con una esposizione piena di imprecisioni, il giornale ha mancato di chiarire che Umberto si trovava sul posto per altri motivi e che i suoi tuffi finali con fucile li ha fatti perché ignorava il provvedimento adottato pochi giorni prima che prevede un nuovo divieto di pesca subacquea nella zona Mb limitato ai mesi di Luglio e Agosto. Gli occupanti del gommone sopraggiunto, di un diving locale, ha informato Umberto del provvedimento, datato 16 Luglio e pubblicato oltre una settimana dopo tale data. Nessun verbale è stato elevato al Pelo, in compenso si è visto bene di gettare del fango su un personaggio che non ha più niente da dimostrare a nessuno, con una ricerca di clamore degna del più frivolo dei settimanali rosa.
Noi manifestiamo pubblicamente la nostra solidarietà ad Umberto, e consigliamo ai lettori di visitare questa pagina per verificare la correttezza delle nostre affermazioni riguardo la data del provvedimento: http://www.lamaddalenapark.it/
Ecco le dichiarazioni di Umberto riguardo l’accaduto:”Lunedì 29 luglio, alle ore 18.00 mi trovavo con il mio gommone personale, munito di regolare permesso di navigazione nelle acque del Parco Marino della Maddalena, sulla secca di Washington (tra l’Isola di Spargi e quella di Budelli). Premetto che, come residente, sono in possesso di regolare licenza di pesca rilasciata dell’Ente Parco, che mi permette di pescare nella zona Mb del Parco (precisamente quella della secca di Washington).
Motivo dell’uscita era un servizio fotografico che mi ritraeva con attrezzatura da pescatore subacqueo per un articolo che uscirà quest’inverno su una rivista di settore.
Era infatti con me il noto fotografo subacqueo Alberto Muro Pelliconi, ex campione mondiale di fotosub. Erano inoltre a bordo con noi, 2 bambini, una signora, un ragazzo di 14 anni (figlio di un mio istruttore): … non male per una banda di bracconieri!!!!!!

Alle 20.00 circa, sulla stessa secca àncora il gommone di un diving center della Maddalena; riconosco a bordo due sub amici ed il responsabile del centro, quindi salgo a bordo della loro barca e li saluto. Durante la chiacchierata il responsabile del diving mi chiede cosa faccio li ed io rispondo che avevo appena terminato un servizio fotografico e che avrei fatto un paio di tuffi per insidiare qualche dentice. Lui mi risponde che li non si può pescare, e mi dice di chiedere conferma ad uno di quelli che aveva in barca: un ranger. Questa persona mi conferma che con la mia licenza è possibile anche pescare in quella zona, ma che dal 26 luglio (3 giorni prima) era uscita una normativa, con valore retroattivo al 1° luglio (?!?!?), secondo cui a luglio ed agosto si può pescare solo intorno all’Isola di La Maddalena. Si rende conto della mia buona fede e del fatto che io non potevo saperlo e, soprattutto che non avevo pesci e, gentilmente, mi dice: “quando vengo a Santa Teresa, ti porto le ultime normative”; poi continuiamo la chiacchierata, parlando di attrezzature e di mare. Il responsabile del diving, prima che scendessi dalla sua barca, mi ripete di non pescare li perchè lui ci porta i suoi clienti ed io, sempre con tono amichevole, rispondo che la legge me lo consente e che ci sono già abbastanza aree dove portare i sommozzatori a cui non hanno accesso i pescatori subacquei. Poi ci si saluta. Ci tengo a sottolineare che il ranger non ha voluto controllare nè il mio gommone, nè i miei documenti e permessi.

Giovedì 1 agosto, alle 8.30 del mattino, mi chiama un amico per dirmi che sono sulla prima pagina del principale quotidiano sardo (nemmeno dopo un record mondiale tanta attenzione!!!!!), con il titolo: “Il campione Pelizzari catturato nel Parco della Maddalena per pesca di frodo”. Leggo poi nell’articolo un serie di menzogne, falsità e gravi omissioni: – si scrive di gommone del mio Diving Center di Santa Teresa, con conseguente danno d’immagine per la mia attività; – viene citato per ben 2 volte il nome del diving di Maddalena, autore della “cattura”; – si parla di un controllo da parte del ranger, mai avvenuto; – tra le righe si fa intendere al lettore che il Parco è una totale riserva integrale e che io la stavo violando; – si dice che sono stato colto in flagrante nel bel mezzo della notte; – però si omette di scrivere che io sono in possesso di regolare licenza di navigazione e pesca in quella zona; – non si dice che stavo facendo un servizio fotografico e che non avevo pesce; – e nemmeno si precisa che a bordo con me c’erano donne e bambini.

Insomma mi sono trovato in prima pagina come il più grande bracconiere della Sardegna. Si può immaginare la mia rabbia. Mi sono precipitato a Maddalena per verificare se ci fossero delle denunce o verbali contro di me. Alla Capitaneria di Porto non c’era nulla All’Ente Parco, tantomeno. E mi dicono che non sapevano nulla di tutto questo, prima di aver letto il giornale.
Il ranger quindi non aveva fatto alcuna notifica ed erano passati 4 giorni dall’incontro in mare. Ma allora su quale base il giornale aveva scritto l’articolo? Semplice: il giornalista ha pensato bene di fare un po’ di pubblicità al suo amico, gestore del diving (il cui nome è più volte citato nell’articolo), buttando il “mostro” Pelizzari in prima pagina. Ho trascorso il resto della giornata a rispondere a giornalisti di varie testate e a persone che volevano sapere che cosa fosse accaduto; a tutti ho raccontato ciò che leggete qui e si sono resi conto della grandissima “buffonata”.

In questi anni ho fatto davvero tanto per il mare, per la subacquea, per la Sardegna, per la Gallura e per l’Arcipelago della Maddalena. Molto, molto di più di quanto avrebbero dovuto fare ricchi Enti preposti a questo. Forse il mio unico difetto è quello di aver sempre detto ciò che penso: il pescatore subacqueo non è un assassino, un distruttore del mare, un delinquente. Nel sostenere ciò, la mia figura ha dato spesso fastidio e in questo bieco modo hanno cercato di farmela pagare. Non ci sono riusciti, perchè io continuerò nella mia strada: sosterrò la mia passione nella legalità, senza accettare compromessi. E chiudo con una frase che amava ripetere il mio grande amico e maestro Majol: “il primo sintomo del proprio fallimento è l’invidia per il successo altrui”.

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